ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Due orsi per amici

Un racconto di Riccardo

Se c’è una favola da raccontare tutto inizierebbe con “C’era una volta”.

Ma questa vicenda è un po' diversa perché narra di due uomini corpulenti e pelosi che fanno amicizia, in maniera inaspettata con un piccolo orsetto dall’aspetto dolce e gentile.

Tutto accade una mattina di ferragosto vicino ad una corrente d’acqua che costeggia un piccolo casolare abbandonato.

L’acqua limpida e cristallina attraversa una parte di vallata.

Ah già dimenticavo di presentarmi, io mi chiamo Riccardo ho appena compiuto 20 anni, e nella vita aspiro a diventare una grande star di musical e girare il mondo facendo della mia vita un mondo fatto d’arte.

Frequento la Music Art Accademy di La Spezia e per sbancare il lunario do lezioni di canto amatoriale a chi vuole inserirsi in questo mondo fatto di grandi sacrifici.

Sono una persona dal carattere solare, ma anche se non sembra sono molto riservato.

Alcune volte mi chiedo se il mio fisico possa spaventare un po' le persone che mi circondano, ma non mi sono mai visto magro.

Sono alto un metro e sessanta e peso circa 120 kg abbondanti, ma dall’aspetto sodo.

In pratica sono un cucciolo d’orso simile ad un peluche tutto da spupazzare.

Il giorno di ferragosto dalle mie parti si celebra una festa un po' insolita per dare addio all’estate, il Gavettone Day, un misto di combattimenti d’acqua per una giornata divertente e bagnata per affrontare il caldo estivo.

La giornata si prospettava tosta.

Mi alzai come un ninja dal lettone, che per fortuna rispettava il mio peso, misi il mio costume con gli squali, presi secchiello e il mio superliquidator; i miei occhi verdi risplendevano di luce propria alla vista del sole.

Un risultato quasi eccellente, sembravo veramente un James Bond (in questo caso Tond ihih!).

Dissi tra me e me: ”Qualcuno provi a fermarmi”.

Con passo spedito mi avvicinai al mio scooter nero metalizzato, un kymco 125. Questo gioiellino mi portava sempre dappertutto, era il modo migliore per rilassarmi.

Aprii la sella, presi il casco, buttai giu la visiera e così mi diressi verso il casolare abbandonato che costeggia un fiume pazzesco con le sue maestose cascate e rapide impetuose (ma questo lo sapete già, giusto?).

Prima di partire mi fermai a comprare le cose necessarie per il viaggio: due bei panozzi con la mortadella e stracciatella dal mio salumiere di fiducia e un paio di bottiglie d’acqua fresche con bolle decise.

La mattinata era veramente limpida, l’aria che passava attraverso le fessure della visiera era fresca.

Attraversai vari paesini di montagna e come un biker professionista mi divertivo a fare le curve in derapata. In 40 minuti raggiunsi il sentiero come se fossi nel film Narnia.

Arrivato davanti al sentiero parcheggiai il motorino sotto ad una fitta boscaglia, così da mantere l’ombra circostante.

Dovevo adesso passare lungo un sentiero simile al film di Indiana Jones, passare velocemente un ponte sospeso, accovacciarmi dentro una piccola grotta, sollevare lo zaino per passare all’ interno di una piccola gola che porta poi alla vallata principale.

Sono massiccio e robusto e faccio molta fatica ad fare tutto ciò… quindi ad ogni livello superato facevo una piccola pausa.

Una volta superati i tre livelli, mi fermai per riprendere fiato.

Mi tolsi la maglia e con un gesto deciso di forza bruta strizzai la mia maglietta bagnata.

Le gocce d’acqua finirono su tutto il mio corpo sudato.

Scesero piano piano come se volessero giocare con la mia folta peluria.

Lasciai andare la maglia fradicia su un pezzo di marmo che stava li vicino, le mie mani robuste accarezzavano il mio corpo in segno di liberazione.

