ORSI ITALIANI


Le recensioni di Emilio Campanella

Ottobre - Novembre 2013


CAMBIANO GLI INTERPRETI - UN CANTO D'AMORE PER IL KARABAKH - NUOVO CORSO A VILLA MANIN DI PASSARIANO, ROBERT CAPA - CAMBIO DELLA GUARDIA ALLA GRAN GUARDIA - 'LA BELLA' TORNA A VENEZIA - E' SCHERZO OD E' FOLLIA, SIFFATTA... FANTASIA - LEONARDO  
Molti anni fa, ero bambino, esisteva un programma radiofonico che presentava canzoni note interpretate da altri cantanti; mi e' venuto in mente visitando la nuova mostra presentata alla Fondazione Guggenheim di Venezia.

In questo caso cambiano gli interpreti della realta' che ci circonda: si passa dal rigore scientifico dell'esposizione dedicata a MOTHERWELL, a quello non meno attendibile che, facendo un salto indietro nel tempo, propone una carrellata di grandi nomi della pittura di area francese a cavallo fra otto e novecento.

Dall'esterno si poteva temere un'operazione meramente staccabiglietti, anche e soprattutto per i nomi presenti, ed abbiamo esempi frequentissimi di questo modo di fare 'cultura', ma trattandosi di istituzioni serie, il rischio e' intelligentemente evitato.

Infatti, Vivien Green, curatrice del settore per il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, costruendo LE AVANGUARDIE NELLA PARIGI FIN DE SIECLE: Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei (aperta al pubblico sino al 6 Gennaio 2014), sceglie opere da collezioni private, e, specialmente, privilegia opere su carte, grafica ed incisione, anche in considerazione dello spazio a disposizione.

Diciamo che ci si muove agilmente fra neo-impressionisti, Nabis, simbolisti...

Come dicevo, secondo me, il merito dell'esposizione sta nell'ampia presenza grafica, ed infatti colpiscono molto i frontespizi della REVUE BLANCHE e de LES PEINTRES GRAVEURS di Pierre Bonnard; di suo cito anche LA PETITE BLANCHISSEUSE, commovente e mèlo, da parte di uno degli interpreti dei volti e delle voci di Parigi.

Moltissimi i nomi presenti, come Degas con alcuni notevoli disegni. Di Monet ci sono delle NIMPHEAS del 1914 bello, ma non eccelso, ma certo averlo in salotto...!

Passiamo a Berthe Morisot, Pissarro; una presenza importantissima di disegni ed incisioni di Odilon Redon; due piccoli Renoir. Molti Signac, disegni ed acquerelli fra cui sei piccole 'Venezie', e fra gli altri, un'importante presenza delle cupe e contrastate visioni di Vallotton.

Concludo con CANAL EN FLANDRES PAR UN TEMPS TRISTE, 1894 di Theo Van Rysselberche, quadro malinconico ed affascinante, logo della mostra, manifesto e copertina del catalogo.

emilio campanella



Alla CASA DEI TRE OCI, Centro Internazionale di Fotografia, a Venezia fino al 10 Novembre, la toccante mostra fotografica di Graziella Vigo che s'intitola: KARABAKH, il giardino segreto, come la magnifica pubblicazione edita da Marsilio.

Sono due piani di toccanti fotografie a colori, anche di grande formato, risultato di un viaggio nel piccolo paese confinante con l'Azerbaijan.

Le sale ospitano i capitoli di un discorso per immagini di grande bellezza e suggestione: soprattutto il paesaggio, nella maggior parte con fotografie scattate dall'elicottero; i monumenti antichi, antichissimi, a volte ruderi, altri quasi intatti nonostante invasioni, razzie, bombardamenti; la flora costituita da alberi secolari, i prati, i fiori, il melograno  e l'uva, in un periodo che va da Maggio a Settembre.

I luoghi di culto e la compresenza di un Cristianesimo antichissimo, coevo di quello Copto - di ispirazione mariana - con la cultura Musulmana Azera cosÏ vicina e spesso oppressiva.

