ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Maggio/Giugno/Luglio 2012


AMORI E FURORI A FERRARA - NOTE A MARGINE AL BOLOGNA PRIDE 2012 - OMBRE E SUONI - SACRALITA' SOVRAPPOSTE
A conclusione della sua stagione lirica, il Teatro Comunale di Ferrara ha proposto, in collaborazione con il Teatro Dante Alighieri di Ravenna ed la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, il mirabolante RINALDO di Georg Friedrich Haendel nel memorabile allestimento di Pier Luigi Pizzi, nato nel 1985, proprio per il Teatro Municipale Romolo Valli.
Praticabili mobili agiti da uno stuolo di abilissimi, velocissimi, silenziosissimi servi di scena-applauditissimi meritatamente alla fine-, gli stessi che agitano e gonfiano velari e mantelli dei personggi, fermi, o che appena gestiscono stanti, in trono, su fierissimi, statuari cavalli. Tutto e' sempre in movimento, ma soprattutto  sempre in musica, e cio' che piu' conta, mai distrae da questa!
Al momento delle arie tutto si ferma, le luci vengono puntate sui cantanti che interpretano i loro amori, furori, languori, terrori, con elegantissimi 'affetti'.
Solo i velari sono in movimento come nei cieli della pittura settecentesca, percorsa da eterni venti primaverili che agitano drappi sontuosi su nuvole vaporose per l'apoteosi di de'i ed eroi, ma anche di santi...
Qui no, invece, maghe su carri tirati da Grifi, Cavalli furibondi e schiumanti-fumanti immersi in colori infernali: Armida ed Argante.
Le rappresentazioni si sono tenute il il 4 e 6 Maggio.
La preziosa Accademia Bizantina era condotta con la consueta cura da Ottavio Dantone, anche al cembalo.
I cantanti seguiti come sempre con attenzione, erano: Krystian Adam, GOFFREDO; Maria Grazia Schiavo, aveva il ruolo soltanto scenico di ALMIRENA, cui dava voce, in buca, con molta proprieta': Rosanna Savoia; Delphine Galou era RINALDO, mentre Riccardo Novaro ricopriva il ruolo di ARGANTE, e Roberta invernizzi, quello di ARMIDA, i migliori in campo! Antonio Vincenzo Serra era un MAGO CRISTIANO molto convincente, e corretti si sono dimostrati: l' ARALDO di William Corro', e la SIRENA di Lavinia Bini. 
Successo pieno per questo spettacolo inequivocabilmente nel gusto anni'80, ma ancora di grandissimo valore e resa scenica. Ricco d'invenzioni, movimento, come si e' detto, basti pensare al secondo atto sull'acqua, od alla battaglia appassionante del terzo.
Continui i riferimenti al teatro barocco reinventato con elegantissima sottigliezza.

emilio campanella

Potrebbero essere anche definite, note a pie' di pagina, e riguardano il corteo svoltosi sabato scorso, 9 Giugno, a Bologna, in occasione del Pride Nazionale, che la citta' ha ospitato, a distanza dall'altro, non molto tempo fa, se non ricordo male, quattro anni or sono.
La mia intenzione di essere presente, era stata presa molti mesi prima, poi, i tragici avvenimenti accaduti poche settimane fa, a pochi kilometri, mi hanno confermato nell'intenzione anche per solidarieta'. 
Certo, le notizie legate ad una 'sobrieta'' scelta, hanno frenato alcuni, ma pensare che i denari risparmiati per carri ed impianti di vario tipo sono stati devoluti per gli aiuti ai terremotati, ha stimolato altri alla presenza.
Se la scorsa volta si sfilava in mezzo ad una specie di deserto, in questo caso, gia' la partenza da un luogo storico ed importante come la piazza di Porta Saragozza, dava la misura della differenza di considerazione per l'evento.
Il problema era un po' dovuto da alcune strade molto strette, per cui, ad un certo punto si e' prodotto un certo sfilacciamento, tanto che alcuni gia' erano, probabilmente, in piazza Maggiore, mentre altri potevano essere ancora poco lontani dal punto di partenza, ma pazienza, cio' che conta e' l'entusiasmo che non mancava, e la nutrita partecipazione, speciale, anche quella, infatti, c'erano poche ali di folla, un po' come dire che man mano che la sfilata passava, si portava tutti dietro!
Molta bella musica, dalle percussioni che accompagnavano un gruppo di ragazze in rosa e bianco che animavano una semplice ma efficace coreografia in stile afro-cubano.
Memorabile il Tamburomaggiore che dava il tempo... da emozionarsene come la Marie di Wozzek!
Poi un gruppo di trampolieri multicolori, ed una coppia dello stesso genere in nero, lui in una specie di frac e tuba, e lei, bellissima con corpetto di cuoio e pantaloni a sbuffo in tulle, un magnifico trucco ed una grande 'allure'!
C'era anche una banda festosa con una simpatica signora al basso tuba.
Una coppia di elegantissime drag-queen, una bruna giunonica, ed una bionda filiforme, ed altre sparse, piu' simpaticamente artigianali e baraccone.
Si sgomitava discretamente, ma con simpatia, anche scontrando orsoni, che non e' mai male!

