ORSI ITALIANI MAGAZINE


Gocce di rugiada nella notte (seconda parte)

Un racconto di Ste


Apro la porta con impazienza, incurante di chi potrebbe esserci fuori e' ancora grondante dell'acqua della doccia, esco da quello scrigno di lussuria, rimpiangendo di dover lasciare da soli i miei due orsi. Dentro di me ho ancora il seme di Boris ed il mio alito odora ancora dello sperma dell'ucraino. La fuori invece mi aspetta Karl. Non ho la voglia e non ho il tempo di recuperare i miei indumenti, il pensiero di lui mi occupa interamente, l'idea di giacere con lui per qualche ora e' piu' forte di ogni timore. Non sento nemmeno il fresco della notte. Mi scrollo come un cane appena uscito da uno stagno. Le mie mani sfiorano due capezzoli che emergono dalla foresta scura che adorna il mio petto e che sono gia' duri come chiodi. Il pendolo si sta risvegliando nuovamente, mi infilo i sandali, eccitatissimo dalla situazione.

A poche decine di metri un camion ha acceso una debole luce in cabina e vedo un corpo che si contorce alla ricerca di qualcosa. E' Karl, vedo solo lui e penso solo a lui. Cammino ignudo verso quella luce mentre le auto sfrecciano sull'autostrada. Non temo che qualcuna di loro possa fermarsi e illuminare il mio corpo, ma mi piacerebbe, si' lo desidererei tanto. Ho la mente ottenebrata, sono delirante come se avessi la febbre, non mi rendo conto dei rischi che corro, ma chi se ne frega.

Arrivo al camion di Karl ed odo dei rumori all'interno della cabina. E' ancora lui. Voglio credere che mi stia aspettando. Allungo la mano verso la maniglia della portiera ed apro.

Karl indossa una maglietta bianca, senza maniche, con un bel cuore rosso stampato sul pettorale sinistro e la scritta, un po' pacchiana, 'I (cuore) Slovenjia'. Indossa solo quella, e' senza slip, scalzo. E' seduto alla guida, ma sta cercando qualcosa a terra, accasciato sul sedile del passeggero e tira giu' qualche Santo dal Paradiso. La sua voce e' ancora piu' bella quando e' incazzato, e' giovanile, limpida ma decisa, un po' rude. I suoi capelli chiari e lisci sono ancora umidi e odorano di buono. Appena ho aperto la portiera lui mi ha guardato, mi ha riconosciuto e non ha detto nulla. Ha visto che sono nudo ed ha visto che sono eccitato, la mia erezione non puo' indurlo in errore. Io salgo sul mezzo mentre lui interrompe il suo lavoro e continua a fissarmi. Il mio cazzo in erezione e' all'altezza della sua bocca. Lui si solleva guardandomi il pene scappellato. Deglutisce. Si accomoda sul sedile guida.

Osservo il suo attrezzo. Bello, rilassato e grinzoso. Gli sorrido. Lui sembra un po' intimorito. Accelera il respiro. I suoi pettorali ansimanti si sollevano con ritmicita'. Le punte inturgidite dei suoi capezzoli increspano deliziosamente la liscia rotondita' della muscolatura sottostante. Tiene le braccia lungo i fianchi e allarga vistosamente le gambe proteggendosi il siluro con le mani. Che belle mani!! Un cerchietto lucido d'argento decora un dito. Le mani sono magre, grandi e leggermente ombreggiate di pelo. Le dita sono affusolate e le unghie molto corte e pulite. Le sue cosce sono dure e muscolose ed i polpacci pelosi sono ben fatti e sodi.

-Boris mi ha appena scopato sotto la doccia. Ha detto che sarebbe piaciuto anche a te.-

-Io, Io - Balbetta imbarazzato e deglutisce.

-A me piacciono le donne.- Conclude poco convinto.

-Si' anche a me. Ma preferisco i camionisti.- E continuo a sorridergli.

Karl forse non si aspettava nulla del genere. Forse Boris mi ha ingannato, ma ormai sono in ballo e voglio andare fino in fondo.

-Mi piaci da morire e vorrei giocare un po, con te.-

Lui si accorge che qualcosa sotto quelle bellissime mani si sta muovendo e anche a me non sfugge. Passo la mia mano sulle sue un paio di volte. Ora provo a forzare la sua resistenza. Una mano ricade verso di me e discopre una fresca e profumata peluria rossiccia. La canna del pisello a' gia' in tensione e si nasconde sotto l'altra mano.

