ORSI ITALIANI MAGAZINE




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La fiaba di HairlessNeve e dei 7 (O)nani(sti)

Un racconto di Honeybear


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


PREMESSA

Il racconto che segue fa parte di una serie che vorrei dedicare ad un mondo che mi piace davvero tanto, quello delle fiabe, di cui vorrei offrire la mia particolare rilettura. Spero che lo scritto risulti piacevole, eccitante e che, come sempre, Vi divertiate!

Con affetto

HB


Una volta, nel cuor dell'inverno, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, un Re si stava trastullando con il suo enorme membro, seduto accanto ad una finestra dalla cornice d'ebano.


E cosi', socchiudendo gli occhi mentre stava per venire, senti' uno dei fiotti di sborra calda inumidirgli le labbra e la barba intorno. Il resto schizzo' copioso sul manto di pelo nero che ricopriva il muscoloso torace. 
Alzandosi, si avvicino' allo specchio appeso al muro, per rimirare compiaciuto gli effetti del lavoro svolto.

Quella meravigliosa crema chiara, creava un tale contrasto con il rosso delle labbra ed il nero della barba, ch'egli, mentre iniziava a ripulirsi ingoiandone ogni singola goccia, penso':
 'Ah… Magari avessi un figlio bianco come la neve, rosso come il sangue e dal pelo nero come il legno della finestra!".

Fu accontentato pressoche' in tutto, poiche' nacque realmente un figliolo con quelle caratteristiche. Lo chiamarono HairlessNeve. 
(S)fortunatamente la Regina mori' nel darlo alla luce.


Per questa ragione, il Re decise di non risposarsi, preferendo scegliere nella cerchia di Corte, un compagno con cui giocare nei momenti di solitudine. Il prescelto fu un giovane uomo di nome Grimildo, estremamente bello, con un corpo scultoreo che sembrava fatto di marmo tanto era glabro, liscio e levigato.

In quel candore, risaltavano i suoi occhi neri, del medesimo colore dei capelli e del pelo pubico che, dalla base del grande uccello circonciso, saliva a disegnare un delicato e sottile triangolo scuro. L’uomo tuttavia era superbo e prepotente, e non poteva sopportare che qualcuno lo superasse in bellezza.

Possedeva uno specchio magico, che in genere consultava mentre cavalcava ferocemente uno dei tanti servitori di colore superdotati che si prendevano cura di lui quando il Re era lontano. E chiedeva:

'Dal muro, specchiettooohhh… Ooohhh, dillo: nel regno chi e' il piu' bellooohhh? Ooohhh…'


E lo specchio rispondeva:

'Nel regno, Messere, tu sei quello!'

Ed era contento, perche' in genere la risposta arrivava mentre l’uccello d’ebano che lo stantuffava, si svuotava copiosamente dentro di lui o nella sua bocca (la cui gola poi, con un certo impegno, deglutiva tutto quel seme), e poi perche' naturalmente, sapeva che lo specchio diceva la verita'. Cosi', pago di tutta quella felicita' anche lui veniva. E lo faceva sul petto e sul torace di una delle divinita' greche che l’avevano appena scopato o sul suo corpo, obbligando poi lo schiavo di turno a ripulire per bene.

E intanto HairlessNeve cresceva, diventando sempre piu' bello. Compi' vent’anni ed era bello come la luce del giorno: alto, ben proporzionato e glabro quanto il compagno del padre; in una parola… Divino! Ancor piu' di Grimildo che, impegnato a farsi inculare dell’ennesimo servitore, per l’ennesima volta chiese allo specchio:

'Dal muroooohhhh, specchiettoooohhh, si'… Si', fammelo sentire tutto… Tutto! Specch… Specchiettooohhh dillooohhh: nel regno chi e' il piu' bellooohhh?'

Lo specchio rispose: 'Grimildo, il piu' bello qui sei tu, ma HairlessNeve lo e' molto di piu'!'

Grimildo allibi' e si fermo' a mezz’aria sopra l’enorme cazzo d’ebano che lo stava impalando: un odio feroce lo pervase inducendolo a stringere il buchetto ormai dilatato, fin quasi a strozzare l’enorme arnese che lo stava penetrando alla base della cappella. L’effetto, mentre diventava verde e giallo d'invidia, fu quello di farsi riempire da un getto di sborra tanto potente da non riuscire a contenerlo dentro di se'.

Mentre l’amante di turno si prodigava a ripulirgli per bene le gambe, Grimildo realizzo' che da quel momento la vista di HairlessNeve l’avrebbe sconvolto, tanto lo odiava.
E invidia e superbia crebbero come le male erbe, cosi' da non dargli piu' pace ne' giorno ne' notte.

Decise allora di chiamare un cacciatore. Al suo ingresso nella stanza, Grimildo gli si avvicino' con fare lascivo. Lo guardo' intensamente, poi inizio' a strusciarglisi intorno finche' non si fermo' alle sue spalle, infilando una mano nel bavero della casacca di velluto porpora, accarezzandogli i peli del petto e facendo trotterellare le dita su quel morbido tappeto.

Il cacciatore, ebbe un sussulto quando senti' le dita stringere. Il capezzolo s’inturgidi' e reclino' il capo lateralmente mordicchiandosi le labbra e sospirando.

Non distolse gli occhi dallo specchio. Mai.

Nemmeno quando la perfida arpia appoggio' l’altro braccio sulle sue spalle e, avvicinandosi ad uno dei lobi, inizio' a mordicchiarglieli. Nel riflesso, vide la lingua incunearsi ardita e delicata nell’orecchio. Reclino' il capo sbuffando mentre il massaggio ai pettorali si faceva piu' intenso. I bottoni della blusa si aprirono e il lacci della camicia si sciolsero, rivelando un petto gonfio e villoso che proseguiva in un addome scolpito alla perfezione.

Alla vista di quello spettacolo, il favorito del re non resistette e, postosi di fronte al cacciatore, si mise in ginocchio per liberarlo dai pantaloni, lasciando cosi' ad un cazzo taurino, l’opportunita' di meritarsi l’agognata liberta'. L’asta lunga e nodosa, si dipartiva dall’intrico dell’abbondante pelo pubico, nero come la pece, e culminava in una cappella rubizza. Lo sguardo di Grimildo s’illumino' e diede inizio ad un sapiente gioco di lingua: il miglior pompino mai praticato al cacciatore.

Mentre si picchiettava la mostruosa verga sulle labbra, per favorirne l’erezione, gli ordino': 'Porta… – e la fece sparire in bocca in un battibaleno, aspirando l’aroma acre di quel setoso pelo – …HairlessNeve nel bosco… – la sfilo', per leccarla, insalivandola abbondantemente. L’asta frattanto s’irrigidiva facendosi d’acciaio - …Non lo voglio piu' vedere! Uccidilo… – il ritmo del pompino accelero' furiosamente, mentre il cacciatore ansimava e gemeva dal piacere… - E mostrami i polmoni e il fegato come prova della sua morte!'

Il cacciatore venne nella bocca di Grimildo che lo avvicino' a se' facendogli leccare quel rivolo di sbroda calda che gli colava lungo dal labbro. Si baciarono prima di congedarsi per obbedire alla missione assegnatagli.

L’uomo dunque, condusse la sua giovane preda lontano nel bosco; ma quando estrasse il coltello per trafiggere il suo cuore innocente, ebbe un sussulto. HairlessNeve, girato ingenuamente verso un albero, si volto' e, piantando i suoi occhi di carbone in quelli del cacciatore, sembrava implorarlo:

‘Ah, caro cacciatore, lasciami vivere!’