La posizione geografica ha fatto si' che questo piccolo paese, e l' Armenia in generale, la cui capitale e' praticamente coeva di Roma, subissero tutte le invasioni possibili, con gli annessi genocidi, compreso quello poco noto degli anni'80 del secolo scorso!

Per Una scelta sovietica i luoghi non sono industrializzati, e quindi praticamente intatti... la natura quasi incontaminata e gli amimali poco timorosi dell'uomo.

Al piano superiore molti riratti di persone di tutte le eta', molti bambini in una serie che illustra il primo giorno di scuola, con questi ragazzini e ragazzine elegantissimi.
Ma sono eleganti anche tre signori anziani con le loro camicie a quadri, tutte differenti, ma della stessa tonalita' di blu... poi lo sguardo sul lavoro dei campi, la vendemmia, le greggi, gli armenti, una vita semplice, volti sempre sorridenti, tanti, tantissimi giovani e giovanissimi anche loro tutti sorridenti come gli adulti e gli anziani, nonostante una storia tragica. 

Una lezione della quale ci e' stata impartita dal giovane e simpatico ambasciatore armeno, un magnifico orso, peraltro, intervenuto alla presentazione della mostra, che ha parlato per quasi due ore - il tempo e' volato - di questo paese controverso e diviso da secoli.

Cito per ultima l'illuminante immagine che apre l'esposizione, si tratta di SPINAKERT, IL RISTORANTE 'VIAGGIO' CON UNA VEDUTA DEL CANAL GRANDE A VENEZIA. Due giovanotti sono seduti ad un tavolino ed alle loro spalle si vede il Canal Grande fotografato dal Ponte dell'Accademia, e l'immagine e' di cosÏ grandi dimensioni da sembrare il paesaggio visto da una grande vetrata del locale... molto evocativo!

emilio campanella


ROBERT CAPA, la realta' di fronte, dal 20 Ottobre al 19 Gennaio 2014               

Un grande contrasto passare, nel volgere di pochi mesi, dalla mostra sontuosa dedicata a Tiepolo, a questa, non poco importante, in onore dell'inventore del fotogiornalismo: l'avventuroso fotografo mitteleuropeo sempre in prima linea, sino all'ultimo, per raccontare l'attualita' politica, le rivoluzioni, le guerre, ma anche il cinema; in giro per il mondo.

In occasione del centenario della nascita che cadra' il 22 Ottobre prossimo, puntualmente e' stata inaugurata quest'ampia esposizione costituita da 180 fotografie di vario formato, oltre ad alcune gigantografie, nella sala centrale dedicata ad Omaha beach ed ai filmati di guerra anche di altri autori; un importante capitolo e' dedicato a THE JOURNEY, il suo documentario sulla nascita dello Stato di Israele, di sicuro una grande emozione per questo ebreo ungherese proteiforme che si scelse uno pseudonimo e si sposto' in tempo prima che l'onda lunga del nazismo lo raggiungesse.

Ma, andando con ordine si parte dalla Spagna e la sua terribile guerra fra poveri.

E' poi la volta della Francia del Front Populaire: la nascita dell'Agenzia MAGNUM, un'impresa anche commerciale di grandissimo successo; un discorso a parte e' quello che concerne la Cina a partire dalla guerra sino-giapponese.

Arriviamo qui allo sbarco in Normandia in cui era fotoreporter in prima linea; prima di ritirarsi scatto' quattro rullini, tre presero fuoco ed andarono, ovviamente distrutti, il rimanente fu pubblicato da LIFE di cui sono esposte molte copertine ingigantite nelle varie sale e relative ai reportages presentati.

Quante scene cinematografiche sono partite da queste immagini per la ricostruzione del tragico evento!

Dopo e' il momento della ricostruzione, delle macerie, della nuova geografia politica del mondo: torno ad Israele ed a Ben Gurion che dichiara l'indipendenza dello Stato d'Israele, sotto un grande ritratto di Theodor Herzl: l'uomo che porta una trave sulle spalle, a Gerusalemme nel 1949, volti forti in ritratti di sconosciuti, come di persone note, perfette per una visione cinematografica della vita.