-Dove vuoi scappare?- Penso fra me e me.

Afferro l'altra mano svelando a lui stesso il misterioso turgore segreto. Porto il palmo della sua mano alla mia bocca. Lo bacio e annuso il suo odore. I suoi 17 centimetri sembrano attendere la mia bocca bramosa. Lui continua ad ansimare, accelera il respiro mentre la mia testa lentamente scende verso il suo manico. Afferro delicatamente le sue palle e la base del suo pisello e mi avvicino a bocca aperta. Il contatto della mia mano lo fa gemere, ma io scendo sempre di piu' fino a percepire un certo cambiamento di aroma. Arrivo a pochi centimetri e ci alito sopra.

Le cosce di Karl hanno uno scatto, come quelle di un'ostrica disturbata da un predatore, uno scatto subito controllato da una mente che vuole, desidera ardentemente ma non osa confessare. Karl geme, e io affondo la sua nerchia nella mia bocca umida e calda.

I gemiti si fanno piu' audaci ed incontrollati. Le sue mani afferrano i miei capelli e massaggiano la mia nuca mentre la mia lingua gusta la sua cappella. Dal piazzale dell'autogrill il grande parabrezza del camion di Karl sembra lo schermo gigante di un film. E' un film di sesso puro e selvaggio nel quale il protagonista gonfia il torace, geme e si contorce come se fosse sulla sedia elettrica. Inclina la testa e la rialza mordendosi le labbra e strizzando gli occhi.

-Si Ooohhh si!!- Geme Karl mentre la mia lingua fa scempio della sua cappella umida e vischiosa.

-Sto venendo... ti prego continua...- Ed ecco che gemiti piu' decisi e colpi di reni piu' secchi mi avvertono della imminente alluvione bianca. Io sono pronto ad accoglierla e a non mandarla sprecata. Infatti per alcuni interminabili secondi il flusso bianco e cremoso scende nella mia gola finche' deglutisco vogliosamente la sborra di Karl.

Karl ora riposa rilassato sul sedile con la testa reclinata verso di me. Mi osserva divertito mentre mi sto segando l'uccello.

-Aspetta, voglio ricambiare la cortesia. Andiamo dietro.- E mi porta nella cabina collocata dietro i sedili, dove solitamente dorme.

L'ambiente e' impregnato del suo odore. A terra e' steso un materassino sottile e duro sul quale Karl si siede invitandomi a prendere posto accanto a lui.

-Sei stato molto bravo Sebastian, dai siediti.-

-E se tu mi facessi un pompino?- E mi avvicino a lui in piedi e menandomelo.

Si inginocchia di fronte a me e io lo aiuto a togliersi quella maglietta. La mia nerchia e' cosi' vicina alla sua bellissima bocca incorniciata da un velo di pizzetto rosso, percepisco il suo respiro su di me e non ne posso piu'. Mi sento sfiorare il sedere da quelle bellissime dita. Karl prende in bocca una delle mie palle massaggiandola con la lingua. E' una sensazione fantastica, voglio sentire la sua bocca su di me. Mi sta segando di brutto. Non lo guardo, sto sognando e appoggio le mie mani sulle sue spalle rocciose e solletico quel collo taurino e vibrante.

Finalmente la mia sofferenza ha termine. Riempio la sua bocca del mio essere cercando la sua lingua. Fa caldo, sono gia' tutto sudato. Spompina bene, io allargo le gambe a piu' non posso mentre le sue dita scorrono fra le mie natiche, sfiorano il mio buco e scendono fra le gambe.

-Karl, mi fai impazzire, sto per sborrare.-

Lui imperterrito prosegue nella pompa e io non resisto piu'. Karl si riempie la bocca e mi invita a condividere la mia sborrata con lui. Ci abbracciamo e ci baciamo lungamente, ma il suo cazzo vuole ancora me, lo afferro con vigore mentre Karl a' in completo abbandono.

-Scopami Karl.- Lo supplico.

-Voglio fotterti a smorzacandela.- Mi dice. E io mi inginocchio su di lui.

Lo sento, e' duro come pietra, potrebbe reggermi per ore. Lui mi afferra le natiche e me le allarga.

