ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Maggio - Giugno - Luglio 2013


STANZE POETICHE DEL VETRO - UOMINI - DA TINTORETTO ALLO SPAZIALISMO - E CHE BACCANO SUL CASO STRANO / E CHE COMMENTI PER LA CITTA' - MUVE CONTEMPORANEO - EMILIO VEDOVA, LEITMOTIV DELL'ESTATE - ART NIGHT 2013 - ARTE IN CASA - FONDAMENTI, FONDAZIONI, FONDAMENTE...
 
55a MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE DI VENEZIA: IL PALAZZO ENCICLOPEDICO -
AI WEI WEI, ORSETTO CINESE, A VENEZIA - A PASSEGGIO FRA I PADIGLIONI - CINA, FRA PRESENZE E SUGGESTIONI - LA PRIMA VOLTA DI... 
A Venezia, la Fondazione Giorgio Cini, presenta, fino al 28 Luglio, la seconda esposizione intorno ad una delle arti che da secoli  contraddistinguono la citta' lagunare in tutto il mondo.
LE STANZE DEL VETRO di quest'anno (secondo incontro con Pentagram Stiftung, dopo CARLO SCARPA.VENINI 1932-1947) per la cura di Mario Codognato: FRAGILE?.

Un'ampia scelta di opere ed installazioni, ambientate ed illuminate con attenta cura, molte con una propria stanza dedicata.
Si va dagli anni '60 ad oggi  fra ispirazione poetica, provocazione, prorompente denuncia, ironia, gioco, dramma.
Molti nomi di artisti importanti: Duchamp, Mario Mertz, Giovanni Anselmo, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Gilbert & George, Giuseppe Penone, Mona Hatoum, Monica Bonvicini, Claire Fontaine. solo per citarne alcuni.

L'installazione che mi abbia maggiormente colpito e' di Joseph Beuys: TERREMOTO IN PALAZZO, 1981: alcuni grandi, vecchi tavoli, oggetti frantumati, cocci dopo una deflagrazione non si sa piu' se morale o fisica, se dovuta ad un conflitto, oppure ad eventi naturali, come ne abbiamo visti tanti e continuiamo a vederne quando la terra trema o quando l'uomo si distrugge... ancora: DREAM OR GLORY  di Damien Hirt del 2001, una installazione ironica e respingente pienamente nel suo stile, ma, per una volta, senza vittime!

L'intensissimo DUST TO DUST del 2009 di Ai Weiwei: un grande vaso di vetro, urna cineraria contenente polvere di ceramica del Neolitico... opera di grande impatto emotivo grazie alla grande discrezione, e dalle molteplici sfaccettature d'interpretazione.
Da ultimo, Pipilotti Rist con il suo video EVER IS OVER ALL del 1997... ironoco e feroce al solito.


emilio campanella
Una frotta di uomini si da convegno nella sede della Cassa di Risparmio di Venezia dal 15 Maggio al 14 Giugno.
Si tratta della nuova proposta di mostra fotografica, che si puo' visitare nel Salone cui si accede da Campo S.Luca, quanto da Campo Manin, organizzata dal Circolo La Gondola.

Una mostra a tema sul filo dell'ironia, dell'attenzione al lavoro, dei tic, dei ruoli sociali, degli atteggiamenti, dello stile dell'animale uomo, colto dall'occhio maschile quanto da quello femminile, ed e' interessante il raffronto.

Si tratta di ventidue fotografi per trentanove scatti esposti.

La mostra s'intitola proprio UOMINI e le persone colte dagli attenti obiettivi non hanno un nome, o quasi, siccome a Venezia ci si conosce un po' tutti, per lo meno di vista, ne' le immagini hanno titolo. Questo lascia ampia liberta' di osservazione nel pubblico.

Per primo cito l'orsone tatuatissimo, dallo sguardo mansueto ritratto da Stefano Pandiani,  poi l'ironica foto di Maria Teresa Crisigiovanni in cui vediamo dei pantaloni inginocchiati davanti ad una donna la cui gamba dal piede calzato da una scarpa dal tacco molto alto, cogliamo solo al di sotto del ginocchio...
Mirella Doni e' presente con un'immagine quasi astratta di materiali che paiono abbandonati in una calle... facendo attenzione scopriamo canne di fucili e bimbi dissimulati che giocano alla guerra. Anna Zemella coglie un gondoliere intento a lavare a sguazzo il suo 'luogo di lavoro'.