Il bestio vacillo'. Degluti', avvicinandosi lentamente verso il giovane. Lo afferro' per le spalle sfilandogli la blusa che, cadendo a terra, ando' a fare compagnia al mantello, mettendo in mostra i pettorali scolpiti allo stesso modo della tartaruga disegnata dagli addominali. Sulla pelle marmorea e diafana come l’avorio, spiccavano, rossi come ciliegie, i due grossi capezzoli su cui il cacciatore inizio' a far scorrere la fredda lama d’acciaio. HairlessNeve fu percorso da un leggero brivido. Osservo' tranquillamente l’arma passare e ripassare da un capezzolo all’altro, salirgli alla giugulare e, piu' su, lungo le labbra per poi scontornargli l’addome. Si fermo a giocare con il laccio dei pantaloni che, con un colpo deciso, fece saltare, lasciandolo definitivamente nudo con un’erezione imponente che fioriva dalla corvina aiuola inguinale. Nuovamente si fissarono negli occhi, per un istante che parve infinito:

'Correro' nella foresta selvaggia e non tornero' mai piu'…'

Ma la vista era tanto bella che il cacciatore disse:

'Non prima che io ti abbia infilzato… Certo non sara' il cuore…' aggiunse leccandosi le labbra mentre faceva voltare il ragazzo piegandolo leggermente verso di se' con il suo bel culetto liscio a proprio favore.

Riprese a far passare la lama. HairlessNeve, volto' leggermente la testa, per controllare cio' che faceva. Sorrise passandosi la lingua sulle labbra gia' umide. Il cacciatore lo imito'. La lama si scaldo' presto a contatto con la pelle ed il cacciatore prese a farla roteare intorno all’ano del giovane che, abbracciato al tronco, prese a dimenarsi e a gemere.

'Bravo ragazzo… Cosi'… Cosi'! Fai attenzione…'

Il coltello cadde a terra mentre uno sputo di saliva s’infranse tra le pieghe del fragile anello di carne che una nerchia taurina, affrancta dall’inutile ingombro dei pantaloni, s’apprestava a violare. Il cacciatore spalmo' la saliva con la cappella e s’insalivo' il membro a sua volta.

Sputo' nuovamente e ripete' l’operazione fino a che non la punto' decisa sul buco. HairlessNeve prese un respiro prima di indietreggiare ed accogliere prontamente quello che, invece di un coltello, prometteva essere una spada ben tesa.

Ebbe un sussulto mentre il cazzo del cacciatore procedeva spedito lungo quella guaina di carne, sfondandogli il culo facendosi largo tra le sue viscere. Soffoco' un grido. Poi un altro ed un altro ancora: non era cosi' facile abituarsi a quella presenza, inizialmente dolorosa e poi sempre piu' piacevole.

I colpi portati dall’uomo erano lenti e precisi. Gli affondi, inesorabili, sospingevano con forza in avanti quel corpo perfetto che due mani forti e rudi, appoggiate ai fianchi dell’altro, facevano riavvicinare fino a far scontrare le chiappe lisce e sode contro il pelo crespo dei coglioni.

Il cacciatore continuo' a sbattere il giovane a lungo, come se non ne avesse mai abbastanza. Il ritmo della scopata accelero' fino a culminare in un urlo animalesco, la cui eco si diffuse per tutta la foresta. HairlessNeve si stacco', appoggiandosi al suolo a quattro zampe. Riusci' a mantenere lo sfintere chiuso.

Osservo' di traverso il cacciatore e gli sorrise. Questi si avvicino' ammiccante. Quando il suo viso fu sufficientemente vicino al buco del giovane, questi, lentamente, rilascio' i muscoli permettendo alla sborra trattenuta di zampillare. Il cacciatore ne bevve quanta piu' pote', soddisfatto. Il ragazzo, sempre mantenendosi a quattro zampe, si volto' e prese a ripulirgli con cura la cappella violacea e tutta l’asta che, lentamente, stava tornando a riposo:

'Un vero peccato doverti abbandonare qui… - gli sussurro' mentre finiva di masturbarlo - …La notte sta calando. Rivestiti in fretta o le bestie feroci faranno presto a divorarti"

'Ma tu comeeehhh…' l’eiaculazione bagno' il suo addome.

'Non preoccuparti!' Lo interruppe chiudendogli le labbra con un dito intriso del caldo seme.

Nel mentre pensava. Sentiva di essersi levato un gran peso dal cuore nel non doverlo uccidere.
Proprio allora arrivo' di corsa un cinghialetto, lo sgozzo', gli tolse i polmoni e il fegato e li porto' a Grimildo come prova.
Il cuoco dovette salarli e cucinarli, e il perfido li mangio', credendo fossero quelli dell’odiato nemico.

Tutto questo, mentre il povero ragazzo vagava tutto solo nel gran bosco, in preda ad un’angoscia cosi' forte d’aver paura del minimo alito di vento.
Si mise a correre e corse sulle pietre aguzze e fra le spine; le bestie feroci gli passavano accanto, ma senza fargli alcun male.
Corse finche' gli ressero le gambe; era quasi sera, quando vide una casettina ed entro' per riposarsi. 
Nella casetta tutto era piccino, ma lindo e leggiadro oltre ogni dire.
C'era una tavola apparecchiata con sette piattini: ogni piattino col suo cucchiaino, e sette coltellini, sette forchettine e sette bicchierini.

Lungo la parete, l'uno accanto all'altro, c'eran sette lettini, coperti di candide lenzuola.

HairlessNeve aveva tanta fame e tanta sete, che mangio' un po' di verdura con pane da ogni piattino, e bevve una goccia di vino da ogni bicchierino, perche' non voleva portar via tutto a uno solo.

Poi era cosi' stanco che, dopo essersi completamente spogliato, provo' a sdraiarsi in un lettino. Non ce n'era uno che andasse bene, purtroppo: o troppo lungo o troppo corto. Si risolse allora di allinearli: ci si corico', sdraiandosi prono, lasciando a bella posta il suo portentoso e liscio fondoschiena. Si raccomando' a Dio e si addormento'.

Al buio, arrivarono i padroni di casa: erano i sette (O)nani(sti), che rientravano dopo la serata al locale dove si esibivano ogni notte.
Accesero le loro sette candeline e, quando la casetta fu illuminata, videro che era entrato qualcuno, perche' non tutto era in ordine, come l'avevan lasciato.

Il primo disse:
'Chi si e' seduto sulla mia seggiolina?'

Il secondo: 'Chi ha mangiato dal mio piattino?'

Il terzo: 'Chi ha preso un po' del mio panino?'

Il quarto: 'Chi ha mangiato un po' della mia verdura?'

Il quinto: 'Chi ha usato la mia forchettina?'

Il sesto: 'Chi ha tagliato col mio coltellino?'

Il settimo: 'Chi ha bevuto dal mio bicchierino?'

Poi il primo si guardo' intorno. Vide che il suo letto era stato spostato e disse:
'Chi mi ha rubato il lettino?'

Ben presto anche gli altri si resero conto che era successa loro la stessa cosa.

Ma il settimo scopri' com’erano andate realmente le cose: nella penombra, scorse HairlessNeve addormentato.

Chiamo' gli altri, che accorsero e gridando di meraviglia presero le loro sette candeline e illuminarono quello splendido corpo nudo.

'Ah, Dio mio! Ah, Dio mio! – esclamarono nel vedere il culetto marmoreo della divinita' appisolata - Che meraviglia!'

Ed erano cosi' felici che decisero di dare il loro personale benvenuto all’ospite.
Il settimo nano lancio' un’occhiata d’intesa ai compagni che, cogliendone al volo le intenzioni, la ricambiarono...

Insieme si recarono all’ingresso, per rovistare ciascuno nella propria borsa da lavoro, dopodiche' tornarono davanti ai lettini allineati.

