ORSI ITALIANI MAGAZINE


Arti Marziali

Un racconto di HairyManLE

(hairymanle@yahoo.it)

Dopo la lunga inattivita' legata ad un brutto incidente stradale che mi aveva costretto a sospendere l'attivita' in palestra, finalmente il mio braccio era a posto, ed il mio medico mi aveva addirittura consigliato di riprendere l'attivita', per non appesantirmi troppo e non affaticare la struttura scheletrica. Non attrezzi, ma un'attivita' che mi consentisse di recuperare la forma fisica e di rafforzare corpo e mente: decisi per le arti marziali ed iniziai a fare il giro delle palestre della citta'.

Ho sempre apprezzato l'attivita' fisica e, pur essendo piccoletto (solo 170 per 78) ho un fisico massiccio e molto muscoloso, completamente ricoperto di peluria nera e riccia: un bel torello meridionale, come mi definirebbero molti.

Il lungo ed accurato esame delle palestre esistenti, mi aveva deluso. Le palestre erano tutte diventate dei supermercati dello sport: macchine super tecnologiche, musica assordante, video dappertutto, 'maschi' completamente depilati e gonfi da far paura in tute variopinte ed attillate. Arrapante, forse, vedere un cazzo moscio all'interno di un attillatissimo paio di shorts, ma non era il mio genere quello.

L'ultima palestra del giro fu persino difficile da trovare: un buco, nel seminterrato di un palazzo di periferia. Due tatami, uno spogliatotio stretto, un'unica doccia comune senza box pareti di separazione. Se un esperto di sicurezza si fosse addentrato in quella palestra, probabilmente avrebbe tolto ogni autorizzazione e chiuso la struttura ma il titolare era il miglior maestro di judo della mia regione. Fui subito attratto da quella dimensione piu' 'umana', meno tecnologica, e dalle persone che vi si muovevano, ed in particolare dal maestro: avrei giurato che fosse 180 90, spalle larghe, capelli cortissimi ma non rasati, baffone, pelosissimo, cosce possenti, occhi neri e profondissimi. Mi piaceva molto, mi attraeva questo suo mescolare un enorme fascino maschio ad una cortesia ed una pacatezza che e' possibile trovare solo in chi segue davvero le arti marziali come una filosofia di vita.

Mi iscrissi ed iniziai subito. Il maestro mi consegno' il judogi e, secondo un rituale in uso nella palestra, mi invito' ad indossarlo davanti a tutti in pubblico.

Eravamo una ventina. La maggior parte ragazzi sui 25 anni, prevalentemente cinture nere. Qualche 40 enne e poi il maestro, sulla cinquantina.

Ero molto imbarazzato, e presi a togliere i pantaloni della tuta al centro del judogi. Il maestro spiegava che ero entrato nella famiglia, e che quello era una sorta di benvenuto. Mettendo a nudo il mio corpo molto peloso e maschile, sentivo una sorta di imbarazzo nei confronti di tutti i ragazzini sbarbatelli che erano intorno. Immaginavo con imbarazzo i commenti degli stessi sui peli del mio culo che venivano fuori dal sospensorio, ed anche sulle mie chiappe sode e tonde, ricoperte di pelo nero. Avevo sempre sentito un po, di imbarazzo per quel mio corpo cosi' maschio, specialmente nel confronto con i miei coetanei, da ragazzo ma avevo superato il problema.

Il maestro intanto, mi guardava con ammirazione, ed esprimeva commenti sul mio stato di forma fisica, sulla mia struttura possente e non occidentale, come lui diceva, sulla mia struttura maschile e non gonfiata. Mi guardava, e potevo percepire uno sguardo di approvazione nei suoi occhi ma forse sbagliavo.

Solo poche settimane Giulio, un mio carissimo amico, mi aveva iniziato al sesso fra uomini. Eravamo a vedere un film porno da me e non era stato difficile passare da una masturbazione individuale ad un pompino. Giulio mi aveva preso il cazzo in bocca ed aveva iniziato a succhiarmelo con foga. Non ero riuscito a sborrare, perche' la stimolazione era troppo forte, e Giulio infoiato, ma quando sborrai masturbandomi sul petto di Giulio, e quando sentii la sborra di Giulio arrivare sul mio glande, mi sentii benissimo.

