ORSI ITALIANI MAGAZINE




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La lingua ungherese

Un racconto di Danny


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Come al solito incuriosito dalle lingue straniere decido di avventurarmi nell’apprendimento del difficilissimo e per noi italiani alquanto insolito idioma ungherese.

Effettivamente essendo del ceppo ugro-finnico è totalmente differente dalla nostra lingua latina. La particolarità è che in particolare il lessico è come un puzzle: imparati gli elementi base, il resto si costruisce e si incastra perfettamente con le parole base.

Detto così è può sembrare difficile da comprendere ma una volta entrati nell’ottica giusta… tutto diventa più facile.

A proposito di ottica. Ma avete mai visto gli uomini ungherese che razza di occhi hanno?

La maggiorparte ha due cristalli azzurrissimi o di un blu intenso da brivido. Mi ci perderei ore e ore a guardare negli occhi un bell’orsacchiotto maturo di Budapest ! E sapeste quanti ce ne sono!

Ecco spiegato in poche parole il mio vivo interesse per l’ungherese. La scuola che ho frequentato ha organizzato poi una bella settimana a Budapest e devo dire che sono stati sette giorni e specialmente sei notti di… blu intenso.

Ma andiamo per ordine. Già appena atterrati all’aeroporto ho modo di apprezzare le bellezze maschili locali.

In particolare tra il personale dell’aeroporto Budapest Ferenc Liszt spiccano molti elementi che mi fanno arrivare la pressione agli alti storici. Mi colpisce in particolare un barista sulla cinquantina con capelli ricciolini di color chiaro, una stazza imponente e un sorriso mozzafiato.

Non parliamo degli occhi e per i quali nessuno potrebbe rimanere indifferente. Nel mio ostentato ungherese chiedo “Egy kávét kérlek”, volgarmente parlando: Un caffè, per favore”. Il bellissimo orsacchiotto si illumina: uno straniero che parla la sua lingua non capita tutti i giorni… mi sorride e mi strizza l’occhio in segno di intesa e mi dice nella sua lingua “Bravo Italiano che parla la lingua di noi Magiari”.

Intanto che mi prepara il caffè noto che al dito anulare non ha alcun anello e questo per me è buon segno. Quando mi allunga il caffe, con la mano gli sfioro le sue e lo ringrazio. Altro sorriso, altro tuffo al cuore.

Con gli occhi mi fa segno di seguirlo.

Resto basito ma lo seguo con piacere. E qua inizia la prima avventura.

Ci ritroviamo in uno sgabuzzino di retro bar e György (così si chiama il mio orso) senza lsciarmi il tempo di capire mi bacia appassionatamente e sento subito la sua lingua che ispeziona con avidità la mia bocca.

Non mi lascio scappare l’occasione e lo aiuto nel suo intento restituendogli ogni “favore”. Piano piano si spoglia e rimango veramente incantato da un corpo non solo cicciotto ma veramente ben proporzionato e comunque muscoloso.

La folta peluria bionda ricciolina mi eccita ancora di più e accarezzarlo è come passare la mano in un peluche.

Dal jeans si intravede un rigonfiamento di tutto rispetto e appoggiandosi sento un “qualcosa” di veramente duro e consistente.

Gli slaccio il pantalone e appena lo abbasso noto il suo favoloso strap jokes dove azzurro come i suoi occhi. Il suo cazzo grosso, ben fatto, duro come il marmo, svetta davanti alla mia bocca e non posso fare a meno che divorarlo.

La sua cappella è già bagnata e solo quella mi riempie totalmente.

Con le mani avvolgo il suo bellissimo culo nudo, possente, marmoreo.

Sento i suoi colpi che mi martellano fino a farmi arrivare la sua asta in gola.

La gusto completamente. Gli prendo le mani e me le metto sui capezzoli.

Voglio che me li strappazzi per bene.

E’ molto abile nella pratica e nel giro di poco ho il cazzo durissimo dall’eccitazione.

Invito György a girarsi.

Mi offre il suo splendido sedere, ben aperto.

Gli affondo la lingua e cerco di scoparlo il più profondamente possibile.

Il suo buchetto si dilata sempre di più sotto i colpetti della mia lingua.

E’ pronto, inarca ancora di più la schiena. Il mio cazzo gocciolante si appoggia a quel meraviglioso antro.