Il primo teneva dei lacci in mano. Afferro' con dolcezza le mani delicate del ragazzo per legarle ai piedi e alla testata del primo lettino.

Anche il secondo teneva in mano dei lacci. Afferro' con la stessa dolcezza i piedi del ragazzo, avendo cura di non svegliarlo. Spalanco' a dovere le sue gambe e lo immobilizzo'.

Fu la volta del terzo che, montato sopra il letto, verso' un’abbondante dose di lubrificante che prese a distribuire con dovizia lungo il solco delle chiappe, soffermandosi a massaggiare a dovere il roseo buchetto.

HairlessNeve mugolo', sospiro' e sorrise. Non si sveglio'. Pareva sognasse…

Gli altri guardavano il compagno con invidia, mentre le loro manine scivolavano nei rispettivi pantaloncini. Volevano partecipare anche loro a quella festa. Cosi', dopo aver liberato sette invidiabili erezioni, decisero che si sarebbero alternati nel picchiettarle sul buchetto del dormiente.

Usarono una tale delicatezza nell’operazione, che nemmeno stavolta riuscirono a svegliarlo. Cio' avvenne solo quando il quarto avvicino' al buco un piccolo dildo rigido ed inizio' a profanare l’orifizio…

HairlessNeve dapprima si morse le labbra sorridendo, poi apri' gli occhi e s'impauri' sentendo di non potersi muovere e vedendo le sette erezioni dei nani dinnanzi ai suoi occhi.
Ma essi, lasciandogli il dildo nel culo, gli chiesero gentilmente:

'Come ti chiami?'

'Mi chiamo HairlessNeve' rispose strattonando le corde.

'Ti fanno male le corde?'

'No… Affatto…' sospiro'.

'E il dildo che hai dietro?'

'Nooo… Affatto…' e sorrise maliziosamente.

Il quarto nano, rincuorato dalle risposte avute, torno' ad usare il sex-toy facendolo roteare e spingendolo avanti-indietro per diverso tempo nel culo del giovane. Il quale, ripagava del trattamento ricevuto, emettendo gemiti e gridolini che vennero prontamente zittiti quando il terzo nano gl’infilo' l’uccello in bocca obbligandolo a succhiare.

I nani si alternarono anche in questo gioco, usando dildo(s) dalle dimensioni sempre maggiori. Cosi', quando a violentare il buco era il quinto nano, a scoparne la bocca era il quarto e via di questo passo. Gli altri, da bravi (O)nani(sti), aspettavano pazientemente il proprio turno masturbandosi vicendevolmente.

Ad HarilessNeve non venne concesso un attimo di tregua: giusto il tempo di prendere fiato per non morire soffocato… Il suo buco era ormai dilatato all’inverosimile a causa dei calibri accolti ed era rosso come una mela. Le mascelle cominciarono a dolergli a furia di spompinare cazzi. I nani lo compresero e, ancora una volta, posero rimedio alla situazione: a turno, alcuni lo penetrarono e, con pochi, decisi colpi, gli sborrarono nel culo. Gli altri preferirono invece continuare a scopargli la bocca allo stesso modo. Le sole cose che gl’impedirono, furono di rilasciare lo sfintere fino a che l’ultimo di loro non si fosse svuotato e di aprire la bocca fino a che non avesse deglutito l’ultima goccia del denso e caldo liquido che gl’inondava il palato.

A cose fatte lo liberarono. HairlessNeve si sedette allora sui lettini massaggiandosi le natiche bagnate e le mascelle.

'Come sei venuto in casa nostra?' chiesero allora i sette (O)nani(sti).

Egli racconto' la sua triste storia e tutti l’ascoltarono commossi, tanto che alla fine gli proposero:

'Se vuoi curare la nostra casa, cucinare, fare i letti, lavare, cucire… Insomma tener tutto in ordine e ben pulito, puoi restare con noi, e non ti manchera' nulla. Anzi ti faremo divertire, come ti abbiamo dimostrato… E tu farai divertire noi, rendendoci felici!'

'Si' - rispose HairlessNeve sorridendo mentre si succhiava un dito continuando a massaggiarsi - di gran cuore'.

E rimase con loro.


Come promesso, si prese cura della casa. E non solo: ormai partecipava attivamente (ma forse e' piu' corretto dire passivamente) alla messa a punto dei numeri che i suoi benefattori proponevano nel locale al limite del bosco in cui si esibivamo, prodigandosi affinche' i risultati fossero all’altezza delle loro aspettative.

Il suo culo caldo accoglieva ogni sorta di sex-toy utilizzato dai nani nelle loro performances, oltre che i loro cazzi vogliosi. Quei simpatici ometti pareva non ne avessero mai abbastanza di lui… Cosi', per ripagarli del bene ricevuto, lasciava che la loro fervida fantasia dilagasse, permettendogli di raggiungere vertici di piacere mai nemmeno sfiorati: gang-bang, doppie penetrazioni, sedute di fisting erano ormai divenuti il suo pane quotidiano. E la qualita' delle sue prestazioni, per la gioia dei suoi ospiti, migliorava di volta in volta.

Capitava tuttavia che di giorno il ragazzo fosse solo. I nani, al termine della scopata del mattino, dopo averlo riempito con il loro seme caldo, prima di andare al locale per le prove generali, l'ammonivano affettuosamente, dicendo:

'Guardati dal tuo patrigno. Fara' presto a sapere che sei qui: non lasciar entrare nessuno!'

Ma Grimildo, persuaso di aver mangiato i polmoni e il fegato di HairlessNeve, non pensava ad altro, se non ch'egli era tornato il piu' bello del reame.

Tanta era la gioia per la riacquistata supremazia che convoco' immediatamente al suo cospetto i due giovani maniscalchi neoassunti dal Re. Erano due gemelli, rossi di pelo e con meravigliosi occhi di smeraldo.

Quando entrarono nel lussuoso appartamento volsero lo sguardo intorno, ammirati per la ricchezza degli ambienti. Trovarono Grimildo sul letto. Completamente nudo, la corona regale in testa, si stava masturbando mentre con lo scettro di Sua Maesta', si stava trapanando l’ano.

Si guardarono dapprima stupefatti; poi, rincuorati dagli sguardi lascivi dell’uomo, si avvicinarono al talamo, uno per lato, ed iniziarono a far scorrere le dita sulla sua pelle liscia.

Questi, lasciate le sue incombenze, prese a massaggiare loro quel particolare rigonfiamento poco sotto la cintola. Li guardo' sorridendo, invitandoli con lo sguardo a spogliarsi della camicia. Lo spettacolo che gli si presento', ebbe l’effetto di rendere ancor piu' evidente il suo gia' elevato grado di eccitazione: addominali scolpiti, pettorali gonfi e sodi, spalle larghe, braccia muscolose ed un collo taurino. Il curioso contrasto poi, tra il rossore del pelo, che disegnava una specie di croce sul petto e l’addome ed il candore della loro pelle, fece il resto.

Ordino' ai due di spostarsi ai piedi del letto e di cominciare a baciarsi e toccarsi. Lui si mise carponi sulle coperte, di fronte a loro, con il culo ben piantato in aria. Spalanco' la bocca per infilarvi le due enormi verghe, facendole sparire alla velocita' della luce.

Mentre succhiava ed insalivava con dovizia i due uccelloni, senti' i fratelli gemere. Percepi' anche che le dita di qualcuno stavano iniziando a trotterellare lungo la sua schiena per fermarsi in corrispondenza del suo sfintere, iniziando ad esplorarlo.