Stefania Galluccio ritrae un viveur in un' ambientazione anni '50: smoking e coppa di drink in mano, un sopracciglio alzato, sguardo in macchina.
Suo anche l'onore della copertina del piccolo catalogo pubblicato per l'occasione: un'inquietante dandy in frac, un coniglio bianco che salta fuori dal cilindro!

emilio campanella

E' sicuramente un titolo ad effetto, ma e' anche assolutamente il salto  temporale che lega due grandi artisti a distanza di cinque secoli nella mostra: VEDOVA TINTORETTO, presentata ed inaugurata il 23 Maggio alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia, dove rimarra' aperta al pubblico sino al 3 Novembre; una collaborazione fra l'Arciconfraternita e la Fondazione Emilio ed Annabianca Vedova.

Chi conosce il luogo ha presente la sontuosa , ed al tempo stesso raccolta bellezza, il perfetto connubio fra le architetture ed i Teleri di Jacopo Robusti.

Con molta discrezione, ed altrettanta forza di contrasto, i curatori (Germano Celant e Stefano Cecchetto) hanno sistemato otto grandi pannelli di Vedova, in alto,  sospesi al centro del soffitto della sala del piano terreno, creando un dialogo serrato fra questi ed le opere del Padrone di Casa, e imponendo un inevitabile raffronto visivo che rileva lo strettissomo legame fra il pittore del XX secolo con quello del XV.

Salendo le scale, sul ballatoio sono state sistemante due piccole sculture corrusche come certe drammaticissime tele di Tintoretto, e nel salone del primo piano alcuni studi di Vedova da tematiche di Robusti e lo straordinario Ciclo 62 (B3) di fronte alla Visitazione di Tintoretto.

Una magnifica occasione per rivedere questo luogo straordinario (l'ultima volta, per me, era stato in occasione della lavorazione di TUTTI DICONO I LOVE YOU di Woody Allen) detto da alcuni La Cappella Sistina di Tintoretto, accanto ad uno dei massimi pittori italiani del Novecento.

emilio campanella

Quattro righe introduttive a proposito della 55a Mostra Internazionale d'Arte di Venezia che, curata da Massimiliano Gioni, sara' aperta ai Giardini di Castello e negli spazi dell'Arsenale, dal 1° Giugno al 24 Novembre.

Solo un'introduzione, dunque siccome si tratta di una mostra a suo modo sterminata, e non certo nel modo deteriore, ma poiche' secondo me, al di la' del desiderio dichiarato di assumersi, appunto, una responsabilita' enciclopedica, il curatore ha coinvolto molte e molteplici personalita' che si sono interrogate e s'interrogano intorno al mondo che ci circonda ed i suoi tanti problemi, siano essi geologici, ambientali, dovuti a conflitti, allo sfruttamento della natura; al posto dell'uomo nel mondo ed il suo ancichissimo tentativo di interpretare questo luogo misterioso, solo apparentemente comprensibile da parte di pochi.

Per fare un esempio e' presente la Grafic Novel, ora si chiamano cosi', che il grandissimo R. Crumb dedico' all'Antico Testamento, ed accanto a lui, prima e dopo, nel lungo percorso delle Corderie, anche da 'non-artisti' ovvero artisti non ufficiali, oppure non ancora, ma poi che cosa siano gli artisti e l'arte stessa, sono interrogativi che ci porterebbero lontanissimi...

Rimaniamo alle Corderie, e facciamo l'unico appunto al curatore... il solito.

Ha tradito anche lui questo straordinario spazio orizzontale e la sua emozionante fuga di colonne, ma ha valorizzato e sacralizzato la cupola di Galileo Chini del Palazzo delle Esposizioni ponendovi al centro il Libro Rosso esoterico di C.G.Jung.

Ora siamo in questo caotico edificio la cui struttura scombinatamente labirintica non riesce a disperdere il coerente progetto espositivo: ci si puo' perdere, sbagliare strada, ritornare due volta nella stessa sala, ma va bene cosi', nonostante questo non si perde il filo, proprio perche' un legame logico, un filo profondo lega opere ed artisti: la spiritualita'? L'anima? L'anelito al sacro? Forse tutto questo, anche attraverso immagini forti, corrusche, talvolta profondamente tragiche, e di una drammaticita' lancinante. Continua...

emilio campanella

L'artista inviso a quadri del potere del governo cinese e' presente alla 55a Biennale in tre luoghi diversi: nel padiglione francese prestato alla Germania dei Giardini ed in altri due punti della citta', a S. Antonin, chiesa rinascimentale appena restaurata con grande cura ed in un ambiente del'ex Convento delle Zitelle alla Giudecca.

Questi ultimi due spazi sarano aperti al pubblico sino al 15 Settembre.

S.A.C.R.E.D. e' un'opera concepita appositamente per il luogo che la ospita: una magnifica chiesa che la maggior parte dei veneziani non conosce, da tanto tempo era chiusa!

