ORSI ITALIANI MAGAZINE


Anche il sole sorride

Un racconto di Ste

 

Questa mattinata di fine luglio sembra non passare mai. Il telefono non squilla, i clienti sembrano essersi volatilizzati insieme alle nuvole che, fino alle prime luci dell'alba, velavano il sole, lasciandocelo ora rovente e accecante. Guardo fuori dalla finestra del mio ufficio e lo sguardo si perde nella sonnolenta calura della citta' semideserta. La posta elettronica tace. Meglio cosi'. Nessuno che rompe le palle con le urgenze dell'ultimo minuto, dell'ultimo giorno di lavoro prima della ferie. Anche il collega che mi siede di fronte sbuffa in maniera disinvolta e mi guarda. Forse cerca di infilare lo sguardo nella mia camicia aperta, fra l'umida peluria bionda del mio petto o forse aspetta solo che io dica qualcosa per rompere il monotono silenzio della nostra noiosa mattinata.

-Che palle Ste !!!!- e sbuffa vigorosamente.

-Seee !!! Ho una gran voglia di tuffarmi in mare.- rispondo meccanicamente e continuo a guardare di fuori.

Il telefono squilla incredibilmente, insistentemente per alcuni secondi. Io e Massimo ci guardiamo in faccia, corrughiamo la fronte quasi scocciati.

-Rispondi tu, Ste... io sono talmente scazzato che lo manderei affanculo-

Sollevo il ricevitore.

-Pronto-

-Pronto? Scusa, cerco la societa' *** - una voce maschile, con un sensuale accento spagnolo ravviva il mio interesse.

-Si, e' questa.- rispondo con entusiasmo.

-Sono della societa' ***, devo consegnare dieci bancali di merce.-

-Massimo e' l'autista della *** ha una spedizione da consegnare.-

Massimo sgrana gli occhi, arrossisce, si irrita.

-Ma come? Oggi? Dovevano consegnarcela dopo ferragosto!!!- e resta a bocca aperta.

-Non oggi, adesso!!!!-

-No, no, assolutamente...e da chi lo faccio scaricare che non c'e' nessuno!!!!-

Massimo e' deciso a rendere la vita del camionista piu' dura del necessario.

-Max, lo scarico io!! Pronto? Dove ti trovi adesso?-

-Sono fuori dall'autostrada, in via ***. Come faccio a raggiungervi?-

-Max e' qui dietro l'isolato..... Allora stammi a sentire: vai avanti per la strada, passi il primo semaforo, OK?-

-Si, OK...e poi?-

-Quando arrivi al secondo semaforo giri a destra fino in fondo alla via ***. Noi siamo in fondo alla strada. E' tutto chiaro?-

-Claro amigo, muchas gracias.-

Riaggancio e osservo l'espressione di Massimo. Sembra incavolato.

-E' quasi mezzogiorno...guarda che io non lo aspetto.- dice irritato.

-Non preoccuparti, me ne occupo io. A che ora scatta il blocco della circolazione?-

-Alle 16...non so fin dove riuscira' ad arrivare.- Max si alza, esce dall'ufficio borbottando qualcosa. Sento il suono del timbratore. Evidentemente Massimo non intende aspettare lo spagnolo.

-Ciao Ste, ci vediamo alle 14.-

-OK, ciao.-

In quel momento un camion bianco e rosso, con un grande toro nero dipinto sopra si avvicina al cancello. Scende un tipo dall'aspetto giovanile, sui 30-35 anni, un bel moro alto, robusto con la carnagione scura. Si avvicina al citofono. Suona.

-Si?- rispondo.

-Sono quello che ha chiamato prima, della societa' ***.-

-Ti apro, vieni dentro.- E mentre il cancello si apre l'auto di Massimo lo attraversa e se ne va.

Il camion entra lentamente e parcheggia davanti alla porta dell'ufficio. Il moro scende dalla cabina con delle scartoffie in mano.