Molti scatti sono notissimi come il miliziano colpito a morte, oppure l'uomp anziano che indica la direzione al giovanissimo soldato americano nel 1943 in Sicilia: una foto sconvolgente di una rifugiata con una bambola stretta al petto; la donna forte in fuga da Cassino.

La breve, intensa, coraggiosa vita di Endre Erno Friedmann (ROBERT CAPA) fini' su una mina antiuomo in Indocina nel 1954.

Concludo con una nota festosa: la magnifica foto di Picasso con Francoise Gilot.

Trascurabile la pubblicazione edita da Silvana, siccome non riporta tutte le immagini esposte.

Meglio godersi l'esposizione e l'agile, esauriente apparato didascalico.

emilio campanella

Al Palazzo della Gran Guardia, in Piazza Bra' a Verona, e' stata presentata alla stampa, mercoledi 23 Ottobre, la nuova mostra curata da Marco Goldin.

Si tratta di VERSO MONET, Storia del paesaggio dal Seicento al Novecento che rimarra' aperta al pubblico dal 26 Ottobre al 9 Febbraio 2014, per poi passare con minime differenze alla Basilica Palladiana di Vicenza dal 22 Febbraio al 4 Maggio 2014.

Insomma il percorso contrario in confronto all'esposizione precedente dedicata alla figura.

Premetto una considerazione iniziale: mi sembra di gran lunga il risultato maggiormente ispirato degli ultimi anni, direi dai tempi dI: MONET, la Senna ed i pittori a S.Giulia di Brescia.

A detta dello stesso curatore il paesaggio costituisce il suo maggiore interesse e piu' grande fonte di emozione in pittura. Aggiungerei che la temperatura sale quando ci si avvicina al passaggio fra Ottocento e Novecento.

Altro dato positivo e' costituito dalla coerenza delle scelte tematiche in 'sole' cinque sezioni, l'ultima delle quali occupata da ventidue tele di Claude Monet, una mostra nella mostra (a Brescia erano addirittura quarantaquattro!).

Sara' una manifestazione di grande, sicuro successo, e non solo per i nomi, ovviamente, ma anche perche' si arriva in fondo a questo viaggio per il mondo in 105 opere (non pochissime!), tutto sommato abbastanza riposati grazie ai soggetti contemplati.

Il grande, arioso edificio contribuisce a questa sensazione generale di apazio e di respiro. Veniamo accolti da Annibale Carracci e Domenico Zampieri (Domenichino), s'incontrano Salvator Rosa, Claude Lorrain e Nicolas Pussin, fra i maggiori interpreti del paesaggio italiano; una piccola serie di disegni preziosissimi anche di Rembrandt e Ruisdael (che saranno sostituiti da altri - per ragioni di conservazione - a Vicenza).

Cito VEDUTA DI ALKMAAR (Jacob van Ruisdael, 1670,1675 c.a) da Boston per lo straordinario contrasto di luce sulla campagna, per l'orizzonte amplissimo in un quadro di piccolo formato: cm 44.5x43,5! Di seguito la grande sala degli italiani: Bellotto, Guardi, Canaletto, ma anche l'italianizzato Vanvitelli (Gaspar van Wittel ) si amplia lo sguardo e si comprendono gli americani ed i nordici nel grande viaggio, accostandoli a Corot e Courbet, e prima di loro l'inglese Constable; ci sono i mitteleuropei, e sono rimasto colpito dal TEMPORALE SULLA PUZTA di K‡roly Lotz del 1861, da Budapest, con la cicogna che sta cercando di sfuggire alla tempesta in arrivo.

Poi Friedrich ed anche Turner con le sue forme in disfacimento. E' la volta. poi dei pittori che attireranno di piu', da Cèzanne a Renoir, da Degas a Gauguin, da Van Gogh a Sisley (veramente emozionante il suo SENTIERO DEI CASTAGNI A LA CELLE-SAINT CLOUD del 1867 da Sauthampton) e poi si conclude con l'immersione nelle acque, nei fiori, nei riflessi, nelle dissoluzioni, nei languori di Monet, meta cui siamo stati preparati un centinaio di tele fa.

