ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Magari fosse vero! (Capitolo 10)

Un racconto in 11 puntate di billone61 (billone61@libero.it)

I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


capitolo 10


FRANCESCO, IL MIO UOMO


Ci addormentammo di schianto, senza che nessuno dei due si ricordasse di caricare la sveglia, per cui la fioca luce del mattino ci sorprese solo alle sette e mezza passate: era tardissimo!
Ci vestimmo alla svelta, e ci fondammo in macchina senza nemmeno fare colazione. Entrambi conoscevamo il traffico della tangenziale dopo le otto.
Ci rammaricammo di non aver potuto consumare nemmeno una sveltina mattutina, ma ci confortammo immaginandoci altre nottate da passare insieme.
Fabio insiste' per la sera stessa, ma io avevo l’appuntamento con Francesco, a cui non volevo assolutamente rinunciare.
Fabio non mollo' subito, mi fece un sacco di domande. Io dovetti chiamare in causa una cena con i miei colleghi della Cospe cui non potevo mancare.
'E’ un peccato. Giovedi' poi torna mia moglie, e sara' difficile trovare un’altra occasione per dormire insieme.'
'Mi dispiace davvero Fabio, ma troveremo i nostri momenti, se lo vorremo veramente.'

La giornata fu un po’ strana. Fabio era evidentemente abbattuto. Ma la voglia che avevo di ascoltare i discorsi di Francesco su cio' che faceva in cantiere superava qualsiasi cosa.
Francesco tra l’altro mi sorprese a meta' giornata, mandandomi un sms molto intrigante:
'Sei davvero pronto per i miei racconti? Ti avverto che sono un po’ forti.
E soprattutto sei pronto per ME? Sono un po’ eccessivo. In tutto.'
L’accenno ai racconti forti mi fece venire in mente con un vuoto nel petto al filmino di Dall'Aglio. Ma in generale il tono dell’sms mi stordiva, perche' avvicinava enormemente le nostre reciproche distanze. Era complice, estremamente intimo.
Risposi molto emozionato:
'Sono pronto. Anzi ora mi hai messo tanta curiosita' in piu'.
Spero solo che non mi nasconderai nulla. Compresa un certa decorazione in un posto molto sconveniente…'
Ero sopraffatto dal mio ardire: non avevo ancora fatto l’incantesimo!
Ma dopo soli pochi minuti arrivo la risposta di Francesco:
'Non preoccuparti. La vedrai. E forse le sorprese per te non finiranno qui…'
Un brivido mi scosse tutto. Risposi:
'Ci conto.'

Me ne tornai al lavoro distratto e distratto finii la giornata, in cui non riuscii a fare 'l’innamorato' con Fabio, perche' l’idea della serata mi prendeva troppo.
Alle sette meno un quarto salutai e salii in macchina, digitai la via prestabilita al satellitare e partii.
Attraversai Milano da est a ovest e questo mi prese un po’ piu' di quanto pensavo e mi fece bestemmiare. Avvisai che ero leggermente in ritardo, ma in fin dei conti arrivai alle 19.35, quasi puntuale.
Francesco abitava in una palazzina a quattro appartamenti. Suonai il campanello e nessuno rispose. Suonai nuovamente. Nulla. Stavo per telefonare, quando sentii lo scatto del cancello. Sentii la sua voce al citofono: 'Sali. Secondo piano. E’ aperto'.
Trovai la porta di ingresso socchiusa. Spinsi timidamente la porta e avanzai all’interno. Subito la faccia di Francesco spunto' da una porta (il bagno sicuramente) avvolta in un asciugamano. 'Entra e accomodati. Ero sotto la doccia. Tra un minuto sono da te'.
'Fai pure con comodo, non preoccuparti'

