ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Marzo 2012


A PALAZZO FORTUNY LA PRIMAVERA E' GIA' ARRIVATA! - SUGGESTIONE E SECESSIONE - PICCOLI RIFLESSI - UN FOTOGRAFO OTTUAGENARIO - UNA GITA A... PADOVA - FRANCA VALERI 'VIEILLE DAME (IN)DIGNE'



L'elegante palazzo veneziano apre al pubblico le sue mostre primaverili che si potranno visitare dal 10 Marzo al 25 Giugno.
Questa volta sono aperti soltanto il piano terra, il mezzanino, dove e' allestita la libreria, il primo ed il secondo piano nobile, purtroppo chiuso l'ultimo piano con la sua vista emozionante sui tetti della citta'.
Al piano terra: AVERE UNA BELLA CERA, le figure in cera a Venezia e in Italia.
Premetto che sono sempre stato affascinato dalle opere scultoree in cera, e che il sentimento e' ovviamente ambiguo e controverso con tutto cio' che comporta di funereo questo tipo di rappresentazione, che sembra piu' vero del vero.
Ma quello che m'intriga e' quel tanto di orrido che portano con loro, e non solo se si tratta di maschere funerarie, o di 'ritratti'  postmortem di 'delinquenti'.
Con questi sentimenti mi sono accinto a percorrere le sale del piano terra del palazzo, con un misto di interesse e di brivido di inquietudine! Certo, non proprio una scelta primaverile, se si vuole!
Si inizia con l'incontrare Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, regina di Napoli, opera di Leonard Posch del 1793, dal Palazzo Reale di Napoli; non giovanissima, ma con uno sguardo volitivo ed un'espressione decisa...non sono riuscito a non confrontarla con Iaia Forte in RASOI di Martone.
Di fronte  Vittoria Savoia Soisson, 1780-85, di Francesco Orso, dal Castello di Aglie'; poi tre maschere funerarie di altrettanti notissimi dogi; altri principi, altri dogi, ritratti con le insegne del potere, e di seguito in un'unica vetrina undici teste di Capuccini, S.Francesco di Assisi, ed insieme con loro Veronica Giuliani, di artista, od artisti in ambito cappuccino, dalla Chiesa del Redentore di Venezia... sembrano tutti un po' teste vivissime ed appena mozzate... uno di loro ha perfino un'orribile ferita al capo!!!
S'incontrano tre figure 'etniche' da museo di storia naturale, e dodici ritratti di criminali di Lorenzo Tenchini, fra il 1885 ed il 1890.
Le teste mozze di questi poveri disperati sono finite nel Museo del Dipartimento di Anatomia Umana, Farmacologia e Scienze Medico Forensi di Parma.
Ancora, prelati, devoti, ritratti di giovani e giovinette, fra devozione idolatrica, feticismo, iperrealismo ante litteram, ed infine due bambini da Palazzo Mocenigo a Venezia, quasi bambole in grandezza naturale, forse ancora sudati dopo una corsa nella loro traslucida materia quasi viva... potrebbero muoversi da un momento all'altro, golem di cera, un meccanismo occultato fra le carni fredde e sotto i lussuosi abiti; piu' lontano, quasi a sorpresa si puo' vedere IL GABINETTO DELLE FIGURE DI CERA di Paul Leni, del 1924.
Officina Libraria ha pubblicato un'elegante volume ch'e' molto piu' di un catalogo, dalla veste molto elegante, e dai testi interessantissimi.
Si salgono le scale e l'atmosfera cambia, nella penombra e nelle evocazioni del poliedrico estro dell'antico padrone di casa, si passeggia, fra abiti, accessori, immagini fotografiche, riviste, che raccontano il lavoro  la personalita' di Diana Vreeland in un excursus che occupa interamente anche il secondo piano nobile dal titolo: AFTER DIANA VREELAND