Sorrise. Interruppe il pompino che stava praticando, per invitare entrambi a soddisfarlo. I due non si fecero pregare. Uno di loro si sdraio'. La testa rivolta ai piedi del letto. Lo impalo' senza troppi complimenti e senza far rimpiangere a Grimildo il fatto di essersi sfilato lo scettro dall’ano:

'Cosi' mi piacciono… – commento' rivolto allo specchio, mentre sentiva lo smisurato membro farsi largo dentro le sue viscere - …Belli decisi!'

L’altro gemello frattanto, postosi dietro di lui, inizio' a massaggiargli le spalle scendendo con le sue mani forti lungo tutta la schiena.

Il perfido, travolto dal piacere, reclino' il capo e, incontrata la sua bocca, comincio' a baciarla accarezzandogli al contempo la nuca. La mano libera cercava avida il secondo uccello che, di li' a breve, avrebbe fatto compagnia al primo. Quando lo trovo', prese a masturbarlo. Lo fece dapprima lentamente, aumentando via via la velocita'. Infine lo riconsegno' nelle mani del legittimo proprietario che inizio' ad armeggiare intorno al buco. Mentre si accingeva a violarlo, Grimildo ebbe appena il tempo di fissare lo sguardo sullo specchio, e porre la solita domanda:

'Dal murooohhh, specchiettooohhh, dillo… Dillo… Dillooohhh… Voglio sentirvi fino in fondo… In fondooohhh… Mmmmhhh… Nel regno chiiihhh… Si', si', si'… Cosi'… Cosi'! Chi e' il piu' bello?'

I due fratelli, definitivamente sfondato il culo dell’uomo, stavano spingendo all’unisono da tempo quando lo specchio rispose:

'Grimildo, il piu' bello qui sei di certo tu; ma al di la' di monti e piani, presso i sette nani, HairlessNeve lo e' molto di piu'!'

Grimildo inarco' la schiena un’ultima volta e resto' in quella posizione inorridito.

'Che hai troia? Perche' ti sei fermato? Non stai forse godendo a sufficienza?' Oso' timidamente uno dei fratelli.

Ma quella gran vacca era assente, persa nei suoi pensieri. Sapeva che lo specchio non mentiva mai: si rese conto allora che il cacciatore l'aveva ingannato! HairlessNeve era ancora vivo.
 E allora, riprendendo a cavalcare come una furia le due nerchie che aveva dentro, penso' di nuovo come fare ad ucciderlo: s'egli non fosse stato il piu' bello di tutto il paese, l'invidia non gli avrebbe dato requie.

I gemiti dei due fratelli non lo distolsero minimamente dal suo intento: era come non ci fossero… Pensa e ripensa, d’improvviso tutto gli fu chiaro. Sorrise. E cosi' pote' godersi in pieno le due fontane di sborra che gli zampillarono nel culo, mentre osservava la sua bagnare il rosso vello sottostante mentre alcune gocce si spinsero fino a quegli occhi di smeraldo.

Si fece ripulire in fretta, con un’azione congiunta di lingua da parte dei due ragazzi. Li congedo' e finalmente inizio' a mettere in atto quella vendetta che, nelle sue intenzioni, sarebbe stata definitiva.

Davanti allo specchio prese a tingersi la faccia e si travesti' da mercante, in modo da rendersi del tutto irriconoscibile.

Cosi' trasformato, passo' i sette monti, fino alla casa dei sette nani, busso' alla porta e grido':

'Dildo belli, chi compra! Chi compra!'

HairlessNeve diede un'occhiata dalla finestra e rispose: 'Buon giorno, brav’uomo, cos'avete da vendere?'


'Roba buona, roba bella - rispose il mercante – giochi erotici di tutti i tipi e di tutte le fogge!'

Ed estrasse una prolunga fallica… Veramente lunga!

'Questo brav’uomo posso lasciarlo entrare' penso' HairlessNeve che apri' la porta e si mise ad osservare quell’oggetto cosi' particolare.

'Mio bel giovane – gli disse cominciando a spogliarlo – vieni che ti mostro come usarlo! Cosi' quando i tuoi amici vorranno provarlo, gli spiegherai come devono fare!'

Cio' detto lo fece montare sul tavolo che stava apparecchiando per il pranzo, ordinandogli di mettersi a quattro zampe. In un attimo, si spoglio' a sua volta per mettergli dinnanzi alla bocca il suo fallo perfettamente in tiro, iniziando a picchiettarglielo sulle labbra.

HairlessNeve scese con le mani fino al suo basso ventre. Si afferro' l’uccello con una mano. Inizio' a masturbarsi nell’esatto istante in cui ingoio' completamente la cappella e l’asta dell’impostore. Arrivo' fino ai morbidi peli pubici di cui ne aspiro' l’aroma acre e comincio' a risalire, lasciando dietro di se' una lunga scia di saliva, per concentrarsi sulla cappella. Vi roteo' intorno con la lingua, passando e ripassando, e avendo cura di allargare per benino l’orifizio che stava in cima.

Sollevo' lo sguardo proprio mentre vide cadere uno sputo di saliva: non pote' far altro che raccoglierlo, unirlo alla sua e tornare ad ingoiare quel cazzo che stava spompinando con tutta la passione di cui era capace. Nel risucchiare ancora una volta la magnifica cappella fece appena in tempo a commentare:

'Curioso… Profuma come di mela…' dopodiche', voltatosi, accolse con un grido di piacere l’asta e la prolunga che Grimildo si era prontamente infilato.

'Te l’ho detto carino; solo robaaahhh buonaaahhh… Solooohhh… Ooohhh… Soloooh robaaahhh bellaaahhh'

'Siii… Siii… Bellaaahhh… Bellissimaaahhh… Dai, dai, dai! Fammelo sentire tuttooohhh… Fammi sentire di cosa sei capace! Siii… Siiiii… - una spinta piu' violenta delle altre e a HairlessNeve manco' il respiro… - …Oh…'

'Ormai lo sei stato il piu' bello!' disse il suo patrigno correndo via.

Presto si fece sera e tornarono i sette (O)nani(sti): come si spaventarono, vedendo il loro caro steso a terra, rigido, come se fosse morto!

Lo sollevarono e, vedendo che aveva ancora qualcosa piantato nel culo, il settimo nano inizio' a sfilarglielo.
Fu cosi' che riprese a respirare lievemente e a poco a poco si rianimo'. 
Chiese al nano che stava maneggiando la prolunga, di legarsela in vita e completare l’opera lasciata in sospeso. Come d’abitudine il gioco venne esteso a tutti i partecipanti e culmino' con sette sborrate sul suo viso, cui si aggiunse la sua che si distribui' lungo tutto il petto.

Mentre si ripuliva, aggiorno' i suoi piccoli amici sull’accaduto. I nani, ascoltato attentamente il racconto, lo redarguirono dicendogli: 'Il mercante altri non era che il tuo scellerato patrigno! Sta' in guardia, e non lasciar entrare nessuno, se non ci siamo anche noi!'

Grimildo, appena di ritorno al castello, ando' davanti allo specchio e, masturbandosi per la felicita', chiese:

'Dal murooohhh, specchietto, dillooohhh: nel regno chi e' il piu' bellooohhh?'

Come al solito, lo specchio rispose: 
'Grimildo, il piu' bello qui sei tu; ma al di la' di monti e piani, presso i sette nani, HairlessNeve lo e' molto di piu'!'

A queste parole, il sangue gli afflui' tutto al cuore. Soprattutto quando vide che HairlessNeve era tornato in vita.

"Ma adesso - penso', aumentando al contempo la velocita' con cui si menava l’uccello - trovero' qualcosa che sara' la tua rovinaaahhh…" Sogghigno' osservando che sullo specchio gocciolavano gli schizzi del caldo seme appena prodotto.

