ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni

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Il mio futuro suocero

Un racconto di Danny


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Il mio futuro suocero

Fin da ragazzino non ho mai avuto interesse particolare per le donne. Dall’eta' di dodici anni mi sentivo fortemente attratto dai ragazzi e dagli uomini di mezza eta'.

Ricordo che facevo di tutto per vedere magari mio padre in doccia (gran bel pezzo di maschio, ancora oggi nonostante abbia 65 anni: un vero orsone!) oppure quando giocavamo a calcio, osservare gli altri negli spogliatoi mentre si cambiavano.

A volte mi sentivo attratto anche da figure per le quali sapevo fosse sconveniente esserlo.

Ho ancora in mente per esempio don Ettore, allora quarantenne che con il suo fisico imponente, con gli occhi che sembravano due diamanti e quel baffo sicuramente allegro, mi faceva battere il cuore tutte le volte che lo vedevo.

Ma dovevo prontamente cacciare questi pensieri 'cattivi' che non portavano a nulla se non a momenti di sofferenza e di sconforto.

Decisi di provare a cambiare e frequentando un corso di chitarra, conobbi Giulia, una simpatica ragazza che abitava nel condominio di mia zia.

Un po’ per via della musica che ci accomunava, un po’ per la sua simpatia, diventammo molto amici.

Il tempo passava molto velocemente con Giulia, si chiacchierava molto, si rideva, ci si esercitava insieme con la chitarra (devo dire che avevamo costituito un bel duetto), insomma pian pianino diventammo anche in qualche modo complici.

Cominciavano a trapelare i primi pettegolezzi sulla nostra amicizia e anche i nostri genitori ci chiesero se avessimo avuto intenzione di fidanzarci.

Una sera si parlava con Giulia delle voci che circolavano e dopo esserci fatto due risate, Giulia seria mi chiese se io provassi qualcosa per lei al di la' della nostra amicizia.

Mi disse con un nodo alla gola che lei effettivamente si era innamorata di me ormai da un po’ di tempo.

Se in quel momento avessi avuto la possibilita' di scegliere tra la morte o risponderle, beh… sicuramente avrei scelto la prima strada, di certo la piu' comoda.

Per non deluderla le risposi che anche io provavo molto affetto per lei e che per me era una delle persone piu' care che conoscessi. Mi diede un bacio e ci abbracciammo.

Le settimane passarono serenamente e decidemmo cosi' di 'fidanzarci ufficialmente' e parlarne alle nostre famiglie.

Una sera Giulia mi disse che i suoi volevano conoscermi meglio e mi invitarono a pranzo per la domenica.

Dopo il consueto aperitivo con gli amici, a mezzogiorno in punto mi presento a casa di Giulia dove trovo i suoi ad accogliermi in modo festoso.

Due genitori fantastici ma appena vidi il padre di Giulia, scatto' in me qualcosa che era da tanto che non provavo.

O meglio era una sensazione che probabilmente soffocavo.

Mario, cosi' si chiama il padre di Giulia, e' un uomo sulla sessantina, non molto alto ma ben messo fisicamente (in passato militava in una squadra di pallanuoto).

La camicia bianca risaltava tutta la sua atleticita' e ancora la tonicita' dei suoi muscoli.

Il mio occhio cadde anche sulla folta peluria ricciolina che si intravedeva dalla camicia appena slacciata.

Capelli neri ricci ma non folti, bellissimo pizzetto curato di color nero gia' tendente al bianco.

Rimasi davvero folgorato anche dal suo bellissimo e caloroso sorriso che mostrava una dentatura ancora perfetta. 

Mario mi strinse con forza la mano che quasi mi fece male.

Gliela strinsi anche io con molto vigore e non so se per il fatto che io veda situazioni intriganti dappertutto ma mi era sembrata qualche cosa di piu' di una semplice stretta anche perche' mise anche l’altra mano sopra la mia e notai che mi guardava con aria molto interessante.

Mi stupii ancora di piu' quando, sempre sorridente disse:


'Sapevo che Giulia avesse veramente buon gusto per gli uomini ma devo ammettere che ha superato se stessa.'
Quasi ero un po’ imbarazzato ma lo ringraziai e sorridendo dissi anche io:

'Beh anche io posso dire la stessa cosa di voi, Giulia ha due bellissimi e simpatici genitori…'

A prescindere dall’ottima cucina della mamma di Giulia, devo dire che anche a tavola il buonumore non era mai mancato.

