ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Aprile 2012


IL QUADERNO VENEZIANO DI CANALETTO - SPIRITO KLIMTIANO - UN RAPIDO AVVICENDAMENTO - FRAMMENTI DI MISTERO - UNA SORPRESA - GUARDANDO DALLA FINESTRA
Da ieri 1 Aprile, il pubblico puo' sfogliare le pagine di un prezioso volume in quarto, appartenuto al vedutista Antonio Canal; si tratta di un quaderno in quarto (mm175per 235) composto da sette fascicoli sciolti, rilegati nell'Ottocento, e che si possono sfogliare virtualmente, con una simulazione elettronica, ma anche fisicamente grazie alla ristampa anastatica pubblicata da Marsilio.
Sino al 1 Luglio si potra' vedere questa piccola mostra, a Palazzo Grimani, a Venezia.
Un allestimento di grande sobrieta' presenta oltre all'oggetto al centro dell'attenzione, altri ventiquattro fogli sparsi da altre collezioni, insieme con incisioni di Visentini da Canaletto, e dipinti relativi ai disegni esposti.
La presenza di due camere ottiche antiche e di una ricostruita che si puo' provare esperimentando la tecnica pre-fotografica che il pittore utilizzava, sono affiancate a simulazioni elettroniche che prendono in esame la tecnica del disegno dell'artista,e ne analizzano i disegni alla luce dei punti di fuga prospettici, raffrontati ad immagini attuali degli stessi punti di vista.
Una esposizione per chi ama la citta', la conosce bene, o vuol conoscerla meglio.
Ulteriore grande pregio e' rappresentato dall'allestimento discreto e concentrativo che rispetta lo spazio del palazzo, che i visitatori possono godere a pieno, nella sua grande bellezza. aggiungo che il volume citato, riporta , nella seconda parte, il catalogo della mostra e l'analisi della prima parte.

emilio campanella



Nel 1910 Gustav Klimt approdo' trionfalmente alla Biennale di Venezia dove fece sensazione con la sua pittura decorata, sontuosa, decadente, corrusca e sofferta al tempo stesso.
Questa venuta ebbe due effetti: l'atto di coraggio dell'acquisto, da parte della citta', della GIUDITTA II, esposta attualmente al Museo Correr in occasione della manifestazione dedicata a Klimt, appunto, e che fa parte delle collezioni della Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro, dove la mostra del titolo, inaugurata il 31 Marzo, sara' aperta sino all' 8 Luglio, per poi essere esposta a Roma, al Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, in Settembre; secondo effetto, l'influenza che l'austriaco ebbe sugli artisti italiani, uno fra essi, quell' Adolfo Wildt presente qui con la MASCHERA DEL DOLORE (Autoritratto), bassorilievo in gesso, che nella personale forlivese vede ampiamente affrontato questo tema.
Altri sono ad esempio i due pittori presenti nel salone del secondo piano del palazzo.
Di Antonio Zecchin, muranese, sei pannelli ispirati alle Mille e una notte, dall'impianto decoratissimo, quasi ispirato a tessuti sontuosi, provenienti dalla sala da pranzo dell'Hotel Terminus e Viaggiatori, allora a Cannaregio, e realizzati nel 1914.
Del toscano Galileo Chini, quattro pannelli dedicati alla primavera, in cui la parentela Klimtiana e' ancora piu' forte, provenienti dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, e realizzati per il salone centrale della Biennale del 1914. Accanto la BAGNANTE di Max Klinger, un bronzo del 1896-97, il NUDO DI DONNA di Giuseppe Graziosi, marmo del 1909, e la DANZATRICE di Marnix D'Haveloose, in bronzo, del 1912.
Ad un capo ed all'altro del salone, gli inamovibili abitanti del luogo: IL PENSATORE ed I BORGHESI DI CALAIS di Rodin

