ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Giugno 2009


MUSEI CIVICI VENEZIANI - EGITTO MAI VISTO - 53a BIENNALE D'ARTE, FARE MONDI - ALTRE MOSTRE D'ARTE A VENEZIA - GENOVA PRIDE 2009


Siccome domani sara', per me, la giornata della Biennale, oggi, 4 Giugno, mi sono dedicato alle mostre dei Musei Civici Veneziani, iniziando da THAT OBSCURE OBJECT OF ART, Arte contemporanea russa dalle collezioni della Stella Art Foundation, a Ca' Rezzonico sino al 5 Ottobre. Successivamente e' stata la volta del Museo Fortuny dove, sino al 15 Novembre, si potra' visitare IN-FINITUM che sembrerebbe l'ideale continuazione di ARTEMPO, nello stesso luogo, due anni orsono.
Sembra presentarsi in maniera piu' esoterica, piu' segreta, ma anche meno densa di opere, forse... per quanto non meno densa di significati. La 'maniera' e' sempre la medesima, trasversale, e d'integrazione del palazzo e delle suoi contenuti.
Si potrebbe dire che ci sia come piu' 'respiro', e questa volta il regalo del magnifico terzo piano finalmente aperto al pubblico - oltre a molte sale del piano terra - dal quale si ha una vista memorabile su tetti, cuspidi, campanili, torricelle, tutti gli eleganti giocattoli dei tetti veneziani, e comunque e' il piu' emozionante, e dove la mostra assume una personalita' piu' informe e mobile. Per la mia gioia c'e' molto Egitto antico: tre statue stele, una della XXXI din. un naoforo della XXVI, un sarcofago di ibis di epoca tarda, un gatto Bastet della XXVI, e due torsi di Sekhmet della XVIII. Gli artisti presenti sono numerosissimi, una scelta: Calder, Fontana, Giacometti, Victor Hugo, Kiefer, Morandi, Canova, Picasso, Piranesi...vi basta?
Non perdetevela, l'ottimo catalogo e' distribuito, in Italia, da Skira.
Invece, a Palazzo Mocenigo avrete la gioia ed il piacere di visitare MATRIX NATURA  -  MINIARTEXTIL A VENEZIA, ma solo sino al 31 Agosto. Si tratta delle ormai abituali eleganze minimali di queste opere, precipuamente in tessuto, che periodicamente, con scelte molto oculate, vengono proposte in questa sede. Piccole invenzioni giocate e proporzionate.
A Ca' Pesaro BERNARDI ROIG, Shadows must dance. Un notevole numero di opere grafiche e multimediali, ma soprattutto sculture di quest'artista catalano che ha studiato il modo di integrarle e farle dialogare con quelle del museo. Molto spesso inquietante e provocatorio, propone figure bianche ispirate a persone reali,  un po' si pensa a Segal, ma piu' patinato, se si vuole.
Mi ha colpito l'uomo con i pantaloni calati dietro un quadro, ma anche, e forse piu' quello che si nasconde nelle scale di servizio. Di NON VOLTARTI ADESSO, Artisti italiani a Ca'Pesaro, non posso dire, poiche' essendo ancora troppo indietro, non era possibile visitarla. Sara' aperta sino al 4 Ottobre, e ne riferiro' appena possibile.
MOSTRE D?ARTE A VENEZIA
Orbene, dove eravamo rimasti! Ah! Si, qualche settimana fa avevo promesso di completare l'argomento relativo alla mostre d'arte in corso a Venezia in questi mesi.
Iniziero' dalle Star: innanzitutto la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ai Magazzini del Sale alle Zattere.
Premesso che la magia del luogo, gia' da' un'emozione,in aggiunta alla forza delle opere che quando si entra sono gia' in posizione (consiglio di andare all'apertura alle 11,30 per vedere l'avvicendamento dei quadri).
Ci si trova come sulle tavole di un palcoscenico, dieci opere escono di scena, dopo aver interpretato la loro parte in commedia, altre ne entrano per la seconda pièce cui assisteremo.
Un raffinatissimo gioco di rituali ritmi tecnologici. Un tondo rimane a testimoniare del prima e del dopo. Il secondo gruppo interagisce con questo, si tratta di otto cerchi inscritti, un quadrato, un quasi-cerchio.