Abbiamo discusso del piu' e del meno, delle nostre famiglie, dei nostri viaggi, delle nostre occupazioni ecc.

Notavo pero' che Mario continuava a guardarmi molto compiaciuto e mi sorrideva in maniera molto particolare, quale volesse farmi intendere qualche cosa.

Prima del caffe', intanto che le donne di casa sistemavano la tavola e la cucina, il padre di Giulia mi disse di seguirlo di la' perche' doveva mostrarmi qualche cosa.

Appena fuori dalla vista di Giulia e della mamma, si mette il dito indice sulla bocca per dirmi che doveva dirmi una cosa ma… sottovoce.


'A tavola non potevo parlartene perche' questo e un mio segreto. Ho una mia collezione da farti vedere. '

Detto questo dal cassetto di un grosso mobile apri' un doppio fondo dal quale estrasse un sacco di paia di slip maschili di tutte i generi, di tutti i tipi e di tutti i colori, ce n’erano di azzurre, bianche, verdi, rosse, arancioni, perizomi, tanga, string, ecc.

Rimasi a dir poco allibito ma in un certo senso anche eccitato.

Mi dice che adora la biancheria intima maschile e mi confessa che gli piace indossare paia di slip che risaltano la sua mascolinita'. In seguito mi chiese cosa indossavo io solitamente.

Senza rispondere, mi abbassai i pantaloni e gli feci vedere.

Mi fece i complimenti per lo slip che indossavo che gli piaceva un sacco (un minislip blu con disegnato un triangolo bianco sul fianco e il logo dell’azienda produttrice).

Non esito' a toccarmi il pacco e di tutta risposta gli slacciai il pantalone.

Rimasi a bocca aperta, sotto i pantaloni Mario portava un perizoma verde dal quale si vedeva la forma di un cazzo veramente notevole.

Si giro' e mi mostro' fiero il culo.

Un culo davvero meraviglioso, sodo, rotondo e molto peloso.

Glielo avrei leccato cosi' su due piedi tanto mi attraeva.

Non esitai un attimo ad abbassarmi e a prendere in bocca il suo arnese gia' duro.

Mario mugolava sempre piu' e con la sua mano mi spingeva la testa verso di lui per far entrare in gola il suo uccello.

Dopo qualche pompata decidemmo di ricomporci, le donne ci urlarono che era pronto il caffe.

Ma ormai il ghiaccio era rotto e fu cosi' che quando mi stavo per congedare, Mario mi disse che potevo andare a casa loro quando volevo perche' ero considerato come un figlio (e che figlio, pensai tra me!).

La sera stessa Mario mi telefono' per dirmi che l’indomani sarebbe stato a casa solo e che se volevo potevamo vederci per… conoscerci meglio.

Il giorno dopo andai a casa di Mario.

Suonai il citofono e mi disse di salire pure e di andare direttamente in camera sua.

Mario era gia' nudo supino sul letto che mi aspettava.

Aveva il cazzo durissimo e esibiva un corpo veramente eccezionale.

Mi spogliai in fretta e mi fiomdai sul suo uccello con la bocca spalancata.

Incominciai a pomparlo con molta foga.

Volevo sentire ogni millimetro del suo uccello e piano piano lo accarezzava con la mia lingua, saltando velocemente dalle palle a quell’asta turgida.

Pareva che Mario gradisse quei movimenti tanto e' vero che dovetti arrestare subito la prestazione altrimenti mi avrebbe inondato tutto col suo sperma.

Lo feci girare a pecorina e gli aprii per bene le natiche con le mani.

Faticai un po’ a trovare il buchetto avendo il culo ben ricoperto. Decisi di esplorarlo con la mia lingua partendo dall’alto e via via scendendo nel suo antro piu' oscuro. Mario si dimenava ossessionatamene gustando il piacere della mia lingua che lo faceva diventare matto.

Piu' volte dovetti sculacciarlo per calmarlo finche' mi disse che non ce la faceva piu' e voleva essere penetrato.