Un colpo secco, deciso e gli sono completamente dentro. György apprezza moltissimo e sento il suo sfintere che esercita una pressione sul mio uccello fino a che non esplodo e inondo il suo stomaco della mia calda panna.

Circa un minuto di forte eiaculazione, il suo culo non riesce più a contenere tanto seme, denso, cremoso e lo rilascia piano piano, quasi non volesse sprecare il mio regalo.

Sono sfinito ma anche io voglio sentire il sesso del bel barista.

Ancora eccitatissimo mi metto con le mie gambe sulle sue spalle in modo che possa vedere quel pezzo di virilità e di mascolinità che mi dà il sangue alla testa.

Delicatamente mi masturba il buchetto già pieno di umori, mi dilato e sprono György a penetrarmi velocemente, non ce la faccio più.

Sento un caldo mai sentito dentro di me.

I suoi colpi dapprima lenti si fanno sempre più insistenti e profondi.

Sento le sue palle grosse sbattere sulle mie natiche.

Mi mette il piede in bocca per evitare che gridi ancora più forte: di là al bar potrebbero sentirci.

Finalmente un urlo soffocato del barista preannuncia un fiume in piena.

Sento proprio i suoi copiosi schizzi dentro di me. Si ferma e mi rilassa giocando ancora coi miei capezzoli ancora turgidi e ingrossati dalla manipolazione delle sue sapienti dita.

Sento di nuovo un calore dentro di me… è György che scarica tutto il suo piss dentro di me.

E’ una sensazione piacevolissima di estremo godimento.

Mi dimeno fortemente finché il suo cazzo fuoriesce dalla mia caverna docciandomi completamente.

Per fortuna che nel retro c’è una piccola doccia e riusciamo a ricomporci alla meglio.

Rientriamo al bar.

Fuori ho già il taxi che mi sta aspettando.

Finalmente dopo circa 15 minuti arrivo all’albergo e dopo una seconda doccia ristoratrice e un pranzo veloce, decido di farmi un giro per la città.

Prendo il bus e come mi avevano detto gli autisti sono tutti da guiness.

Bellissimi uomini in divisa, di buona stazza, molti calvi e quasi tutti con baffi, barba e/o pizzetto.

Tra l’altro sono tutti gentilissimi. Alla fermata chiedo loro informazioni e anche se non ci capiamo bene tentiamo di comunicare.

Con Jànos ci intendiamo alla grande.

Parla un po’ di tedesco e con il mio ungherese riusciamo a capirci bene.

E’ il classico autista di bus, occhi azzurro cristallino (che novità !), capelli praticamente rasati.

La camicia azzurra della divisa dà risalto a una panciotta di tutto rispetto.

I due bottoni iniziali completamente slacciati non danno adito a alcun dubbio sulla sua villosità.

Ciuffi di pelo ricciollino nero esce dalla camicia come se volessero mostrarsi al mondo.

Janòs, così si chiama l’autista, mi indica la strada per le terme più “in” della città e mi dice che è un bellissimo posto per rilassarsi.

Lui ci va sempre quando stacca dal turno. Prendo la palla al balzo e gli chiedo se possiamo andarci insieme.

Mi sorride, mi dà una pacca sulla spalla e mi dice che se ho tempo di aspettarlo fino alle 14 poi è tutto mio.

Non riesco a crederci. Ne approfitto per andare a mangiare un boccone e poi mi incammino fino alla fermata del bus dove da lì a poco mi sarei visto con il mio nuovo amico.

Janòs è puntuale.

Lo vedo arrivare a piedi con una canotta blu e un paio di pantaloni bianchi leggerissimi: riesco a vedere persino il colore verde smeraldo del suo abbigliamento intimo.

Devo ammettere che la vista di quel bellissimo uomo mi eccita e mette una carica senza uguali.

Mi stringe la mano e mi dice in ungherese “Üdvözlet barátom” che significa “Benvenuto, amico”.

Sempre in Ungherese gli dico, “Üdvözöljük Önt kedves barátom”, benvenuto a te bell’amico.

Ci incamminiamo alle terme.

Il costo dell’entrata è proprio irrisorio e ci vengono assegnati due armadietti vicini.

Ci spogliamo, siamo vicini e non riesco a staccare gli occhi da questo fantastico orsone.

Quando lo vedo con solo lo slip, mi immergo in una profonda ammirazione e i miei occhi scandagliano tutto quel corpo da cima e fondo.