L’idea che gli venne, avrebbe definitivamente annientato l’odiato rivale. Siccome s'intendeva di stregoneria, preparo' un collare ed un dildo-coda dai venefici effetti. Si travesti' ancora una volta, assumendo nuovamente le sembianze di un mercante. Passo' i sette monti fino alla casa dei sette nani, busso' alla porta e grido': 'Roba bella! Roba bella!'

HairlessNeve guardo' fuori ed esclamo': 'Andate pure, non posso lasciar entrare nessuno'.

'Ma guardare ti sara' permesso - disse il mercante; tiro' fuori quel collare rosso come il fuoco e lo sollevo'.
Le borchie scintillavano al sole del mattino. Al giovane piacque tanto che si lascio' sedurre e apri' la porta.
Conclusa la compera, Girmildo gli applico' il collare, gli strappo' i vestiti di dosso e gli ordino':
'Adesso da quella cagna in calore che sei abbassati! E comincia a scodinzolare' ed un frustino si materializzo' tra le sue mani.

HairlessNeve sorrise malizioso mentre osservava l’altro spogliarsi, ammirandone il jockstrap rosso e gli scarponi neri e lucidi. Obbedi' quindi di buon grado mentre il suo padrone l’assicuro' con un guinzaglio:

'Ti piace? Eh, ti piace?'

'Si'… Si'...'

Parti' una serie di scudisciate che fecero arrossire la sua natica sinistra:

'Si' cosa? Cosa?'

'Si' Padrone!' e, sotto quelle sferzate, percepi' che qualcosa si stava muovendo nelle sue parti basse.

'Brava la mia cagna! Perche' sei solo un cagna! Vero che sei la piu' troia delle cagne in calore?'

'Si' Padrone!' e nel rispondere l’erezione era al ormai al suo massimo.

Il povero HairlessNeve, senza minimamente sospettare di essere soggiogato da Grimildo, si lascio' dunque condurre per la casa come fosse un cagnolino. Ad ogni sosta, il suo improvvisato master lo obbligava a leccare le sue calzature per risalire lungo la gamba liscia e muscolosa, fino all’altezza dei coglioni. Non gli era in alcun modo permesso di avvicinarvisi, cosi' come al cazzone in tiro in bella posa. L’unica concessione era di ricevere gli sputi che il perfido indirizzava nella sua gola e il supplizio del frustino che veniva fatto roteare sull’erezione e sulla cappella procurandogli un certo fastidio che, inesorabilmente, si trasformava in una sorta di sadico piacere.

Accanto a queste umiliazioni, Grimildo ne previde altre.

Lo rinchiuse dapprima in uno dei piccoli armadi dei suoi ospiti. La posizione era davvero scomoda: accovacciato com’era, quasi gli mancava il respiro, tanto era costretto. Il suo master chiuse le ante, ordinandogli di mostrare la bocca. Che prontamente fece capolino da uno degli intarsi. Quale premio, ricevette immediatamente in gola il bramato uccello del suo torturatore, il quale gl’impose di spompinarlo a lungo. HairlessNeve non riusciva quasi a respirare ma a Grimildo non importava, impegnato com’era a godere sia del lavoretto praticatogli che delle pene inflitte:

'Portento di bravuraaahhh!' commento', liberando l’ostaggio che cadde ansimando ai suoi piedi.

Riassicuratolo al guinzaglio, prese a torturarlo facendogli passare il piede lungo la riga delle chiappe, dandogli una decisa spinta alla fine di ogni massaggio.

HairlessNeve mugolava di piacere e quando cadeva con la testa a terra, Grimildo gliela teneva premuta contro il pavimento imponendogli di tirarlo a lucido:

'Davvero un portento di bravura… Se ti vedessero i tuoi amichetti, credo che il pavimento te lo farebbero lavare ogni giorno cosi'…'

Infine arrivo' quello che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto essere il colpo di grazia: la dildo-coda. Gliela strofino' sotto il naso:

'Sa come di mela… - commento' prima di sentirsela infilare su per il culo senza troppi complimenti - Piu' forte, Padrone… Per favoreeehhh piu' forteeehhh… Cosi'… Cosi'ii… Oh…'

Come la volta precedente, un colpo assestato in maniera piu' violenta, ed il giovane cadde riverso in avanti. Non si muoveva: 'e' finita per te!' commento' il perfido. Sorrise trionfante e se ne ando'.

Per fortuna era quasi sera e i sette (O)nani(sti) stavano per tornare. Quando videro HairlessNeve giacer come morto, sospettarono subito del patrigno.

Sfilarono il dildo-coda avvelenato, ma non dava cenni di ripresa.

'Presto, il collare!' Appena l'ebbero tolto, HairlessNeve torno' in se' e, nelle pause tra un pompino e l’altro, narro' ai nani quanto accaduto. 
Questi, nello sborrargli in culo, di nuovo l'ammonirono che stesse in guardia e non aprisse la porta a nessuno.

Al castello, Grimildo, sedutosi in trono, sopra il nuovo stalliere, affronto' lo specchio chiedendo:

'Dal murooohhh, specchietto, dillooohhh: nel regno chi e' il piu' bellooohhh?'

Come al solito, lo specchio rispose: 'Grimildo, il piu' bello qui sei tu; ma al di la' di monti e piani, presso i sette nani, HairlessNeve lo e' molto di piu'!'

Udendo per l’ennsima volta le ferali parole, rabbrividi' tremando per la collera. Ingoiata l’intera eiaculazione dello stalliere, grido': 'HairlessNeve morira'! Dovesse costarmi la vita...'

Grimildo ando' in una stanza segreta dove non entrava nessuno e preparo' una mela velenosissima. Di fuori era bella, cosi' rossa, che invogliava solo a vederla; ma chi ne avesse mangiato un pezzetto, sarebbe morto.
Quando la mela fu pronta, si tinse il viso e si travesti' da contadino. Passo' un’ultima volta i sette monti, fino alla casa dei sette (O)nani(sti).

Busso'.

HairlessNeve si affaccio' alla finestra e disse: 'Non posso lasciar entrare nessuno! I sette (O)nani(sti) me l'hanno proibito!'

'Non importa - rispose sornione il contadino. E prese a slacciarsi la camicia e a strofinarsi con la mela i pettorali ben definiti scendendo fino all’inguine dove si fermo' - le mie mele le vendo lo stesso. Tieni, anzi: voglio regalartene una'.

E nel porgergli il frutto balzo' sul davanzale.

Avvicino' le sue labbra a quelle del ragazzo. Lui non lo respinse:

'Sono dolci le tue labbra…'

'Come le mie mele!' e iniziarono a far vorticare le lingue nei rispettivi palati mentre le camicie volavano al vento.

'No! –HairlessNeve si ritrasse - non posso accettar nulla!'

'Hai forse paura che la mia mela sia avvelenata?' in un attimo fu nella cucina.

'No. Non e' questo… e' che…'

'Se non vuoi accettare la mia mela, accetta almeno questo…' dolcemente gli prese una mano e gliela infilo' nei pantaloni: accarezzo' una soffice nuvola di pelo, da cui qualcosa di enormemente duro spingeva, bramoso di rivedere la luce del sole. HairlessNeve sorrise e glieli sfilo' fulmineamente, liberando il vigoroso uccellone del patrigno.

Dapprima l’assaggio' timidamente, scappellandolo con le labbra; indi, prendendoci sempre piu' gusto, s’infilo' l’intera mazza in bocca perdendosi con il naso nel corvino intrico di peli pubici. Ne aspiro' l’aroma che trasudava, lasciando che le narici s’inebriassero di quel profumo virile. Guardo' verso l’alto. Il contadino annui'. Fu cosi' che il cazzo di Grimildo fini' per la terza volta nell’ignara altrui bocca.