Voltandosi per uscire si vede il rigore architettonico dell'ingresso, quasi piloni di tempio egizio del nuovo regno. L'azione dura circa un'ora, fra il movimento dei quadri, il loro allineamento, ed il rientrare ai loro posti; poi un'attesa carica di emozione, ed ecco muoversi gli altri, sfilare, girarsi, fermarsi, con suoni meccanici discreti dei bracci scuri che si muovono lungo il binario in alto. Evocati suoni di gru, di porto. Questa realizzazione di Renzo Piano e', fra l'altro, assolutamente in sintonia con l'antico edificio.
Punta della Dogana, Francois Pinault Foundation. Guardando con calma l'edificio, cui si accede da Campo della Salute, e che ora e' nuovamente fruibile nel suo percorso esterno il cui discretissimo restauro restituisce la purezza rigorosa delle linee, considerando l'interno, non si puo' non riconoscere l'eleganza del lavoro dell'architetto, ma contemporaneamente cogliere una sensazione di contrasto, della struttura preesistente, con l'intervento attuale, infatti, l'impressione -non solo mia- e' che Tadao Ando sia andato contro l'edificio, negandone la struttura.
E' cio' che molto spesso accade alle Corderie dell'Arsenale, quando i curatori -quest'anno un poco meno- interrompono la fuga delle colonne ch'e' il grandissimo valore di quella architettura.
Qui si pone il medesimo problema, infatti, quasi impossibile risulta cogliere, istintivamente, la struttura triangolare dell'edificio,che ne e' la grande meraviglia, come impossibile risulta fruirne la posizione fra Canal Grande e Canale della Giudecca, poiche' gli 'occhi' non sono regolarmente 'aperti', quindi non si ha l'impressione di prora di nave, ch'era il suo scopo.
L'esposizione in corso si chiama: MAPPING THE STUDIO: Artists from the Francois Pinault Collection, contemporaneamente anche a Palazzo Grassi, non e' indicata una data di conclusione della manifestazione visitabile dalle 10 alle 19 escluso il martedi. Certo e' curioso che la mostra di una fondazione francese in Italia porti un titolo inglese!
Nell'isola di S. Giorgio Maggiore, la Fondazione Cini ospita, nel refettorio dove e' esposta la copia tecnologicamente perfette delle Nozze di Cana di Paolo Veronese, THE WEDDING AT CANA, A vision by Peter Greenaway. cinquanta minuti di furbe abilita' con l'abituale e colta sapienza; infatti il brano musicale corrisponde all'epoca del dipinto, le voci dei protagonisti sono di discendenti dei nobili veneziani rappresentati; tutto condito con la nota passione numerologica maniacale ripetitiva e compulsiva, e ci piace perche' e' la sua cifra stilistica, solo che anche con le bellissime proiezioni spaziali in movimento il lavoro non dura piu di 23', ma ci viene riproposto esattamente eguale- subito dopo- in inglese, mentre la prima volta le voci parlano in veneziano con i sottotitoli...non sara' che si e' voluto arrivare ad una durata di spettacolo per giustificare il biglietto d'ingresso? CRT Artificio con Change Performing Art, sino al 13 Settembre. Alle Zattere , ad un passo da S.Basilio, MAKING INTERSTICES del Central Asia Pavilion che presenta opere ed installazioni particolarmente stimolanti.
GLASS STRESS a Palazzo Cavalli Franchetti all'Accademia, una mostra di opere in vetro dei piu' grandi artisti del '900 (Raushenberg, Fontana, Arp, Kounellis...vi bastano?).
COLLISION ZONE , Padiglione del Lussemburgo a S.Samuele, lavori di Gast Bouschet e Nadine Hilbert, di grande impatto.
Il lavoro di Kristina Norman, AFTER.WAR, padiglione Estone a S.Samuele. Bruce Nauman, oltre che ai Giardini, a Ca' Foscari ed ai Tolentini, nella sede dello IUAV, la mostra s'intitola sempre TOPOLOGICAL GARDENS.