Sei grandi cassoni di ferro occupano lo spazio dell'edificio: sono i diorami che rappresentano, in dimensioni appena ridotte in confronto al reale sei stazioni della perdita della della liberta' e del tentativo di ridurre la dignita' dell'artista, durante gli ottantuno giorni della sua prigionia, da parte dei carcerieri che spiano e giudicano ogni sua azione quotidiana, anche la piu' intima...

Noi possiamo guardare dall'esterno attraverso degli spioncini, testimoni di questa violenza, e quanto complici?

Allo Zuecca Project Space, accanto alla Chiesa delle Zitelle, appunto, e' esposta una versione ingrandita di STRAIGHT costituita da 150 tonnellate di barre d'acciaio recuperate dopo il terremoto del 2008 a causa del quale persero la vita oltre 150 bambini... questi materiali costituivano le strutture portanti di edifici scolastici... di queste cose non bisognerebbe parlare, figuriamoci farne opere di denuncia!

AI WEI WEI - DISPOSITION titolo complessivo dell'evento e' una collaborazione fra Lisson Gallery, Zuecca Project Space, Biennale di Venezia

emilio campanella




Suggestioni facendo una prima scelta delle mostre delle partecipazioni nazionali della 55a Mostra Internazionale d'Arte di Venezia.

Mesi or sono, quando ancora stava creando la sua mostra, il curatore, Massimiliano Gioni, aveva cercato di sensibilizzare i commissari dei padiglioni nazionali nei confronti della tematica di quest'anno in modo che, il piu' possibile ci fosse una sintonia fra le molteplici esposizioni.

Alcuni hanno seguito, altri no, altri ancora hanno scelto argomenti di punta del momento, ad esempio Vadim Zakharov con la sua installazione intitolata DANAE ha bucato il pavimento del primo piano del padiglione russo, e con una macchina complicata ed ironica ha creato una pioggia di denaro al piano inferiore dove passeggiavano ragazze protette da ombrelli trasparenti... sembrava l'immagine di certi vecchi film di Godard!

Di fronte, il magnifico edificio dei Paesi Nordici, firmato da Alvar Aalto ospita una mostra-ambiente-installazione dedicata alla natura, in penombra, dalle luci perfette, intensamente struggente. L'opera s'intitola FALLING TREES e si deve al finlandese Terike Haapoja.

Kimsooja crea una macchina delle attese proponendo al padiglione coreano: TO BREATHE: BOTTARI... preparatevi ad una lunga coda, si entra cinque per volta, intanto si firma una liberatoria, poi, si lasciano le scarpe fuori... non oso immaginare le giornate di pioggia!!! Una volta entrati fra pareti, pavimento specchianti e vetri esterni iridescenti, viene consegnato un numero; arrivato il proprio turno ci si siede su di una panchina e si attende di essere ammessi ad una stanza misteriosa... un notevole rituale che prelude a qualcosa che non rivelo per deontologia...

Poco lontano la Francia che quest'anno e' nel padiglione tedesco, ed obbliga ad attese estenuanti per RAVEL RAVEL UNRAVEL di Anri Sala. Elegantissimo insieme di ambienti e videoinstallazioni che ruotano su un lavoro filologico intorno al grande musicista.

In Canada: SHARY BOYLE: MUSIC FOR SILENCE di Shary Boyle; un gioco di luci e di suoni di grande ironia.

 In Germania, nel padiglione tradizionalmente francese, un gruppo di personalita' come AiWeiwei ed il suo intreccio 'volante' di sgabelli, Romuald Karmakar, Santo Mofokeng, Dayanita Singh.

Dai Giardini faccio un salto all'Arsenale, dove nella Sala d'Armi e' ospitato il padiglione degli Emirati Arabi Uniti dove Mohammed Kazem presenta la sua sorprendente installazione: WALKING ON WATER. si entra in un ambiente semisferico, in penombra, ci portiamo avanti come su un pontiletto protetto da ringhiere, sino ad una piccola tolda circolare che si apre dinanzi a noi, intorno una visione stereoscopica di mare, un mare tranquillo ed incessante nel suo movimento, potrebbe essere poco prima dell'alba, come l'imbrunire appena prima che cada la notte, camminando barcolliamo come su un battello, uscendo, guardando l'esterno no, consiglio di riprovare per avere conferma dell'interessante esperienza sensoriale.
Un lavoro notevolissimo!  Continua...

emilio campanella

Retrospettive ed evocazioni alla ed intorno alla 55a Mostra Internazionale d'Arte di Venezia.

