ORSI ITALIANI MAGAZINE


Avventura al faro

Un racconto di vita vissuta di Marcello


Voglio iniziare una serie di racconti delle mie esperienze sessuali nella grande isola natia che ho lasciato per lavoro e diverse opportunita' di vita.
Vivendo in un paese, pur con tanti bei maschi che facevano venire una voglia tremenda e sui quali si incentravano le mie innumerevoli seghe, non mi sono mai voluto esporre e mi spostavo in citta' dove avevo scoperto dei luoghi di incontro all'aperto frequentati sia di notte che di giorno. La zona migliore era (dico era perche' ora e' cambiato tutto) il promontorio del faro, con rovine militari, tunnel scavati nella roccia, cavita' naturali, rocce e mare. Frequentata sia da coppiette che da gay e da qualche guardone.
Mi son sempre piaciuti gli uomini corpulenti e massicci, tarchiati, con pancia, pelosi e con belle nerchie da far sparire in gola, meglio se pastori o camionisti.
Una mattina sul tardi parto con la mia macchina e dopo un'ora arrivo sul promontorio, parcheggio e comincio a dare uno sguardo in giro, inoltrandomi tra i cespugli bassi, i vari bunker semidistrutti e gli spazi tra le rocce che nascondono i passaggi sottoterra. Poca gente ma subito da lontano una sagoma di maschio come piace a me attira il mio sguardo e mette in moto una serie di succhi e fa partire la mia eccitazione.
Mi avvicino, ci guardiamo, un sorriso, un cenno con la testa e senza dire nulla comincio a scendere il ripido sentierino tra le rocce che porta al tunnel piu' largo. Lui con calma mi segue, arrivo all'imboccatura tra i cespugli, apro il cancello a sbarre a cui qualcuno ha provvidenzialmente da tempo eliminato il lucchetto, mi tolgo la maglietta e i pantaloni, cominciando a toccarmi l'uccello. Lui arriva sudato e un poco timoroso, un bel maschio dai capelli scuri e corti, stempiato come piace a me, massiccio come un culturista, ma scopro che e' un camionista, il fisico lo ha costruito col lavoro dando una mano a madre natura che lo aveva gia' dotato in partenza.
Come toglie la maglietta credo di svenire…. Peli, peli,  peli neri e lucidi dappertutto, sul suo petto sporgente che fa risaltare due capezzoli a cui mi attacco subito con la bocca e la lingua, sulla sua pancia tesa e dura, contornata da due fianchi a cui aggrapparsi, abbasso le mutande e per la seconda volta credo di star male….
Un cazzo ben fatto, grosso, peloso, due bei coglioni pieni e tondi, due cosce come non ho mai visto.. comincio a prenderlo in bocca, a leccare l'asta e le palle, a prenderle una a una in bocca e succhiarle, risalgo la bella nerchia in tiro e prendo la cappella per bene tra le labbra, la succhio mentre con le mani tocco il petto e strizzo i capezzoli vogliosi, scendo con una mano sul ventre e con l'altra palpo il culo sodo e peloso.
Lui mugola di piacere e il gusto della sua nerchia scura e' una lussuria mai provata prima, mi attacco con entrambe le mani ai suoi fianchi alternando con le chiappe e spingo verso la mia bocca spalancata il suo cazzo che sgocciola succo dolcissimo e denso, succhio tutto fino ad arrivare ai peli del pube, lo guardo da sotto mentre ho tutto l'uccello in bocca, la visione mi fa scoppiare il cazzo che e' sempre piu' teso e comincio a segare.
Lui con le sue belle manone  pelose e forti mi prende la testa, la accarezza e la spinge verso il suo uccello e mi dice 'cazzo che bello, come succhi bene, mia moglie non sa fare cose del genere'….. io a saperlo sposato mi eccito ancora di piu' e torno su a leccare il collo, le orecchie, le ascelle pelose e sudate di maschio, le lecco da tutto il suo umore salato, mi attacco ai due capezzoli rosa tra la foresta di peli che mettono in risalto il contorno dei pettorali, vado giu' verso l'ombelico che riempio con la mia lingua e da cui succhio il sudore che cola dal petto e dalla pancia… non e' solo il caldo di fuori ma anche il sesso che fa secernere a tutte le nostre ghiandole tante odorose e saporite gocce di nettare maschio.
Me lo sto spompinando bene,  lui gode da matti soprattutto quando gli tocco il culo e gli infilo un dito dentro, non vorrei che questo godimento avesse fine e sento che mi sta salendo un brivido indescrivibile che potrebbe farmi sborrare da un momento all'altro, quando un improvviso rumore fuori dalla galleria mi fa spaventare e rizzare i capelli in testa: Cazzo, c'e' qualcuno!
