ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Boscaioli

Un racconto di berseker


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Il telefono non la metteva piu' di squillare ed orami a pomeriggio inoltrato l'articolo da consegnare a fine giornata non era nemmeno arrivato alla seconda riga, figuriamoci riuscire ad arrivare alla trentesima.

Un misero articolo di trenta righe che solitamente si consegna in un paio d'ore a velocita' bradipo mi stava facendo uscire di senno, non che al mio capo interessasse poi tanto il contenuto, ma alla fine dell'articolo c'era pur sempre la mia firma e far in modo di scrivere articoli decenti mi faceva sentire in pace con me stesso.

Insomma guardarsi allo specchio e dirsi che si sta facendo un buon lavoro e' quasi come ricevere la classica pacca sulla spalla, quasi appunto visto che non avrei nemmeno ricevuto un biglietto d'auguri a natale da quello stronzo del mio capo redattore, un cinquantenne grassone che era in grado di sudare pure con l'aria condizionata sulla testa e stare in ufficio tutto il giorno con la camicia sudata in una stanza di tre metri per tre con la finestra chiusa.

I colleghi l'avevano battezzata la cesta dei panni sporchi perche' il puzzo di quella stanza ricordava quello dei panni da lavare tenuti nella cesta per qualche giorno, anzi almeno una settimana per essere precisi.

Alzai la testa dal monitor per guardare verso l'ufficio di Tom, l'uomo dei panni sporchi appunto e cercai di capire decifrando le chiazze di sudore, il livello di incazzatura di giornata che avrei trovato entrando a consegnare l'articolo.

Capii subito che sarebbe stata dura; distolsi lo sguardo e decisi di alzarmi e fare un giro chissa' che sgranchirmi un po' le gambe e rimettere in circolo un po di sangue sarebbe servito a farmi venire qualche idea per l'articolo dei boscaioli scomparsi.

Quattro uomini sulla quarantina  alti un metro e ottanta, due con famiglia e due separati erano spariti nei boschi nell'arco di un' anno senza lasciare traccia.

Lasciai il computer acceso e andai in bagno a darmi una sciacquata alla faccia e rimasi un po piu' allungo a guardarmi allo specchio. I primi segni del tempo stavano ormai facendo la loro comparsa su un viso che aveva superato la quarantina gia' da un paio d'anni e non essermi rasato la barba brizzolata  non migliorava di certo la situazione, figuriamoci i capelli sempre spettinati.

Da quando mi ero separato poi, avevo un po tralasciato la cura per l'aspetto, ma andare in palestra regolarmente mi aveva consentito ti mantenere un fisico decente pur facendo un lavoro spesso troppo sedentario.

Tornai alla scrivania e in qualche modo riuscii a finire l'articolo e consegnarlo in tempo.

In trenta righe avevo ripercorso i luoghi dove i quattro uomini erano stati visti l'ultima volta e la disperazione dei famigliari che facevano continui appelli tra i vari media. Niente che non fosse  gia' stato detto insomma.

Me ne andai a pomeriggio inoltrato e mi diressi verso casa convinto che un po' di riposo e  una doccia calda avrebbero potuto migliorare la giornata.

Volevo lavare via insieme alla pesantezza della giornata anche l'idea di non aver fatto un buon lavoro, invece uscii dalla doccia deciso ad investigare per conto mio sulla scomparsa dei quattro uomini.

Feci qualche ricerca su internet, mi preparai la cena poi andai a dormire. Il giorno dopo avrei avuto la giornata libera e tutto il tempo per fare un'escursione nel  luogo dove si diceva fossero scomparsi i quattro boscaioli.

La sveglia suono' alle sette e trenta ma ero  gia' in piedi da un'ora, l'appartamento era privo di aria condizionata e a luglio in quel piccolo bilocale la temperatura difficilmente scendeva sotto i 20 gradi.

Mi preparai una colazione leggera e mi misi in macchina calcolando che in un'ora di macchina e un'ora a piedi sarei arrivato a destinazione ed invece mi sbagliai.

Tutte le auto nel raggio di 10 km sembrava si fossero messe d' accordo per rallentarmi e cercare di rovinarmi la giornata.

Alle undici ero ancora in macchina cosi' decisi di fermarmi per un pranzo veloce sperando che il traffico nel frattempo potesse diminuire.