Il delizioso e divertentissimo padiglione tailandese, di fronte alla stazione di S.Lucia,intitolato PASSAGE, Gondola al Paradiso, ambientato come una pazza agenzia di viaggio. STEPPES OF DREAMERS , installazioni di Illya Chichkan e Mihara Yasuhiro, Palazzo Papadopoli a S.Polo, magnifico lavoro che parte al piano terreno, ed al piano nobile reinventa e valorizza lo spazio delle sale sontuose con luci, macchine celibi, video ambientati nel palazzo: imperdibile!
SUBTIZIANO di Alexander Ponomarev a Ca'Bernardo, variazioni su tema attorno sommergibili, simpaticamente pazzo!Verrebbe voglia di salire su quello ch'e' attraccato fuori ed andarsene! DADO, artista montenegrino che ha creato un omaggio a Palazzo Zorzi che lo ospita: il lavoro s'intitola ZORZI ELEGIES. Nella corte del palazzo,ad un passo da C.po S.Zaccaria,hanno preso forma mostri multipli, chimere in cui si mescolano differenti regni della natura.
Dire che sono inquietanti e' poco, ci salva solo la solarita' del luogo e l'aria aperta in cui respiriamo. L'artista ha un'aria da genio benevolo...mai fidarsi!
MONA HATOUM al terzo piano della Fondazione Querini Stampalia. Una mostra memorabile di quest'atrista poliedrica e ricchissima; al secondo piano, invece un percorso integrato di discretissime installazioni nel museo stesso.


Un' amplissimo percorso che prende le mosse da un' omaggio all'egittologo Ernesto Schiaparelli e dai suoi scavi ad Assiut, insieme con la valorizzazione della collezione egizia del Castello del Buonconsiglio di Trento che ospita la mostra, intitolata: EGITTO MAI VISTO, dal 30 Maggio all'8 Novembre.
Si tratta, di reperti poco noti al grande pubblico,  che si affiancano alla sezione locale e ruotano attorno alla figura del grande studioso, prima direttore del Museo Egizio di Torino, poi  Soprintendente - i reperti provengono, appunto, da quel museo -  cosi' come riguardano le sue campagne di scavo di un secolo fa.
Il criterio espositivo parte con un discorso introduttivo di grande suggestione che evoca la parete rocciosa della necropoli dove sono state create alcune nicchie che ospitano reperti,  cosi' come la ricostruzione di una sepoltura con ideale disposizione del feretro e del corredo relativo.
Trattandosi di tombe non regali gli oggetti non sono particolarmente preziosi, per quanto interessantissimi per lo studio, e per quanto saccheggiati, i reperti sono piuttosto numerosi, anche perche', come molto spesso accade, alcuni pozzi sono sfuggiti ai violatori.
Ulteriore motivo d'interesse e' rappresentato dall'epoca dei ritrovamenti, quasi tutti appartenenti al Primo Periodo Intermedio, quindi, fra Antico e Medio Regno, fra il 2150 ed 1990 c.a,  a.C.  quando il paese era diviso e coesistevano le dinastie memfite, eracleopolitane e tebane. Momento improntato a grande instabilite' politica testimoniata da importanti scritti dell'epoca, ma che permise anche una maggiore  'liberta' ai culti locali.
A noi, pero', interessa cogliere cio' che i curatori hanno scelto d'indicarci come linea guida delle loro scelte; infatti l'occhio  e' quello dell'archeologo, delle sue indagini attraverso gli scavi, e la fotografia dei luoghi e dei reperti. E' attraverso questo punto di vista che percorriamo le sontuose sale del castello, oggi abitate da oggetti cosi' lontani nel tempo, ma che popolano le architetture medioevali e rinascimentali con grande disinvoltura.
Trattandosi di corredi funerari, molti sono gli amuleti, ma anche il vasellame, cosi' come i modelli riproducenti la vita quotidiana, e che si sarebbero animati -dopo il rito dell'apertura della bocca, prima che la tomba venisse sigillata -nel momento dell'occorrenza, attraverso formule magiche pronunciate dal defunto, cosi' da evitare lavori umili.
Le sepolture sono differenti da quelle maggiormente note; le casse sono quadrangolari, i corpi posti su un fianco. All'esterno, in corrispondenza, occhi sono dipinti sul legno, guardano lontano, ci guardano intensamente.