Era il momento di riprendere la corsa, attraversai di nuovo lo stagno d’acqua fresco e all’improvviso dalla limpida cascata, due enormi figure spuntarono fuori come Venere da quelle acque argentate.

I miei occhi erano ancora increduli.

Due omoni robusti, pieni di se con fare molto maschile e rude si stavano avvicinando con passo deciso verso di me.

Io ero in preda all’imbarazzo più totale, ma allo stesso tempo molto contento di vedere questo spettacolo della natura.

Erano molto alti, le mani robuste sono pronte a spaccare le ossa.

Il loro avambraccio era potente come delle catene d’acciaio, un ventre pieno con il petto villoso avanzava con prepotenza. Il loro sguardo era magnetico.

L’effetto su di me era molto stimolante.

Salve Orsetto” dissero i due orsoni mentre si avvicinavano, sorpresi anche loro da questo incrontro inaspettato.

Imbarazzato ed eccitato allo stesso tempo, accennai loro un sorriso.

Orsoni:”Sai come raggiungere la vallata?”

Riccardo: ”Si, se volete possiamo andare insieme, non ci vuole ancora molto“

Orsoni: ”Davvero? Sei molto gentile., abbiamo chiesto a chiunque ma nessuno voleva aiutarci, facciamo così paura?”

Riccardo: ”Oddio siete dei giganti, quindi un po' di inquietudine ci sta”

Orsoni: ”Si siamo due ragazzoni, ma siamo docili anche noi piace divertirci… siamo due bambinoni! Eheh”.

Riccardo: ”Beh allora, se vogliamo non perdere questo evento dobbiamo andare, i gavettoni ci aspettano”.

Una cosa incredibile, questa giornata non poteva andare meglio.

Io finalmente ero in compagnia di amici e non avevo paura ad essere me stesso.

Il loro sorriso mi metteva subito a mio agio, le loro mani erano entrambe sulle mie spalle, e sentire quel peso massiccio sul mio corpo mi dava ancora più soddisfazione.

Arrivammo insieme alla vallata stanchi dopo aver varcato il lungo sentiero.

Ci buttammo insieme nell’erba fresca e tirammo un bel sospirone.

Riccardo: ”Pronti per la battaglia?”

Orsoni: ”Ci puoi giurare orsetto, vediamo se hai il coraggio di affrontarci piccolo tordello eheh”

Riccardo: ”Come vi permettete cannelloni ripieni, adesso vi faccio vedere io”

Ero veramente al settimo cielo, stavo giocando, sorridevo e i miei pensieri in quel momento erano completamente scomparsi.

Cominciò una lunga battaglia d’acqua, come pirati che volevano conquistare i territori.

Completamente bagnati ma divertiti, i nostri corpi tondi si muovevano all’unisono, le gocce d’acqua delineavano ogni parte del nostro corpo.

Le mani trasudavano di ogni esperienza fatta nel corso del tempo.

3… 2...1… il gioco finì.

Esausti e con poco fiato in corpo ci lasciammo andare in un tonfo pesante sull’erba alta.

Il ventre faceva giù e su come un trampolino pronto al lancio.

Io stavo in mezzo ai due bestioni, allargai le mani e lo fecero pure loro.

Mi accorsi subito che cercavano il contatto fisico perché stavano giocando con le mie mani.

Una sensazione mai provata prima.

Entrambi facevano piccoli segni circolari sul palmo della mia mano, mi lasciai andare e scambiai anche io a loro questo gesto fatto di piccoli particolari scottanti.

I nostri occhi chiusi erano in preda a sensazioni calde.

Poi le loro mani esploravano il mio grosso ventre, ma durò poco perché comunque eravamo in mezzo a tante persone e non volevamo scatenare imbarazzi.

Riccardo: ”E’ la prima volta che sono completamente rilassato.”

Orsoni: ”Ah si, anche per noi è la stessa cosa, comunque non ci siamo ancora presentati. Io sono Giuliano e questo è il mio compagno Salvatore” Tu piccolo orsetto come ti chiami?