Parcheggiai la macchina che erano gia' le 2 del pomeriggio e un po' arrabbiato per il ritardo accumulato mi avviai verso il sentiero che mi avrebbe portato al luogo segnalato dalle mie ricerche; sapevo di avere ancora un'ora di cammino e poco tempo per restare a cercare indizi ma ormai ero determinato e la passeggiata non fu poi cosi' impegnativa arrivai nei tempi previsti ringraziando il cielo che la' almeno le automobili non potessero arrivare.

Dopo un'ora di cammino ero arrivato ad un bivio, il sentiero ad est proseguiva in discesa , mentre quello verso nord si disperdeva sempre piu' all'interno bel bosco, non sapendo scegliere e vista l'ora tarda mi decisi ad esplorare un po' la zona.

Lasciai il sentiero e mi arrampicai sulla cima per avere una panoramica migliore del posto, dovetti fermarmi quasi alla vetta a riprendere fiato, il cuore martellava nelle orecchie e a malapena sentii un fruscio prima di trovarmi schiacciato a terra.

Lo spavento ed il colpo subito mi lasciarono senza fiato e per l'uomo che mi aveva preso alle spalle fu facile immobilizzarmi a terra. sentivo addosso il suo peso e il suo braccio intorno al collo mi rendeva persino difficile girare la testa per poterlo vedere in faccia.

Decisi di non muovermi e di capire meglio in che situazione ero finito, dopotutto non potevo sapere se l'uomo fosse armato, ma sentivo chiaramente dal suo ansimare che era stato difficile anche per lui cercare di atterrarmi pur avendo il vantaggio della sorpresa. 'Chi sei straniero?' mi chiese l'uomo sopra di me.

'Sono un giornalista' risposi io, 'sto cercando i boscaioli scomparsi'. Il mio assalitore si rilasso' un po' e parlo' ancora, 'ora ti lascio ma vedi di non gridare e di non fare scherzi intesi?'.

Feci un cenno con la testa e l'uomo si sposto' permettendomi di rialzarmi. come mi voltai rimasi scioccato, in primo luogo il mio assalitore era completamente nudo e sporco, i capelli e la barba incolti lasciavano intendere che aveva passato molto tempo senza essersi mai rasato ed il suo odore di terra e sudore mi era rimasto addosso mischiandosi col mio.

Mi guardava con sospetto e stranamente non sembrava dargli fastidio il fatto di stare nudo per i boschi. 'chi sei?' gli chiesi 'e che ci fai in giro per i boschi tutto nudo?' 'Sono uno dei boscaioli scomparsi mi chiamo Fabio T.'  rispose lui lasciandomi completamente senza parole e poi di colpo si mise a ridere.

Non capivo che avesse da ridere, c'era un sacco di gente che stava cercando lui e gli altri tre e questo se ne andava in giro per i boschi addirittura tutto nudo, menomale che eravamo in estate e le giornate erano calde e asciutte non pioveva ormai da piu' di un mese altrimenti oltre ad aver freddo sarebbe stato anche tutto coperto di fango.

' Io sono Andrea M. sto indagando sulla tua scomparsa e su quella di altri tre boscaioli' a sentir parlare degli altri uomini scomparsi l'uomo torno' serio e mi disse di seguirlo, io da prima non volevo, ma poi mi resi conto che non sarei potuto ritornare in paese senza una torcia ad illuminarmi il cammino e quindi mi decisi a seguirlo.

Fabio sembrava pratico di quei luoghi e facendomi strada avevo modo di guardarlo meglio, non mi ero mai soffermato molto a guardare un uomo nudo e vederlo camminare in montagna davanti a me mi dava sensazioni forti mai provate prima.

Pensai a quegli uomini nelle foreste in Africa che stavano nudi per tutta la loro vita e cacciando e nutrendosi solo con le proprie forze, non sbagliavo nel credere che quest'uomo si fosse mantenuto di selvaggina e dei frutti trovati nei boschi, dopotutto era un'uomo che conosceva bene quei posti.

Camminammo per una mezz' ora buona mentre il pomeriggio stava gia' lasciando il posto ad una serata serena ma priva di luna; non vedevo quasi piu' niente stavo vicino a Fabio per non  perderlo di vista.

Arrivammo ai piedi di una montagna rocciosa ed entrammo in una caverna nascosta da arbusti ed edera, di notte non si distingueva dal paesaggio, ma dubitavo la si potesse trovare facilmente anche di giorno.