Cazzo che bel ragazzo!!!! Ha una testa di capelli ricci e castani, fittissimi, una pelle abbronzata, un bel viso con una barba un po' trascurata, ma sensuale ed eccitante. Indossa una canotta un po' logora ed evidentemente lercia, un paio di calzoncini corti, molto corti, si intravedono gli slip rossi quando scende dal camion, e sotto mi pare che ci sia molta roba. Ha due bellissimi occhi castani, vivaci e furbi che si guardano attorno e che mi guardano con molta riconoscenza. Alza il suo braccio muscoloso in segno di saluto e sfodera un sorriso di denti bianchi, che risaltano molto sulla pelle scura. Il ragazzo affacciato alla finestra aperta ricambia il saluto, pieno di speranza.

Mi sono appena accorciato i capelli e quando vi passo la mano sopra, sembra di accarezzare una spazzola per abiti. Qualche goccia di sudore mi scende dalla tempia, non so se sia dovuta solo alla calura.

-Gracias per le informazioni che mi hai dato- esordisce.

-Vieni, ti scarico subito.-

Il ragazzo entra, mi consegna le scartoffie impolverate che tiene in mano e mi sorride. Alle mie narici arriva una eccitante zaffata di sudore molto maschio. Esamino distrattamente la documentazione. Mi interessa di piu' vedere da vicino i suoi muscoli. Ha due gambe esili ma muscolose, direi da corridore o calciatore piu' che da culturista. Una vita sottile, l'addome piatto. Il petto e' un capolavoro. La canotta e' aderente, forse di una taglia in meno e dalla scollatura, oltre a una peluria riccia e scura, si intravedono i due pettorali ben sviluppati. A destra e a sinistra, sopra le due mammelle dure, due piccoli chiodini increspano la superficie liscia e sagomata della canotta.

Il ragazzo ha capito come farmi impazzire. Infila una mano sotto la canotta per grattarsi l'ombelico ed esegue movimenti circolari lenti e sensuali, rivelandomi anche la consistenza dei suoi addominali.

-Direi che e' tutto a posto. OK! Vai da quella parte, io arrivo con il muletto e ti scarico.-

-Gracias amigo!!!- ed esce sorridente, risale sul camion e si sposta diligentemente dove gli ho indicato. Io vado sul retro. Il muletto disponibile e' molto impolverato...vorrei evitare di tornare a casa e farmi cazziare da mia madre perche' ho sporcato i calzoni e la camicia. Sull'appendiabiti del magazzino c'e' una salopette grigia. Tolgo i bermuda e la camicia, restando in slip. La salopette e' di qualcuno dei ragazzi del magazzino che sono tutti in ferie. Odora di buono, di duro, faticoso, sudato e onesto lavoro maschile e la infilo senza pensarci. Fa troppo caldo per legarsi la pettorina...si, e' una scusa idiota. Voglio farmi guardare dallo spagnolo. A torso nudo, veloce come il vento, guidando con maestria il carrello, esco sul piazzale. Incredibile!! Ha avuto la mia stessa idea. E' la' a torso nudo, mentre apre le sponde del camion per lo scarico. I muscoli della sua schiena lavorano e si gonfiano nello sforzo di aprire il mezzo. Mi getterei su di lui immediatamente, e al diavolo il lavoro, al diavolo la dignita'

Il telone del camion scorre, tirato dallo spagnolo che continua a guardarmi, a sorridermi e sembra piu' interessato al mio torace che al lavoro che sta facendo. Il sudore dalla tempia mi scorre sul collo e sul petto. Il mio sguardo e' catturato da quel corpo scultoreo che ricorda certi bronzi greci, da quegli occhi veloci ed espressivi e da quel sorriso intrigante. Mentre con cautela provvedo allo scarico della merce, lui mi guarda. Osserva il mio petto biondo e muscoloso, piu' pompato del suo ma ancora pallido. Le mie spalle larghe e pelose. Ho i capezzoli turgidi per l'eccitazione e la mazza che sta velocemente crescendo in dimensioni. Il sole mi cuoce la schiena e la fronte, ma la mia attenzione e' tutta per lui, per quei pantaloncini di jeans sfilacciati che svelano i suoi eccitanti slip rossi, gli unici indumenti che ancora separano i miei occhi curiosi da quel corpo da favola.