Ovunque ci si giri, in questo momento, a Venezia, s'incontra qualche cosa di cinese, e non intendo i negozietti che vanno dalla pacottiglia all'artigianato, dagli oggetti di pregio alla moda, ma l'arte cinese contemporanea. L'inizio risulta doverosamente essere dedicato al padiglione della Repubblica Popolare Cinese all'Arsenale; TRANSFIGURATION il titolo della mostra, con differenti presenze su cui spicca quella di Shuyong con il suo GUGE BRICKS: muro semidiroccato di eversivi mattoni trasparenti.

Di fronte, all'Arsenale Nuovissimo, cui si accede scendendo dal battello alla fermata Bacini: CROSSOVER: A dialog between the chinese art of Hubei and the new italian art scene, un bello scontro-dialogo-confronto fra artisti, decisamente stimolante, nella Tesa 113 Nord.

Continuando sulla stessa riva, poco piu' lontano: VOICE OF THE UNSEEN/CHINESE INDEPENDENTART 1979-TODAY alle Tese e Nappe. Esposizione enorme, interessantissima e stimolantissima, ricca di opere potenti e forti suggestioni, richiede molto tempo ed altrettanta attenzione anche per scoprire opere in tutti gli anfratti dei grandi ambienti.

Portandosi poco piu' avanti, ecco PASSAGE TO HISTORY: 20 years of La Biennale di Venezia and Chinese Contemporary Art, evento collaterale - come i due precedenti - curato da Lu Peng ed Achille Bonito Oliva, altra ampia esposizione ricca di stimoli e di importanti opere, alcune delle quali si rivedono volentieri.

Invece di tornare sui propri passi si puo' uscire sul lato posteriore trovandosi sulla passerella che costeggia il muro esterno dell'Arsenale ed arrivare alla fermata Celestia del battello. continuando si puo' raggiungere la Fondazione Querini Stampalia dove Qiu Zhijie con il suo THE UNICORN AND THE DRAGON, crea un percorso di suggestioni ed evocazioni fra cartografia e mito, ambientato nel piano nobile del palazzo; il sottotitolo della mostra e': Una cartografia delle collezioni della fondazione Querini Stampalia, Venezia e del Museo Aurora di Shangai.

A Santa Maria della Pieta': RAPSODY IN GREEN di un gruppo di artisti taiwanesi fra suggestioni del passato e realta' attuali legate all'ambiente. L'artista Hongkonghese Lee Kit presenta il suo lavoro: 'You(you)' in Campo della Tana.

Al Palazzo delle Prigioni Vecchie il NON padiglione taiwanese, siccome la mostra s'intitola: THIS IS NOT A TAIWAN PAVILION... ed io non discuto la scelta!

Anche Omar Galliani, nella sua installazione al Caffe' Florian di Piazza S.Marco, inventa un ambiente dedicato alla principessa LYU JI ricreando completamente una saletta, dalle pareti alle boiseries ai tavolini lavorati artigianalmente su cui e' intervenuto, inventando una 'cineseria contemporanea'.

Concludo ritornando sulla presenza delle opere di Ai Weiwei di cui ho gia' parlato: da BANG al padiglione tesesco ai Giardini, a DISPOSITION AIWEIWEI nella chiesa di S.Antonin, denuncia durissima e sconvolgente della violenza del potere contro un uomo inerme che ha la sola colpa di denunciarne l'ipocrisia, e nell'ambiente accanto alla Chiesa delle Zitelle in ricordo del terremoto e dei bambini che furono vittime del crollo delle scuole.

emilio campanella

Nuovi Padiglioni, nuovi paesi ospiti alla 55 Mostra Internazionale d'Arte di Venezia, La Biennale.

C'e' sempre una prima volta, si dice, ci sono sempre numerose prime volte nella vita di ognuno, ora e' il caso di 'nuovi' paesi che si affacciano alla rassegna internazionale d'arte di quest'anno; ulteriore ampliamento di un confronto e di una conoscenza delle esperienze artistiche di paesi anche molto lontani... benche' qualche firma, peraltro,  molto autorevole cominci ad nutrire dei dubbi su una formula, unica nel panorama espositivo di tutto il mondo.

Per parte mia ho sempre amato questa eterogeneita' di proposte...

Mi scuso anticipatamente della pedantesca struttura alfabetica di questo resoconto, ma per evitare dimenticanze mi affido alle note informative dell'accuratissima cartella stampa fornita dalla Biennale.

Si parte con l'ANGOLA di cui ho gia' parlato nel pezzo dedicato ad Art Night, aggiungo che l'installazione integrata nel percorso di Palazzo Cini, ha ricevuto il Leone d'Oro come Migliore Partecipazione Nazionale.