Mi disse di entrare ed io mi lamentai per la mancanza di luce, lui mi rispose di non preoccuparmi ed una volta entrati mi prese per mano.

Camminammo al buio per qualche metro svoltammo poi a destra ed iniziai a vedere una fioca luce in fondo al tunnel scavato nella roccia, capii che li' avrei trovato le mie risposte.

Quando riuscii a vedere meglio lasciai la mano di Marco ed entrai in quello che pensavo essere il suo rifugio.

Rimasi impietrito per la  sorpresa, anche gli altri tre uomini scomparsi erano radunati in quella piccola stanza dalla grandezza di un monolocale e come Fabio non indossavano piu' i loro vestiti.

C'erano due tronchi levigati usati come panche messi uno di fronte all'altro, nel mezzo, un focolare basso illuminava la stanza, mentre un tavolo ricavato nella pietra veniva usato come dispensa per il cibo.

I tre uomini reagirono alla mia presenza inaspettata in modi differenti, l'uomo seduto sulla panca che stava ravvivando il fuoco si alzo' di scatto con un ramo infuocato in mano, puntandolo verso di me con un atteggiamento aggressivo misto a sorpresa, guardandolo negli occhi si capiva che non era un uomo violento era solo stato preso alla sprovvista, non si aspettava di vedermi arrivare nella loro tana.

Gli altri due uomini in piedi rimasero immobili per un'attimo ed uno sembro' quasi ringhiarmi contro a pugni stretti, subito Fabio mi si paro' davanti a difendermi e contemporaneamente parlo' ai tre uomini cercando di calmarli.

Superato il momento di imbarazzo Fabio mi invito' a sedere vicino al fuoco.

Dopo tutto anche se facevano il possibile per sembrare uomini delle caverne, loro quattro erano pur sempre persone civili con una famiglia che li stava aspettando a casa. Questo piu' che un gruppo di boscaioli scomparsi mi sembrava un gruppo di naturisti scomparsi.
Sollevai gli occhi al cielo anche se stavo in una caverna e mi presentai al gruppo.

Tutti loro erano boscaioli da piu' di vent'anni e la loro corporatura era quella di uomini robusti e dalle braccia forti, guardandoli si capiva subito che vivere all'aperto e fare un lavoro faticoso li aveva resi grossi e spessi come querce.

L'uomo che mi aveva ringhiato contro era Nicola L. il piu' vecchio tra loro, era un'uomo grande e grosso dal petto villoso con braccia grosse e pelose, i capelli neri ormai un po lunghi  lasciavano intravedere la calvizie dell'eta' ma era chiaramente una di quelle persone che non li avrebbe persi tutti come capita a molti in gioventu'.

Mi venne incontro sorridendo attraverso la folta barba, i suoi denti bianchi contrastavano nettamente con il colore scuro della barba incolta; mi strinse la mano con una stretta che mi fece quasi male e si sedette accanto a me.

Sua moglie una donna robusta  di mezz' eta' era quella che nei giorni scorsi appariva spesso nei programmi televisivi disperandosi in lacrime per la scomparsa del marito e a mio dire piu' preoccupata della scomparsa della sua busta paga.

Subito dopo mi si paro' di fronte Marco F. di lui sapevo che dopo un matrimonio durato poco e finito peggio aveva dedicato tutto il suo tempo al lavoro e devo dire che  i risultati si vedevano; anche se non era il piu' alto del gruppo era sicuramente il piu' massiccio e a parte barba e capelli era completamente glabro ma questo non lo rendeva meno mascile anzi riusciva ad accentuare le sue doti fisiche.

Anche lui come Nicola mi strinse amichevolmente la mano e torno' a dedicarsi al suo falo' cosa che mi sembro' divertirlo un po'.
L'ultimo dei quatto uomini Francesco C. non mi si avvicino' ma mi saluto' con un cenno stando dall'altra parte della stanza, io ricambiai sostenendo il suo sguardo indagatore per un'attimo poi Fabio mi chiamo' distraendomi .

'Tieni Andrea, Marco ha preparato del te' caldo mentre ero fuori, sediamoci e rilassiamoci un po' presi la tazza di metallo che mi porse Fabio e mi sedetti vicino al fuoco.

Fabio si mise accanto a me mentre Nicola e Marco si sedettero dall' altra parte del falo'.
Come tutti gli uomini stavano seduti a gambe larghe ed essendo nudi potevo vedere benissimo i loro cazzi rilassati appoggiati ad un paio di palle niente male.