Lo spagnolo mi manda segnali inequivocabili. Si arrampica sul mezzo divaricando le cosce e sporgendo il sedere, mostrandomi il fondo dei suoi slip. Ha un sedere rotondo e ben fatto e mi pare di scorgere un altro gonfiore sul davanti. Se ne sta sul pianale del camion con le gambe divaricate, le braccia puntellate sui fianchi e i guanti di pelle sulle mani. Mi guarda, si tocca il pacco, come a ridistribuire la massa sottostante in una posizione piu' comoda. Per un momento sembra che faccia fatica, come a suggerirmi che li sotto c'e' tanta roba da sistemare, e sorride, mi sorride in continuazione. Il caldo e' gia' di per se soffocante. Vedere lui e non poterlo nemmeno toccare mi rende insopportabile il lavoro.

-Scusa, ma non ce la faccio piu'!!!- scendo dal muletto e mi sfilo i calzoni della salopette, restando in slip.

Lo spagnolo mi guarda con un misto di stupore e di ilarita'. Non riesco a nascondere l'efficace erezione che mi gonfia il pacco. Anche io indosso biancheria un po' piu' piccola del dovuto e gli elastici risalgono le natiche lasciandomi scoperto mezzo culo.

-Anch' io mi tengo in forma, che credi?- penso fra me, mentre lo spagnolo salta giu' dal pianale e fa per avvicinarsi. Io risalgo sul muletto e proseguo il mio lavoro prima che torni Massimo. Comincio ad avere fame anche io...sbranerei qualunque cosa quando ho fame anche il meraviglioso corpo dello spagnolo.

-Caldo?- mi grida lui sempre sorridente.

-Da morire!!!- rispondo anche io sorridente.

Ho terminato il lavoro in una mezz'oretta e scendo sudato dal muletto.

-Ecco fatto!!!-

Lo spagnolo si avvicina tendendomi la mano.

-Gracias amigo!!! Lavoro bueno!!!- e mi da' una leggera pacca sulla spalla, mentre restiamo praticamente nudi ad osservare il lavoro e ad annusare vicendevolmente le emanazioni dei nostri corpi sudati.

-Torno dentro cosi' ti firmo i documenti.- e risalendo sul muletto ritorno in ufficio. Mi secca pero' sporcarmi la camicia. Resto a torso nudo, firmo i documenti allo spagnolo e lo saluto con una stretta di mano. Lui non si accontenta della stretta di mano e mi tira a se in un abbraccio forte e caloroso.

-Gracias, gracias, posso tornare a casa subito.- e resta avvinghiato a me.

Il contatto del suo corpo mi eccita da morire. I nostri petti scivolano l'uno sull'altro tanto che i nostri giovani peli ricci, sfregandosi a vicenda, friggono come carta vetrata sul legno. Il suo corpo e' solido, caldo, le nervature sotto la pelle si muovono come a cercare avidamente ogni avvallamento ed ogni sporgenza del mio torace. Le sue braccia pelose e ruvide mi cingono la schiena, scorrono sulla mia pelle. Mi piace. Mi piace sentire i suoi capelli umidi sulle mie orecchie, il suo mento pungente sul collo e sulla spalla, sentire i miei capezzoli piallati dai suoi pettorali ruvidi e mi piace sentire i nostri pacchi sfiorarsi ripetutamente.

Lo spagnolo mi sorride ancora e se ne va. Vorrei raggiungerlo, vorrei stringerlo, vorrei passare un pezzetto della mia vita con lui fino in Spagna, sul suo bestione... si... anche quello che ha fra le gambe Ma il camion ha gia' varcato il cancello ed e' sparito.

Questo pomeriggio e' anche piu' brodoso della mattina. Max e' tornato, ha visionato la merce portata dallo spagnolo, l'ha trovata idonea ed ha archiviato tutte le carte. Io ho ancora in mente lui.

-Max scusa, oggi vorrei andare via prima.-

-Restiamo fin verso le 16, poi ce ne andiamo, OK?-

-Si, e' meglio, un' altra giornata cosi' e mi impicco!!! Vado a prendermi un caffe', oggi non ho nemmeno pranzato!!!-

Le sedici sono arrivate piu' in fretta di quanto osassi sperare.

-Max, hai chiuso tutto?-

-Si, spengo il computer e arrivo.-

-Fai buone ferie Max.- e gli stringo la mano.

-Arrivederci Ste, buone cose.- e ognuno di noi prende la propria strada.