emilio campanella

Martedi 12 Giugno 2012, il Teatro Goldoni di Venezia, ha ospitato una serata di teatro orientale. Rara occasione di veder in Italia esempi di teatro delle ombre dell'isola di Giava.
Teatro antichissimo che affascino'  Antonin Artaud e' agito da un solo burattinaio che muove raffinatissime figure piatte in cuoio ritagliato, contro uno schermo illuminato.
Le vicende sono ispirate al Ramayana, ed il lungo episodio rappresentato, narra il rapimento della sposa di Rama, Sita, da parte del re dei demoni Ravana, che con un subdolo stratagemma di caccia, fa allontanare il protagonista ed il di lui fratello per agire indisturbato. La vicenda mitica e' occasione per lo scatenamento di una lotta violentissima fra le forze del bene e quelle del male, rese con le convenzioni di questa magica ed affascinante forma teatrale.
Il canto salmodiato-narratodall'artista (dalang) crea una specie di trance sonora in cui si viene incantati e stregati. Intorno a tutto ciņ i suoni dell'orchestra gamelan che aveva accompagnato anche le danze introduttive della serata: TARI GOLEK LAMBANGSARI, interpretato da tre danzatrici, e TARI BAMBANGAN CAKII da due danzatori, coreografia di notevole qualita', ispirata al Mahabaratha. Il complesso degli artisti del SARASATI PERFORMING ART dell' INSTITUT SENI INDONESIA(ISI) di  YOGYKARTA, e' stato invitato dalla FONDAZIONE GIORGIO CINI, dall'ISTITUTO INTERCULTURALE DI STUDI COMPARATI.

emilio campanella

Quasi in sordina, per addetti al lavori, il 2 Giugno, e' stata aperta al pubblico una mostra di notevole interesse, dedicata al sito archeologico egiziano di Abydos, luogo sacro delle prime dinastie faraoniche, ed ancor prima, nel periodo predinastico, ma da ricerche recenti, da epoche molto piu' lontane!
S'intitola: IL TEMPIO DI OSIRIDE SVELATO, L'Antico Egitto nell'Osirieion di Abydos, e si potra' visitare sino al 21 Ottobre, alla Scuola Grande di S.Giovanni Evangelista, a Venezia.
L'esposizione e' curata da Paolo Renier, in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze - prestatore di un buon numero di reperti scelti in maniera mirata, in modo da fare da contrappunto puntuale alle argomentazioni delle differenti sezioni della mostra - e l'associazione 'Friends of Abydos'.
Premesso che consiglio ad ogni appassionato di egittologia, una visita, aggiungo che se, come a me, puo' capitare di avere l'onore di una visita guidata del curatore, ogni piega del percorso sara' chiara, ed ogni scelta iconografica, motivata, sia essa fotografica, riproduzione di reperti, oggetti di scavo.
Comunque, il labirinto creato nell'ambiente antico accanto alla chiesa consacrata, che, non a caso, ospita l'evocazione del tempio di Osiride, crea una sovrapposizione sacrale non casuale.
Si pensi poi che il mito di Osiride ha molti punti di contatto con la storia di Cristo, come si sa, vissuto in Egitto durante l'infanzia; come Osiride, crudelmente ucciso e riportato alla vita, pur con una certa differenza, siccome Osiride rimane dio dei morti, mentre Cristo trionfa sulla morte!
Entrambi, comunque, miti orientali di riscatto dalla estrema sofferenza.
Misteri vengono evocati e sviscerati, come certe tombe antichissime; resti di piramidi ridotte a 'tell', templi che si sono creduti a lungo coevi, mentre risultano lontani millenni, l'uno dall'altro... misteri, segreti che la sabbia conserva, restituisce, e poi con saggia avarizia si riprende per preservarli dalla corruzione del tempo e degli uomini...
Un tempio misterioso, che si allaga, un lago sotterraneo, altri laghi sacri, in un paese in cui l'acqua, strappata al deserto, e' la vita... un'acqua che appare e scompare, con un suo ritmo, un suo respiro segreto. Un tempio, dicevo con canali attorno agli edifici... le acque primordiali, che al loro ritirarsi diedero, nell'antica cosmogonia, origine alla terra d'Egitto?
Forse, tesi affascinanti, risposte controverse, ed intanto le ricerche continuano.
Durante il percorso, differenti video che commentano i luoghi esaminati. A fine mostra il video completo, che consiglio: venti minuti che riassumono sinteticamente ed in maniera esauriente tutto l'argomento trattato.
La qualita' dele immagini fotografiche e' altissima (merito di Paolo Renier), e l'esempio principe e' rappresentato dalla riproduzione, in scala 1/1 del soffitto astronomico della stanza denominata Sala del Sarcofago, dell'Osirieion di Abydos , e la ricostruzione dell'ambiente stesso, con la possibilita' di vedere i bassorilievi, meglio che dal vero, grazie alla cura riproduttiva ed illuminotecnica.
Attraversato il cortile, una libreria molto fornita, e ben due pubblicazioni-catalogo entrambe interessantissime.

emilio campanella

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