ORSI ITALIANI MAGAZINE


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Incontro al porto (seconda parte)

Un racconto di Amador de Osos


E cosi' che mi ritrovai steso su un letto di un uomo che aveva appena finito di possedermi.
Mi sentivo cosi' bene con lui sopra di me col suo peso calore e con l'odore del suo sudore ancora fresco, che mi piaceva e mi dava un senso di serenita'.
Lo guardai fisso negli occhi mentre lui aveva appena finito di riempirmi dentro e gli dissi:
<Grazie, sto bene mi hai fatto godere>
E lui:
< Ciccio, come ti chiami? Io sono  Francesco. Per me e' stato un grosso piacere conoscerti . Mi ha fatto godere pure tu e devo ringraziarti pure io. E' la prima volta che porto a letto qualcuno qui e per giunta  un uomo piu' giovane di me ed alle prime esperienze >
Io gli risposi:
<Io sono Antonio carissimo, mi ha fatto piacere conoscerti Sono stato fortunato oggi, devo dire.>
E Francesco:
< Sono fortunato io, che ho incontrato te che sei cosi dolce e disponibile e soprattutto vergine. Non dirmi che devi andare subito. Rimani qui, sul mio letto>
Ed io:
<Si certo che rimango qui, sto cosi bene con te!>
Gli dicevo questo mentre lui ancora era dentro di me e gli accarezzavo ed allisciavo il pelo folto della sua spalla.
Quando gli si ammoscio', si alzo' ed ando' in bagno a pisciare. Io dopo  mi alzai e lo seguii. Entrai in bagno mentre lui se lo stava lavando con sola acqua.
Mi lavai pure io per rinfrescarmi con acqua fredda.
Dopo entrammo in camera ci rivestimmo e  Francesco mi disse:
<Andiamo sul divano cosi chiacchieriamo e ti offro qualcosa>
Mi sedetti sul divano, Francesco porto' della Vodka Ukraina, delle tartine con del caviale e dei filetti di salmone affumicato.
E Francesco con aria gioviale e paterna mi disse:
<Dai facciamoci un brindisi alla nostra salute e pasteggiamo con caviale russo e salmone scozzese!!>
Non ero abituato a bere la vodka. Ne assaggiai un sorso. Era molto raffinata e si abbinava ben quelle tartine improvvisate e soprattutto al salmone.
Francesco mi racconto' un po' della sua vita infatti mi disse:
< Mi sono sposato molto giovane avevo 18 anni, ho avuto tre figli che sono tutti sistemati e sposati. Mia moglie l'ho lasciata una decina d'anni fa. Ho scelto di vivere la mia liberta' ed adesso sono solo un lupo solitario  ma contento>.
Bevemmo  molto e ripulimmo il tavolo di tutto  cio' che era stato messo nei piatti.
Si fece tardi io ero indeciso se andarmene, ma Francesco me lo impedi'.
Come se avesse intuito  qualcosa mi disse:
<Antonio, rimani qui! Sta' ancora con me, mi piaci molto, non andartene subito!>
Io ero eccitato e gli allungai la mano in mezzo alle sue gambe. Glielo tastai. Non era duro ancora, lui tiro' fuori tutto il suo bel cazzone ed io mi abbassi in mezzo alle sue gambe.
Mi piaceva sentire il suo odore naturale che mi erotizzava, gli leccai la cappella e dopo lo presi in bocca.
Un piacere sentire che cresceva nella mia bocca sino a che divento' grosso e duro come una pietra ed in quel mentre gli dissi:
<Francesco! Hai un bel cazzo grosso e bello largo, ma soprattutto ci sai fare!>
Lui sorrise e mi rispose:
<Eh eh  ne so qualcosa, soprattutto quando vado a pisciare nei vespasiani del porto e tutti quanti me lo ammirano e molti lo vogliono pure. Qui nel porto gira gente di tutti i tipi e mi e' facile trovare qualcuno per fare sesso spiccio nei bagni nelle docce dei camionisti>

Francesco allungo la mano sul mio sedere e mi disse:
<Spogliati, fammi vedere il tuo bel culo!>
Io gli obbedii e mi alzai e mi girai di spalle.
Francesco ancora seduto sul divano mi mise la lingua sul mio buchetto la infilo' dentro e dopo me lo lecco' .
Io godevo e sospiravo dal piacere.
Improvvisamente Francesco mi disse
<Bello mio, andiamo su letto mi hai fatto venire ancora voglia di incularti, ce l'ho duro come una pietra!>
Una volta sul letto mi disse:
<Mettiti girato!>
Io mi girai  e mi misi alla pecorina sul letto.
Francesco si bagno' la cappella con la sua saliva e cerco' di penetrarmi, ma questa volta non entrava.
Io gli dissi:
<Non sono comodo, mi metto steso sul letto>
E Francesco:
<Va bene, mettiti comodo e rilassati soprattutto>
Allora sentii che apriva il cassetto per prendere la vaselina, se la cosparse sulla cappella e sul tutto il suo cazzo e mi disse:
<Hai un culo da favola ed un bel buchetto ancora tutto da lavorare, rilassati cosi' ti posso montare e ficcartelo tutto dentro!>
Quelle parole mi rilassarono.
Improvvisamente alzo' le mie gambe e  mise  la cappella sul mio buchetto, la spinse  e dopo con un colpo deciso e netto scivolo' con tutto il suo cazzo dentro di me.
Finalmente mi aveva sfondato il culo.
Emisi un gemito e dopo dei sospiri infine mi scopo' con tutto la sua impetuosa foga.
Mentre mi scopava io gridavo dal piacere infinito a furia di colpi forti e duri.
E lui:
<Grida pure, tanto qui non ti sente nessuno e puoi godere mentre ti sbatto!>
Ora che mi scopava e che il suo grosso arnese poteva scivolare uscendo ed entrando godevo piu' che mai, non avrei mai pensato che si godesse cosi' tanto a prenderlo in culo, avevo vinto le mie paure ed avevo scoperto il piacere di essere posseduto da un uomo che mi piaceva,  mi erotizzava e che soprattutto ci sapeva fare.
Il mio buco ormai aperto allargato e ben  stantuffato  dal suo cazzo, lo risucchiava dentro per il forte piacere.
Francesco alla fine venne sborrandomi dentro a fiotti. Aveva due grossi coglioni da toro che ne producevano tanta. Il mio gorilla aveva appena finito di scoparmi e lo avevo tutto sopra di me col calore e peso del suo corpo.
Io lo abbracciavo e gli accarezzavo il pelo delle sue spalle, mi venne istintivo baciargli le orecchie, ci guardammo negli occhi ed io mi avvinai con la mia bocca verso le sue labbra. Ci baciammo e ci scambiammo le nostre lingue.
Eravamo entrambi soddisfatti l'uno dell'altro, Francesco adorava farsi baciare ma baciava pure lui
Francesco alla fine mi disse:
<Tesoro! Rimani qui a dormire stasera domani e' domenica e non si lavora. Voglio la tua compagnia. Ti va?>
Io gli risposi:
<Si grazie, se non ti disturba e non ti crea problemi, certamente rimango qui!>
E Francesco:
<Assolutamente no qui domani non c'e' nessuno e puoi rimanere senza problemi cosi stiamo assieme,  ciccio ormai sei mio! >


(Continua)


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