Riccardo: “Piacere mio io sono Riccardo.”

Orsoni: ”Sei stato davvero una piacevole sorpresa tordellotto, eheh senza offesa”

Riccardo: ”Eheh voi siete dei cannelloni a confronto mio”

Il posto era paradisiaco e la loro presenza lo faceva diventare ancora più spettacolare.

Purtroppo il sole stava calando velocemente, fummo così costretti ad uscire da quella vallata.

Orsoni: ”Senti orsetto, non vogliamo sentire scuse visto che ci hai fatto divertire un sacco, stasera sei dei nostri, sei nostro ospite. Prepararemo una bella cenetta a base di sushi, che ne dici?

Riccardo: ”Non saprei, comincia a fare buio e con lo scooter potrebbe essere pericoloso tornare a casa ”

Orsoni: ”Non farti problemi, stanotte ti fermi da noi e domani all’imbrunire ritorni verso casetta, anzi facciamo una cosa, sali con noi in macchina e ti riportiamo noi domattina”.

Riccardo: ”Ok ci sto”

Ero spaventato, intimidito, divertito ed eccitato… non sapevo più come reagire.

Salimmo in macchina e continuammo a parlare della favolosa giornata.

Dopo circa 20 minuti arrivammo finalmente a casina.

Orsoni: ”Vai a darti una sistemata in doccia noi, nel frattempo chiamiamo il ristorante”

Mi tolsi i vestiti velocemente ed entrai in doccia.

All'improvviso sentii delle voci alle mie spalle che mi dicevano ”ma guarda che tenero orsetto tutto bagnato da guardare”

Riccardo: “Oh cavolo pensavo che l’anta della doccia fosse chiusa”.

Mi guardavano entrambi incuriositi, nella fretta di chiudere l’anta scivolai direttamente nelle loro forti braccia.

Il loro sguardo si fece più intenso e provocante.

Orsoni: ”E' da tanto tempo che non ci capitava che un orsetto come te finisse nelle nostre mani… sei in buone mani cicciotto”.

Io ero completamente nudo ed inerme, non opposi resistenza anche perché avevo un po' di paura.

Uno di loro mi mise sulle sue spalle e si diresse verso la camera da letto.

Con una mossa furtiva la porta si aprì di colpo, e con un gesto alla wrestler fui catapultato sul lettone.

Chiusero la porta a chiave.

Orsoni: ”non ti preoccupare orsetto, vogliamo prenderci cura di te, non ti faremo del male”

Si spogliarono di colpo e con i loro corpi caldi, precipitarono sopra di me come totalmente impazziti. Lo schianto era veramente pesante.

Era una sensazione tra dolore e piacere come quando provi a massaggiarti una gamba indolenzita.

Orsoni:”Ora chiudi gli occhi e fai come ti diciamo noi”

Chiusi immediatamente gli occhi e precipitai nel buio, uno di loro si mise in fondo ai miei piedi cicciotti e cominciò a massaggiarli con molta delicatezza.

L’altro si mise vicino a me e cominciò a leccarmi tutto intorno al collo.

L’eccitazione si fece sempre più ardua.

Il mio cazzo cominciò a pompare sangue fino ad una adeguata erezione che si mostrò subito a loro.

Orsoni: ”Che meraviglia che sei orsetto, ora dammi un po' di lingua, ci metto la mia saliva e ce la gustiamo”.

Ovviamente non me lo feci ripetere due volte. Uno scambio vorticoso tra le nostre lingue, si gustava ogni emozione.

Con le mani forti, afferrò la mia bocca e me la fece aprire facendo scivolare la sua saliva dal gusto dolce, poi continuammo a baciarci.

L’altro continuava a massaggiarmi i piedi e cominciò piano piano a leccarmeli tutti passando da dito a dito.

In ogni momento ebbi degli spasmi incontrollabili.

