ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Il guardiano del faro

Un racconto di Aramis


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Vivendo in una citta' portuense, mi trovo spesso a bazzicare la zona del porto.

I marinai che lavorano sulle cosiddette 'paranze', i famosi pescherecci, sono tanti, maturi e spesso... nerboruti!

In quel maggio del 2005 pero', ad attirare a mia attenzione non fu uno dei soliti pescatori, bensi' il nuovo guardiano del faro.

Tale faro era rimasto senza custode a lungo ma i continui vandalismi da parte dei soliti ignoti avevano suggerito il comune della mia citta' di dotare suddetto faro di un guardiano che dormisse li nel piccolo, sporco e puzzolente monolocale interno.

Il tipo scelto per tale compito lo riconobbi subito: fino a pochi mesi prima, svolgeva lo stesso tipo di lavoro al cimitero di una frazione nelle vicinanze.

Mi aveva sempre arrapato tantissimo: over 60, molto robusto con un pancione sodo e all'apparenza duro e la testa grande, tondissima e perfettamente calva, liscia come una palla da bowling.

A completare il tutto un paio di fluenti baffoni grigi molto folti e il pelo folto e grigio sempre in bella evidenza dato che indossava sempre una canottiera la quale forse in origine doveva essere bianca.

La cosa che piu' mi ha sempre eccitato di quell'uomo oltre alla struttura fisica panciuta e possente, era il suo naso: grande come un peperone e rosso il quale gli dava un aspetto da perenne avvinazzato.

Aveva poi narici molto tondeggianti e aperte dalle quali fuoriusciva con prepotenza e virilita' una certa quantita' di peli irti e setosi.

Una sera di quel maggio del 2005, mi trovavo in giro a fare due passi nelle solitarie vie del centro tuttavia, sentendomi piuttosto arrapato, decisi di compiere una deviazione e passare in zona porto.

'Passo davanti la casetta del guardiano del faro, immagino che pur essendo solo le 9:30 sara' gia' steso sulla sua brandina con il fiasco di vino accanto e intento al piu' totale relax' pensai, 'ma mi eccita lo stesso passare li davanti'.

Invece passando li di fronte, notai che la porta era aperta, la luce accesa e lui era uscito per buttare la spazzatura nei bidoni di fronte... li per li rimasi quasi folgorato da quella visione, non mi aspettavo proprio di trovarlo ancora in giro.

Indossava la solita canotta sudicia, un paio di calzoncini corti, che mostravano gambe tozze e pelose, e sandali marroni da frate che lasciavano intravedere i piedi, larghi e con grassi e lunghi allucioni.

Lo salutai con un formale 'salve, buonasera' cercando allo stesso tempo di attaccar bottone aggiungendo 'fa gia' caldo la sera eh?', 'si si, ormai l'estate e' alle porte' rispose lui.

Dal tono, notai che aveva come al solito alzato il gomito e in questi casi e' davvero facile gestire una situazione a proprio favore.

Iniziai a scherzare sul suo aspetto fisico, il grosso pancione in particolare, con lui che rispondeva a tono ad ogni mia battuta fino a che, trovandoci vicini, gli venne spontaneo passarmi una mano sulla pancia, in effetti piuttosto evidente anche se non certo enorme come la sua, canzonandomi 'guarda che bella panzotta che tieni qui guarda'.

Io mi eccitai all'istante perche' la carezza della sua grossa e pelosa mano con sei dita (si, era esadattilo) sulla mia pancia fu cosi' dolce e maschile al tempo stesso da farmi sperare che quell'attimo non finisse mai, il mio pisello ebbe cosi' una reazione fulminea, e i larghissimi jeans chiari che indosso di solito si gonfiarono in modo vistoso.

Lo sguardo del guardiano ci cadde furtivamente sopra. 'Vuoi entrare ci facciamo un bicchierino?', esclamo' ed io, non aspettando altro che un invito simile, accettai con entusiasmo.

Fece entrare prima me e poi dopo essere entrato lui, chiuse la porta a chiave alle mie spalle.

Lo incalzai: 'Sei ben piazzato eh, chissa' in una sfida a braccio di ferro chi di noi due la spunterebbe'.

Non se lo fece ripetere due volte.

Si sedette immediatamente al tavolino quadrato di legno dove vi era posato il fiasco di vino e mi disse 'dai, forza fammi vedere quanta forza hai...'.

Mi sedetti e afferrai la sua mano per dare inizio alla sfida.

Premetto che ho una struttura fisica robusta (1,75 x 90 kg) e che facendo palestra regolarmente, arrivo ad alzare anche sopra i 54 kg dopo dieci ripetute per cui la sfida col baffuto guardiano era partita piuttosto in parita'.

Era. Appunto.

A un certo punto, nel bel mezzo del duello, inizio a sentire la patta dei miei larghi jeans, strofinata dolcemente ma con autorita', dal suo grosso piedone.

Si era di fatto sfilato i sandali portando facilmente il piede in mezzo alle mie gambe per eccitarmi il pisello onde riuscire a battermi facilmente (aveva intuito da tempo la mia omosessualita').