Il suo buco era ormai dilatato gli puntai piano il mio uccello e con un colpo deciso gli sparai dentro tutto e cominciai a scoparlo come se fosse l’ultima volta nella mia vita.

Mi esortava a sculacciarlo e a ogni affondo gli mollavo una bella sculacciata che risuonava in tutta la camera.

Tirai fuori l’uccello dal culo e glielo misi in bocca per fargli gustare gli umori anali che aveva appena prodotto.

Il mio cazzo grondonava parecchio precum e Mario si stacco' un attimo e ando' in cucina a prendere un pacchetto di biscotti.

Non feci in tempo a chiedermi cosa ne dovesse fare che subito prese un biscotto, ci spalmo' sopra tutta la mia pre-sborra e lo mangio' con gusto.

Mi confesso' che era una sua golosita' da sempre e che quando gli capitava l’occasione il biscottino 'farcito” era sempre tra i suoi dolci preferiti.

Mangiato il biscottino, si rimise a pecorina offrendomi ancora il suo culo gia' tutto bagnato.

Con forza glielo piantai ancora dentro e lo scopai per circa una mezz’oretta finche' il mio cazzo esplose come un vulcano in piena attivita'.

Ormai il suo buco era diventato largo a dismisura.

La mia sborra colava fuori da quell’orifizio ormai rotto.

Con un dito la raccoglievo direttamente dal suo culo e gliela feci bere con giusto.

Fu il mio turno e mi disse che con me voleva fare qualcosa di veramente particolare. Mi disse:


Caro futuro genero con me il tuo culo avra' appunto un futuro. Sappi che io per te ci saro' sempre… diciamo come un padre premuroso.

Detto questo mi mise supino e mi alzo' le gambe e mi mise un cuscino sotto il culo in modo che potessi mostrargli il mio buco.

Avvicino' la punta del suo cazzo al mio buco e comincio' a pisciarci dentro.

Sentivo un caldo invadermi tutto. Non avevo mai provato un piacere simile.

Il suo getto era molto potente e quando lo estraeva dal mio culo, era il turno della mia bocca.

Non esagero', passarono circa un quindici minuti di alternanza in cui sentivo il suo piscio in culo e in bocca.

Fui estasiato, non avevo mai goduto cosi tanto, il mio culo aveva ancora degli spasmi di piacere e a poco a poco riversai dal culo tutto il piscio introdotto sui baffi di Mario.

Il mio buco oltre a essere in fiamme era veramente diventato un hangar. Mario mi inculo' parecchie volte con il suo uccello.

La cappella veramente grossissima sembrava un pistone di acciaio che perforava il mio ano.

Con le mia mani accarezzai tutto il pelo del suo petto, villosissimo.

Sembrava gradire e mi fece prendere anche i capezzoli per strizzarglieli fra le mie dita.

Cambiamo posizione: Mario si distende e il suo palo si erge dritto pronto per sfondarmi di nuovo.

Mi allargo a piu' non posso e piano piano mi siedo su quel palo da tortura.

Grazie agli umori rilasciati copiosamente durante la prima penetrazione, il mio culo sembra ricevere tutto quel ben di Dio senza sforzi.

Parte di nuovo lo stantuffo, ho la sensazione di essere impalato come nelle piu' crude torture medievali. Ma questo mi provoca un piacere immenso.

Sento le palle di Mario sbattere contro le mie natiche e il rumore mi eccita tantissimo, ho una nuova erezione e finalmente riesco a sbatterglielo in bocca. Mario succhia ancora avidamente il mio cazzo la sua lingua si contorce sulla mia cappella nuovamente bagnata.

Siamo in delirio, dopo circa mezz’ora di questa ginnastica vedo sul volto di Mario delle smorfie di puro piacere. Mario emette un grugnito fortissimo, pensavo stesse male.

Sentii di nuovo un caldo intenso invadere le mie viscere, il mio culo e ormai un cratere pieno di lava incandescente. Sentii i primi schizzi potentissimi arrivarmi allo stomaco. Rivoli di sperma mi scendono velocemente,

Con un dito cercai di tirare fuori un po’ di altra preziosa crema e la gustai leccandola tutto e facendola assaggiare anche al mio futuro suocero…. gia', il mio futuro suocero…


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