Orsoni: ”Mmmm, vedo che ti piacciamo, guarda che bel cazzo duro ti è venuto, vediamo come è gonfia la cappella”

I due si misero entrambi al lato dei miei piedi e con entrambi le mani, prima delicatamente e poi con forza me lo presero in mano e cominciarono a segarmi e a massaggiarmi le palle, che non sono di piccole dimensioni.

Ero diventato il loro giochino, sputarono più volte sulla cappella per lubrificare meglio il prepuzio e far diventare più scivoloso il glande.

Da una parte volevo smetterla perché avevo ancora gli occhi chiusi, e davanti alla loro possenza non soapevo cosa sarebbe potuto succedere.

Ma l’eccitazione era veramente arrivata alla stelle, non era mai capitata una cosa del genere neanche nelle mie notti masturbatorie.

Orsoni: ”Vedo che ti stai divertendo, bene perché anche noi ci vogliamo divertire con te, adesso puoi aprire gli occhi”

Entrambi avevano lo sguardo fisso su di me e mi guardavano come se volessero usare violenza.

Orsoni: ”Vedi che ci hai combinato? I nostri pali sono gonfi ed è solo colpa tua, ora tu dovrai prendertene cura, altrimenti saranno guai. Apri la bocca e facci vedere cosa sai fare”

Stava succedendo davvero, il mio sogno erotico si stava realizzando… Rimasi supino nel lettone mentre loro si avvicinavano con le loro aste verso la mia bocca carnosa.

Sentivo le loro mani che premevano sulla mia testa per darmi il ritmo, come una pallina di un flipper ero tutto per loro, mi passavano la cappella sui capezzoli e la facevano roteare.

A turno mi scopavano la bocca e la glottide faceva il suo gioco perverso godendosi completamente il palo che faceva su e giù nella mia gola gustandomi un po' di precum, dolce e prelibato.

Poi cominciarono un po' con le maniere forti mentre uno di loro continuava il suo viaggio nelle cavità orali, l’altro con i palmi delle mani cominciò a schiaffeggiarmi il ventre, poi passò ai pugni.

Il dolore si fece più forte, ma non volevo smettere di giocare.

Quando si calmò mi accarezzò la mia pancia morbida e giocherellava con essa.

Sembrava una situazione al limite della perversione dovevo interrompere questo gioco ma non sapevo come fare, ero veramente nelle loro mani, completamente sotto il loro controllo e mi piaceva così.

Dovevo reagire in qualche modo, preso da un attimo di follia gli strizzai i capezzoli.

In quel momeno capii che avevo fatto la mossa giusta.

Avevo trovato la loro zona erogena, e il dolore misto piacere era il loro divertimento.

Riccardo: ”Adesso, posso io giocare con voi”

Orsoni: ”Mmmh si non smettere ti prego”

Mentre gli pizzicavo i capezzoli ordinai ad uno di farmi una fellatio.

Riccardo: ”Salvatore vieni a succhiarmi il mio palo, vedrai come ti piacerà”

Orsoni: ”Mmmmh arrivo porcellone :”

Se lo prese in bocca subito, come se avesse un chupa chups, cominciò a succhiarlo avidamente e con la lingua impavida leccava intorno alla cappella mentre io dirigevo il ritmo della scopata orale.

Giuliano era ancora sotto il mio controllo mentre con la forza delle mie mani gli stimolavo i capezzoli.

Riccardo: ”Adesso giocate entrambi con il mio cazzo”

Le loro bocche all’unisono si contendevano il mio cazzo, come una guerra tra gladiatori.

La saliva lubrificava bene tutto la parte dei genitali. Sentivo bruciare intensamente ogni parte del mio corpo, un brivido cominciava a farmi capire che stavo arrivando a chiusura.

Riccardo: ”Non vi fermate, continuate mmmmm! Ahhhhh mmmmm ahhhh! Ci siamo quasi, arghhhhhhhhhhh”

Un urlo propiziatorio proseguì con getti di sborra sui loro corpi pronti a ricevere il nettare degli dei.