Mi guardai un po’ in giro prima di sedermi sul divano. C’era un bel calduccio e me ne compiacqui.
Dopo pochi minuti, Francesco usci' dal bagno in pantaloni della tuta e felpa. Non l’avevo notato prima, ma aveva proprio un bel pancione. Mi sorprese ancora quello sguardo emaciato, sfatto; sembrava sempre che avesse bisogno di sonno, molto sonno, una cosa atavica.
Mi tese la mano e io la strinsi, notandone la meravigliosa fattura. Erano piccole, ma robuste, tozze, con le unghie mangiate. E la stretta era vigorosa.
'Scusa se ti ho fatto aspettare. Che c’e'?' aggiunse notando il mio sguardo.
'Niente, perche'?'
'Il tuo sguardo…'
Pensai che ancora non ero riuscito a fare l’incantesimo, pero' ugualmente mi buttai.
'Stavo pensando che hai delle bellissime mani'
'Belle mani io? Ma se sono tozze e callose…
'Appunto. Belle per me. Molto belle.'
Mi sembro' compiaciuto.
'Allora, senti, non ho seguito il tuo consiglio, ma di testa mia, ho pensato di fare una insalatona. E’ leggera, fa bene e in dieci minuti abbiamo finito. Che ne dici?'
'Perfetto. Come hai detto tu, non sono venuto qui per mangiare.'

Mentre preparava in tavola e poi mentre mangiavamo, portammo avanti una conversazione di routine, cosa che devo dire, a Francesco non riusciva molto bene. Sembrava decisamente introverso.
Finito di cenare, Francesco preparo' due bicchieri di whisky e ci accomodammo sul divano.
Notai che era di una buona marca, ma pure che nel mobiletto c’erano molti altri liquori, piu' dozzinali 'Bevi molti superalcolici?' chiesi.
'Purtroppo si. Ho fatto per troppi anni questa vita e ho avuto spesso bisogno di affogare la solitudine nell’alcool. E poi bevo per sciogliermi. Ma per questo basta un paio di bicchieri.'
Concluse guardandomi in modo curioso.
'Hai una faccia molto sofferta, non saprei, come perennemente stanca…'
'Probabilmente e' perche' in generale dormo pochissimo, un paio di ore a notte. Soffro di insonnia da una decina d’anni'
'Da quando ti sei sposato.' La mia era un’affermazione.
'Gia'. L’hai detto, da quando mi sono sposato. Probabilmente non sono fatto per i legami duraturi' concluse pensieroso.
'Che c’e', ci sono problemi con tua moglie?'
'No, no. O perlomeno, i soliti. Quelli che penso abbiamo tutti'
'Tipo?'
'Non so. Sentirmi un po’ in gabbia, io che sono sempre stato libero come l’aria. E poi…'
'Poi?' incitai visto che esitava.
'Insomma, il sesso! Come tutti.'

La buttai sul ridere, ma ero molto attento 'Cos’e', non te la da piu'?'
'No, non e' questo, perlomeno secondo un metro di giudizio standard. Voglio dire, non passa giornata che non scopiamo.'
'Caspita, e dici poco? Mi sembra che tu sia messo molto bene da questo punto di vista. Con mia moglie si parla di una volta al mese!'
Parve veramente stupito .
'Solo una volta al mese? Ma allora c’e' qualcosa che non va, credi a me'
'Una volta al mese ti dico. E questo e' uno dei motivi per cui sono venuto ad abitare a Milano. Ma questa e' un’altra storia. Mi interessava sapere invece come mai ti senti insoddisfatto pur scopando una volta al giorno. No per me basta cosi'' aggiunsi quando mi porse la bottiglia del whisky, dopo avere riempito il suo bicchiere.
'Il problema in effetti non e' mia moglie, sono io.' E ancora si mise zitto bevendo quasi di colpo anche il secondo bicchiere e riempiendolo per una terza volta.
Mio malgrado fui costretto dalla mia educazione a dire:
'Se non vuoi parlarne, e' lo stesso. E’ ovvio che sono fatti tuoi.'
'Non e' quello. E’ che l’argomento e' un po’ spinto e rivela parti di me che riesco a scoprire solo se sono un po’ caricato. Vedi, il fatto e' che io non mi accontento di una scopata e via.'
'Cioe'? Vuoi dire che ti rimane la voglia?'
'Ecco, primo, dopo la prima scopata, io vorrei continuare. Non mi ritengo soddisfatto dopo la prima sborrata.' Era il primo termine spinto che gli sfuggiva, segno che l’alcool stava facendo il suo effetto.
'Capisco. A me questo in effetti non succede. Ma penso che, prima di tua moglie, ti sara' stato comunque difficile trovare una donna che ti soddisfacesse piu' di una volta, a meno che si parli di professioniste.'
'E’ vero, purtroppo. La donna si stanca subito del sesso. Infatti le vere nottate di sesso soddisfacenti le ho fatte o con puttane, o…'