Quelle di Nicola erano veramente grandi ma il suo cazzo non era da meno, mente quelle di Marco, un po' piu' piccole, erano piu' simili alle mie.

Bevvi il mio te non riuscendo a smettere di guardarli, chiedendomi come quatto uomini come loro fossero finiti in una situazione del genere. Francesco era l'unico che non si era seduto nel gruppo e girava per la stanza con fare un po' spazientito.

Fabio si alzo' e ando' da Francesco e gli diede un leggero pizzicotto sul gluteo mentre gli sussurrava  qualcosa all'orecchio senza farsi sentire da me. Francesco mi diede un'occhiata  fece un mezzo sorriso e subito fece un cenno a Fabio che ritorno' a sedersi.

Parlammo di come erano sopravvissuti in mezzo al bosco per tutto quel tempo, senza cibo e vestiti, mi spiegarono che avevano utilizzalo l'esperienza e diverse trappole per catturare piccoli animali ed  un paio di volte erano riusciti a catturare anche dei cinghiali.

La loro carne era durata diversi giorni potendola essiccare al sole di quei giorni estivi e molto caldi.
Anche io iniziavo ad aver caldo, il fuoco e la piccola stanza rendevano la temperatura quasi insopportabile, ero stanco e sudato e la fatica della giornata stava iniziando a farsi sentire.

Nicola capi' subito il mio malessere, mi guardo' un'attimo e poi mi disse 'senti Andrea forse e' meglio che ti spogli anche tu, qui fa molto caldo se tieni addosso i tuoi vestiti domani saranno tutti sporchi e sudati, quando tornerai in paese sembrerai uno che non si lava da un mese'.

Io ci pensai un'attimo e risposi 'dopotutto voi ve ne state qui tutti nudi e sarebbe scortese da parte mia non darvi la possibilita' di vedere anche me come mamma ma fatto'; mi guardarono con gli occhi di predatori stampati su sorrisi compiacenti  e ridemmmo tutti all'unisono.
Mentre mi stavo spogliando percepii un cambiamento nell'atteggiamento di Nicola che stava piu' vicino a me.

Anche gli altri mi guardavano curiosamente distratti e la cosa non mi dava poi molto fastidio, ero abituato ad essere visto nudo da altri uomini in palestra e sicuramente anche questi come me confrontavano tra loro i loro corpi ed i loro attributi.

Mi spogliai completamente e diedi i miei vestiti a Fabio che stava vicino al tavolo lungo la parete; sistemo' tutto e mi disse che l'indomani li avrei trovati ancora li.

Lo ringraziai e ritornai verso il falo'. Rimasi di sasso in piedi come un fesso immobilizzato dagli sguardi degli uomini seduti intorno al fuoco, per un'attimo mi erano sembrati bestie fameliche che avevano trovato la loro preda sicuri che non se la sarebbero fatta scappare.

Nicola e Marco erano quelli piu' interessati, mentre Francesco  sembrava scambiare sguardi con Fabio.

Un po' imbarazzato dalla situazione dissi, 'non siate cosi' meravigliati, non saro' un boscaiolo ma anche a me piace tenermi in forma'.

Nicola fu il primo a restituirmi un sorriso accattivante e disse, ce ne vuole di palestra ragazzo per avere anche solo la meta' del fisico di un boscaiolo, noi ci siamo spaccati la schiena tutti giorni per anni su queste montagne, forse un giorno ti insegnero' a spaccar legna ' la risata di Marco riempi la stanza ed io mi girai verso di lui.

Lo sorpresi a portarsi una mano all'inguine cercando di nascondere senza riuscirci bene una crescente erezione.

Nicola riprese a parlare distraendomi dal guardare Marco e mi chiese di tornare a sedermi accanto a lui.

Un po' stizzito mi accomodai e subito lui si alzo' girandomi intorno. 'Aspetta un'attimo' disse 'prendo un po' d'acqua'.

'Non vado da nessuna parte' risposi e ritornai a guardare Marco che si grattava distrattamente il pettorale seguendo con lo sguardo Nicola. Ne approfittai per guardargli il pacco ma teneva le gambe troppo strette ed imprecai mentalmente per il fatto di non riuscire a vedere nulla.