Colpisce sempre quando si vedono queste persone che millenni orsono hanno fatto l'impossibile per essere lasciate in pace con il loro sogno d'immortalita', mentre invece, per quanto con discrezione, sono esposte ai nostri sguardi in quella che doveva essere la loro finale intimita'. Sono sempre combattuto fra opposti sentimenti, io che m'interesso di egittologia da decenni.
Sorprendente e' sempre, anche, vedere materiali estremamente deperibili, conservati quasi perfettamente grazie al clima desertico: stuoie, sandali di paglia e di cuoio, vegetali, frammenti lignei, abiti di lino! In parte il sogno degli Egizi si e' realizzato, un po' per la loro volonta' un po' per ragioni climatiche, anche se la nostra curiosita' garantisce un' eternita' tutta da vedere, e soprattutto grandi rischi di conservazione.
Basti ricordare che la straordinaria tomba di Nefertari (scoperta da Schiaparelli) e' stata restaurata alcuni anni or sono, cosa di cui non aveva avuto alcun bisogno durante tutto il tempo in cui era rimasta protetta dalla sabbia!
Il pregevole ed accurato catalogo edito in collaborazione fra Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali e Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichita' Egizie non fa menzione della collezione locale, uno dei motivi della manifestazione gemellata con MUMMIE, SOGNO DI VITA ETERNA al Museo Archeologico dell' Alto Adige di Bolzano sino al 25 Ottobre.

emilio campanella

Prime notazioni sulla 53a Esposizione Internazionale d'Arte, FARE MONDI, diretta da Daniel Birnbaum. La mostra rimarra' aperta dal 7 Giugno al 22 Novembre, nelle due sedi veneziane dell'Arsenale (chiuso il martedi') e dei Giardini di Castello (chiusura il lunedi').
Mi viene subito naturale pormi una domanda: che cosa e' cambiato da due anni orsono, e quattro, ed anche sei? Non molto credo, in effetti, oppure si tratta del fatto che vengono scelte, da un curatore all'altro, opere che sembra di ritrovare?
E' vero che trattandosi sempre dei medesimi spazi, pur bellissimi, e che conosco molto bene da quasi trent'anni, anche per averci lavorato, e conoscendone alcuni segreti che il pubblico non puo' sapere, mi viene a mancare il fattore sorpresa, come e' vero che le dimensioni delle sale stimolano ad esporre le opere di conseguenza...
Comunque si comincia, all'inizio delle Corderie, questa volta, per fortuna, piuttosto rispettate nelle loro proporzioni spaziali; s'incontra un'elegante installazione di Lygia Pape, ogni tanto si ritrovano i soliti simpatici affastellamenti di oggetti, poi ci sono le sale dei 'giochi elettrici'.
Interessanti le cinque stanze cromatiche di Cildo Meireles. Subito dietro una suggestiva (come sempre) video installazione di Grazia Toderi, un'altra, di luci di Chu Yun, i giganteschi mostri di Huang Yong Ping ed il bellissimo gioco fotografico prospettico NILS NOVA.
Poi arrivando alle Tese delle Vergini, la mostra Collaudi, Omaggio a F.T.Marinetti, curata da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli, che utilizzando molto bene lo spazio che ora si chiama Padiglione Italia, propone una scelta di artisti ben equilibrata,e con alcune cose interessanti, come le sculture di Aron Demetz; piu' avanti, nel giardino un accurato omaggio a Pietro Cascella.
Arrivando ai Giardini, l'ex Padiglione Italia ora si chiama Palazzo delle Esposizioni, e si entra immergendosi nell'acqua, siccome la facciata,sotto il portico e' diventata un grande mare azzurro. Mi ha colpito Nathalie Djurberg con il suo gigantesco giardino da incubo.
Il Giardino Scarpa ben restaurato e' riempito di una musica cinese a troppo alto volume. Hans Peter Feldmann ha portato la sua collezione di giocattolini che, anche se fanno ombre suggestive, ci ricordano cose viste TROPPE volte.
Al di la' della stanchezza, il caldo, il peso dei cataloghi, l'eta', indubbiamente, mi sono non poco annoiato! Prima che arrivasse una pioggia torrenziale sono riuscito a fare un giro per i padiglioni nazionali e mi ha colpito il lavoro di Miquel Barcelo' in quello spagnolo, il Belgio con il lavoro ecologico di Jef Geis, l'Ungheria dove l'intensissima ed inquietante installazione di Pe'ter Forga'cs tocca frenologia, psichiatria, persecuzione, internamento.