BAHAMAS che con POLAR ECLIPSE di Tavares Strachan propone suggestioni paesaggistiche, di esplorazione e di studio.

REGNO DEL BAHREIN con IN A WORLD OF YOUR OWN.

REPUBBLICA DELLA COSTA D'AVORIO che al Centro Spiazzi, spazio gia' suggestivo, presenta: TRACES AND SIGNS ed un gruppo di artisti di grande forza.

REPUBBLICA DEL KOSOVO con 'la grande zolla' di Petrit Alilaj... una montagnola di terra nelle cui viscere si entra, per poi tornare in superficie...

KUWAIT, NATIONAL WORKS a Palazzo Michiel del Brusa'.

MALDIVE, PORTABLE NATION, Disappareance as Work in Progress - Approaches to Ecological Romanticism, interessantissimo percorso alla Fondazione Gervasuti.

PARAGUAY, THE ENCICLOPEDIC PALACE OF PARAGUAY a Palazzo Carminati.

SANTA SEDE,I N PRINCIPIO, Studio Azzurro, Josef Koudelka, Lawrwnce Carrol. Commissario il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Card. G.Ravasi; curatore: Antonio Paolucci. Molto elegante, ma non certo di prorompente innovativita'.

TUVALU...l'unico che ancora non abbia visto, essendo MOLTO decentrato, ma provvedero' al piu' presto.

Continua...


emilio campanella



Marc Quinn ed altro, in mostra in questi mesi a Venezia.        

Siccome abito alla Giudecca, alla fermata delle Zitelle, sono ad un passo dall' isola di San Giorgio, ed almeno due volte al giorno vedo l'opera dell'artista inglese posta accanto alla facciata palladiana; una 'riproduzione' molto in grande di un'opera precedentementes esposta a Londra, anche quella molto vistosa, non solo per l'aspetto che colpisce.

Questa versione compare e scompare, essendo, come dire, gonfiabile.

E' il ritratto di una donna inglese focomelica, qui colta durante una gravidanza incipiente.

La citazione da Francesco Maria Piave - il libretto del verdiano BALLO IN MASCHERA ( Atto II) - proprio perhe' i commenti sull'opera in questione si affastellano e si accavallano: ricordo due signore di mezza eta' che rimasero simpaticamente deluse non vedendo il pistolino dove avrebbero sperato, la bella testa ha i capelli molto corti, e l'androginia puo' essere una possibilita' di equivoco, nonostante seno e pancione... ma quanti orsoni hanno una simile struttura da babbo/mamma!

Due veri uomini l'avevano immediatamente definita 'recion' uno poi che nell'arte ci aveva lavorato, facendo trasporti; la piu' simpatica una signora con un bimbo vivacissimo che mostrandogli la 'statua' lo interesso'  dicendogli come con il vento la testa della figura si muovesse...

Alla Fondazione Cini, dunque, un'ampia personale ( ad ingresso libero!) del notissimo artista inglese che presenta molti temi , forse troppi, molte sculture, molti quadri, molti filoni per un continuo provocare e proporre temi scottanti e drammatici, con il risultato di essere sempre un po' sopra le righe...

Gli effetti ci sono, ma sapendo quanto Quinn sia dotato, forse basterebbe meno, piu' suggerimenti e meno ribadire pesantemente cio' che gia' ampiamente si e' compreso... certo lascia il segno, ma lacera il foglio su cui scrive, se mi si passa la metafora... l'esposizione rimarra' aperta sino al 29 Settembre.

Continuando con le personali. ecco Sir Anthony Caro al Museo Correr sino al 27 Ottobre.

Un'agile e sintetica retrospettiva esposta ed illuminata magnificamente.TAPIES, Lo sguardo dell'artista, e' invece a Palazzo Fortuny dove numerose opere intensissime sono integrate perfettamente nel percorso museale; sino al 24 Novembre.

Sino all'8 Settembre, invece, a Palazzo Venier dei Leoni, presentata dalla Collezione Guggenheim, un'ampia personale dedicata a Robert Motherwell. Da ultimo, poco lontano Stefano Arienti, alla galleria Marignana, propone le sue COPERTINE, uno dei suoi tipici, certosini,lavori di intervento su materiali preesistenti, in questo caso copertine di dischi, di libri, ed una piccola stanza delle evocazioni, con un lavoro monocromo di traforo quasi pontilliste...ho iniziato con una mostra vistosissima, per arrivare, gradualmente, a questa, discretissima ed aperta sino 31 Settembre.  Contimua...

emilio campanella

Questa la sigla di presentazione dei Musei Civici Veneziani, come proposta di stagione in risposta ed in appoggio alla Biennale.