Il giovane mise tutta la foga di cui fu capace nello spompinare il contadino: l’asta divenne fradicia al pari della cappella. Si fermo' un attimo a contemplare l’opera ed ammirare la staticita' di quella mazza imperiosa, interponendo una mano all’altezza del pube per sbatterla sulla sua faccia. Una presa decisa, all’altezza della nuca, gl’intimo' tuttavia di tornare al lavoro. Presto' particolare cura nel far penetrare la lingua nel piccolo orifizio che traboccava gocce di liquido prespermatico. Bevve con avidita' quell’ambrosia dolce-amara, ingoiando anche quanto piu' pote' del siluro che stava slinguando:

'Magari non e' dolce come le tue mele… Ma ha comunque un buon sapore…' commento' sorridendo mentre riprendeva fiato.

'Puoi sempre assaggiare anche la mela: cosi' avrai veramente un termine di paragone…' suggeri' il finto contadino con un sorriso beffardo, mentre HairlessNeve mangiava il bel frutto con gli occhi.

Quando vide il contadino leccarla, senti' di non poter resistere piu' a lungo; ma la perplessita' era ancora tanta:

'Facciamo un gioco…' propose Grimildo, determinato a vincere anche le sue ultime resistenze. Il ragazzo lo guardo' incuriosito mentre vide la mela avvicinarsi alla bocca e scorrergli sulle labbra.

'Adesso io mi giro e tu provi ad infilarmela… Che ne dici?'

L’idea gli piacque assai. Solo che prima doveva dilatare a dovere quel buco cosi' stretto.

I dildo(s) degli amici (O)nani(sti) soddisfarono la bisogna. Dopo averli adeguatamente lubrificati, li utilizzo' uno alla volta, in successione: dal piu' piccolo al piu' grande. E i gemiti di piacere di Grimildo aumentavano in maniera direttamente proporzionale alla dimensione dell’oggetto introdotto:

'Cosi'… Cosi', dai… Daiii… Fino in fondo… In fondooohhh…'

La bizzarra situazione, favori' anche l’eccitazione di HairlessNeve che, con una mano riprese a giocare con le pieghe di quell’invitante anello di carne, masturbandosi furiosamente con l’altra.

Fu la volta della mela.

HairlessNeve la lecco' per benino. Fece fare la stessa cosa a Grimildo ponendosi sopra di lui per riuscire a baciarlo. L’avvicino' infine all’orifizio che l’avrebbe accolta, iniziando a farla roteare, ed imprimendo delle spinte leggere. Ad ognuna il contadino si mordeva le labbra per l’eccitazione e dondolava i fianchi, desideroso che quella cinica agonia avesse fine, per poter godere appieno del frutto proibito.

Una spinta piu' decisa e venne varcata la prima soglia. Grimildo emise un grido che si risolse in un gemito prolungato. Il dolore, in parte lenito dalla precedente fase preparatoria, stava via via lasciando il posto ad un’ondata d’intenso piacere che lo investi' definitivamente quando fu sfondata anche la membrana piu' interna di quell’ano voglioso.

HairlessNeve si fermo'. La mela infatti, faceva ora capolino da quel buco dilatato a dismisura, per meta' dentro e per meta' fuori. Contemplo' soddisfatto il risultato del suo lavoro:

'Si'i'i'… Si'i'i'… Si'i'i'…' gemeva Grimildo, mentre l’altro si divertiva a spingere e tirare delicatamente.

'Non ce la faccio piu'… Devo venire… Devo venire…' cosi' dicendo l’aguzzino riverso' tutto il suo seme sulle natiche del patrigno.

'Ed ora la mela… Toglila… - lo supplico' – …Cosi' potro' venire anch’io! Addentala! E sfilala'.

HairlessNeve ubbidi'. Ma non appena l’addento', se ne stacco' un morso… Fu cosi' che cadde a terra morto.


Grimildo completo' l’operazione da solo.

Alzatosi, l'osservo' ferocemente e scoppio' a ridere esclamando:
'Bianco come la neve, rosso come il sangue, nero come l'ebano! Stavolta nemmeno i sette (O)nani(sti) ti sveglieranno piu'!'

E lascio' la piccola casetta. Al castello, con l’aiuto di uno dei servitori, riprese il gioco con la mela, poco prima interrotto. Mentre il prestante giovane con cui si stava intrattenendo, torno' a seviziargli l’ano come gia' aveva fatto il suo nemico, domando' allo specchio:

'Dal murooohhh, specchiettooohhh, dillo… Dillo… Dillooohhh… Spingi… Spingi fino in fondo… In fondooohhh… Mmmmhhh… Nel regno chiiihhh… Si', si', si'… Cosi'… Cosi'! Chi e' il piu' bello?'

E finalmente lo specchio rispose: 'Nel regno, Grimildo, tu sei quello'.

Allora il suo cuore invidioso ed il suo culo bollente ebbero pace, se mai ci puo' essere pace per un cuore invidioso ed un culo bollente.

La sera, i sette (O)nani(sti), tornando a casa, trovarono HairlessNeve che giaceva a terra: non usciva respiro dalle sue labbra. Sembrava morto. E questa volta sul serio…

Lo sollevarono. Cercarono se mai ci fosse qualcosa di velenoso: gli slacciarono i vestiti spogliandolo, ispezionarono ogni centimetro del suo corpo, lo lavarono con acqua e vino, ma inutilmente. Il bel giovane questa volta non si ridesto'.

Lo deposero su un cataletto, lo circondarono tutti e sette e lo piansero.

Lo piansero per tre giorni.

Pensarono di sotterrarlo; ma in viso, con le sue belle labbra rosse, egli era ancora fresco, come se fosse vivo. Si dissero percio':

'Non possiamo seppellirlo dentro la terra nera' e fecero costruire una bara di cristallo, perche' lo si potesse ammirare da ogni lato. Ve lo deposero incidendovi il suo nome a lettere d'oro, scrivendo che era figlio di Re.

Esposero la bara sul monte e uno di loro, a turno, vi resto' sempre a guardia. Persino gli animali vennero a piangerlo: prima una civetta, poi un corvo e infine una colombella.

Egli rimase molto, molto tempo nella bara, ma non imputridi': sembrava che dormisse, perche' si mantenne bianco come la neve, rosso come il sangue e nero come l'ebano.

La vita dei suoi amici riprese il normale corso, anche se il loro pensiero era costantemente rivolto a chi riposava sul monte.

Una sera capito' nel bosco un Principe bellissimo che chiese di pernottare nella casa dei sette (O)nani(sti). Era alto, biondo, con un velo di barba e gli occhi color del mare. Le gambe e i glutei, sodi e ben torniti, erano fasciati da una calzamaglia azzurra. Le braccia muscolose, l’ampio torace e l’addome scolpito, s’intravedevano dalla preziosa seta di una camicia bianca, vagamente trasparente.

Li sorprese intenti ad armeggiare con i loro sex-toys e subito si prodigo' per dar loro una mano, anzi due. Dopo essersi liberato degli inutili indumenti, scoprendo un corpo effettivamente scultoreo protetto da un sottile e delicato strato di pelo chiaro… Lascio' i nani a bocca aperta, per lo stupore di cotanta meraviglia!

Sfruttando l’effetto sorpresa, afferro' un dildo o un vibratore con ciascuna mano. Fece disporre gli inebetiti (O)nani(sti) a coppie e gioco' per buona parte della notte con i loro buchetti, sfondando quei piccoli e deliziosi culetti ora con un articolo ora con l’altro.

I nani, evidentemente soddisfatti del trattamento ricevuto, gli dedicarono la restante parte della nottata. Lo ripagarono alternando nuovamente i loro buchetti o le loro boccucce attorno alla sua mazza: lunga, nodosa e circoncisa producendo infine una tale quantita' di sborra da riempire un lago.