In Finlandia ci si occupa di sicurezza e protezione civile (Jussi  Kivi) .In Russia c'e' una sorta di casa delle streghe, ma anche nei paesi nordici ci si occupa di abitazioni: la Danimarca 'mette in vendita' una casa borghese dove non abiterei mai, mentre i Paesi Scandinavi propogono la casa di un collezionista gay dove abiterei MOLTO volentieri!,anche con un disegno del David rivisto da Tom of Finland.
Fine prima puntata.


Seconde annotazioni sulla 53a Esposizione Internazionale d'Arte. Questa mattina di buon' ora - non spaventatevi, la Biennale apre alle dieci! - mi sono presentato ai cancelli dei Giardini dove c'era gia' una bella coda,  anche se non era piu' tardi delle 9,40.
Appena entrato mi sono catapultato davanti al padiglione americano, e dopo una breve attesa sono entrato per vedere il lavoro di Bruce Nauman: Topological Gardens  in cui si passeggia  fra mostri, lemuri, azioni, frammenti di corpo; c'e' una sala di teste variamente torturate, ed una, magnifica, di coppie di mani che interpretano mudra reinventati, in ultimo un'installazione di teste-vasca-fontana-neon, e poi ci sono tanti neon fuori,tutto intorno al bell'edificio, insomma un bel viaggio impegnativo!
In Francia ho visitato LE GRAND SOIR di Claude Le'veque. un'elegante gabbia a forma di croce, che occupa tutto lo spazio, e che si percorre, le pareti sono argento, alle tre estremita', oltre le sbarre, cupe, sventolano bandiere nere su un pedale di suono fortemente vibrato.
Accanto, il padiglione delle repubbliche Ceka e Slovacca e' trasformato in giardino con un viale, e' un gioco interno-esterno con le medesime piante del parco 'casualmente' dentro l' edificio, il lavoro si chiama LOOP ed e' di Roman Onda'k.
Interessante l'Uruguay con tre artisti ed una videoinstallazione attorno ad un cantore-attore orso, la mostra si chiama CRITICAL LANDSCAPES.
Neanche in Romania c'era coda, per cui sono entrato nel labirinto creato da Stefan Constantinescu, Andrea Faciu, Ciprian Muresan, per il loro THE SEDUCTIVENESS OF THE INTERVAL, si puo' anche salire di un piano e godersi un giardinetto pensile!
Suggestivissimo il lavoro proposto dalla Polonia: OSPITI di Krzysztof Wodiczo, lo spazio vuoto, in penombra, archi all'intorno, controluce, figure si muovono, ombre in trasparenza, cui si sovrappongono le figure dei visitatori colorati.
La Corea, quest'anno gioca sulle trasparenze ed e' piacevolmente interessanta cogliere a pieno la struttura architettonica del padiglione, artista. Haegue Yang.
Non sono riuscito ad entrare in Inghilterra, ogni volta che guardavo la coda era aumentata di alcuni metri!
Una prossima volta, come l'Olanda e le interessanti videoinstallazioni di Fiona Tan che meritano piu tempo e piu' calma. Sono tornato in Russia per rivedere la casa inquietante, e nei Paesi Nordici per respirare l'atmosfera di quella del collezionista. Ho continuato poi il giro in citta', ma ne parlero' nella terza puntata, insieme con cio' che mancava dei Musei Civici ed alle due signore ospitate nelle due sedi della Fondazione Bevilacqua La Masa: Rebecca Horn e Yoko Ono, giusto per stimolarvi  l'appetito!

Terza puntata delle annotazioni intorno alla 53a Esposizione Internazionale d'Arte ed a cio' che sta accadendo a Venezia, in ambito artistico-espositivo, da ora e per i prossimi mesi sino all'autunno inoltrato.