emilio campanella




Soltanto domenica scorsa. 1 Aprile, si era chiusa la bella mostra dedicata alla fotografia giapponese, ed ecco, il 5 Aprile, veniva presentata la nuova prestigiosa esposizione di Palazzo Cavalli Franchetti di Venezia: PICASSO E VOLLARD, il genio e il mercante, aperta al pubblico dal 6 Aprile al 8 Luglio.
Si e' premesso che l'esposizione e' stata pensata per il luogo e che l'idea di partenza e' stata che Ambroise Vollard, fu un acquirente importante, anche molto importante, per quanto saltuario, di Picasso, ed un ispiratore di quelli che furono tre dei piu' importanti cicli di incisioni, tutti realizzati negli anni '30.
L'abile Vollard non decise, per molto tempo, di mettere sotto contratto  l'artista, ma, a varie riprese gli propose delle sfide che vennero accettate e vinte: il grande catalano, che non amava illustrare, realizzo'  la serie dedicata a LE CHEF D'OEUVRE INCONNU di Balzac, con una sua speciale premessa astratta.
Siccome il primo rischio avventura di far incidere ebbe successo, allora fu la volta della MINOTAUROMACHIA dove confluiscono molteplici temi dell'arte picassiana,ed in due delle cui lastre si prefigurano gia' alcuni di quelli che saranno in GUERNICA.
Un argomento che tutta la storia dell'arte ha preso in esame e' quello de IL PITTORE E LA MODELLA: da che ci sono pittori e modelle, appunto, con tutte le implicazioni che questo comporta.
IL BESTIARIO e' un'ulteriore sfida in cui Picasso rivede a modo suo un'opera enciclopedica settecentesca, un'altra sfida, ed ancora una volta un lavoro di acquaforte ed acquatinta sovrapposta.
Specifico e personale e' il lavoro grafico che vede l'affascinante sfumato accanto al segno nitido; il continuo riferimento all'antico, all'arte classica, a quella rinascimentale italiana, a quella tradizionale spagnola, anche a Goya, che a volte sembra d'intravvedere fra gli ispiratori, ma anche la precisione di segno delle pitture su vaso greche.
Mostra bellissima, ma illuminata in maniera molto discutibile, merita di essere vista con molta calma. Ogni foglio, visto da vicino, per cogliere la felicita' ispirativa, e la gioia di un erotismo vissuto intensamente, ma anche il risvolto della violenza. Cito solo due fogli, dei
moltissimi esposti: FAUNO CHE SCOPRE UNA DONNA, acquatinta del 12 Giugno 1936 in cui la creatura mitica, inginocchiata, e si direbbe, in equilibrio su di una eccitazione fremente, bellissimo, teso, muscoloso, barbuto, e dal profilo perfetto, alza un lenzuolo (?) a
scoprire le carni opulente di una bellissima donna addormentata che forse lo sogna... un raggio di luna, entrando dal balcone a sinistra, illumina di taglio la scena.il secondo e' SCENA BACCHICA CON MINOTAURO, acquaforte del 18 Maggio 1933, una scena molto rubensiana: un satiro sdraiato e due belle donne abbandonate fra lui ed un possente conviviale minotauro, le due figure maschili brindano, la gioia sensuale tangibile... Il bel catalogo e' di Giunti Arte Mostre Musei.

emilio campanella

Venerdi 6 Aprile, il Teatro del Lemming di Rovigo, ha presentato a Venezia, per la rassegna COSTELLAZIONI, TRACCIATI ANTICRISI, uno spettacolo, recital, concerto intitolato FRAMMENTI, al Teatro Groggia.  Strano, fascinoso edificio annesso al convento delle Suore Canossiane, ed in un angolo del parco omonimo dello spazio teatrale.
Una bella serata, ideale per ammirare la strana costruzione, con il lato goticheggiante che farebbe pensare ad una piccola chiesa, e la facciata dalla importante decorazione rinascimentale a colonne e mascheroni marmorei. 
In realta' si trattava di un magazzino, cui nel corso dell'ottocento fu aggiunta l'imponente decorazione proveniente da un demolito palazzo della zona.  Intorno al 1913 fu adibito a teatro, e negli ultimi anni, dopo un lungo abbandono, restaurato e riaperto al pubblico.
Sotto l'egida del progetto GIOVANI A TEATRO, e di EUTERPE VENEZIA-FONDAZIONE DI VENEZIA, la stagione di quest'anno.  Sotto la bella capriata di travi, la sala, ed in fondo, il piccolo palcoscenico dove si sono mosse: Chiara Elisa Rossini, Fiorella Tommasini, Daria Ferrantini.
Il sottotitolo: CONCERTO SCENICO dal Lemming, per la drammaturgia, la musica e la regia di Massimo Munaro.  Tre donne, tre microfoni, sei candele ai loro piedi.
Si tratta di ricordi, echi, lacerti, da spettacoli della compagnia, montati in successione di testi e suoni, voci, suggestioni, una partitura ipnotica e coinvolgente, in cui una voce risponde all'altra, riprende un tema, lo passa alla terza.   Evocazioni da un teatro misterico costruito con l'aiuto di Sofocle, di Dante, di Pessoa, di Shakespeare, di Handke, Rilke, Euripide, Lévi-Strass, Pasolini, Ritsos, Hugo, lo stesso Munaro, Mariangela Gualtieri ed altri.
Un teatro di suggestioni e provocazioni, di idee e di effetti fatti con pochissimo, come tre bottiglie di plastica mosse davanti ai microfoni ad evocare lo sciabordio delle onde contro la chiglia di una barca.
Penso che potrebbe essere perfetto anche alla radio, od ascoltato ad occhi chiusi.
Uno spettacolo 'piccolo', denso, di quelli che lasciano il segno, e che tornano alla mente con sempre maggior forza man mano che il tempo passa.