Marco si sposto' un po' ed apri' le gambe. Per un'attimo credetti di aver parlato ad alta voce e il cuore salto' un battito, ma cercai di ricompormi subito senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso.

Stavo ancora guardando l'erezione di Marco quando Nicola dietro di me mi appoggio' le mani sulle spalle e richiamo' la mia attenzione. 'Andrea rilassati sei tra amici, ora ti lavero' un po' il collo e la schiena, non ti preoccupare lo faccio spesso ai ragazzi e vedrai che ti piacera''.

Nicola prese dell'acqua dal secchio e con uno straccio inizio' a bagnarmi e a massaggiarmi il collo.

Io non obbiettai e lo lasciai fare. All'inizio ottenne il risultato contrario; mi irrigidii sentendo le sue enormi mani estranee su di me, ma pazientemente lui continuo' il suo rituale ed io piano piano riuscii a rilassarmi fino a chiudere gli occhi.

Nicola inizio' dal collo poi passo alla schiena e continuo' il suo massaggio sulle braccia. Stava dietro di me imponente senza essere minaccioso riuscendo cosi' nel suo intento.

Piano piano mi tiro' sempre piu' a se e alla fine mi ritrovai con la schiena appoggiata al suo grande ventre, trasportato dal sali e scendi del suo respiro regolare.

Non so quanto tempo restai immobile ad occhi chiusi trascinato dalle carezze di Ncola, ma ad un tratto un'ombra mi passo' davanti e preoccupato riaprii pigramente gli occhi. mi trovai Marco di fronte piegato sulle gambe, potevo guardarlo negli occhi senza fatica e mentre reggevo il suo sguardo senza dare molto peso alla sua inaspettata presenza, allungo' una mano e la appoggio' sul mio pettorale all'altezza del cuore.

Subito lui abbasso' lo sguardo lungo il mio corpo ed io lo seguii d'istinto meravigliandomi  di vedere la sua ormai evidente erezione fare a gara con la mia.

Stranamente non mi ero accorto fino a quel momento di essere in piena erezione ma la situazione non mi creava imbarazzo evidentemente.

Il suo gesto non mi lascio' indifferente, avevo capito cosa stava cercando Marco, ma non sapevo ancora Nicola che ne pensava.

Alzai la testa alla ricerca del suo viso dietro me e quando i miei occhi incontrarono i suoi lui si abbasso' e mi bacio'.

Contemporaneamente sentii un' ondata di calore diffondersi in tutto il corpo partendo dal basso ventre fino a raggiungere la parte piu' profonda del mio essere.

Mentre Nicola mi baciava Marco con la sua bocca accoglieva dentro di se' tutta la lunghezza del mio pene.

Non stavo capendo piu' nulla questi due uomini erano riusciti  in poco tempo a fare cose che non avrei mai pensato possibili per maschi come loro, o come li intendevo io fino a quel momento.

Avevo sempre pensato erroneamente che gli omosessuali fossero solo uomini effeminati e dalla voce acuta, come quelli che apparivano in televisione; non che potessero essere padri di famiglia anche se divorziati.

Nicola si stacco' da me e mi sorrise io ero ormai completamente ipnotizzato da quell'uomo e non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.

Marco si stacco' da me e lascio' il posto a Nicola che mi giro' intorno e si mise in piedi di fronte a me. Anche il suo cazzo era ormai in piena erezione e stava proprio di fronte a me, guardai Nicola dall'alto verso il basso lui non fece nulla per costringermi anzi mi lascio' tutto il tempo per abituarmi alla sua presenza.

Alzai la mano e gli toccai il ventre massiccio, ripensai a come si stava bene appoggiati al quel enorme ventre maschile e feci scivolare la mano sempre piu' in basso arrivando a prendergli i coglioni pesanti.

Li soppesai un po' quasi non riuscendo a prenderli in mano completamente, tirai un poco verso di me ed il ventre di Nicola seguiva lento la direzione in cui stavo tirando le sue palle.

Alla fine quando la sua cappella fu alla portata della mia bocca, annusai un'istante ancora il suo odore, allargai la bocca e la richiusi sulla sua cappella, poi iniziai un lento pompino.

Il sapore salato della sua eccitazione si mescolava alla mia densa saliva e mentre succhiavo ed ingoiavo il cazzo durissimo, Nicola mi provoco' un po' di rigurgito e dovetti staccarmi controvoglia.

Non volevo piu' smettere d'avere il cazzo di un maschio come lui in bocca.