Il cuore mi sale in gola ma lui mi dice di stare tranquillo, di aspettare e vedere chi arriva perche' puo' essere piu' divertente. Nella luce fuori dalle sbarre si presenta un tipo piccoletto, faccia simpatica e porca… e' proprio piccolo, sara' un metro e quaranta, ma corpulento e muscoloso, il mio orso camionista lo fa entrare, si conoscono, mi passa lo spavento per ripresentarsene un altro piu' ormonale quando il maschietto si toglie maglietta e pantaloncini… Un cazzo di dimensioni paurose, bello e ben fatto, grosso e lungo, due coglioni sotto che la mano aperta contiene a stento, due cosce poderose, pochissimi peli, un sorriso porco e maschio… lo bacio.
Lo bacio con trasporto, lui mi da' la lingua da succhiare, la saliva e' dolcissima e abbondante, ci baciamo e il mio camionista comincia a succhiare il cazzo ad entrambi, non bacia il porco, ma il cazzo gli piace, bastardo di uno sposato! Il piccolo grande uomo si mette in piedi su un blocco di cemento e facilita lo sbocchinamento da parte del camionista troia in calore.
Io passo a leccare le ascelle del mio piccoletto, con poco pelo ma tanto sudore saporito, guardo il peloso camionista col cazzone mostruoso in bocca e potrei sborrare solo con questa visione, ma continuo a baciare il mio nuovo stallone che poi mi invita ad assaggiare il buco del suo spompinatore  che sta alla pecorina.
Lo prendo in parola e affondo la mia faccia nel culo peloso e duro che cela un buco da dio porno, me lo lecco, lo mordo, lo allargo per infilarci la lingua, scorro tutto il solco (il canale del culo lo chiamiamo noi in sardo), mordo e bacio le chiappe, vado giu' sino ai coglioni,  poi non resisto e riprendo la sua bella minca bagnata e appiccicosa  con le mani e le labbra, la succhio avidamente, la risucchio tutta fino a sentirmi pulire la cavita' della gola, mentre il sudore mi cola addosso dal suo ventre e dai suoi pettorali.
Intanto il piccolo maschione superdotato scende dal piedistallo in cemento e mi mette la sua mincona bagnata della saliva del camionista  davanti alla faccia, vuole anche lui la sua razione, ha capito che sono piu' bravo del represso sposato. Mi sento una vera troia in paradiso, le dimensioni del cazzone riempiono e stimolano tutta la mia bocca, riesco a farlo entrare lentamente risucchiando fino alla base dei coglioni, mentre gli tiro le palle e palpo altremativamente queste e le sue cosce giu' sino ai polpacci e poi su sino alle chiappe tonde e lisce.
Il camionista guarda e tocca anche lui mentre si fa un segone che lo porta ansimante a farmi capire che sta per godere, mi stacco dal bastone di carne duro come il legno, smetto di segarmi e mi butto a bocca aperta sul membro del mio peloso amante che urla mentre fa uscire getti di sperma caldi e abbondanti che prontamente ingollo sino all'ultima goccia, maschio nettare che la moglie sicuramente non conosce dal lato alimentare e ormonico…
Il maschietto col cazzo super ora vuole che riprenda il lavoro interrotto, mentre il camionista si asciuga con un fazzolettino e rimette maglietta e jeans: cazzo come avvolgono bene le sue forme rotonde, rifarei tutto daccapo! Ma il piccoletto ora vuole godere e riprendo a baciarlo con tutta la lingua che passa dalle labbra ai denti, dalla lingua alla bocca intera, mi abbasso piano sui suoi capezzoli che lecco e succhio mente mugola con la voce rotta dall'eccitazione 'ti piace cosi' eh, troia, succhiami tutto che ti faccio bere tanto da lasciarti ubriaco'…
Io credo di essere sul punto di scoppiare, piu' parla e manda giu' la mia testa piu' sento arrivare un'onda che percorre elettricamente il mio corpo e la mia testa, mi prendo il cazzo forte in mano mentre la nerchia entra ed esce dalla mia gola fino a che non me la ficca tutta dentro e sborra una quantita' industriale di fiotti caldi, dolci come il suo sorriso che guardo estasiato mentre mi schizzo la pancia e le cosce col mio seme, continuando a tenere l'arnese da campione in bocca sino a che non si ammoscia per restare comunque a delle misure fuori dal normale.
Lui decide che devo lavarmi dal mio stesso sperma: comincia una pisciata odorosa prima a lavarmi la bocca, poi il petto e tutto il resto, mentre io con le mani la spalmo dappertutto. Bevo le ultime gocce e poi ci baciamo soddisfatti e distrutti.
Dopo qualche minuto scendo piu' giu verso il mare e mi faccio un bel bagno nell'acqua fredda, in mezzo ai nudisti che occupano gli spazi tra le rocce in attesa di una scopata sull'asciugamano o in qualche cavita' intorno..

Continua…..



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