Finita la vestizione, iniziammo l'allenamento. Era maggio ed in quell'angusta palestra senza aria condizionata faceva un caldo incredibile. Solo un rumorosissimo sistema di areazione forzata mandava via l'aria pesante e profumata messa in circolo da tanti maschioni esuberanti e sudati.

Alla fine dell'allenamento ero stravolto: 200 flessioni sulle gambe, cadute, 100 flessioni sulle braccia, addominali e poi gli allenamenti corpo a corpo. Ero stravolto, e mi andai ad accasciare sulla panchina di legno, esanime. Tutti gli altri allievi, incredibilmente riposati anche se sudati, avevano fatto la doccia, mettendo in mostra i loro corpi meravigliosi ed erano andati via. Tutti tranne Filippo, un orsetto tarchiatello e paurosamente solido, peloso sul petto e con cosce rotonde e muscolosissime, capelli riccioloni e lungi, viso tondo, occhi incredibilmente dolci ma maliziosi. Filippo indugiava sotto la doccia, lo vedevo dal riflesso nello specchio. Si massaggiava il corpo, indugiando sotto i ciglioni con la saponetta, il cazzo semiduro, l'enorme cappella in bella vista. Era un cazzo molto grosso, non lungo ma molto grosso, il tipo di cazzo che piace a me. Ebbi un erezione, che divenne molto visibile nel mio sospensorio. Ero li' a riprendermi, solo, mentre Filippo faceva la doccia, quando nella stanza entro' il maestro. Era anche lui accaldato, il judogi mostrava segni del suo sudore. Mi sorrise e si sedette sulla panca accanto a me. Aveva visto il turgore nella mia patta? Per sicurezza decisi di mettere un asciugamano in modo che l'eccitazione fosse meno evidente.

'Credo tu abbia delle buone potenzialita', Luca' disse il maestro. 'Bisognera' lavorare duro per farti riprendere la forma fisica, ma credo che tu possa farcela perche' hai la giusta determinazione'. Lo diceva spogliandosi lentamente. Tolse prima la giacca, restando a torso nudo. Un magnifico torace, con due pettorali pelosissimi e naturalmente gonfi, grondanti di sudore e con due capezzoli rossi e turgidi, che spuntavano a fatica fra i peli. Non gli addominali scolpiti delle altre palestre, ma un addome sodo e durissimo, con un pizzico di pancetta, sempre ricoperto di pelo ricciolino e nerissimo. Non indossava sospensorio ma un paio di boxer attillati grigi, di tessuto flanellato, con una fessura al centro, che lasciava intravedere il pelo ricciolino. Il cazzo era da un lato, formando un arco che arrivava fino all'inguine, lasciando immaginare la presenza di un cazzo di grandi dimensioni. Avro' insistito troppo nell'osservazione di quel corpo?

Ad un certo punto il maestro si alzo' e si mise di spalle a me e si tolse i boxer. Ero seduto, ed ero praticamente all'altezza del suo culo. Un culo tondo e muscolosissimo, completamente ricoperto di peli e, cosa molto eccitante, bianco rispetto al resto del corpo che era molto scuro. L'aroma che arrivo' al mio naso in quella posizione fu fortissimo, non so cosa mi trattenne dal baciare quel globo perfetto e massiccio. Quando il maestro si giro' per andare sotto la doccia, raggiungendo Filippo, ebbi la possibilita' di vedere il suo cazzo enorme. Era moscio ma non avevo mai visto nulla di simile e soprattutto di cosi' bello. Una quantita' enorme di pelle era semiaperta su una cappella grandissima con un solco enorme, due coglioni giganti, tutti ricoperti di pelo nerissimo. Il cazzo stesso era arcuato e puntava leggermente verso destra, una quercia!

Il maestro raggiunse Filippo. Ero un po' imbarazzato e soprattutto dovevo far ammosciare il mio cazzo che svettava turgido dopo la visione. Dallo specchio vedevo il maestro e Filippo: una scena splendida. Sembravano un papa' ed il figlio, entrambi massicci, entrambi maschi ed entrambi sorridenti. Una scena dolcissima ma anche molto eccitante. C'era un'unica doccia che pendeva dal soffitto, e l'ampio getto bagnava contemporaneamente i due corpi di questi uomini bellissimi. Ad un tratto il maestro mi chiamo', dicendomi di raggiungerli: avremmo potuto fare la doccia insieme. Mi chiese di chiudere la porta principale prima, e lo feci.