Alzai gli occhi per incontrare i suoi, le gambe mi tremavano un po' ma ero seduto e non avevo paura di cadere , ma Nicola mi prese la mano e mi tiro' verso di se', faticando un po mi rialzai e mi trovai fianco a fianco con Marco.

Nicola gli fece posto di fronte a me e fui io stavolta a prendere l'iniziativa, non volevo sentirmi come un verginello che aveva tutto da imparare.

Abbracciai il fisico possente di Marco assaporando  intensamente tutto il suo calore e lo baciai.

Cercavo di stringerlo forte ben sapendo di non aver la forza per fargli male; solamente volevo sapesse che la cosa mi piaceva molto, e in tutta risposta sentii all'altezza del petto i suoi pettorali indurirsi e dei grossi capezzoli irrigidirsi come punte di ferro  che tentavano di penetrare la mia carne.

Mi staccai da Marco sorridendo e abbassai lo sguardo in cerca del suo capezzolo destro. Quando vidi quella grossa protuberanza rossastra feci l'unica cosa possibile, avvicinai il viso al capezzolo e iniziai a succhiarlo e masticarlo, provocando fremiti e mugolii di piacere all'uomo tra le mie braccia.

Mi staccai per vedere in viso l'espressione di Marco in preda al piacere, il suo cazzo era durissimo e mi puntava quasi minaccioso, altrettanto quanto il mio.

Li presi entrambi in una mano e improvvisai una sega a due cazzi. Notai che come me Marco non si bagnava e dovetti smettere di tenere i due cazzi in mano altrimenti ci saremmo fatti male inutilmente cosi' anche se controvoglia  lo lasciai e ci prendemmo un'attimo di pausa.

Nicola al centro della stanza stava distrattamente ravvivando il fuoco lasciandoci giocare un po' tra noi senza disturbarci, solo allora mi resi conto che noi tre eravamo gli unici nella grotta.

'Dove sono Fabio e  Francesco?' chiesi in direzione di Nicola. 'I due piccioncini sono usciti per lasciarci un po' soli e per fare una passeggiata non ti preoccupare tra' un po torneranno' mi disse cercando di rassicurarmi.

'Loro due preferiscono stare per conto loro dopo tuttto sono stati i primi a sparire e adesso ti sara' chiaro anche il perche'' concluse Marco.
'Allora siete una coppia anche voi?' chiesi senza rivolgermi a nessuno dei due in particolare.

Nicola mi si avvicino' e  mi prese in mano il cazzo rispondendomi contemporaneamente, 'si possiamo dire di si' ma a noi piace anche divertirci con altre persone quando capita, proprio come con te ora, 'sono proprio contento di questo dissi io'.

Marco mi sorrise e mi si avvicino' ancora con l'intenzione di baciarmi, e Nicola che si trovo' cosi' in mezzo tra noi si mise in ginocchio e ne aprofitto' per avere i nostri due cazzi a portata di bocca.

Mentre Marco mi baciava, Nicola passava dal mio cazzo al cazzo dell'amico senza perdere il ritmo.

Il suo modo di succhiarmi il cazzo mi stava facendo impazzire e quando sentii che stavo per venire mi staccai da loro e lasciai Nicola continuare solo col cazzo di Marco che visibilmente eccitato, dava l'impressione pure lui di essere ormai vicino al culmine.

Nicola cambio' posizione mettendosi a novanta gradi senza smettere di succhiare il cazzo di Marco che nel frattempo non smetteva di strizzarsi i capezzoli.

Nicola mi stava offrendo la visione del suo bel sedere sodo e peloso e desideroso di essere riempito.
'Andrea, Nicola vuole essere scopato! Se vuoi e' pronto ad accoglierti' mi disse Marco.

Guardai un'attimo Nicola che mi restitui' un gran sorriso di incitamento ed io in risposta mi avvicinai senza farmelo ripetere due volte bagnandomi bene il cazzo con la saliva.

Ne sputai un po' anche sulla mano e cercai il buco caldo ed accogliente di Nicola che appena senti' le mie dita sull'ano inizio' a spingere e contrarre lo sfintere eccitandomi maggiormente.

Appoggiai la cappella al buco caldo e voglioso di Nicola e sentii quasi una sensazione di risucchio catturarmi il glande, In un colpo solo entrai tutto dentro Nicola senza fatica e sentii subito il suo corpo accettare con piacere tutta la lunghezza del mio cazzo.