emilio campanella   
I musei Civici Veneziani hanno gettato sul tavolo, non solo un asso, ma una scala reale, proponendo la mostra KLIMT NEL SEGNO DI HOFFMAN E DELLA SECESSIONE, al Museo Correr dal 24 Marzo all' 8 Luglio.
Dal 1984, anno della memorabile esposizione: LE ARTI A VIENNA, a Palazzo Grassi, sotto l'egida della Biennale, il grande viennese non tornava con una tale celebrazione, in laguna.
Direi che questa volta la manifestazione, anche per il centocinquantenario della sua nascita e' forse, di maggiore importanza per presenza di opere, in per lo piu', provenienti dal Belvedere di Vienna.
Pare, a detta dei curatori, che Venezia, sia stata privilegiata, nei confronti di altri concorrenti, per la realizzazione di un progetto, bisogna dirlo, di grande respiro.
Attualmente Venezia, per questi pochi mesi, risulta essere il secondo museo al mondo per presenza di dipinti di Gustav Klimt.
Lo spazio espositivo e' quello abituale del museo, al secondo piano, ed e' stato sontuosamente allestito giocando fra fregi decorativi, colori di fondo, rivestimenti delle pareti, e cercando un gioco di luci, peraltro difficile, e spesso poco riuscito, anche per la presenza dei vetri che proteggono le tele, talaltra per la difficolta' di coniugare le luci giuste per quadri cromaticamente molto differenti.
Il percorso espositivo si inizia con opere giovanili molto interessanti e talvolta in collaborazione con il fratello Ernst, cosi' come con il confronto con il maestro Franz Matsch.
In una presentazione, non poco fantasiosa e pettegola, uno dei curatori, ha parlato di un viaggio veneziano nel 1899, in cui l'artista vide i mosaici di S. Marco, e ne rimase non poco colpito, tanto da subirne una forte influenza per il suo lavoro successivo, piu', a detta sua che dopo le visite a quelli ravennati, che pure, per sua testimonianza, molto  colpirono l'artista...
Potrei continuare molto a lungo, ma mi limitero' a puntualizzare l'attentissima contestualizzazione del pittore nell'ambiente vivacissimo della Vienna dei suoi tempi, ed in rapporto diretto di confronto e di collaborazione con colleghi della levatura di Khnopff, di Hoffman, naturalmente, Moser ed altri.  Capitolo importante e' rappresentato dalla Mostra Beethoveniana del 1902, con riproduzione a grandezza naturale di parte degli affreschi della cosiddetta PALAZZINA DELLA SECESSIONE; successivamente, una sala che sara', sicuramente, affollatissima, nei prossimi mesi, che vede fronteggiarsi la SALOME' (GIUDITTA II) di Ca' Pesaro, con la GIUDITTA del Belvedere, e fra loro il celeberrimo Bacio  che in realta' e' il progetto del 'Concepimento' del fregio Stoclet.
Un quadro interessantissimo e' IL GIRASOLE, acquisito dal Belvedere, da soli dieci giorni!
Prima di concludere citero' RITRATTO DI SIGNORA del 1894, da collezione privata. Una raffinatissima signora con un magnifico abito nero.
 Il catalogo edito da 24ore Cultura, e', non solo accuratissimo ed esauriente, ma molto piu' ricco dell'esposizione, e questo e' ovvio, e di grandissima eleganza editoriale.
La copertina e' dedicata alla Giuditta del Belvedere, la retrocopertina alla Salome' veneziana.  

emilio campanella  
A Palazzo Loredan, a Venezia, in Campo S.Stefano, la mostra: MINIATURE DI VETRO, dal 24 Marzo al 10 Giugno.
Lo spazio espositivo di questo bel palazzo, e' al piano terra, ed e' piccolo, per cui, adatto per alcune cose, e non altre.
In questo caso e' perfetto, i quattrocento piccoli oggetti sono esposti, accostati, illuminati con grande cura ed altrettanto gusto. 
Si tratta di gioie per collezionisti i quali abbiano la casa gia' strapiena delle cose che amano.
Infatti l'arguta proposta, sotto l'egida del Concorso Promoverto Murano, pone sotto i suoi piccoli riflettori, delle bomboniere preziose, eleganti, curiose, accuratissime, anche per la tecnica particolarmente attenta ad oggetti piccoli che richiedono una cura speciale.
Che viene esposta e' la collezione di Sandro Pezzoli, affascinato cultore e collezionista di piccoli vetri: si va dagli anni '10 del novecento, agli anni '10 in cui stiamo vivendo.
I nomi sono quelli dei Fratelli Toso, Cappellini,Venini, Barovier e Toso, Seguso (tutta la dinastia!), Salviati, Cenedese, Sent, Moretti,  Lino Tagliapietra, ed altri, oltre a molti stranieri che hanno creato appositamente su richiesta del collezionista, piccoli elegantissimi oggetti.
Se non si sapesse, e si vedesse, soprattutto, che le creazioni sono di pochi centimetri, le proporzioni perfette creerebbero quasi un effetto di mise en abime, data la loro perfezione.
Va da se che per un appassionato, la mostra vale un viaggio, tanto, ci sono molte altre belle cose in citta', in questo momento, ma anche solo per gli amatori superficiali del vetro, la mostra puo' rappresentare un'occasione di grande piacere estetico. 
Marsilio ha pubblicato un bellissimo piccolo catalogo.

emilio campanella 

Il grande Elliott Erwitt, ha portato a Venezia la sua mostra: PERSONAL BEST, dopo Parigi, Madrid e New York, sara' possibile vedere la scelta di 140 scatti, taluni famosissimi, alla Casa dei Tre Oci, a Venezia, dal 30 Marzo al 15 Luglio.
Sui tre piani del bellissimo palazzo neogotico, sono esposte, con cura, spirito, ironia e gioco, le immagini del grande fotografo nato a Parigi nel 1928, da una famiglia russa di origini ebraiche, che dopo una prima infanzia trascorsa in Italia, fu portato definitivamente negli Stati Uniti nel 1939, prima a N.Y. e successivamente a Los Angeles.
Si puo' ben dire che sia il testimone di decenni di vita del mondo in cui abbiamo vissuto, e nel quale viviamo, data la sua incredibile vitalita' e lo sguardo acuto che lo contraddistingue, basti pensare al doppio ritratto di Barak e Michelle Obama, a colori, ed assediati da una selva di cellulari che li immortalano!
La scelta non e' rigorosamente cronologica, ma neppure tematica, direi che si e' scelto il criterio della suggestione... forse, e direi che l'occhio sornione, ironico e critico, ma mai veramente cattivo di Erwitt, ci guidi nelle scelte che ci propone, si tratti di ritratti come una solare Marilyn Monroe, od una sconvolta Jacqueline Kennedy, al funerale del marito assassinato od ancora Krusciov, simpaticamente presente in diversi scatti, e poi le persone qualunque, le cose curiose, la follia quotidiana, i cani pazzerelli, ed il mutamento del costume... imperdibile!!!