Ancora quell’esitazione che ti faceva stare col fiato sospeso.
'Oppure?' Ebbi un lampo 'Non e' che ti riferisci a quei riti di cui mi raccontavi questa mattina in macchina? Lo sverginamento dell’ultimo arrivato in cantiere, per intenderci.'
'Proprio quello. Il malcapitato doveva soddisfare tutte le mie voglie represse per tutta la notte.'
'Tutta la notte? Ma quante volte venivi?'
'Chi le conta? Forse sette, otto volte.'
'Stai scherzando?'
'Ero piu' giovane. Ma anche adesso almeno quattro volte non la scappano.'
'Vuoi dire che questi rituali con uomini della tua squadra continuano?'
'Diciamo che ora non c’e' lo stesso meccanismo. Qui non siamo piu' isolati dal mondo. Non si sentono piu' costretti a fare tutto cio' che gli chiedo anche se fa loro ribrezzo. Per cui qualche volta capita ancora, ma solo con chi sento di poterlo fare.'
'Capisco.'
Mi colse di sorpresa.
'A te non e' mai successo di stare con un uomo?'
'Che stai dicendo?' Balbettai al massimo della confusione. 'Certo che no!' mentii spudoratamente.
'Sai che ti dico? Per vedere se dici la verita' o menti, faro' la prova che uso di solito. Anche perche' c’e' un bel caldo'

E cosi' dicendo si alzo' e si tolse la felpa e la maglietta tutte in una volta, rimanendo a torso nudo. La vista di quella pancia rotonda e soda quasi mi sopraffece. Poi si tolse anche le braghe della tuta, rivelando due slip bianchi sottilissimi. Ero senza fiato. Lui rimase in piedi davanti a me qualche secondo prima di sedersi.
'La reazione mi sembra molto buona, nonostante cio' che hai detto'
Si riferiva al fatto che vedendomi davanti quel pezzo di uomo in mutande non riuscivo a staccare gli occhi dal gonfiore degli slip, che mostravano qualcosa di veramente notevole. La sagoma dell’uccello se ne stava mollemente di lato e le palle, mamma mia, sembravano veramente gigantesche.
'Mi mettero' qui, in modo che tu possa guardare tranquillamente'
E detto questo si mise mezzo disteso di fianco a me alla mia destra, con la testa sul bracciolo, la gamba sinistra piegata e contro lo schienale, quella destra poggiante direttamente sul pavimento.
'Ma che dici, guardare? Semplicemente mi hai preso alla sprovvista! Non mi e' mai capitato che un uomo si spogliasse, cosi', di punto in bianco, davanti a me.' Blaterai confuso.
'Vuoi che mi rivesta?'