Iniziai a muovermi piano avanti indietro e aumentando progressivamente il ritmo mentre il mio cazzo si adattava alle pareti del culo di Nicola.
Dopo pochi minuti stavo pompando quel grande maschio come se fosse una figa abituata ad essere cavalcata da sempre.

Il mio cazzo scorreva senza problemi dandomi un piacere che non avevo mai provato prima, non ci volle molto e Marco con un grido che pareva piu' un ringhio venne copiosamente nella bocca di Nicola che avidamente non perse neanche una goccia di quel liquido caldo e nutriente.

Mentre continuavo con la mia cavalcata Nicola si alzo' un po' senza smettere di farsi scopare in modo da lasciare spazio a Marco che si inginocchio' sotto di lui raggiungendo il cazzo per fargli una sega.

Avevo capito l'intenzione dei due uomini, anche Marco voleva la sua parte di sborra ed io ormai in preda ad uno stato animalesco pompavo Nicola senza piu' alcun pudore e al massimo dell'eccitazione venendo dopo qualche colpo ben assestato nel culo di Nicola senza preavviso.

Nicola senti' il liquido caldo che lo riempiva e la sega di Marco che lo trascinava verso un prepotente orgasmo.
Mentre io sborravo nel culo di Nicola lui  venne in faccia a Marco che prontamente si puli' con le mani e lecco' via tutto il liquido caldo di Nicola.

Tolsi il cazzo ormai quasi moscio dal culo di Nicola aspettandomi di trovarlo sporco invece era solamente intriso del suo odore di maschio.

Nicola che pareva non averne mai abbastanza si giro' verso di me e si mie a leccarmi l'uccello in modo da ripulirmi e togliere le ultime gocce di sborra che ancora mi colavano dalla cappella.

Ci sedemmo esausti sui tronchi e Marco ravvivo' un po' il fuoco buttando ancora un tronco sulle braci e sistemandolo meglio  con un ramo, poi trovo' posto accanto a me e Nicola. 'Come ti senti Andrea?' mi chiese Marco.

  'Sono quasi al limite dopo questa gran scopata, credo d'aver esaurito le forze, non mi aspettavo tanta passione da due montagne di muscoli come voi' risposi; e scoppiammo tutti e tre in una grassa risata.

Parlammo ancora un po' in attesa di Fabio e Francesco di  quello che i giornali avevano raccontato dei quattro boscaioli scomparsi in quei due mesi d'assenza dal mondo civile.

'Figuratevi un po' che qualche giornalista di bassa lega e' riuscito a far sembrare la vostra scomparsa un classico rapimento alieno o almeno ci ha provato per un paio di puntate televisive in prima serata'.

Scherzavamo un po' sull'argomento ma capivamo tutti benissimo che loro quattro non potevano continuare a nascondersi in una grotta come dei cavernicoli; sarebbero dovuti tornare a casa prima dell'inverno o non avrebbero superato i mesi freddi in montagna, nonostante fossero persone abituate all'aria aperta.

Fabio e Francesco ci trovarono semi addormentati e appoggiati l'uno all'altro, cosi' sistemarono un giaciglio per la notte dove ci coricammo tutti assieme.

Non ci volle molto, come appoggiai la testa sulla paglia mi addormentai e mi risvegliai solamente il mattino dopo.
Fu come spegnere la luce e riaccenderla un'attimo dopo.
Off, on.

Mi guardai intorno semi impaurito e meravigliato di trovarmi solo nella caverna.

Una luce vertcale scendeva da un'apertura sul soffitto usata per far uscire il fumo del falo' acceso durante la notte.
Grazie a quella luce potevo vedere chiaramente all'interno della grotta.

I quattro uomini non erano solo usciti momentaneamente come all'inizio credevo, ma se ne erano andati portandosi dietro tutto quello che potevano trasportare a mani nude.

Solo i miei vestiti e un recipiente con dell'acqua erano le cose rimaste sul tavolo di pietra improvvisato lungo la parete. Se non fosse per l'odore del sesso che mi portavo addosso avrei potuto persino credere d'aver fatto un sogno erotico decisamente fuori dall'ordinario.

Invece era tutto vero.

Non sapevo che ore erano, mi vestii in fretta e uscii dalla grotta che il sole era alto nel cielo.