Se ho gia' parlato di Tapies al Museo Fortuny e di Sir Anthony Caro. esposto con molta cura e magnificamente illuminato al Museo Correr, e' ora doveroso occuparsi della nuova interessantissima sistemazione della Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro.... e' presto detto: un museo nuovo!

Questa presentazione che rivoluziona la disposizione delle opere creando nuovi confronti si chiama COLLOQUI ed e' particolarmente stimolante; ogni sala, o gruppo di opere di differenti artisti rientra nel capitolo di un discorso organico che accompagna il visitatore.

I temi proposti si leggono facilmente sulle pareti, come in alto su una pagina.

Un museo notissimo risulta completamente rinnovato, rinfrescato, vivificato, solo grazie a nuovi punti di vista che creano continue sorprese, emozioni, quasi suspence su cio' che puo' attenderci nella sala successiva.

Al secondo piano nobile: THE SONNANBEND COLLECTION, sino al 29 Settembre.

Una ricognizione ampia, ragionata ed organica su una delle piu' importanti collezioni di arte del secondo Novecento... inizio di una collaborazione... cio' che conta e' la perfetta collocazione nelle grandi sale rinascimentali.

Questo introduce ad un discorso che faro' successivamente e che riguarda le scelte espositive della vicinissima Ca' Corner della Regina, anche questo, capolavoro di Baldassarre Longhene, come il palazzo di cui ho appena scritto.

 Qui, in Ca' PRADA, sino al 3 Novembre "WHEN ATTITUDES BECOME FORM Bern 1969/Venice 2013. Meritera' un ampio discorso a parte, siccome questa era la sede dell'Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale, poi e' passato ai Musei Civici Veneziani, molto brevemente, ed ora e' casa d'altri... prima di concludere con l'ormai abituale continua, tornero' all'articolo precedente per una rettifica: Il libretto del verdiano UN BALLO IN MASCHERA non e' dell'incolpevole Francesco Maria Piave, ma di Antonio Somma, responsabile del divertentissimo e notissimo verso 'Sento l'orma de' passi spietati...' sempre dal secondo atto dell'opera.

emilio campanella

Avevo iniziato queste note d'arte, alla fine di Maggio, proprio con la straordinaria mostra di Vedova alla Scuola Grande di S. Rocco, ed ora cercando dei temi, degli incroci, degli incontri... e quest'anno non c'e' che l'imbarazzo della scelta, ho individuato una presenza veneziana, continua, importantissima ed emozionante, ovviamente, fra le esposizioni lagunari della stagione; ad esempio, i Musei Civici Veneziani suggeriscono  VEDOVA PLURIMO, che s'incontra al Museo Correr, a Ca' Rezzonico, a sorpresa, nelle sale del Tiepolo! A Ca' Pesaro, con la sua presenza leonina (era di questo segno, peraltro!).

Invece, nel 'suo studio' delle Zattere, la Fondazione Emilio ed Annabianca Vedova propone COSIDDETTI CARNEVALI... opere tridimensionali in cui la maschera ha una presenza, se non preponderante, fortemente evocativa, polemica, critica, interlocutoria sicuramente!

Non so perche', ma queste opere mi hanno fato pensare molto a Dario Fo ed il suo grammelot linguistico espressivo... forse perche' si tratta di due grandissime personalita' due grandi vecchi, coerenti ideologicamente ed artisticamente, ed anche per il legame teatrale ovvio che la maschera impone.

I Magazzini del Sale espongono, invece, anche in questo caso, sino al 24 Novembre, le sculture di un pittore, di cui parlo siccome e' ospite del Museo Vedova, si tratta di ROY LICHTENSTEIN SCULTOR, curioso esempio di sculture bidimensioneli e di, peraltro interessantissimi ritratti prospettici, vera scommessa con la terza dimensione, da parte di un artista che della superficie piatta ha fatto la sua cifra inconfondibile e coerente.

Continua...

emilio campanella

Una specie di notte bianca al terzo appuntamento, ma non fino all'alba, solo fino a mezzanotte, o poco piu'!

E' stata la notte astronomicamente luminosissima del 22 Giugno, un sabato sera in cui molto ci si e' incontrati per mostre e musei, in cui il VAPORETTO DELL'ARTE era affollatissimo data la gratuita' ed i percorsi mirati a raggiungere i luoghi piu' interessanti.

Ho iniziato con l'Isola di S.Giorgio dove volevo vedere PERSPECTIVES BY JOHN PAWSON.

La suggestiva installazione, al centro della Basilica: consta si una superficie specchiante in parte lenticolare, che posti ad una certa distanza, permette visioni interessantissime delle prospettive, appunto, delle strutture dell'edificio. La realizzazione e' SWAROVSKI e sara' visibile sino al 24 Novembre.