emilio campanella

Qualche giorno fa mi sono recato nella brutta sede centrale della Cassa di Risparmio di Venezia, per un'operazione; mi sono seduto, ho letto il giornale per quaranta minuti buoni, e dopo il passaggio allo sportello, nell'atrio dell'edificio ho scoperto una bella mostra fotografica organizzata dal circolo La Gondola, incentrata sulla figura di Gino Bolognini, fotografo 'dilettante' (Verona 1908-Venezia 1994), ed aperta sino al 17 Aprile, negli orari di apertura della banca, ovviamente.
Si tratta di una bella scelta di una trentina di scatti, dagli archivi del circolo.
Sono tutti degli anni'50 e rimandano una Venezia ormai irrimediabilmente perduta, non che mancassero i turisti anche allora, ma il turismo di massa che sta macinando tutte le piu' belle citta' ed i maggiori luoghi d'arte o di natura del mondo, era ancora di la' da venire.
Quindi in prezioso bianco e nero, a volte contrastato, talaltra morbido e sfumato, ci restituisce paesaggi, volti, luci, silenzi suggestivi e pensosi. Una giostra ferma, un uomo semisdraiato su un prato, con davanti a se' la laguna, e piu' lontano, l'isola di Burano; la porta aperta di un retropalco, da cui s'intravvedono figure che stanno per entrare in scena;un rio in secca, che viene scavato; bambini che giocano a carte; una donna che prega leggendo, dentro un portone semiaperto, un cane e' seduto sulla soglia, una bicicletta appoggiata al muro;un bimbo, figlio di pescatori, seduto sulla soglia, con la sua facceta sporca e vivace; altri bambini seduti su una barca, leggono giornalini.
Tutto e' molto tranquillo, osservato, pero', con acutezza, affetto, anche, si direbbe.   

emilio campanella

Soltanto dal 24 Marzo, e sino al 24 Aprile, la mostra fotografica  THROUGH MY WINDOW  del coreano AHAE, ai Magazzini del Sale di Venezia, anche sotto l'egida dell'Accademia delle Belle Arti, e l'organizzazione Bucintoro Cultura.
Penultima tappa di un lungo giro intorno al mondo che ha toccato: New York, Praga, Londra, Mosca, Firenze, e, fra Giugno e Luglio, Parigi; della durata di oltre un anno.
I tre lunghi ed affascinanti capannoni ospitano un buon numero di scatti e di differenti dimensioni intorno ad alcuni temi principali della poetica di questo attento osservatore della natura nelle sue molteplici manifestazioni e nei suoi regni.
Non solo una grande accuratezza tecnica, ma uno sguardo partecipe degli eventi naturali.
Luci, riflessi, controluce, rispecchiamenti, grandi nubi che si riflettono nei laghi, sfumature, sfocature, contrasti cromatici.
C'e' chi spicca il volo, chi corre volando, chi vola correndo, una conversazione di pennuti gialli, un airone curioso, il verde dell'erba di contrasto con il colore vivo di un sentiero umido, una terra che si fa carne...
Una natura vibrante e partecipe, vista con un occhio innamorato. Il volgere delle stagioni, i colori che cambiano, animali quasi pensosi...

emilio campanella

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