Come ormai tutti sappiamo, quando c'e' una Biennale, Venezia vive mesi di eventi artistici, decine di mostre in palazzi, gallerie d'arte, edifici pubblici luoghi insoliti, cosi' che capita spesso di poter entrare in palazzi privati di straordinaria bellezza, magari 'occupati' da opere di grande importanza. Quelle che proporro' sono le mie suggestioni, oggettive ed opinabili, ma assolutamente sincere. Aggiungo che per chi dovesse venire nei prossimi mesi (consiglierei subito o verso la fine dell'estate, magari durante la Mostra del Cinema per cogliere anche qualche buon film e vivere l'atmosfera simpaticamente pazzerella del periodo, oltre ad evitate calori ed afrori...) dovrebbe avere l'accortezza di farsi un programma il piu' possibile dettagliato di cio' che maggiormente interessi, cosi' da risparmiare energia da poter indirizzare al meglio.
Accanto all'ingresso dell'Arsenale potrete vedere MAKING (PERFECT) WORLD: Harbour, Hong Kong, Alienated Cities, Dreams di Pak Sheung Chuen, lavoro interessante ed ironico, fin dal titolo; poco lontano, passato il ponte dell'Arsenale, nel padiglione georgiano, l'interessante lavoro di Koka (Akaki) Ramishvili e' intitolato CHANGE IN DRAWNING ORCHESTRA, molto stimolante e suggestivo il taiwanese Lee Sun Don proposto da Achille Bonito Oliva, che durante tutti i mesi di apertura, completera' i dipinti esposti alla luce della sua visione buddista della creazione artistica, si tratta di CREATE & CHANGE...a Palazzo Pisani Santa Marina.
Imperdibile il padiglione di Singapore a Cannaregio, ad un passo da Campo S.Apostoli: MING WONG in cui viene rivisitata l'atmosfera e l'amore per il cinema di quel paese ricreando film nazionali d'epoca con videoinstallazioni molto intriganti... ed interpreti en travesti!
Il padiglione lituano e', quest'anno, ospitato nella straordinaria, sansoviniana Scuola Grande della Misericordia , l'installazione di Zilvinas Kempinas s'intitola TUBE...non vi dico nulla: non perdetevela!
Attraversando il Canal Grande si raggiunge Ca'Pesaro dove, al secondo piano finalmente riaperto i Musei Civici presentano NON VOLTARTI ADESSO, opere di Lorenza Boisi, Sergio Breviario, Flavio Favelli, Anna M. Franceschini, Giulio Frigo, Paolo Gonzato, Franco Guerzoni, Liliana Moro, Luca Trevisani, Nico Vascellari, ed insieme alle loro opere s'incontrano capolavori di alcuni dei maggiori artisti italiani del novecento.
A Palazzetto Tito, sino al 28 Settembre:ANTON'S MEMORY di Yoko Ono, premiata, fra l'altro, in questi giorni, con il Leone d'oro:  e' un omaggio all'impegno ed alla coerenza di questa grande artista. Come quest'ultima, anche Rebecca Horn e' ospite della Fondazione Bevilacqua La Masa, ma nello spazio di Piazza S.Marco, e sino al 20 Settembre, percorso artistico intenso e senso continuo di approfondimento, di sala in sala.

emilio campanella


Orbene, dove eravamo rimasti! Ah! Si, qualche settimana fa avevo promesso di completare l'argomento relativo alla mostre d'arte in corso a Venezia in questi mesi.
Iniziero' dalle Star: innanzitutto la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ai Magazzini del Sale alle Zattere.
Premesso che la magia del luogo, gia' da' un'emozione,in aggiunta alla forza delle opere che quando si entra sono gia' in posizione (consiglio di andare all'apertura alle 11,30 per vedere l'avvicendamento dei quadri).
Ci si trova come sulle tavole di un palcoscenico, dieci opere escono di scena, dopo aver interpretato la loro parte in commedia, altre ne entrano per la seconda pièce cui assisteremo.
Un raffinatissimo gioco di rituali ritmi tecnologici. Un tondo rimane a testimoniare del prima e del dopo. Il secondo gruppo interagisce con questo, si tratta di otto cerchi inscritti, un quadrato, un quasi-cerchio.
Voltandosi per uscire si vede il rigore architettonico dell'ingresso, quasi piloni di tempio egizio del nuovo regno. L'azione dura circa un'ora, fra il movimento dei quadri, il loro allineamento, ed il rientrare ai loro posti; poi un'attesa carica di emozione, ed ecco muoversi gli altri, sfilare, girarsi, fermarsi, con suoni meccanici discreti dei bracci scuri che si muovono lungo il binario in alto. Evocati suoni di gru, di porto. Questa realizzazione di Renzo Piano e', fra l'altro, assolutamente in sintonia con l'antico edificio.