Si', un bel viaggio, indubbiamente. Le opere vengono da tutto il mondo e  sponsor ovviamente molto importanti hanno permesso una simile manifestazione. Linea d'Ombra ha pubblicato il volume, catalogo, summa a firma dello stesso Goldin.


emilio campanella


A Palazzo Grimani, la famosa tela di Tiziano, esposta dal 1 Novembre al 26 Gennaio 2014.

Un'autentica apoteosi della bellezza, una celebrazione della figura femminile ideale per fascino ed eleganza, ospitata nel piano nobile, e nella sala piu' bella.

Un'occasione importante nata da uno scambio fra LE VISIONI DELL'ALDILA' di Hyeronimus Bosch, ivi conservato e prestato alla Galleria Palatina in occasione della mostra IL SOGNO DEL RINASCIMENTO, e questo capolavoro da Palazzo Pitti.

Dopo un lungo ed accurato restauro la tela ritorna in laguna dopo averla lasciata con Francesco Maria I Della Rovere che la vide e la acquisto' nello studio di Tiziano in occasione del ritratto suo e della consorte, Eleonora Gonzaga, intorno al 1536-38.

Da allora passo', dopo essere stato nella sua collezione urbinate, in eredita' a Vittoria Della Rovere e quindi per motivi, ancora ereditari e dinastici al Cardinale Francesco Maria; alla sua morte, al Granduca Cosimo  III, quindi nelle collezioni fiorentine da cui praticamente non si mosse quasi mai, e comunque mai prima di ora, alla volta di Venezia.

Importante l'esposizione in questa sede per gli stretti e documentati legami fra i Grimani ed il Granduca di Urbino e Capitano Generale della Serenissima. Dunque luogo adattissimo ad accogliere l'antica dama con tutti gli onori dovuti ad un dipinto noto e meritatamente celebratissimo.

Ritratto di dama? Nobildonna, sposa, onesta, casta, ma anche sensuale visione muliebre nella tradizione della bellezza delle donne veneziane sognate ai quattro angoli del mondo allora conosciuto.

Molto si e' discusso, disquisito, molte le congetture fatte intorno ad una eventuale musa ispiratrice, nulla di definitivo... basti pensare che alcune altre tele importantissime dell'artista hanno tratti riconducibili alla medesima donna:la FANCIULLA CON CAPPELLO PIUMATO delll'Ermitage, la DONNA CON LA PELLICCIA di Vienna, e la VENERE DI URBINO di Firenze, per fare solo tre esempi lampanti.

La stessa dama?... Difficile. La medesima modella?... Forse un poco si.Pi˘ facilmente un ideale di bellezza muliebre che corrispondeva a molti canoni estetico morali.

Noi ci godiamo la composta eleganza di questa giovane signora, il suo sorriso accennato, il suo sguardo franco, il magnifico incarnato eburneo della scollatura, l'acconciatura semplice, le gote soffuse di rosa, i gioielli preziosi, l'abito sontuoso... la lasciamo tranquilla nella sua sala architettonicamente perfetta, ai suoi segreti, ad i misteri che le labbra non ci rivelano...

Marsilio, ancora una volta, ha pubblicato un accuratissimo prezioso piccolo volume ricco di saggi dei curatori, immagini e la riproduzione della lettera autografa del Granduca Francesco Maria I Della Rovere esposta per l'occasione.


emilio campanella


Parafrasando Antonio Somma nel suo libretto de IL BALLO IN MASCHERA per Giuseppe Verdi, potremmo introdurre un tentativo di discorso intorno a GERO QUA, manifestazione/mostra/evento al cui centro campeggia una tela di Antonio Canal, CANALETTO (L'ENTRATA DEL CANAL GRANDE, DALLA BASILICA DELLA SALUTE, 1740-1745, collezione privata) nell'ex convento di S.Gragorio, ad un passo dalla Basilica della Salute di Venezia.

Si potrebbe chiosare, anche, sempre in lingua veneziana: gero qua, ma no ghe gero!