Janòs si accorge e sfodera un sorriso da 1000 e una notte; non capisco più nulla.

Ho già un’erezione vistosa e oltre al mio amico altri 2 uomini che si stanno spogliando per entrare nelle piscine si accorgono.

Non so se diventare rosso o fare finta di nulla come se tutto fosse normale, sono un po’ imbarazzato dalla situazione ma quando Janòs mi si avvicina e prende in mano il mio cazzo facendo apprezzamenti (almeno penso siano tali, il mio ungherese non arriva a tanto !) cerco di tranquillizzarmi.

Anche gli altri 2 uomini si avvicinano, entrambi muscolosi e di mezza età iniziano a toccarmi il corpo e mi invitano a seguirli.

Entriamo in una stanza molto grande con luci soffuse.

Al centro una piscina idromassaggio a forma rotonda.

Entriamo e subito si percepisce un piacevole calore e una piacevole sensazione di benessere.

Janòs e gli altri due energumeni hanno raggiunto un’erezione veramente consistente.

Il più giovane poi, con la testa completamente rasata ha un cazzo davvero da paura.

Penso vada oltre i mitici 30 cm e di una larghezza veramente spaventosa.

Janòs non si lascia scappare l’occasione e inizia a leccare il sesso di Jurgen (scopro subito che il giovane è di origine tedesca).

Nel frattempo mi appoggio al bordo della piscina e cerco di distendermi.

L’altro uomo mi massaggia il culo e capisco dal tono della voce che vorrebbe proprio possedermi.

Iniziamo così una bellissima orgia a quattro. Dopo aver fatto un minimo di conoscenza con i nostri corpi mi sento penetrare ma data la posizione in cui sono non riesco a capire da chi.

Nel frattempo Janòs si mette davanti a me e mi invita a succhiarglielo.

E’ già gocciolante di presperma e posso godere qul succo proibito fin dai primi istanti.

Il mio culo è già in fiamme.

Gli altri due energumeni tentano la doppia penetrazione e nonostante il mio culo sia molto dilatato, data la grossezza del cazzo di Jurgen, oppongo una certa resistenza. Janòs esce dalla piscina e si assenta un attimo.

Torna con un tubetto di crema e un attrezzo che poi si rlvela molto utile per i nostri giochi.

Vengo messo al bordo della piscina e mentre Jurgen mi stimola i capezzoli come piace a me, Janòs pensa alla lubrificazione del mio culo.

Sto già godendo come un matto dalla situazione finchè senza accorgermi ho entrambi i cazzi nel mio culo.

Sono in estasi, un forte piacere mi invade completamente.

Ho persino un giramento di testa dal forte piacere.

Esorto i due maschi a sborrarmi internamente finchè sento delle urla all’unisono che precedono un’esplosione dei loro cazzi nel mio culo.

Ho la pancia e l’intestino davvero colmi del loro seme. Il mio culo raggiunge un apertura davvero esagerata, il mio buchetto ormai ha un diametro esagerato che potrei accogliere un elefante.

Non contento di vedere tutta la sborra uscire dal mio culo, Janos mi offre le sue terga massicce e pelose.

Il mio cazzo non chiede altro. Con un colpo secco mi ritrovo dentro in lui completamente.

Si sentono le sue urla per tutta la stanza e mentre il tedesco e il suo amico mi leccano ovunque anche io vengo copiosamente nel culo di Janòs.

E’ una sensazione indescrivibile, sarà anche l’atmosfera ma un piacere così intenso non lo avevo mai provato.

Prima di uscire dalla piscina per andare in doccia, janòs si mette seduto, a turno, sulle bocche spalancate dei due amici che a poco a poco ricevono tutto lo sperma eiaculato copiosamente nel suo culo.

La scena è veramente eccitante e riescono a farmi avere una nuova erezione.

In doccia replichiamo.

Il mio cazzo è di nuovo duro e non riesce a rimanere indifferente ai tre bellissimi culi che si offrono di nuovo al mio sesso.

A turno cerco di accontentare i tre uomini che sembrano non essere mai sazi.

Prima di andare via ci scambiamo i nostri numeri di telefono.

Sempre pronti per nuove avventure anche con altri bellissimi esemplari… Budapest è davvero una città fantastica.

Mai divertito così tanto per imparare una lingua… mi sa che l’anno prossimo toccherà alla lingua turca… che ne dite ?


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