Arrivo al semaforo. E' verde, via!!! Verso la tangenziale. Uscire da Milano a quest' ora e' ancora possibile, ma che fa?......Noooo!!!! Cazzo!!! L'altro semaforo e' gia' rosso. Rallento e mi guardo attorno.

Non posso crederci!!! Piu' avanti, oltre il semaforo, c'e' un piccolo motel con un grosso piazzale di fronte e nel mezzo del piazzale, con il muso verso la strada e' parcheggiato il camion dello spagnolo.

Muoviti, maledizione a te ed a tutti i semafori del mondo!!! Finalmente e' verde. Arrivo al motel e parcheggio a qualche metro dal camion, dove si e' nel frattempo liberato un posto.

Cavolo!!! Che sto facendo? Forse lui e' solo un focoso ed espansivo spagnolo. Forse mi pestera' se comprendera' le mie intenzioni. No, devo andarmene!!!! Eppure,.no, non resisto, devo rivederlo e devo ricambiargli il meraviglioso abbraccio e quelle straordinarie sensazioni che mi ha regalato. Scendo dall'auto e comincio a fare un giro attorno. Le gomme sono OK. Ma che mi frega delle gomme. Il camion e' deserto. Forse si e' rintanato con una troia e sta scopando con lei. Faccio un giro intorno al camion e intanto guardo verso le finestre ed i balconi del primo piano del motel. Mi pare di sentire ancora l'odore dello spagnolo, mi inebria, mi eccita. Mi tortura la mente. Fischietto, devo attirare l'attenzione. Infatti dopo qualche minuto lo vedo affacciarsi al balcone. Lui non mi ha visto, sta telefonando. Mi nascondo dietro il suo camion e lo spio. Che bello!!! Ha solo un piccolo asciugamano attorno alla vita. Da sotto, con un po' di immaginazione posso vedergli il tarello e i suoi bei testicoli pelosi. Agita il braccio e poi si stropiccia il pacco. Rientra nella stanza, poi esce di nuovo sempre al telefono. Sembra nervoso, gesticola e alza la voce. Sta litigando con qualcuno, magari con la moglie in Spagna. Non posso nascondermi, non voglio nascondermi e ritorno all'auto senza sollevare lo sguardo al balcone. Mi appoggio all'auto e guardo distrattamente verso di lui. Ci guardiamo. Lui alza il braccio in segno di saluto e continua a bestemmiare qualcosa al telefono finche' chiude la telefonata e mi fa cenno di salire da lui e mi indica con le dita la stanza numero 24.

Non me lo faccio ripetere. Entro velocemente. Salgo le scale. Arrivo alla porta della stanza 24. Non faccio a tempo a bussare, lui apre.

Mi sorride, continua a sorridermi.

-Entra, entra amigo!!!-

-Non ci siamo ancora presentati. Io mi chiamo Ste.- e gli porgo la mano.

-Io Miguel. Ma non sei venuto qui per presentarti.-

-Hai ragione.- dico sorridendo.

-Sei venuto per fare l'amore con me.- ribatte dolcemente.

Annuisco e lo guardo negli occhi, nei suoi bellissimi occhi scuri. Lui si lascia scivolare l'asciugamano che tiene attorno alla vita e afferra dolcemente ma con decisione la mia mano. Io credo di non capire piu' nulla. La mia mano e' guidata dalla sua sul petto, sui capezzoli turgidi e sporgenti, sull'addome. Lui geme e sorride. Chiude gli occhi e fa scorrere la mia mano sul suo pube. Gli afferro il manico e lo scappello. Lui geme piu' forte.

-Continua...- sussurra.

Io gli afferro le palle, le massaggio dolcemente e lui divarica bene le gambe e appoggia le sue mani sulle mie spalle. Sento il suo manganello rassodarsi. Emana un fresco profumo di pulito, una maschia fragranza di tabacco. I peli ruvidi e cotonati si intrecciano fra le mie dita e mi solleticano il palmo ed il dorso della mano. Le mie dita scorrono sull'inguine e profumano della sua stessa fragranza. Mi avvicino con le labbra e gli sono addosso. Voglio succhiargli l'anima, le nostre lingue si intrecciano e si frustano a vicenda. La sua bocca e' come un paniere di frutta fresca e succosa, e' un dolce alla crema, morbido e voluttuoso. Mi sbottona la camicia, la apre con energia e cominciaa strizzarmi i capezzoli. Le sue dita ruvide mi eccitano e mi infiammano.