Li per li mi eccitai a tal punto da venire quasi nel pantalone ma poiche' era una situazione arrapantissima ed intensa al tempo stesso, decisi di far finta di nulla per vedere fino a che punto avrebbe continuato.

Ovviamente feci cio' al solo scopo di far durare quel momento il piu' a lungo possibile.

Dopo una trentina di secondi di combattimento 'impari' come abbiamo visto, iniziai a cedere un po' alla volta.

Nel frattempo lui si era fatto ancor piu' agguerrito allargando le gia' ampie narici come un toro inferocito e quasi a cercare avidamente quanta piu'aria possibile per aumentare il fiato a disposizione, in fin dei conti doveva lavorare anche di bicipite.

Cedetti di colpo gemendo di piacere al tempo stesso.

Lui era a sua volta eccitato puntualizzando con voce seria' 'ti ho massacrato eh'.

'Hai giocato sporco e anche puzzolente, visto l'odore di piedi che hai lasciato sui miei pantaloni' risposi io. 'Infatti ho sentito che s'era indurito qualcosa li sotto' replico' con finta noncuranza il sempre piu' spavaldo guardiano.

Dopo la fine del match, lui era rimasto seduto mentre io mi ero alzato e mi trovavo quindi in piedi di fronte a lui, nascondendo a fatica, sotto i miei larghissimi jeans, un erezione totale che il guardiano continuava a fissare mentre si titillava il grosso e tondeggiante nasone.

'Hai vinto tu, mi hai sconfitto', dissi, senza sapere che, di li a poco, mi avrebbe chiesto qualcosa di
impegnativo seppur di non del tutto inaspettato.

'Adesso mi darai il culo, l'ho vinto a braccio di ferro'.

Rimasi immobile, pietrificato, in piedi di fronte a lui, senza profferire parola ma ancora col mio pisello simile al palo centrale del tendone di un circo con il pantalone largo perfettamente gonfio al centro della patta.

'Ma prima vorrei assaggiarlo un po' disse stringendomi tra le sue grosse e nodose dita il bozzo del mio pantalone.

Mi guardava dal basso verso l'alto con aria di sfida continuando ad allargare quelle grosse e rosse narici come in preda a un tic nervoso che sopraggiungeva in momenti del genere, e nello stesso tempo continuava a tirarmelo, stringendomelo da sopra il pantalone ma sempre con una certa delicatezza la qual cosa mi faceva godere ancor piu'... mi sentivo come annientato e annichilito da quell'omone ma siccome stavo per venire nei pantaloni, fermai la sua mano con la mia.

Non fece molta fatica a liberarsi intimandomi, al limite della minaccia, di tirare fuori il pisello il quale, neanche a dirlo, era turgidissimo, scappellato e con la cappellona lucida.

Alla vista del mio pisello si fiondo' su di esso con impeto e audacia inziando a spompinarmi con avidita', a volte ci sputava sopra quasi in segno di disprezzo, e poi tornava a ciucciare come un cane affamato talvolta usando i suoi foltissimi baffoni grigi per farmi godere ancor piu', strofinandoli tra l'asta e il glande, altre volte si passava il mio pisellone durissimo tra il suo grosso nasone e i baffoni come se il mio pene fosse stato un sigaro toscano da annusare per bene prima di essere fumato.

Iniziarono a mancarmi letteralmente le forze, mi aveva completamente sotto il suo potere ormai e quando mi trovai li' li' per venire, il maialotto se ne accorse cosi' smise di spompinarmi suggerendomi quindi di sdraiarmi di schiena sullo stesso tavolino dove mi aveva sconfitto a braccio di ferro.

Mi sfilo' facilmente il largo pantalone che ancora indossavo appoggiandolo accanto a me. Indi si tiro' fuori il suo non enorme, devo ammetterlo, ma durissimo pisello, e me lo infilo' nel buchetto, solo dopo averlo adeguatamente bagnato sputandoci abbondantemente dentro e lavorandolo al tempo stesso col suo grosso anulare.

Da li in poi fu una furia devastante: comincio' a scoparmi come un ossesso e al tempo stesso mi stringeva il pisello, rimasto durissimo, con la sua grossa e nodosa mano dalle sei dita segandomi allo stesso ritmo di come mi stantuffava il culo, mentre con l'altra mano si era appoggiato sulla mia pancia come per tenere la sua preda ferma nel caso avesse voluto scappare.

Appena si accorse di stare per venire, lo tiro' fuori e mi venne addosso, sul mio pisello in particolare, inondandolo della sua sborra vischiosa e densa, molto appiccicosa e giallastra.

In quell'istante esplosi anche io, come un guerriero alla fine della sua battaglia, sconfitto si ma con l'onore delle armi.

Mi pulii alla bell'e meglio non potendo fare una doccia completa li, e mi rivestii.

Uscito dal bagno lo trovai steso a dormire, russava come un maiale, sulla sua sudicia brandina, a gambe divaricate e intento a scorreggiare sonoramente nel sonno.

Aprii la porta senza far rumore e me ne andai dal quel fatiscente posto ma gia' appena rientrato a casa, ero di nuovo arrapato nel ripensare alla situazione appena accaduta.

Dopo un paio di giorni tornai a trovarlo.


Aramis




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