ORSI ITALIANI MAGAZINE


Ginnastica di mantenimento

Un racconto di Billy Joe


Da qualche mese avevo ripreso a frequentare la palestra di domenica mattina, il momento migliore per lavorare con gli attrezzi senza farsi pestare i piedi dalle quattro zoccole che solitamente frequentano la mia palestra per farsi agganciare da qualche bel maschione cazzuto, me compreso. La domenica eravamo di solito io, il ragazzo all'accettazione, un bell'orsetto carino, cicciotto, con molte tette, pochi capelli ed una vocina da castrato ed un paio di attempati signori dai capelli bianchi che si sforzavano di mantenere una gioventu' ormai passata. Con il mio zaino sulle spalle ero il primo ad entrare nello spogliatoio, a camminare sulle piastrelle fresche di candeggio a piedi nudi, a spogliarmi completamente giocherellando un po, con il mio corpo e, se capitava, con qualche indumento lasciato la sera prima da qualche bel manzo.

Una domenica mattina il ragazzo della reception, Francesco, entro' nello spogliatoio degli uomini per andare a pisciare. Mi ero appena tolto i boxer e il mio bel sedere tondo e muscoloso, coperto da una fitta peluria bionda, faceva bella mostra di se, incastonato tra le cinghie del sospensorio. Notai la sua ombra stampata sulla parete di fronte a me, immobile sulla porta semiaperta a godersi lo spettacolo e decisi di dargli una soddisfazione. Sfilai molto lentamente il sospensorio esponendo il mio buco all'attenzione dello spettatore, quindi con molta naturalezza mi voltai verso di lui mostrando il mio tarello. Vidi il suo sguardo scendere rapidamente verso il basso e la sua bocca aprirsi in una espressione di stupore. Non dissi una parola, stavo li a farmi guardare da Francesco, sperando che mi si avvicinasse e si inginocchiasse davanti a me. Il mio attrezzo era rilassato in quel momento ed era comunque di dimensioni non usuali. Di lui e' stato sempre apprezzato particolarmente il calibro, almeno quattro centimetri a riposo per una dozzina di lunghezza. La fragola lucida e violacea e' stata resa meno sensibile dalla circoncisione, una scelta non mia, che ha il vantaggio di rendermi particolarmente lungo nel raggiungimento dell'orgasmo. Francesco dopo qualche secondo di imbarazzo, durante il quale arrossi' come un peperone, mi guardo', sorrise scioccamente e si diresse verso il cesso senza piu' guardarmi. Io mi vestii ed attesi pazientemente, almeno cinque minuti, prima che Francesco uscisse dal gabinetto. Era sudato ed ansimante. Mi piacque credere che si era masturbato pensando a me. Da quel giorno, facendo finta di nulla, Francesco mi salutava come sempre, mi consegnava la chiave dell'armadietto e, guarda caso, entrava nello spogliatoio dopo qualche minuto dal mio arrivo, trovandomi, alla peggio, a torso nudo. Alla fine comprese che forse gli conveniva entrare alla fine del mio allenamento, mentre mi accingevo a fare la doccia ed il mio corpo, reso scivoloso dall'abbondante sudata che amavo fare, aveva tutti i peli del petto e della schiena perfettamente aderenti ai muscoli dei pettorali e degli addominali, anche se in quel caso il pubblico sarebbe stato piu' numeroso.

A parte Francesco, i due signori sui sessanta o sessantacinque, arrivavano di solito circa un'oretta dopo, verso le dieci. Si davano un'occhiatina intorno, cioe' la davano a me che sudavo sotto i bilancieri e sul tapis roulant, quindi se ne andavano allegramente negli spogliatoi a cambiarsi. Uscivano dopo qualche minuto, mi facevano un cenno col capo, sorridendo e cominciavano l,allenamento. Solitamenterestavamo tutti fino a mezzogiorno, il tempo di attendere pazientemente che la temperatura corporea scendesse, che il sudore si placasse, poi una bella doccia calda e rilassante, insaponandosi generosamente il corpo, quindi l,uscita per la mezza, o l,una meno un quarto.