Punta della Dogana, Francois Pinault Foundation. Guardando con calma l'edificio, cui si accede da Campo della Salute, e che ora e' nuovamente fruibile nel suo percorso esterno il cui discretissimo restauro restituisce la purezza rigorosa delle linee, considerando l'interno, non si puo' non riconoscere l'eleganza del lavoro dell'architetto, ma contemporaneamente cogliere una sensazione di contrasto, della struttura preesistente, con l'intervento attuale, infatti, l'impressione -non solo mia- e' che Tadao Ando sia andato contro l'edificio, negandone la struttura.
E' cio' che molto spesso accade alle Corderie dell'Arsenale, quando i curatori -quest'anno un poco meno- interrompono la fuga delle colonne ch'e' il grandissimo valore di quella architettura.
Qui si pone il medesimo problema, infatti, quasi impossibile risulta cogliere, istintivamente, la struttura triangolare dell'edificio,che ne e' la grande meraviglia, come impossibile risulta fruirne la posizione fra Canal Grande e Canale della Giudecca, poiche' gli 'occhi' non sono regolarmente 'aperti', quindi non si ha l'impressione di prora di nave, ch'era il suo scopo.
L'esposizione in corso si chiama: MAPPING THE STUDIO: Artists from the Francois Pinault Collection, contemporaneamente anche a Palazzo Grassi, non e' indicata una data di conclusione della manifestazione visitabile dalle 10 alle 19 escluso il martedi. Certo e' curioso che la mostra di una fondazione francese in Italia porti un titolo inglese!
Nell'isola di S. Giorgio Maggiore, la Fondazione Cini ospita, nel refettorio dove e' esposta la copia tecnologicamente perfette delle Nozze di Cana di Paolo Veronese, THE WEDDING AT CANA, A vision by Peter Greenaway. cinquanta minuti di furbe abilita' con l'abituale e colta sapienza; infatti il brano musicale corrisponde all'epoca del dipinto, le voci dei protagonisti sono di discendenti dei nobili veneziani rappresentati; tutto condito con la nota passione numerologica maniacale ripetitiva e compulsiva, e ci piace perche' e' la sua cifra stilistica, solo che anche con le bellissime proiezioni spaziali in movimento il lavoro non dura piu di 23', ma ci viene riproposto esattamente eguale- subito dopo- in inglese, mentre la prima volta le voci parlano in veneziano con i sottotitoli...non sara' che si e' voluto arrivare ad una durata di spettacolo per giustificare il biglietto d'ingresso? CRT Artificio con Change Performing Art, sino al 13 Settembre. Alle Zattere , ad un passo da S.Basilio, MAKING INTERSTICES del Central Asia Pavilion che presenta opere ed installazioni particolarmente stimolanti.
GLASS STRESS a Palazzo Cavalli Franchetti all'Accademia, una mostra di opere in vetro dei piu' grandi artisti del '900 (Raushenberg, Fontana, Arp, Kounellis...vi bastano?).
COLLISION ZONE, Padiglione del Lussemburgo a S.Samuele, lavori di Gast Bouschet e Nadine Hilbert, di grande impatto.
Il lavoro di Kristina Norman, AFTER.WAR, padiglione Estone a S.Samuele. Bruce Nauman, oltre che ai Giardini, a Ca' Foscari ed ai Tolentini, nella sede dello IUAV, la mostra s'intitola sempre TOPOLOGICAL GARDENS.
Il delizioso e divertentissimo padiglione tailandese, di fronte alla stazione di S.Lucia,intitolato PASSAGE, Gondola al Paradiso, ambientato come una pazza agenzia di viaggio. STEPPES OF DREAMERS , installazioni di Illya Chichkan e Mihara Yasuhiro, Palazzo Papadopoli a S.Polo, magnifico lavoro che parte al piano terreno, ed al piano nobile reinventa e valorizza lo spazio delle sale sontuose con luci, macchine celibi, video ambientati nel palazzo: imperdibile!