Poco lontano in un ambiente esterno dietro l'abside: NOT VITAL, 700 snowballs di Alma Zevi (sino al 29 Settembre); un lungo, lunghissimo corridoio ingombro di sfere di vetro, in leggera salita, una luce un poco livida.

Ci sediamo sul panchettino per vedere e capire meglio, poi, lontano vediamo qualcuno... siamo noi riflessi nello specchio che raddoppia la prospettiva...

Prendendo il battello di cui ho parlato, mi sono fatto portare alla Punta della Dogana dove la Fondazione Pinault propone PRIMA MATERIA, mostra curata da Caroline Bourgeois e Michael Govan e che rimarra' aperta sino al 31 Dicembre 2014.

Grandi nomi, opere anche molto importanti in un allestimento che sembra rispettare maggiormente lo spazio e permetterne la fruizione e la comprensione della struttura. Intanto all'esterno, il fanciullo con il ranocchio ha finalmente lasciato il posto al lampione ottocentesco restaurato per l'occasione, peccato che non sia piu' solo, siccome ci sono altre luci rosa ed azzurre proprio sopra ed i lati che ne vanificano l'effetto di suggestione che ancora ricordiamo...

Poco lontano ho fatto un salto a Palazzo Cini dove e' ospitato il Padiglione dell' Angola, paese alla sua prima partecipazione alla Biennale.

Il lavoro s'intitola: LUANDA ENCYCLOPEDIC CITY ed e' di Edson Chagas. l'installazione si estende su tutta la superficie del piccolo, preziosissimo museo, fra Pontormo, Dosso, Angelico, ed altri sommi maestri.

Di la', un salto a Palazzo Grassi dove Rudolf Stingel ha tappezzato i tre piani dell'edificio, veramente da cima a fondo, da sorta di tappeti orientali con un effetto decisamente suggestivo, decorativo senza dubbio, divertente, volendo.

Ci sono comunque, anche opere di vario tipo, inserite nel percorso. L'esposizione durera' sino al 23 Dicembre.

E' stato restaurato il Teatrino di Palazzo Grassi, e le linee eleganti sono firmate, anche in questo caso, da Tadao Ando. Ripreso il battello sono sceso a S.Stae per raggiungere Ca' Corner della Regina dove la Fondazione Prada si pregia di proporre  una mostra scommessa curata da Germano Celant: WHEN ATTITUDES BECOME FORM Bern 1969/Venice 2013.

Ricreare un'esposizione storica in uno spazio differente adattandolo - e violentandolo - in modo da riproporre quella antica esposizione, in un luogo molto piu' antico per una mostra realizzata ora in ricordo e come rievocazione di quella... non ho amato assolutamente le modalita' di realizzazione ed allestimento a totale detrimento di un edificio di grande bellezza, altri hanno apprezzato l'arditezza della proposta...

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emilio campanella


Mesi fa un giornale locale aveva pubblicato un ampio articolo relativo alla corsa di edifici privati che si stavano rendendo disponibili, non meno di quelli ecclesiastici, nell'imminenza dell'invasione di mostre d'arte collegate alla Biennale.

E' assolutamente vero!!! Non si ha idea di quante volte ci si trovi in sontuose case private a visitare mostre pubbliche!

Per me che tenderei, per carattere, alla discrezione, questo puo' creare qualche imbarazzo, ma anche la fascinazione dato dall'entrare nell'intimita' di un palazzo magnifico...
 
iniziero' con Casa Goldoni, parte del percorso gia' esaminato, dei Musei Civici Veneziani, dove Antonella Zaggia presenta CARTEMARCI'E GIOIELLI DI CARTA (fino al 17 Settembre) sculture minime, di materiali imprevedibili dalle colorazioni sorprendenti, dalle forme ardite, tutto in un allestimento raffinatissimo.

Ma questo e' ancora un museo... mentre, ad esempio WELCOME TO IRAQ, Padiglione dell'omonimo stato, e' ospitato nel piano nobile di Ca' Dandolo, fra gli arredi di casa, in salotto, in biblioteca, in stanza... tutto mescolato con le forti installazioni.

La sensazione e' ancora piu' forte a Palazzo Contarini Polignac dove si puo' visitare: FUTURE ART PRIZE @ VENICE 2013 nel magnifico piano nobile fra stucchi ed affreschi, una scelta interessantissima di opere di giovani artisti... si notano molto chiaramente i percorsi pubblici e quelli privati, ma anche il copriletto di broccato non perfettamente tirato sui guanciali ancora tiepidi di sonno...