Il bruciore e' fortissimo, Boris deve avermi fatto sanguinare perche' percepisco l'odore del sangue. Ma non mi importa. Karl mi sta possedendo come una troia in calore. I suoi glutei sono cosi' forti che riesce a sollevarmi da terra ad ogni colpo. I suoi capezzoli sono turgidi e rosati. Mi inumidisco i pollici con la saliva e li sfioro ripetutamente mentre lui porta le mani dietro la nuca e mi sorride. Ha un fisico bellissimo e comincia a sudare. La mie mani scivolano sui suoi pettorali ansimanti. Il suo sudore e' salato, lo mischio al mio mentre gemo di piacere. Mi ha afferrato le cosce. Mi piace quando mi stringe con quelle mani. Sta per svuotare i suoi lombi dentro di me.

Ecco, il volto e' segnato da una smorfia di piacere ed io sento dentro di me il flusso caldo e appagante del suo corpo.

Siamo esausti e ci sdraiamo uno accanto all'altro mentre l'odore del nostro sudore si fa via via piu' penetrante e coinvolgente.

Era da tanto che non mi sentivo cosi' bene.

Mentre siamo sdraiati uno accanto all'altro io lo guardo dormire. Stanotte i camionisti non hanno riposato, ma ne e' valsa la pena. E' cosi' tranquillo, cosi' bello. Dalla cabina di guida filtra la luce attraverso la tendina leggermente aperta. Sono anche io molto stanco ma prima vorrei spegnerla ed addormentarmi sul suo petto.

Che succede laggiu'? Non posso crederci!!! Boris e l'Ucraino sono ancora sotto la doccia? Sara' meglio andare a dare un'occhiata.

Spengo la luce e scendo dal camion di Karl. Cazzo! Sono ancora nudo, e' meglio recuperare qualcosa da indossare, e' quasi l'alba e fa decisamente freddo. Vado a recuperare i pantaloni.

-Igor, dove stai andando?- Sento sussurrare.

Mi volto verso il camion. Sono Boris e l'Ucraino che si stanno fumando una sigaretta appoggiati al camion di Boris. Torno sui miei passi e mi avvicino ai due bears.

-Allora- Fa Boris accennando con il capo al mezzo di Karl, -Ti ha scopato?-

-E' stato bellissimo.-

-Piu' che farti fottere da me?-

-Tu sei bravo a fottere, hai l'esperienza di un vecchio orso rumeno... vorrei scopare con tutti e tre insieme.- E ripeto la stessa cosa all'ucraino.

Boris indossa solo i pantaloncini di jeans sfilacciati. Osservo meglio il suo corpo atletico e brizzolato. E' bello, non c'e' che dire, un maschione eccitante, un daddie severo da cui imparare un po' di disciplina. Da come si sta sistemando il pacco mi pare che un po' di voglia ce l'abbia ancora. L'Ucraino e' inaspettatamente piu' ricettivo. Butta la sigaretta e mi invita a salire sul suo mezzo dal telone di fondo.

Slaccia le funi che chiudono la centinatura e mi fa segno con la mano di salire.

-Ma qui dentro e' buio.-

-Sali e non preoccuparti.-

Arranco nel buio ma ho la sensazione che il cassone del mezzo sia vuoto. Infatti procedo a tentoni senza incontrare alcun ostacolo. Una seconda persona entra dopo di me e sento alcuni rumori in cabina di guida. La portiera sbatte e dopo qualche secondo ecco che anche la terza persona sale a fatica sul camion puntandomi una torcia addosso.

-Con questa faremo luce.- Dice l'Ucraino appoggiandola sul pavimento.

Io e Boris ci guardiamo attorno. Lo spazio a' molto ampio ed e' vuoto. In fondo al cassone del camion ci sono alcuni teloni arrotolati e fissata alla cabina c'e' una cassa di legno contenente degli attrezzi.

L'Ucraino indossa un casco giallo molto intrigante, si e' levato la canotta che getta a terra con maschio disprezzo, si sta togliendo i pantaloni ed i boxer e infila un paio di guanti da lavoro corti in gomma blu. Ai piedi indossa due scarpacce da lavoro e calzini arrotolati alla caviglia. Sembra un orso manovale, mi compare davanti in tutta la sua mascolinita', i miei occhi lo squadrano da capo a piedi e il principale indicatore del mio interesse si sta rassodando fra le mie gambe. Lui appare rilassato. Il suo bel pancione pallido sembra brillare come una luna piena.