SUBTIZIANO di Alexander Ponomarev a Ca'Bernardo, variazioni su tema attorno sommergibili, simpaticamente pazzo!Verrebbe voglia di salire su quello ch'e' attraccato fuori ed andarsene! DADO, artista montenegrino che ha creato un omaggio a Palazzo Zorzi che lo ospita: il lavoro s'intitola ZORZI ELEGIES. Nella corte del palazzo,ad un passo da C.po S.Zaccaria,hanno preso forma mostri multipli, chimere in cui si mescolano differenti regni della natura.
Dire che sono inquietanti e' poco, ci salva solo la solarita' del luogo e l'aria aperta in cui respiriamo. L'artista ha un'aria da genio benevolo...mai fidarsi!
MONA HATOUM al terzo piano della Fondazione Querini Stampalia. Una mostra memorabile di quest'atrista poliedrica e ricchissima; al secondo piano, invece un percorso integrato di discretissime installazioni nel museo stesso.

emilio campanella

Pride nazionale a Genova, una prima volta che, spero, possa diventare una consuetudine; in effetti lo aspettavo dal 2004, quando la citta' e' stata capitale europea della cultura, insieme a Lille, e moltissime iniziative culturali l' avevano contraddistinta, ma comunque, meglio tardi che mai! Buone le premesse in citta', accurato il programma, ben dettagliato per cio' che la citta' offre dal punto di vista turistico, e non e' poco!
Simpatico il Genova Pride Village, su un molo del suggestivo Porto Antico, e poi, un grande successo il corteo, salutato da molta festosa partecipazione.
Un lungo percorso partendo dal Palazzo del Principe (Andrea Doria), piazza Acquaverde (Stazione Principe), via Balbi dove una lunghissima sosta mi ha fatto preoccupare, infatti, dal camion degli orsi marinai, di cui ero ospite per buona parte della sfilata, vedevo lampeggianti in lontananza.
Infatti piu' tardi si e' saputo del serio malore di una trans del gruppo di S.Benedetto al Porto di Don Gallo.
Poi la velocita' si e' fatta, per cosi' dire, sostenuta gia' in Piazza della Nunziata dove un foltissimo gruppo di sudamericani sorridentissimi salutava festosamente il passaggio della manifestazione.
In piazza della Zecca sono saltato giu' ed ho fatto a piedi via Cairoli e l'amatissima via Garibaldi, per evitare il tunnel, ed ho raggiunto il corteo in Piazza Fontane Marose mescolandomi agli amici milanesi degli ORSI ITALIANI, ma anche ritrovando amici genovesi che non vedevo da molti anni (occasione poi, a manifestazione conclusa, per una cena festosa a base di focaccia con il formaggio).
Quindi via XXV Aprile, via Roma, Piazza Corvetto, via Serra, la Stazione Brignole, e via verso il traguardo, via XX Settembre, e Piazza De Ferrari dopo il silenzio per la tragedia iraniana; la presenza di Lella Costa, madrina del Pride genovese, Vladimir Luxuria e Franco Grillini alla testa del corteo da subito, ed il Sindaco, Signora Marta Vincenzi a ribadire come questo sia solo l'inizio di un discorso importante per la citta', e dopo un applauso ed un augurio per l'infortunata.
Dopo cena un salto alla festa discotecara alla Fiera del Mare dove molti di noi, per motivi differenti, si sono fermati ben poco, ma che e' risultata, nell'impressione di tutti, organizzata in maniera ben poco efficace.                   
OSSERVAZIONI
1) Una vera invasione di orsi, eppure non e' il primo Pride Nazionale per me, e neppure locale, specialmente Milano e Roma, ma una concentrazione simile non la ricordavo, da perdere la testa!
2) trent'anni fa, durante la mia giovinezza genovese, non avrei mai potuto immaginare che avrei partecipato ad una simile manifestazione gay nella mia citta'! Insomma, anche in Italia qualcosa si muove, anche se LENTISSIMAMENTE, infatti siamo indietro di circa cinquant'anni in confronto al resto dell'europa, ormai anche dietro all'Irlanda!!!

emilio campanella

(nota: qui troverete moltissime foto del pride, e in particolare dello spezzone bear)


ORSI ITALIANI