Avidamente leccarono ogni goccia di latte, mi stesero sul letto e continuarono a pomparmi. L’orgasmo era veramente stato intenso, ma anche il dolore si fece sentire mentre i miei nuovi amici continuavano il loro lavoretto.

Ad un certo punto smisero e partii una serie di coccole infinite, ma durò poco, dovevano finire quello che avevano iniziato.

Da un comodino spuntò un panno. Cloroformio e svenni in men che non si dica.

Tutto diventò completamente buio.


Finalmente riuscii ad aprire gli occhi. Ero ancora tutto intontito, mi guardai intorno ed ero finito in una stanza legato e sopra una specie di altalena per adulti.

Orsoni: ”Credevi veramente di aver finito con noi, ti abbiamo lasciato giocare abbastanza e ci è piaciuto, ma adesso tocca a noi finire quello che abbiamo iniziato”

Attaccato al mio uccello e ai capezzoli c’era una specie di elettrostimolatore, con un telecomando potevano avviare la potenza del volt.

Era una cosa veramente folle, perchè non potevo nemmeno urlare né liberarmi.

Il gioco stava diventando veramente sadico.

Però nel loro sadismo, c’era anche la parte delle carezza come gesto di far tranquillizzare la vittima.

Cominciai a perdere energia, il mio corpo era dolorante ed inerme.

Orsoni: ” Adesso giochiamo la partita finale, il tuo buchetto sarà completamente dolorante… ti penetreremo fino a farti perdere i sensi e lo faremo insieme.

Riccardo: ” No vi prego ci siamo divertiti abbastanza”

Orsoni: ”Lo diciamo noi basta” con tono brusco.

Mi tennero con forza sopra alla sling ancora legato, ma mi tolsero il bavaglio perché volevano sentirmi urlare. Misero un gel bianco sulle loro aste e poi sul mio buchetto.

Il primo ad entrare senza preavviso fu Giuliano, il mio urlo fu leggendario, mi guardava con gli occhi di una tigre mentre mi scopava a sangue, poi subito dopo entrò il cazzone di Salvatore.

Lì per lì persi conoscenza, ma bastò uno schiaffo ben assestato da entrambi che mi ripresi subito.

I colpi erano veramente decisi, forti come se colpissero con una racchetta una palla da tennis.

Erano completamente dentro di me, le palle sbattevano in ogni angolo del mio retto…. Ma una cosa strana stava succedendo, cominciava a piacermi.

Il mio uccello riprese a tornare dritto come le colonne portanti di un monumento.

Orsoni: ”mmmm ti sta piacendo, bene adesso completiamo l’opera.”

Mentre mi scopavano, le loro mani si posarono sul mio cazzo e con un movimento tra il lento e veloce cominciarono a segarmi.

Il godimento crebbe ancora di più.

Riccardo: ”Oh mio dio non fermatevi… mmmm… ahhhh!”

Orsoni: ”Mmmh che meraviglia questo bel culone tondo da scoparlo ogni giorno, ci siamo orsetto, dai sborra con noi!”

Riccardo: ”Ci siamo quasi... “

Come in un’ opera, quando si fanno i terzetti, voci gutturali simili ai più feroci animali vennero fuori.

Fiotti di sborra entrarono dentro di me.

La mia invece volò sulle loro barbe, e con gusto leccarono ogni dove.

Averli dentro di me è stata un’esperienza abissale.

Finito il gioco mi aiutarono a scendere e finalmente fui libero.

Orsoni: ”Scusaci Riccardo, abbiamo perso il controllo della situazione”

Riccardo: ”Ormai è passato, ma devo dire che una volta passata la paura tutto quanto ha funzionato”

Beh che dire, per fortuna questa storia ha un lieto fine, il controllo sulle persone e su te stesso fallo sempre funzionare.

É una storia di fantasia ma attenzione sempre alle apparenze.


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


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