Entrai nel vano doccia e li raggiunsi. Ero stanco, ma nello stesso tempo quella sensazione di complicita' e cameratismo alla quale non si e' piu' abituati nelle palestre moderne, mi piaceva e mi faceva star bene. Si inizio' a scherzare, con semplicita' e con cortesia, e capii che si stava creando davvero un'atmosfera di grande serenita'. Ad un tratto Filippo si avvicino' a me, e mi fece una carezza sul viso, poi mi prese per la nuca, e mi diede un dolcissimo bacio. Rimasi paralizzato, non sapevo cosa dire: non mi sarei mai aspettato un approccio tanto dolce da un uomo cosi' maschio. Avevo sempre associato la mascolinita' alla rozzezza, alla crudezza, alla violenza. Invece quel bacio era dolce. Filippo mi baciava perlustrando la mia bocca con la sua lingua, e nello stesso tempo accarezzava il mio copro, muovendo la mano sui peli del mio torace, sui miei coglioni, carezzando l'interno delle cosce. Mi sentivo svenire. La mia voglia di abbandonarmi a quel contatto cosi' sensuale e dolce mi faceva piegare le gambe ed evidentemente la cosa era evidente, perche' il maestro mi prese teneramente sotto le ascelle e mi fece adagiare sul pavimento. Era una sensazione splendida: il maestro ora era in ginocchio accanto a me, e mi baciava in bocca, mentre con le mani stringeva i miei capezzoli. Filippo aveva la bocca sul mio cazzo, la mano tra i coglioni a solleticare il buchetto. Non sono stato mai penetrato, ma quell'intensa stimolazione fisica e mentale, faceva dilatare il mio buco, quasi a richiamare dentro quella mano dolce ma decisa.

Filippo era abilissimo: aveva sincronizzato il ritmo della pompa con il massaggio al mio buchetto. Ora aveva ficcato un dito dentro, e stimolava in profondita' ma piano, delicatamente, avanzando quando io mi rilassavo, e facendomi sussultare ogni volta che la stimolazione risultava troppo forte. Il maestro tolse la lingua dalla mia bocca, e, mentre io ero disteso a gambe larghe a farmi succhiare da Filippo, si mise su di me e mi infilo' il suo cazzo in bocca. Era deciso ma tenero, il suo cazzo troppo grosso perche' riuscissi a respirare, ma lo tenevo con piacere. Si muoveva delicatamente, e con le mani mi tirava leggermente la testa al suo ventre. Filippo alternava la stimolazione, scendendo anche sul mio buchetto, e leccandolo, provocandomi spasmi di piacere che mi facevano incalzare il ritmo della pompa.

Come mai avevo voglia di essere penetrato, io che neanche sapevo cosa volesse dire? Si, avevo spesso penetrato Lucia, la mia ragazza, ed ero rimasto sempre sorpreso dal fatto che si potesse provare piacere ad essere penetrati. Eppure desideravo sentire un uomo dentro di me. Forse il maestro lesse questo desiderio, perche' si fermo', sollevo' le mie gambe, ed inizio' a leccarmi il buchetto. 'Rilassati' mi diceva 'non ti faro' male, sono qui per donarti piacere, come poi tu lo donerai a noi'. Cosi' facendo scese sul mio cazzo, e lo prese in bocca, iniziando a succhiarlo leggermente e delicatamente. Ogni volta che ero sul punto di sborrare, si fermava ed io mi sentivo impazzire.

I coglioni mi facevano male, i capezzoli erano in fiamme, ed ormai il ritmo del mio respiro era forsennato. Il maestro mi disse 'ora ti faro' male, forse, ma poi ti faro' godere'. Poggio' la cappella sul mio culo umido di saliva. Mi disse di rilassarmi. Avrei dovuto spingere forse fuori, per permettergli di entrare: mi sarei cosi' naturalmente aperto per lui. Gli chiesi di far piano ma, per tutta risposta, all'insaputa, mi afferro' per le spalle ed infilo' il suo cazzo completamente dentro di me, nel momento in cui ero piu' rilassato.