Questo per precisare che il pittore, ovviamente, non dipinse qui le sue tre versioni del dipinto, siccome ben si sa come lavorasse nella tranquillita' del suo studio, sulla base di schizzi ed appunti di grandissima precisione, raccolti su quaderni preziosi, uno dei quali, illuminante, fu esposto a Palazzo Grimani nel 2012, per questo si consiglia l'edizione, ristampa anastatica, catalogo, edita da Marsilio.

Se da una parte l'occcasione e' curiosa e riveste un qualche spunto di interesse - non escluso l'accurato restauro del complesso - infatti la tela posta nella sala d'angolo famosissima che da' sul campo e se ne puo' ritrovare l'esatto punto di coincidenza nella veduta attuale, per altri versi, la modalita' e l'edonistica glamourous rilevanza che ne viene data ne abbassa di molto la anche solo apparente portata culturale; esposizione per soli cinquanta giorni, per visitatori solitari, ad un prezzo molto elevato; per ricchi 'dandies culturali' in visione particolare solitaria e solipsistica, un poco onanistica, mi si lasci dire, e certo per ospiti di hotels a molte stelle, dopo cene in ristoranti scicchissimi, a concludere una serata 'perfetta' in dono per amanti piu' o meno occasionali in un luogo 'magico', un'atmosfera 'da sogno', con i 'preziosi' riflessi di una Venezia notturna per pochi; l'edificio a propria disposizione, con il personale ai propri piedi... ah, si, ma la cultura sta altrove, e queste sciocchezze elegantemente confezionate contribuiscono al degrado della citta'!


emilio campanella


LEONARDO DA VINCI, L'uomo universale.                    

Questa mostra quasi passata un po' in sordina, aperta al pubblico il 29 Agosto, in piena Mostra del Cinema, si potra' visitare alle Gallerie dell'Accademia di Venezia, sino al 1 Dicembre.

Confesso che per un verso sarebbe una di quelle esposizioni di cui preferirei non parlare, dall'altra l'importanza dei fogli leonardeschi esposti e' tale, che risulta inevitabile occuparsene.

Siccome preferisco sempre dare prima la cattiva notizia, e di seguito quella buona, iniziero' subito con quello che secondo me non funziona in questa mostra: innanzitutto il luogo infelice quant'altri mai, una 'manica lunga', una delle cui pareti e' occupata dall'enorme  logo/titolo/immagine dell'esposizione, nelle salette, poco piu' che cubicula, sono esposti i disegni con una pessima illuminazione, anche troppo forte a parer mio.

Pannelli informativi sgradevolmente bianco ghiaccio indicano delle sezioni con titoli di poca chiarezza; il percorso e' un po' caotico, chi non sapesse nulla di Leonardo da Vinci non ne capirebbe un'acca; un gruppo di ragazzini e ragazzine attenti guardavano prendevano appunti, si scambiavano impressioni, guidati da un insegnante che li aiutava ad orientarsi in una materia vastissima trattata come in un Bignami... merito della manifestazione e' l'aver riunito un ampio corpus di disegni di Leonardo da Vinci, come raramente accade, siccome le opere provengono dalla Royal Collection di Windsor, dalla Biblioteca Reale di Torino, dal Musée du Louvre di Parigi, dal British Museum di Londra, da Palazzo Vecchio di Firenze, dall' Ashmolean Museum di Oxford, dalla Galleria Nazionale di Parma, dalla Collezione Raccolta Bertarelli di Milano, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, The Rossana & Carlo Pedretti Foundation, Pistoia, oltre ad altri. ed in parte preponderante dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. delle Gallerie dell'Accademia.

Ora, solo dai nomi delle collezioni che hanno prestato i disegni, le stampe, le tele, i volumi, per la realizzazione della mostra, si comprendera'  come si tratti di qualche cosa di notevole, e quanto forte sia la delusione nel vedere una realizzazione cosi' poco felice.

Per fortuna il piacere di vedere da vicino disegni di tale bellezza, di un ventaglio amplissimo di argomenti e' una vera fortuna, coadiuvata dall'importante catalogo pubblicato da Giunti che da' la misura delle intenzioni di un lavoro espositivo cosi' poco riuscito.


emilio campanella


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