Al sorgere del sole, lo sperma del Principe si riverso' un’ultima volta sul suo torace e sul caldo nido di pelo biondo che ospitava il suo uccello regale.

La mattina vide anche la bara sul monte con all’interno il bel HairlessNeve. Lesse quel che era scritto a lettere d'oro.
Si rivolse ai nani:

'Lasciatemi la bara; in compenso vi daro' quel che volete'.

Ma i nani risposero:

'Non la cediamo per tutto l'oro del mondo!'

'Regalatemela, allora - egli disse - non posso vivere senza veder HairlessNeve: voglio onorarlo ed esaltarlo come la cosa che mi e' piu' cara al mondo'.

A sentirlo, i buoni (O)nani(sti) s'impietosirono e si risolsero di donargliela.
Se la caricarono sulle spalle per riportarla alla loro casetta, dove sarebbero giunti i servitori del Principe per scortare il feretro al suo castello.

Ora avvenne che essi inciamparono in uno sterpo e per la scossa quel pezzo di mela avvelenata, che HairlessNeve aveva trangugiato, gli usci' dalla gola.
Poco dopo riapri' gli occhi, sollevo' il coperchio e si rizzo' nella bara: era tornato in vita.

'Ah Dio, dove sono?' grido'.

Il Principe rispose, pieno di gioia: 'Sei con me ora!'

E gli racconto' quel che era avvenuto, aggiungendo: 'Ti amo sopra ogni cosa del mondo. Vieni con me nel castello di mio padre. Vivremo li' per sempre!'

A quelle parole, il Principe avvicino' le labbra a quelle del ragazzo. Le bocche si sfiorarono. Le lingue presero a cercarsi e a frugare nelle rispettive gole. Gli occhi di entrambi si chiusero mentre le mani scivolarono in basso ad accarezzare prima i fianchi e poi i rispettivi pacchi.

'Lo so cosa vuoi… - mormoro' il Principe staccandosi per un istante da quelle labbra rosse come il sangue – la stessa cosa che voglio io...'

Il ragazzo sorrise dolcemente. Effettivamente, dopo le mille peripezie vissute, non desiderava altro che quanto stava per accadere su quel prato, sopra quei mantelli.

I sette (O)nani(sti) non trovarono nulla di meglio da fare che fermarsi a godere dello spettacolo…

Il Principe l’aiuto' a spogliarsi. Lo fece sdraiare a pancia sotto e si mise sopra di lui. Gli morse leggermente prima un orecchio e poi la spalla, lasciando un segno leggero sulla pelle diafana. HairlessNeve sbuffo' impercettibilmente. Si volto' a baciarlo. Lo morse di nuovo. Piu' forte. Il sospiro che ne segui' si trasformo' in un lungo gemito, prontamente tacciato da un nuovo bacio.

Le mani del Principe, le cui dita poco prima venivano ingoiate dalla sua bocca avida, presero a scorrere sul petto immacolato, massaggiandolo e strizzandogli i capezzoli inturgiditi. I brividi che ne seguirono vennero controllati a fatica. HairlessNeve sollevo' leggermente i glutei piegandosi sulle ginocchia, lasciando cosi' spazio a quelle mani di scendere prima al ventre e poi piu' in basso.

I sette (O)nani(sti) cominciarono a toccarsi.

Il Principe aveva pero' altre idee. Schiaccio' nuovamente HairlessNeve verso il basso, proteggendone l’erezione con le sue mani forti. Affianco' il suo volto a quello del ragazzo per fissarlo e solleticargli gli zigomi con la barba. Lo prese dolcemente per la nuca avvicinandolo a se'. Lo bacio' per poi allontanarlo repentinamente: volle fissarlo negli occhi, per scorgervi tutto il desiderio che era riuscito a suscitargli.

I sette (O)nani(sti) cominciarono a spogliarsi.

Il gioco di sguardi non duro' a lungo perche' il Principe forzo' nuovamente quelle labbra con il piu' dolce dei baci possibili. Forzo' la bocca del suo amato esplorandone ogni angolo con la lingua. La risposta di HairlessNeve non fu da meno e i sospiri che udi', non fecero che accrescere il desiderio di possedere realmente quel corpo cosi' a lungo cercato:

'Vorrei scoparti…' gli sussurro'.

A quelle parole i sette (O)nani(sti) iniziarono a masturbarsi a vicenda.

L’abbraccio', voltandosi sulla schiena per portarselo sopra. Gli fece posare il capo sul petto muscoloso. Una delle sue mani delicate accarezzava i capelli corvini, l’altra massaggiava il membro in erezione.

Lo senti' sospirare. Di puro piacere.

'Si… Scopami… Per favore, fallo!'

A quella richiesta, le mani dei sette (O)nani(sti) si mossero piu' veloci sulle verghe in erezione.

Ogni singola parola era, alle orecchie del Principe, una soave melodia gorgheggiata dalle labbra dell’amato, prima che queste si schiudessero per ricevere dalla sua bocca l’ennesimo, tenero bacio.

Fu cosi' che HairlessNeve si offri' completamente a colui che, ne era certo, l’avrebbe amato come nessun altro nel Reame. Ora desiderava solo sentire le mani del suo Signore su di se' e, quando l’avesse voluto, il suo uccello dentro di se', per spegnere un desiderio d’amore e piacere altrimenti indomabile.

Solo allora realizzo' che il Principe non si era ancora spogliato. Attese con piacere e dovizia al compito di denudarlo per tornare in fretta ad essere stretto dal forte abbraccio di quel corpo che, nuovamente l’accolse sopra di se'.

Le mani dell’amante ripresero ad accarezzarlo dolcemente sulla schiena, seguendone la sinuosa curva. HairlessNeve, perso nel piacere di quel tocco, senti' lentamente abbassare ogni difesa, annientare ogni volonta'; soprattutto quando una scese in basso, e le dita si insinuarono fra le natiche nei piu' intimi pertugi. Quei tocchi lo pervasero d’ebbrezza, facendolo gemere a labbra socchiuse.

Ah, quelle carezze!

Ah, quelle dita esperte che allargavano il sottile solco tra le sue natiche sode, ansiose di penetrarlo, di raggiungere il centro del suo universo.

Trasali'. Una lieve sofferenza, un sottile dolore e poi il piacere. Sempre piu' intenso, piu' esplosivo. Gli divorava la carne, come mai aveva provato prima, ne' con il cacciatore, ne' con gli amici (O)nani(sti).

L’altra mano del Principe si poso' sul pube. Gioco' con i morbidi peli neri arricciandoli o lisciandoli. Manipolo' dolcemente il prepuzio prima di farvi scivolare il mignolo all’interno, strappandogli un grido sommesso.

Anch’egli bofonchio' qualcosa in risposta al segnale di quel corpo che aveva sedotto e che stava possedendo. HairlessNeve punto' lo sguardo su di lui. Era uno sguardo carico di significati, tutti accomunati da un solo denominatore: il piacere. Il suo sguardo implorava piacere.

A quella visione i sette (O)nani(sti) accelerarono ancora la masturbazione. L’altra mano scivolo' dietro facendosi largo tra le loro chiappette.

I desideri dei due giovani erano ormai un tutt’uno, completamente armonizzati come lo sarebbero stati i loro corpi di li' a poco: fu cosi' che il Principe allargo' ancora il solco, insinuando le dita piu' a fondo, penetrando quel buco lentamente per poi ritrarsi altrettanto lentamente.

Un gemito, un sospiro, il lamento dell’altro.

Infine si adagio' con il suo peso sul quel corpo cosi' bello, cosi' liscio, cosi' morbido per farlo suo. Definitivamente.