-Spogliati Ste,- e continua a baciarmi. Mi tolgo le scarpe e mi sbottono i pantaloni. Li lascio scivolare ai miei piedi. Lui mi lecca il petto stringendomi fra le braccia, mi succhia i capezzoli e scende, scende ancora, e' arrivato al mio uccello ormai duro e dritto come il manico di una pala. In un attimo la sua bocca mi avvolge e io lo afferro per i capelli umidi e riccioli.

-Mmmmhhhh !!!!! Oddioooo !!!!!- la sua lingua e' fantastica, ruvida e decisa, mi spennella il randello come un Picasso, un Dali'.

-Oh, mio artista !!!! Mio gaucho !!!!- mi succhia come un assetato, mi spompina come la piu' gran puttana della citta'. Le mie mani scorrono fra i suoi capelli sempre piu' velocemente. Le sue mani mi afferrano le natiche che stanno pompando liquido seminale nella canna.

I miei 21 centimetri sono la gioia di Miguel che se li spupazza e se li lecca forsennatamente.

-Sto sborrando...!!!- lui non si ferma, mi vuole tutto suo, vuole il mio seme, vuole la mia vita.

-Aaaahhh !!!!! Oohhhh!!!! Oooooohh!!!- le ultime gocce di sperma gli schizzano in gola e lui le succhia e le ingoia avidamente.

-Sei stato fantastico Miguel!!!- gli dico mentre mi inginocchio davanti a lui. La sua verga umida e gocciolante profuma di sperma. Lo agguanto dolcemente e me lo passo sulle labbra. Cerco di penetrare l'uretra con la lingua ed il suo gusto salino mi inebria. Comincio a lubrificarlo per bene.

-Bravo, hai capito che ti voglio amare...!!- mi rassicura e io lecco e sbavo ancora di piu'.

-Sono pronto Miguel, ho voglia di prenderlo nel culo.- e mi giro carponi.

-No, faccio io.- mi dice mentre mi fa sollevare.

-Appoggia le mani al muro.- ed io eseguo.

Lui si inginocchia dietro di me, si fa largo fra le mie cosce e allarga le mie natiche con le dita.

-Che bel buco, sembra il bocciolo di una rosa.- e sento la sua lingua sul buco, mentre me lo insaliva e avverto la sua leggera ed eccitante penetrazione. Poi si solleva e mi appoggia la cappella premendo leggermente.

-Dai, non resisto piu', fottimi,- lo supplico.

-Quanta fretta Ste...- il suo attrezzo mi scorre fra le natiche, mi solletica il buco e le sue mani mi abbracciano da dietro, palpeggiano il mio petto, solleticano i miei capezzoli di acciaio e scorrono sul mio petto, sulla mia abbondante peluria dorata. Io gemo, mi divincolo.

-Miguel, ti prego, fottimi ora,.- e le sue mani di divaricano le natiche, la sua spada si appoggia con decisione al mio buco, lo forza, mi penetra, mi infila, poi esce, poi rientra e affonda maggiormente. Le sue mani mi afferrano i fianchi e mi scuotono dolcemente per farsi strada dentro le mie viscere.

-Oooohhhh !!! Che culo !!! Mmmmhhh !!! Ssiiiii !!!- e mi palpeggia il petto, mi strizza i capezzoli dolorosamente.

-Miguel !!!! Aaahhhh !!!! Miguelito !!!! Scopami di piu' !!!!- ho il culo in fiamme, il suo matterello mi allarga il buco e le ripetute penetrazioni mi irritano i bordi tesi dello sfintere.

-Cosi' torello mio !!!! Scopami !!!! Aaahhh !!!- e finalmente, mentre il bruciore mi tormenta le viscere, ecco l'anestetico cremoso, che placa ogni dolore, schizzarmi violentemente e rumorosamente. Miguel da' ancora qualche colpo violento e si placa, esausto dentro di me.