emilio campanella

Facendo un omaggio alla storica rubrica della Settimana Enigmistica, sottolineo da subito come, siccome Padova sia una bellissima citta', questa rappresenti una buona occasione per tornarci.
La piccola, curiosa, preziosa, intrigante, interessante stimolante mostra intitolata OSPITI AL MUSEO, Maestri Veneti dal XV al XVIII secolo tra conservazione pubblica e privata, al Musei Civici agli Eremitani, dal 31 Marzo, al 17 Giugno.
E', in effetti, un discorso fra pubblico e privato, fra mercato, collezionismo e museo. E, soprattutto, uno sguardo ed uno scavo relativo ad un certo parallelismo di lavoro, fra il mercato dell'arte, appunto, e le istituzioni museali, per cio' che concerne ricerca, cura, restauro,e questo, talvolta, sul versante del mercato, con non pochi problemi creati... certo.
Talvolta la collaborazione ed il raffronto di opere ha portato a risolvere problemi di attribuzione.
A Maggio un convegno si svolgera' proprio intorno a questi temi.
E' esposta una sessantina di opere, di differenti, importanti autori, e sempre opere del mercato, sono affiancate ad altre del museo stesso, con interessanti effetti di completamento relativo a periodi degli artisti, al loro stile, a temi precipui della loro pittura, come nel caso di Jacopo Parisati da Montagnana, o come per due bronzi di Andrea Briosco detto il Riccio, ma anche per Alessandro Vittoria, altro grande artista del bronzo. 
Strepitosa la piccola crocefissione su pietra nera di Paolo Veronese del museo, e l'ECCE HOMO del mercato antiquario. cosi' come per Francesco Apollodoro detto Il Porcia, ed il suo magnifico RITRATTO DI GIACOMO GALLO, o per Palma il Giovane, e per Padovanino, di cui si presenta il bellissimo ECUBA E PRIAMO che si e' meritato l'onore dei manifesti.
Due ritratti di Sebastiano Bombelli, l'uno dei quali ha 'aiutato' l'altro a definirne l'attribuzione, fino ad arrivare a Francesco Guardi ed oltre...
Il piccolo accurato catalogo pubblicato da Il Poligrafo, riporta ampia, dettagliata scheda per ogni opera esposta.

emilio campanella

Franca Valeri, con la sua nuova pièce: NON TUTTO E' RISOLTO dal 28 Marzo al 1 Aprile, al teatro Goldoni di Venezia.
Eccola qui, Franca Valeri, una 'Vieille dame indigne' affabulatrice, ascoltatrice, provocatrice, questa Contessa Matilde (?) ben affiancata da una non meno tagliente e sfuggente Licia Maglietta (Angèle): signore del teatro di differenti generazioni che si confrontano e si affrontano con un ritmo talvolta incalzante, talaltro, sospeso, seguendo i tempi di un testo costruito come un'abile partitura musicale per mezzo soprano, soprano drammatico, un tenorino (Urbano Barberini) ed un soprano lirico d'agilita' (Gabriella Franchini).
Un bel quartetto di voci, non c'e' che dire! Una pièce che si costruisce a si smonta, si fa e si disfa, dove i rapporti fra i personaggi cambiano e si negano seguendo l'abile memoria trasformistica della protagonista.
Un centinaio di minuti divisi in quattro scene contraddistinte dal cambio delle luci (Vincenzo Lazzaro).
Ambientati in un sontuoso salone in rovina, con una branda contro una parete, due o tre seggiole che spuntano, portate da altri ambienti del palazzo, definito secentesco, una porta sulla destra, sormontata da un importante sovraporta.
Al centro di tutto, LEI, una Signorina Snob di molti decenni dopo, indomabile novantenne che troneggia su una sedia a rotelle cromata e luccicantissima sotto i riflettori, motivata dal testo che le permette di agire senza affaticarsi troppo e di snocciolare il suo bel testo, che debbo dirlo, mi ha fatto un poco ripensare alla Duras di SAVANNAH BAY, pur se meno tragico, ma non meno sfaccettato e drammatico, con memoria prodigiosa, e di centellinare  pause e battute al vetriolo, come nel suo miglior stile.
Certo, Angèle, 'segretaria' tiranna, non e' da meno, per elegante perfidia.
Buono l'apporto vago e studiatamente distratto del 'figlio', ed il carattere chiaccherino della 'cameriera' (?). Su tutto, l'attenta regia di Giuseppe Marini.

emilio campanella
                              

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