Non ebbi mai occasione di parlare con loro se non per gesti e sorrisi. Me ne stavo sempre molto concentrato e di solito anche dopo l'allenamento i due confabulavano fra di loro. Mi accorsi piu' volte di attirare la loro attenzione, ma non vi feci mai molto caso fino a quella domenica.

Quella famosa domenica arrivai con un po' di ritardo. Ero rimasto bloccato da un piccolo incidente provocato dal solito imbecille della domenica e tra una bestemmia e l'altra ero stato costretto a deviare il mio solito percorso. Entrato nella palestra, Francesco mi saluto' cordialmente.

-Ciao Billy, sei in ritardo oggi.-

-Si, ti e' mancato il tuo spettacolo settimanale, brutto stronzo!!!- Pensai. Ma ero incazzato nero e sarebbe stato ingiusto rispondere cosi' violentemente. Indorai la pillola.

-Un coglione di quelli che si muovono solo la domenica ha causato un tamponamento e sono stato costretto a cambiare percorso !!-

-Ma tu sei incolume, vero?- Chiese con lo stesso tono che avrebbe usato mia nonna.

-Si, certo. A me chi mi rompe !!!- Guardai la sala e vidi i due orsi bianchi impegnati in una biciclettata spedita. Le loro magliette grigie ombrate di sudore avvolgevano le pance flaccide, e prominenti, gocce di sudore scendevano dalle ciglia brizzolate e i capelli grigi, un po'troppo lunghi per l'eta' dei due signori, grondavano di sudore. Le cosce ed i polpacci erano impegnati in uno sforzo notevole e la loro andatura, con le spalle curve e le mammelle cadenti, avrebbe consigliato qualche minuto, tipo centoventi, di pausa.

-Ehi Billy- Bisbiglio' Francesco, -Quei due signori hanno chiesto di te appena entrati.-

-Davvero? E cosa hanno detto?-

-Hanno detto che oggi erano soli, che quel ragazzone che di solito si allena la domenica non c'era.-

-E tu hai detto qualcosa?-

-Dicevano cosi' e mi guardavano, allora io ho detto che probabilmente saresti arrivato piu' tardi.- E mi diede la chiave dell'armadietto.

-Grazie Francesco.- E mi incamminai verso lo spogliatoio accennando un sorriso ai due signori.

Nello spogliatoio, a due ganci vicini erano appese le camicie ed i pantaloni dei due sportivi. Mi accomodai nel gancio accanto a loro e mi sedetti sulla panca per togliermi le scarpe.

Sotto il mio sedere c'erano due paia di scarpe degli orsi con i calzini arrotolati. C'era una debole fragranza che proveniva da quelle scarpe e la cosa mi interessava, tanto che ne afferrai una a annusai lungamente, inebriato dall'aroma che sprigionava. Anche la camicia che odorai aveva un misto di dopobarba e di candeggio fresco. Fui nudo in un attimo. Giocherellai un istante con i miei capezzolini turgidi ed il bigolo si fece gia' piu' consistente. Mi voltai verso la panca per prendere gli indumenti, quando la porta dello spogliatoio si apri'.

-Ecco che arriva Francesco !!- Pensai, invece erano loro, i due orsoni bianchi.

Mi voltai presentando loro il mio corpo muscoloso e profumato ed il mio randello in semierezione. I peli biondi e rossi del mio corpo erano gonfi ed ovattati. Si fermarono un attimo ad osservarmi e io mi facevo osservare, mi facevo desiderare e li guardavo con interesse, mentre immaginavo i loro corpi viscidi su di me.

-Buongiorno, eravamo preoccupati per lei, non l'abbiamo vista stamattina.- Disse il piu' grosso.

-Ma vediamo che sta bene...- Alluse l'altro.

Mi si avvicinarono sorridenti, uno di fronte a me e l'altro dietro.

-Grazie, tutto bene, un piccolo incidente, ma nulla di grave.- Il piu' grosso, grondante come una fontana, mi si avvicino' per prendere l'asciugamano. Era poco piu' alto di me, aveva un forte odore rancido, due grosse mani gonfie e una pancia ingombrante sulla quale avrei cavalcato come una amazzone.