Lanciai un urlo fortissimo, perche' il dolore fu immediato e molto intenso, ma mi resi anche conto che il bruciore che sentivo esplodere nel mio ano era una sensazione che potevo tranquillamente vedere come positiva. Lo vedevo dal basso, gli occhi pieni di piacere, di voglia, il respiro pacato ma caldo, le sue mani sapienti a stimolare le mie parti piu' nascoste. Era dentro di me e mi baciava dolcemente, carezzando il mio viso, succhiando la mia lingua. Ad un certo punto Filippo passo' alle mie spalle, mi prese delicatamente le mani, e mi obbligo' a mollare la presa delle spalle del maestro, che io volevo tirare a me.

Mi mise le mani dietro la testa, ed inizio' a baciarmi. Era forte Filippo, e non sarei mai riuscito a divincolarmi. Il maestro inizio' allora a muovere il suo cazzo dentro di me. Entrava ed usciva lentamente, sputando ogni tanto per lubrificare. Sentivo dolore, ma ero completamente preso dalla cosa. Il maestro ogni tanto scendeva a baciarmi, poi mi prendeva per la vita ed assestava dei colpi forti ed assestati. Ad un certo punto mi disse 'Sto per venire dentro di te, tesoro, sei pronto?'. Mi sembrarono stupende quelle parole, al punto che mi aprii di botto, vincendo ogni mia resistenza e paura. Il cazzo arrivo' a stimolarmi la prostata, proprio nel momento in cui il maestro emetteva un grido gutturale ma sensualissimo svuotandosi dentro di me. Sentii la sua sborra calda occupare ogni parte del mio intestino, lubrificare ulteriormente, uscir fuori per effetto del movimento del cazzo che, nonostante il bruciore, ora produceva solo piacere.

A quel punto il maestro uscii dal mio corpo. Il suo cazzo era turgido, e lo sperma colava abbondante dall'ampio solco della cappella. Filippo ando' a ripulirlo, leccando ed ingoiando qualsiasi cosa uscisse dalla fessura, mentre il maestro lo carezzava. A quel punto mi misi alle spalle di Filippo. Lui succhiava il maestro, inginocchiato davanti a lui. Io lo abbracciavo dalle spalle e gli insinuavo il mio cazzo da dietro. Il maestro mi guardava, sorridendomi sereno. Filippo inarcava la schiena ed io riuscii ad entrargli dentro. La sensazione di penetrare un maschietto cosi' bello mentre leccava il cazzo di un maschione altrettanto bello, mi fece raggiungere un piacere fortissimo. Schiacciai a quel punto il ventre di Filippo sul pavimento, iniziando a pomparlo forte, mentre lui inarcava la schiena per sentirmi piu' dentro. Lo pompavo forte e Filippo si apriva, sempre succhiando il cazzo del maestro che era diventato durissimo.

'Aspetta' mi disse il maestro 'fermati, ti voglio dentro di me'. Non riuscivo a crederci: un maschio di quelle dimensioni che voleva me dentro di lui. Ero eccitatissimo all'idea, e lo desideravo. Filippo offrii le sue cosce al maestro che vi poggio' la testa, sollevando le gambe e mostrando un buco pelosissimo e bello. Poggiai il mio cazzo su quel buchetto, mentre Filippo metteva il suo pisellone nella bocca del maestro. Il cazzo del maestro era durissimo, e lui lo menava con foga. Gli chiesi di smettere e di fermarsi. Gli dissi di guardarmi: lo averi fatto sborrare io. Iniziai una manovra lenta ma intensa, cercando di raggiungere il maestro nelle parti piu' profonde: ad un certo punto mi resi conto che il suo piacere stava esplodendo, e chiesi a Filippo di darmi in bocca il suo cazzo. Pompavo il maestro e succhiavo il cazzo di Filippo.

Era splendido, un misto di passione e dolcezza. Sborrammo insieme. Io ingoiai la sborra di Filippo, e riempii con la mia il corpo del maestro, che venne senza toccarsi per effetto delle mie spinte.

Restammo li', abbracciati teneramente, con lo sperma caldo che veniva lentamente sciacquato dall'acqua della doccia che cadeva leggera.

 

HairyManLE