A Palazzo Albrizzi, visitando una curiosa esposizione: OVERPLAY, mi sono trovato faccia a faccia con la padrona di casa che conosco benissimo!

Come trovarsi nel salotto di Madame Verdurin senza invito!!!

Meglio, allora, e per concludere, il Fontego dei Turchi, sede del Museo di Storia Naturale che ospita con grandissima discrezione, la mostra BESTIARIO CONTEMPORANEO, l' allestimento e' di tale mimetismo che la guida che viene consegnata risulta indispensabile, e tant'e', talvolta qualche opera rischia di sfuggire... sono presenti nomi notissimi come Paci, Pivi, Cattelan, Vascellari, fra gli altri. Continua....

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emilio campanella


Un ulteriore punto di vista di considerazione per prendere in esame la miriade di mostre d'arte presenti a Venezia in questi mesi, e' quello delle Fondazioni culturali: ad esempio la Fondazione Bevilacqua La Masa, legatissima alla Biennale, fin dagli albori, che nei suoi bellissimi spazi di Piazza S.Marco presenta, attenzione, solo sino al 22 Settembre! BEWARE OF THE HOLY WHORE, mostra che scandaglia temi di grande ed umana profondita' attraverso il film di Lene Berg: DIRTY YOUNG LOOSE, immagini di repertorio, legate al ruolo della donna nella societa', ed una serie mozzafiato di fogli di Edward Munch!

Il sottotitolo del lavoro e': EDWARD MUNCH LENE BERG AND THE DILEMMA OF EMANCIPATION, e si tratta di una partecipazione nazionale decentrata della Norvegia. La Fondazione Querini Stampalia, invece, si intasa di mostre ad effetto, come un'esposizione intorno alla 'Famiglia Matta', oltre alle altre proposte, ma ospita qualche cosa di assolutamente imperdibile: un'amplissima installazione di Jacob Hashimoto, intitolata GAS GIANT (fino al 1 Settembre).

Il lavoro occupa tutto l'ultimo piano del palazzo e movimenta ogni sala con colori, forme, effetti scenografici sorprendenti costituiti da una miriade di piccoli telai di carta sospesi a comporre effetti di nubi come di erbe o di colori e forme geometriche astratte.

La riuscita maggiore, dal punto di vista scenotecnico, e proprio in questo senso secondo me, e' da vedere il lavoro, e' nell'ultima stanza con la sua vista straordinaria sui tetti della citta'.

Dalle Fondazioni alle Fondamente, cosĪ si chiamano certe rive lungo i canali. A S.Apollonia, sui rio che passa sotto il Ponte dei Sospiri, sede del magnifico Museo Diocesano, e accedendo ad uno dei piu' bei chiostri della citta', si sale al primo piano dove si trova: THE GRAND CANAL. evento collaterale della Biennale, in cui un nutrito gruppo di artisti cinesi si interroga e ci interroga intorno al significato sfaccettatissimo del Canal Grande veneziano, relativamente e sa stesso, la sua citta', i suoi abitanti, chi viene a scoprirlo ed il concetto piu' ampio di percorso, di scorrere dell'acqua, di altri canali, di altri luoghi.

Sulla Fondamenta delle Zattere, la notevole opera/percorso/installzione di Bart Dorsa, intitolata KATYA, aperta sino al 15 Settembre.

Si lasciano le scarpe fuori... anche qui! E si viene inghiottiti dal buio... dal quale, a poco a poco compaiono volti inquietanti e sofferti, occhi profondi, torsi, braccia, mani, arti anche tridimensionali si materializzano... sofferti, evocati come da incubi lontani che riaffiorano.

Attraversando il Canale della Giudecca, troviamo, a sorpresa, un'altra fondazione, ospite dello Spazio Punch, a due passi dal Mulino Stucky ora Hilton: e' la Fondation Prince Pierre de Monaco che ha dato la possibilita' a Dora Garcia, di realizzare questo lavoro, grazie al premio ricevuto nel 2010 (Premio internazionale d'Arte Contemporanea per THE DEVIANT MAGIORITY). THE JOYCEAN SOCIETY.

E' il lavoro attuale presentato. Si tratta principalmente di un documentario che ha al centro il gruppo di lettori che si occupano dello studio, da anni e per anni, del Finnegan'swake di James Joyce, leggendo e rileggendo il testo, commentandolo, confrontandone impressioni ed intuizioni, scivolando ed introducendosi fra frase e frase, fra parola e parola. Una proposta di grande fascino per ogni joyciano, ma anche per gli altri, tutti attratti anche dall'installazione di libri aperti, chiusi, da pagine da riconoscere e ricollocare...

Continua...


emilio campanella


ORSI ITALIANI