-Non ci siamo mai presentati: io mi chiamo Franco.- E porse la mano sudaticcia.

-E io sono Vittorio.- Disse quello dietro di me-

-Molto piacere, io sono Giuseppe, ma mi chiamato tutti Billy.-

Le due montagne di lardo mi circondavano, li sentivo vicinissimi, sentivo il tepore del loro vapore ed il loro respiro su tutto il mio corpo.

Franco si sedette accanto a me, a pochi centimetri dal mio incontenibile attrezzo e mi guardo' lungamente negli occhi.

-Sei un culturista ?- Chiese detergendosi il sudore.

-No, mi piace essere in forma.- Risposi.

-E ci riesci molto bene, mi pare. Quanti anni hai? Sei sposato?- Chiese Vittorio, in piedi sempre dietro di me.

Sorrisi quasi imbarazzato cercando la maglietta nello zaino che avevo deposto sulla mensola superiore della panca.

-Grazie. Non sono sposato, ma perche' sono ancora giovane, ho trentadue anni.-

-Sei fidanzato?- Insistette Vittorio.

-Nemmeno, sono una preda.- Risposi e seguitai a ravanare nello zaino con le braccia in alto. Franco accanto a me scrutava ogni centimetro del mio corpo e Vittorio comincio' a togliersi la shirt.

-Ti dispiace se ti dico una cosa?- Chiese Franco.

-No, figurati..- Risposi.

-Sai che hai proprio un bel fisico?- Quelle parole, quella voce calda e maschile riproposero la mia erezione. Interruppi la ricerca della maglietta e lo osservai pieno di speranza.

-Noi pensavamo che magari ti piacerebbe guadagnarti qualche centinaio di euro con noi..-

Guardai Vittorio che si era avvicinato molto a me a torso nudo.

Restai un momento interdetto e guardai alternativamente i due. A dire il vero pensai ad una sorta di allenamento personalizzato..ed effettivamente loro intendevano qualcosa del genere..

-E cosa dovrei fare per godere della vostra generosita'?- Chiesi con vivo interesse palesato da una erezione sempre piu' consistente.

-Permetti vero?- Disse Franco prendendomi per i fianchi e voltandomi verso di lui.

La sua bocca calda e morbida avvolse delicatamente la mia cappella e comincio' a lubrificarne la superficie con la sua magnifica e viscida saliva. La sensazione che provai fu di fortissima eccitazione, la sua lingua capace solleticava la parte sottostante, dove era il frenulo e le sue labbra carnose e umide mi avvolgevano tutta la fragola, mi scorrevano avanti e indietro. Mi stava spompinando magnificamente. Vittorio mi appoggio' le braccia alla mensola superiore della panca e mi cinse il torace solleticandomi i capezzoli e palpeggiandomi il petto e le costole.

-Che bel maschione che sei !!- Mi sussurro' all'orecchio e mi strizzava i capezzoli per farmi gemere.

-Mmmmhhhh siiiii !!! Che bello !!!! Siete fantastici !!!-

Ero in estasi mistica. La mani di Franco morbide ma decise allargavano le mie natiche. La lingua di Vittorio piombo' sui miei glutei e si insinuo' fra di loro fino a raggiungere il buco. Non avevo mai subito una leccata di culo cosi' eccitante. Le mani di Vittorio mi stringevano le cosce e avvertivo il suo mento liscio insinuarsi fra le natiche.

-Continuate cosi'i'i'i'i'i' !!!!- Miagolai.

-Voglio farti sborrare a fiumi.- Mi diceva Franco, continuando a leccare voglioso.

Vittorio provo' a fottermi con un dito e trovo' il mio buco arrendevole e lubrificato. Si sollevo' in piedi e prese a massaggiarmi il buco con la sua cappella.