Anche Boris sembra molto colpito. Ci lanciamo un'occhiata.

-Torno immediatamente.- Ci rassicura Boris, ed esce.

-Ti ho fatto una pompa e non so nemmeno come ti chiami.- Dico all'Ucraino avvicinandomi a lui.

-Leonid.- Espettorando un vocione grezzo e sensuale.

-Io sono Sebastian, ma puoi chiamarmi Igor.-

-Si, Igor lo preferisco, mi eccita di piu'.-

A' fermo davanti a me, su due gambe immobili, abbondantemente pelose, le braccia lungo i fianchi che osserva il mio attrezzo. Mi avvicino e prendo la sua mano. Il guanto puzza di olio lubrificante. Me lo passo sul petto, sui capezzoli e porto la sua mano al mio pisello.

-Afferrami il cazzo e comincia a sfregarmelo.- Lo supplico.

La sua mano spietata mi afferra molto rudemente la canna e me la mena con vigore.

Allargo le gambe e porto le mani alla nuca permettendogli di pizzicarmi un capezzolo in piena liberta'.

Il mio corpo si imbratta di olio e mentre i miei gemiti soffocati eccitano l'animale che ho di fronte, dall'esterno rientrano Boris e Karl.

Il gigante brizzolato ha indossato il suo casco bianco, i suoi guanti di pelle e ha ancora le infradito ai piedi. Ha dei piedi bellissimi, magri, dita affusolate e due caviglie snelle ma forti, data la stazza che devono sostenere. Li sento gia' addosso a me, mentre mi scorrono sul torace e mi calpestano. Dal malleolo in su a' una foresta di peluria bruna che si ingrigisce attorno al pisellone gia' rinvigorito e sul petto asciutto e muscoloso. Ha un pizzetto affascinante e capelli corti. Karl, il mio orsetto rossiccio, e' un po, assonnato e per questo fa ancora piu' tenerezza. Il suo randello sembra meno interessato al duro lavoro che lo aspetta, ma ci pensero' io a scuoterlo.

-Ecco, vedi Karl? Te l'avevo detto di sbrigarti, si stanno divertendo senza di noi.-

I due Sloveni non perdono tempo. Mi circondano, mi afferrano i polsi e mi palpeggiano i capezzoli mentre Leonid continua a menarmelo freneticamente.

-Voglio spompinarvi tutti. Ciuccia ciuccia.-

Mi portano verso il fondo del cassone. Boris e Leonid si siedono sulla cassa di legno e allargano le gambe. Karl mi fa inginocchiare davanti al primo e mi afferra per i capelli.

-Dai, puttana, succhialo per bene.- Comanda Boris. E la mia bocca si avventa con desiderio su quel cazzone gia' scappellato e umido. E' Karl che comanda l'azione, che mi obbliga a ingoiare quella salciccia eretta e solida mentre le mie mani stanno gia' segando la nerchia di Leonid. E' il suo turno adesso. Ce l'ha bello duro pure lui e io lo ingoio fin dove riesco senza vomitare.

-E' il mio turno Igor.- E la mia bocca ritorna su quello di Boris. Gli tolgo le infradito e striscio la mia minchia sui suoi piedi. Voglio sentirmi in suo potere, affidare il mio cazzo alla sua compassione. I peli delle sue gambe mi irritano la cappella e io sfrego senza fermarmi. Passo a Leonid. Ma lui mi vuole rompere il culo. Mi fa alzare e mi fa voltare per farmi sedere su di lui. Il culo mi brucia ancora ma non posso resistere a Leonid. Mi penetra velocemente e molto dolorosamente facendomi saltare sopra di lui.

-Niet, niet Leonid.- Dico in russo. Gemo lungamente mentre il bruciore si fa insopportabile. Leonid mi afferra per i capelli e mi inclina in avanti dove Boris, in piedi fra le gambe aperte di Leonid, e' pronto ad infilarmelo nuovamente in bocca. Cosi' sono penetrato contemporaneamente dai due orsi e Karl ormai in piena erezione, si gode lo spettacolo. Boris mi sborra in bocca lungamente e io ingoio insazabile la sua crema bianca e densa. Mi allontana guardandomi con un ghigno e mi spinge contro Leonid che fottendomi sempre piu' forte mi afferra i capezzoli tirandoli verso l'alto e facendomi urlare di dolore.