Mi stava incastrando. Non potevo rischiare che si rivestisse. La sola vista di quell’omaccione seminudo, adagiato in modo osceno quasi a offrirmi il suo corpo, mi faceva quasi male dentro.
'N-no. N-non volevo dire questo. Voglio dire, se ti va di stare cosi', io non ho problemi. Anzi…'  Mi scappo' detto e subito mi pentii della mia ingenuita'.
Da vero signore, Francesco fece finta di non accorgersene.
'Cosa ti stavo dicendo?'
'Mi stavi raccontando che sei sessualmente soddisfatto solo quando riesci a venire 4 volte di seguito'
'Giusto. Anche se il numero in se' e' un po’ arido. Voglio dire. Mi piace fare sesso per ore di fila. Che poi venga due, cinque o otto volte dipende dal partner. Una volta, molto squallida, con un tizio che proprio non ci sapeva fare e sembrava fare apposta a non soddisfarmi, ricordo di aver goduto solo una volta, dopo ben quattro ore e mezza! Cazzo quando ho sborrato e' stata una vera liberazione. Il giorno dopo l’ho licenziato, quello stronzo.'

Mentre parlava, Francesco con la destra si accarezzava il petto e poi si palpava la borsa. Io non perdevo uno solo dei suoi movimenti
'E lui? Non penso che avra' goduto. Prima sodomizzato e poi licenziato!'
'Minaccio' di denunciarmi, ma gli trovai un altro lavoro da un’Impresa nostra vicina, per cui non ne fece niente.'
'Quindi in definitiva, con qualcuno che ci sa fare, vieni un sacco di volte, con chi invece non ti soddisfa, un paio di sborrate e via'
'Piu' o meno cosi', anche se, tranne con mia moglie, non ricordo di avere avuto un rapporto piu' corto delle tre ore.'
'Ammazza! Ma non hai momenti di rigetto dopo la sborrata?'
'Giusto qualche minuto. Il tempo di diventarmi molle e ritornarmi subito duro.'

Mi sorrise con quei suoi occhi pesti. Dio, che voglia avevo di saltargli addosso…
'Mi avevi detto che quello della durata era il primo problema. Il secondo qual e', se non sono indiscreto'
'Mi versi un altro bicchiere?' e cosi' dicendo mise il bicchiere vuoto appoggiato sul gonfiore degli slip.
Io presi la bottiglia e versai. Lui tolse il bicchiere in fretta quando penso' che la quantita' fosse sufficiente e un goccio di whisky ando' a finire sugli slip.
'Scusa!' dissi subito allungando istintivamente una mano come per pulire e ritirandola subito realizzando dove si era bagnato.

Francesco al contatto con il liquido aveva subito avuto un sussulto, poi si mise semplicemente a guardare la macchia di whisky che si espandeva. 'Non fa niente'.
Rimase cosi' e io mi sentii autorizzato a guardare tranquillamente quella meravigliosa patta, dal momento che ufficialmente stavo guardando la macchia e non la patta.
Man mano che il liquido si spandeva, il tessuto degli slip, gia' molto evanescente diventava praticamente trasparente. Potevo quasi realmente vedere l’uccello di Francesco, addirittura il colore scuro della carne. Francesco mi lascio' guardare immagino compiaciuto e potrei sbagliarmi ma mentre questo accadeva, le dimensioni del suo cazzo mi sembrarono aumentare leggermente. Poi allungo' una mano a palparsi la macchia, sollevo' gli slip, come per guardarselo e scherzosamente chiese, come rivolto al suo uccello 'Tutto bene laggiu'?'
Risi della facezia. E poi, visto che lo spettacolo ormai doveva considerarsi terminato, incalzai la sua risposta.
'Allora? Questo secondo motivo?'

Si abbasso' di nuovo con la testa sul bracciolo.
'Ah gia'. Ecco, il fatto e' che io ho gusti un po’ strani…'
'Strani quanto?'
'Abbastanza direi' e bevve un grosso sorso di whisky.
'Beh, tutto qua? Mi vuoi lasciare nella curiosita'? Cosa ti piace fare, insomma?'
'In generale, dopo qualche scopata normale, mi piace farmi del male al cazzo e alle palle.'
'Ah, capisco. Sei masochista, insomma.'
'Non proprio. Non mi piace farmi torturare o cose del genere o schiavizzare. Mi piace essere io che guido e che mi faccio del male'
Quasi a sgranchirsi, Francesco sollevo' la gamba sinistra, la allungo', me la fece passare sopra la testa e la appoggio' sullo schienale dietro la testa
Mi voltai a sinistra a guardare il suo piede tozzo, largo e corto. Fantastico. Poi mi voltai.
'Ti do fastidio?'
'No, che dici?'
'E se faccio cosi' ti da fastidio?'
E cosi' dicendo tiro' su la gamba destra e la mise sul divano, divaricandola il piu' possibile.