-Dai !!!! Fottimi, che aspetti?- Lo supplicai mentre Franco prese a succhiare cosi' vigorosamente che gli venni in bocca senza preavviso. Franco anziche' seccarsi, ingoio' tutto il mio sperma caldo e abbondante e continuo' a succhiare finche' lo pregai di smettere.

-Ti prego..Franco, adesso voglio spompinarti io.- Cosi' dicendo mi piegai a novanta, gli calai i calzoncini e le mutande e discoprii il suo bel sarago eretto e duro come un fuso. La mia bocca vorace si avvento' su quella nerchia puzzolente di sperma e sudore e mentre le forti mani di Franco mi massaggiavano la testa rasata, Vittorio finalmente si decise a fottermi. Il suo randello penetro' velocemente e facilmente.

-Che bel culo sfondato che hai !!- Ansimo' l'orso alle mie spalle.

Sentivo il suo pancione sbattere sul mio osso sacro ed i gemiti deformati dallo sforzo che stava compiendo. Mi abbassai leggermente per favorirlo ed il suo randello scivolo' di qualche altro centimetro dentro di me. Le sue dita tozze e veloci titillavano i miei capezzoli e stringevano forte i miei pettorali. La sua saliva mi colava lungo la schiena ed il suo naso odorava la giovane freschezza della mia pelliccia.

-Aaaahhhh !!!!! Uuuuuhhhhh !!!! Mmmmmhhhh !!!!- Pensai che Franco esalasse l'ultimo respiro. Agitava la testa a destra e sinistra, mentre la mia andava dal basso all'alto lungo la canna del suo uccello puzzolente. Una forte salinita' stuzzicava la mia lingua e le narici affondavano in una peluria brizzolata di straordinaria consistenza. Vittorio mi fotteva con cautela e faceva forza sui miei fianchi robusti per dare colpi decisi e piacevolissimi. Non duro' a lungo ed avvertii chiaramente un caldo spruzzo all'interno del mio ano seguito dal rumoroso rantolo di piacere del mio amicone. Prosegui' con la lingua, leccando il suo liquido che fuoriusciva lentamente dal mio sfintere e, infilata una mano tra le mie cosce, mi afferro' i testicoli e comincio' a saggiarne la consistenza. Allargai le gambe per favorirlo e fu cosi' che comincio' a menarmelo.

-Che bel cazzone che hai !!- I miei 21 centimetri avevano ripreso le fantastiche dimensioni che avevano soddisfatto la bocca di Franco. Vidi la testa di Vittorio insinuarsi fra me e l'orso seduto ed ingoiare in un solo boccone quasi meta' della mia canna.

-Preparati..sto sborrando !!!!- E Franco, dati un paio di schizzi caldi e viscidi sulla mia lingua, si rilasso' totalmente, grondando di sudore ed ansimando.

Con la bocca impastata della sborra di Franco che mi gocciolava lungo il mento e sul petto, mi sollevai leccandomi le labbra e guardai Franco che mi sorrideva.

-E' buona, vero? Ti piace la mia sborra?- Afferrai la testa di Vittorio e lo aiutai nel pompino che mi stava facendo. Franco si spoglio' completamente e si diresse verso le docce. Io terminai il lavoretto nella bocca di Vittorio. Sborrai talmente tanto che pensai di soffocarlo, ma l'orso aveva una straordinaria voracita' e non mando' sprecata nemmeno una goccia di nettare.

Ero esausto. Mi fermai qualche minuto nello spogliatoio, sdraiato sulla panca, con la nerchia che pendeva da una parte, mentre Vittorio raggiunse l'amico sotto l'acqua, dandomi una strizzatine d'occhio e rimirando ancora il mio fisico scolpito e massiccio abbandonato sulla panchina. Lasciai passare pochi minuti, mi vestii e cominciai il mio allenamento. I due orsi uscirono sorridenti dalla palestra, ignorandomi completamente. Al mio ritorno, nella tasca dei calzoni trovai un biglietto da cento euro, un regalo generoso per dieci minuti di divertimento.

Accidenti a me, adesso che mi ci fate pensare!!!! Oggi e' sabato finalmente domani incontrero' nuovamente Franco e Vittorio.