-Basta Leonid. Ti prego, Basta!!!- E continua a scoparmi senza pieta'.

Non c'e' tregua, davanti a me compare Karl a gambe divaricate e nerchia in tiro. Lo so cosa vuole e non me lo faccio dire. Con Boris che fa da suggeritore, agguanto il cazzo di Karl e, guardando negli occhi Boris, comincio a succhiarlo cercando un cenno di consenso.

-Bravo Igor, succhia succhia bello!!!- Mi gratifica Boris, mentre Karl a' brillo di piacere.

-Cosi' Oooohhhh!!! Si, cosi'!!!! Spompina piu' forte!!!- Ma in quel momento Leonid che a' sempre implacabilmente dentro il mio culo comincia a muovermi a destra e sinistra divaricandomi ulteriormente lo sfintere. Rimango senza parole dal dolore. Il cazzo di Leonid a' insanguinato e continua a fottermi. Per non cedere al dolore abbraccio il sedere di Karl e lo stringo a me. Karl eiacula con forza e rabbia. Spero di averlo soddisfatto. Mi piace sorridergli sbavando la sua stessa sborra e dimostrandogli che la ingoiero' tutta.

Finalmente dopo quasi dieci minuti di scopata, l'orso sovietico e' domato. La mia cavalcata finisce tra le lacrime di un buco ormai sfondato e dolorante. Leonid mi allontana energicamente ed io cado a terra sanguinante, con le gambe che mi tremano tanto da non poter stare in piedi e acuti dolori anali.

-Basta vi prego, sono esausto.-

-Ti abbiamo fatto divertire spero.- Chiede Boris.

-Si, grazie a tutti amici.-

-Grazie Tovarich Leonid.-

-Grazie a te Igor, a' stata la piu' bella scopata della settimana.-

Albeggia. L'allodola, araldo del mattino, annuncia le strisce di luce maligne che sfrangiano le rade nuvole che si dissolvono laggiu' all'oriente. Le faci della notte sono spente e gia' s'affaccia il luminoso giorno, quasi in punta di piedi, sugli alti picchi brumosi dei monti (dal Romeo e Giulietta di W. Shakespire).

I miei orsi, quasi temendo il gelo di un inverno ancora molto lontano, mi salutano e mi abbracciano. Scendiamo dal camion. Leonid riparte quasi subito regalandomi un cenno con la mano ed un sorriso con la sua faccia da orso buono. Karl e Boris riprendono il cammino a ruota. Karl mi ha regalato la sua maglietta con il cuore rosso ed ha spezzato il mio che lo ricordera' per sempre. Sono quasi le cinque del mattino e sono esausto. Mi riposero' dopo una bella doccia. Appesi laggiu' nello spogliatoio ci sono ancora i miei pantaloni rossi e gli slip. Mi dirigo da quella parte, credo di sanguinare ancora, ho un dolore atroce al culo e lo stomaco in subbuglio.

Entro nella doccia e mi lavo per bene. Passandomi le dita sul buco avverto un terribile bruciore. Credo che per qualche giorno cagare mi produrra' le stesse sensazioni di un ferro rovente. Ma ne e' valsa la pena. Anche il cazzo e' dolorante. Ripulirlo dello sperma ancora in canna e' un'operazione da fare con delicatezza. Credo di non averlo usato mai cosi' tanto in una sola giornata. Ora un paio di orette di riposo e poi via verso il sud.

Mi pare di avere udito un po' di trambusto la' fuori, lasciami dare una sbirciatina. A' arrivato un camion e ci sono due persone che stanno venendo verso le docce.

Un lampione illumina due uomini sui trent'anni, teutonici, che con andatura e stazza ursina parlottano fra di loro. Ebbene si' sono insaziabile, ma il dovere mi chiama. Esco dalla doccia e comincio ad asciugarmi con molta calma, chissa' che riesca a vedere qualcosa di piu' ed a farmi vedere bene...

Minchia!!! Che due pezzi di maschi!!!! Sono davvero Tedeschi. Mi salutano e mi guardano un po' imbarazzati. Si stanno spogliando davanti ai miei occhi. Due esemplari paciocconi e simpatici e ben equipaggiati... e che odore!!! Probabilmente non si lavano da due giorni. Si infilano rumorosamente sotto la doccia e chiudono la porta. Ma a' meglio andare a riposare anche se Giacomino qua sotto sembra non volerne sapere.

Fine.