Poso' la sua erezione nel solco. La fece scivolare, affondare fra quelle chiappe sode che aveva lubrificato con la sua stessa saliva.

HairlessNeve si lascio' sfuggire un sospiro. Era un sospiro che celava il desiderio di avere di piu', il desiderio incontrollato che tutto finalmente si compisse. Il desiderio di essere una cosa sola con il suo principe. Come la fiaba che aveva sognato da sempre. Arcuo' il corpo, offrendosi completamente all’altro uomo. Il desiderio divampava incontrollabile. Lo bruciava. Li bruciava entrambi.

Le mani dei sette (O)nani(sti) frattanto lisciarono le sette mazze alla velocita' della luce e lo stesso fecero con i sette ani: quegli ometti si stavano dimostrando estremamente partecipi all’evento che si stava vivendo davanti ai loro occhi.

Un movimento rapido ed il bel principe si pose fra le gambe del ragazzo. Le spalanco', ma con dolcezza. Indietreggiando leggermente gli punto' il pene tra le natiche, scivolando fino a che non incontro' la fessura. Spinse. Senti' HairlessNeve irrigidirsi. Spinse piu' forte e contemporaneamente lo abbraccio' in stretta tanto possente da togliere il fiato.

Con un susseguirsi di movimenti piccoli e decisi, il Principe lascio' che il suo cazzo continuasse a perlustrare la cavita' dove si era incuneato, senza badare troppo alle richieste del suo partner d’alleviare l’intenso, insopportabile dolore, che pure stava lasciando spazio ad un’incredibile ondata di piacere. Un piacere tanto travolgente, da unirsi all’urlo liberatorio che accompagno' gli ultimi, dolorosi spasimi della lenta, inesorabile penetrazione. Solo quando il pene del Principe gli fu completamente dentro, questi allento' la stretta:

'Sei mio ora… Sei la mia puttana…' gli disse. Un enorme sorriso si disegno' sul suo volto.

I sette (O)vanisti, per non essere da meno, diedero vita al piu' incredibile dei trenini che si fosse mai visto: le spinte pelviche, perfettamente in sincrono, scatenarono una sinfonia di gemiti e sospiri all’unisono.

La mano del Principe prese a massaggiare l’uccello di HairlessNeve, rendendogli tutta la fiera durezza di qualche minuto prima. Il suo uccello seguiva lo stesso ritmo, affondando o sfilandosi da quel buco cosi' stretto. Da quel corpo cosi' sensibile ed aggraziato.

Dalla sua bocca uscivano le piu' dolci oscenita'.

Improvvisamente i suoi movimenti si fecero veloci, la penetrazione piu' profonda e piu' cattiva. HarilessNeve inizio' a gemere e gridare in maniera concitatamente oscena:

'Ti prego… Ti prego, non smettereeehhh… Ooohhh… Non… Non fermarti! Non fermarti!'

'Puoi stare tranquillo – rispose ansimando, mentre lo sfilava – Non ho la minima intenzione di farlo!'

Una delle sue mani si poso' sul fianco di HairlessNeve per controllarne i movimenti. L’altra si dedico' al cazzo gonfio di piacere, pronto ad esplodere.

'Sei la mia puttana ora… - ripete' il Principe rincarando la dose - La piu' troia delle cagne in calore… E voglio sentirtelo dire! Ora!'.

Il giovane mormoro' che, si', era la sua puttana, che non desiderava altro di sentire quel cazzo enorme in culo.

'Ripetilo! Piu' forte troia! I tuoi amichetti laggiu' non hanno sentito!' e indico' i nani, sempre intenti ad incularsi l’un l’altro.

HairlessNeve si volto' a guardarlo, implorandolo con gli occhi di riprendere la' dove si era interrotto:

'Si'! Sono la tua puttana – grido' – La piu' troia delle cagne in calore! e' per questo che voglio sentirmi dentro quell’uccello che hai tra le gambe. Voglio sentirlo ancora… Ancora!'

A quelle parole segui' un lungo bacio. Poi la mano dell’amato torno' a masturbare la sua cappella fradicia di liquido pre-spermatico. La spremette come un frutto, strappandogli mugolii di piacere, e, ancora una volta, la preghiera di non smettere mai. L’apice del piacere stava per essere raggiunto. Il punto di non ritorno!

Anche il Principe senti' approssimarsi quel momento.

Scivolo' un’altra volta in quel meraviglioso buchetto, strappando nuovi gemiti. Senti' il suo stesso corpo contrarsi e scuotersi, mentre i colpi di bacino si susseguivano a ritmo serrato.

Una spinta piu' energica delle altre. I muscoli tesi oltre il limite. Un’altra spinta, ancora piu' violenta. Ancora piu' a fondo, in quel corpo ormai totalmente in sua bali'a.

Una pressione piu' forte ed il seme si riverso' dentro HairlessNeve. Il giovane non riusci' a contenere l’impeto di quel fiume in piena e la sborra prese a colare lungo le gambe.

Ma non bastava. Non ancora. E lo strofinio che la mano dell’altro produceva sul suo pene ne era la dimostrazione. Piu' forte, piu' veloce, piu' forte.

'Puttana… Sei la mia puttana. La mia puttana… - parole ora sussurrate all’orecchio, ora gridate che lo mandarono oltre la soglia dell’oblio - Sei una fottuta puttana… La mia fottuta puttana!'

HairlessNeve esplose a sua volta con un grido che gli sfuggi' dalle labbra arse, morse dall’impeto che quell’eruzione produsse. A lungo fu scosso dagli spasimi dell’orgasmo.

I sette (O)nani(sti) lo seguirono a ruota, impiastricciandosi l’un l’altro.

A memoria d’uomo, mai cosi' tanta sborra s’era riversata in una sola volta nel Reame.

I due adesso erano una sola cosa. HairlessNeve infatti acconsenti' a seguire il Principe al castello. Per l’occasione venne organizzata una festa con grandi pompe.

Ad eseguirle sarebbero state ovviamente le sapienti labbra del nuovo principe che, per non arrivare impreparato all’evento, si prodigo' per rendere felice ogni abitante maschio in eta' adulta del nuovo Regno su cui si sarebbe apprestato a governare.

All’evento fu invitato anche il perfido Grimildo.

Infilatosi un vibratore sotto le sontuose vesti, ando' allo specchio e disse:

'Dal murooohhh, specchiettooohhh, dillo… Dillo… Dillooohhh… Mmmmhhh… Nel regno chiiihhh… Chi e' il piu' bello?'

Lo specchio rispose: 'Grimildo, il piu' bello qui sei tu! Ma il nuovo Principe lo e' molto di piu'!'

Il cattivone impreco' e il suo affanno era cosi' grande da non riuscire piu' dominarsi: venne copiosamente sul magico cristallo.

Ripresosi, decise dapprima di non intervenire alla festa; ma non trovando pace, alla fine cedette.

Entrando al castello del Principe, gli si paro' dinnanzi agli occhi lo splendido culo di HairlessNeve intento a prendersi cura del pene del suo amato Principe.

Dietro di lui, una lunga fila di splendidi manzi (di qualsiasi estrazione sociale) in attesa di analogo trattamento. Nel trono accanto, un Re impaziente, che menava il suo enorme uccello, bramando voglioso gli effetti prodotti sul figlio.

Grimildo osservo' attentamente la scena e sorrise. Di colpo la rabbia e l’invidia provate svanirono: si avvicino' ad HarilessNeve ed indisse una tacita gara di bravura con il suo giovane rivale.

Chi vinse non fu dato saperlo… L’unica certezza fu che vissero tutti felici e gaudenti!



ORSI ITALIANI