Avendo camminato di notte con Fabio che mi faceva da guida non riuscii subito ad orientarmi per cercare la strada del ritorno ma con un po' di coraggio presi la direzione giusta e quasi per caso mi ritrovai sul sentiero che il giorno prima mi aveva condotto in mezzo a quei boschi.

Ripensando al giorno trascorso e ai momenti passati con Marco e Nicola accompagnato dal  loro odore misto al mio sudore durante la camminata; ripercorsi tutto il sentiero fino alla mia auto quasi in uno stato di trance notando a malapena le persone che incrociavano la mia strada.

Che avrei fatto mi chiedevo una volta arrivato a casa? Avrei chiamato la polizia , rilasciato un'intervista e organizzato  squadre di ricerca che con molta probabilita' non avrebbero trovato nulla? Decisi che ci avrei pensato una volta arrivato a casa ed aver fatto una doccia bollente.

Due giorni dopo il mio ritorno a casa mi ero deciso a non chiamare la polizia, dopotutto erano quattro uomini adulti e vaccinati e spettava solo a loro la decisione di tornare indietro; anche se in cuor mio speravo di poterli rivedere ancora un giorno.

Dopo qualche settimana non mi capitava piu' molto di pensare a loro quattro dispersi chissa' dove, solamente quando arrivo' la fine di agosto mi preoccupai un po' per le loro sorti visto che il clima stava decisamente cambiando al peggio.

L'ultimo lunedi' della fine di agosto, mi svegliai presto e decisi di andare al bar a far colazione, ordinai cappuccio e brioches mentre sfogliavo pigramente il giornale locale che contribuivo a scrivere.

La tele catturo' improvvisamente la mia attenzione; il giornalista del tg dava la notizia in anteprima.

Due dei quattro boscaioli erano stati ritrovati nudi e privi di sensi ai margini del bosco che avevo perscorso all'inizio dell'estate, il giornalista non aveva detto i loro nomi e nemmeno mostrato le loro foto, solamente aveva aggiunto che ci sarebbero stati sviluppi durante il corso della giornata.

Finii di fretta la mia colazione e corsi in uffico per saperne di piu'.

Passai tutta la giornata al telefono e scoprii che i due erano Fabio e Francesco e raccontavano una strana storia di rapimenti alieni.

Tutta la redazione era in subbuglio e facevano tutti quanti a gara per accaparrarsi l'articolo da scrivere, io dal canto mio che conoscevo la verita' decisi di andarmene prima e di lasciare ad altri quella patata bollente.

La cosa degenero' nei giorni successivi quando dal nulla apparvero anche Marco e Nicola che ovviamente speravo non tardassero a tornare.

I giornali si scatenarono sulla vicenda e loro quattro per una decina di giorni divennero i protagonisti dei talk show e argomento principale i tutti i bar del paese.

Una mattina di fine settembre ricevetti la visita dei nuovi vicini di casa che avevano comprato una casa su due piani vicino al mio palazzo.

La casa era completamene arredata e il loro trasloco non aveva impegnato grandi sforzi cosi' non li avevo mai visti e una loro visita mi era sembrata una cosa un po' strana.

Aprii la porta e rimasi letteralmente pietrificato Marco e Nicola mi sorridevano abbracciati davanti alla porta di casa, 'Andrea siamo i tuoi nuovi vicini di casa' disse Nicola 'abbiamo comprato casa assieme 'concluse Marco. 'Dai facci entrare che ne parliamo un po''.

Li feci entrare e si accomodarono sul divano e portai loro qualcosa da bere poi rimasi per un'ora circa a sentirli raccontare tutto quello che era accaduto dalla loro scompara.

'Alla fine abbiamo deciso di tornare e raccontare del rapimento alieno come ci avevi suggerito tu Andrea' , mi informo' Nicola. 'E le nostre famiglie ci hanno preso un po' per matti ovviamente, cosi' io e Marco abbiamo preso la palla al balzo e  deciso che dopo aver subito un trauma comune la cosa migliore da fare era andare a vivere assieme per sostenerci a vicenda in questa brutta situazione.

Abbiamo trovato il tempo di informarci dove abitavi per poter stare anche vicino a te'. Io non sapevo piu' che dire ma una cosa mi era ben chiara in testa, li avrei avuti ancora tutti per me e ci saremmo divertiti ancora per molto tempo alla faccia degli alieni.


 ORSI ITALIANI