-Che chiavata !!!- dice ansimando. E mentre si siede al fondo del letto, mi guarda e sorride. Io mi avvicino a lui. Il mio arnese e' nuovamente in tiro. Lui allunga la mano, lo afferra delicatamente, lo soppesa, lo scappella. Ci gioca, gli piace e sorride sempre. La sua bocca e' irresistibile e lo bacio mentre lui comincia a segarmi l'uccello.

-Che bel cazzone !!- mi dice, -Lo vorrei prendere nel culo un po',.-

Lo spingo con forza e la sua bella schiena muscolosa si sdraia sul letto. Io sorrido e mi porto sopra di lui baciandolo ancora con energia, con una voglia inimmaginabile di fotterlo.

-Ti voglio tutto per me, Miguel.-

-Si...anch'io voglio sentirti dentro.-

Gli allargo le gambe e con le dita gli massaggio dolcemente il buco. Con lo sperma viscido che sembra eruttarmi fuori glielo lubrifico bene e provo con il pollice. Lui si scuote leggermente, geme e sorride. Le sue belle gambe muscolose mi cingono il torace, i suoi peli ricci e ispidi mi solleticano. Davanti ai miei occhi il suo bel randello si inturgidisce tanto che provo a prenderlo in bocca e lavorarlo di lingua.

-Sei insaziabile....vuoi svuotarmi i coglioni?-

-Adesso ti faccio vedere io cosa voglio,.-

Le sue gambe sono sulle mie spalle ed il mio uccello e' puntato contro il suo buchetto.

-Fai piano, ti prego,.- e la sua voce sensuale e dolce si muta in un gemito di dolore.

-AAAHHHH !!!! Mmmhhhoooo !!!! Piano !!!! Piano !!!!-

Sono dentro di lui. Ha un buchino stretto e il mio cazzone fatica a entrare. Gioco un po' con la mia cappella. Dentro e fuori, dentro e fuori per abituarlo un poco. Il mio stallone si placa, e torna a sorridere.

-Bravo Ste, bene...cosi'...sei fantastico,- ma sono dentro solo con la cappella.

-Entro di piu'-

Sento i suoi muscoli stringermi la canna, oppone resistenza.

-Rilassati Miguel aiutami - gli dico ansimando. Lui si rilassa in effetti ed io riesco a scivolare lentamente. La sua bocca si apre in un grido soffocato, batte le mani sul letto e scuote il capo gemendo.

-Sono dentro Miguel, fino in fondo.-

-Siiiii... ti sento... muoviti piano- e comincio a scoparlo piano piano, godendo delle sue espressioni di dolore, entro ed esco e mi piace guardarlo lacrimare.

-Che gran puttana che sei !!!!-

-Siiiii, inculami come una troia....Oooohhhh !!!!! Mmmmhhh !!!-

Il nostro rapporto prosegue per molti minuti. Non riesco a venire, lo vorrei possedere per tutto il giorno. Lui si strizza i capezzoli e geme, mi guarda, sorride, il dolore e' scomparso, ora e' solo libidine.

-Sto venendo...-

-Mi fai morire...Oohhh !!!! Sii !!! Sii !!! Oohhh !!!- i suoi gemiti si fanno piu' rapidi, come le pompate delle mie natiche. Siamo in un bagno di sudore, le gocciole che mi scendono dalla schiena mi fanno il solletico.

-Sborro !!! Sto venendo, sto- e finalmente anche il mio uccello riesce a sborrargli dentro. Sono un fiume in piena, lo sperma schizza per terra passando tra il mio tarello e l'orlo del suo buco. Ancora due colpi e sono fuori, disteso accanto a lui, mentre continua a sorridermi e mi passa la mano sul petto.

-Allora Miguel,- dico ansimando, -Con il blocco del traffico sei costretto a restare qui fino a lunedi'.-

-Ti dispiace, Ste ?- mi chiede sorridendo.

-Neanche un po' !!!! Senti Miguel, ho la macchina qui fuori, la casa al mare che mi aspetta. Che ne dici di venire con me al mare fino a domenica?-

-Devo lasciare il camion qui?-

-Ma e' vuoto, che ti frega?-

-Ma non ho altri vestiti che questi.-

-Non preoccuparti Miguel, non ti serviranno.-

Lui annuisce, sorride e partiamo per il mare insieme.


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