Ora il suo pube mi era offerto in modo estremamente osceno.
'N-no, no, fai pure, se stai comodo…' balbettai.
'Una cosa che mi piace da impazzire, quando ho qualcuno davanti come te che mi guarda e' fare questo'. Si mise a palparsi la borsa con la destra, a questo punto senza piu' ritegno, mentre con la sinistra sorseggiava dal bicchiere. Ero come ipnotizzato dalla mano tozza che palpava prima le palle, poi l’uccello, da una parte, dall’altra.
'Ti da fastidio?'
'N-no…' Ce l’avevo durissimo, mi sembrava che mi scoppiasse da un momento all’altro.
'L’avevo immaginato. Senti, fammi un favore'
'Dimmi' il mio era un sussurro.
'Non imbarazzarti e fissami mentre mi palpo, guarda solo li''
'Li' dove?' Tentai l’ultima scappatoia, ma poi rinunciai. 'V-va bene' Non avrei mai creduto che mi potesse succedere una cosa del genere. Era lui che mi chiedeva di guardare!
Mise la mano sotto gli slip e si maneggio' ancora. Poi la tolse e lo spettacolo era veramente meraviglioso. Sotto gli slip si vedeva la sagoma del su cazzo ormai durissimo che spingeva per uscire.
'Mmm, mi sa che sia arrivato il momento giusto per farti vedere il tatuaggio. Che ne dici?"
Certo, il tatuaggio! Me ne ero dimenticato! Annuii timidamente.

Francesco quindi con un solo gesto si tolse completamente gli slip, lasciandomi senza fiato.
Quello che vidi fu un cazzone duro, molto scuro e rigato da vene contorte, ancora coperto sulla testa, che appena liberato dagli slip si dispose sulla pancia di Francesco.
'Ecco guarda qui' disse disponendosi l’uccello dritto sulla pancia.
Sull’asta era ben visibile il tatuaggio di un serpente che si avviluppava a spirale lungo il cazzo. Io vedevo solo la parte del cordone.
'Il bello deve ancora venire. Prova a vedere sulla cappella'
Io guardai ma non vidi nulla. Anche perche' non osavo toccare quell’uccellone scuro.
'Dovresti scappellarlo pero''
Con il solito sorriso sardonico, Francesco se lo prese in mano e me lo porse, mettendomelo praticamente in mano. Era durissimo e caldo. Io rimasi come un ebete in quella posizione impugnando il suo cazzo, fino a che mi svegliai quando lui mi incalzo' 'Fai tu'

Scappellai quella meraviglia di cazzo e vidi che sul fianco il serpente arrivava fino alla base della cappella, sulla quale era distinguibilissima la testa del serpente.
'Anche sulla cappella! Non posso crederci. Chissa' che male ti ha fatto!'
'Un male allucinante, una cosa meravigliosa. Quella volta devo avere fatto il record di sborrate. Sicuramente non meno di dieci in nemmeno due ore. Il tatuatore doveva continuamente smettere perche' lo inondavo continuamente di sborra. E poi mi tornava molle e lui doveva darsi da fare a spompinare per farlo tornare duro. Un pomeriggio fantastico, ti dico. Al solo pensiero… Senti visto che ce l’hai gia' in mano, che ne dici di farmi una sega? Con tutti questi ragionamenti, mi sa che verro' subito'.
Io non sapevo cosa fare. Rifiutarmi di collaborare e rinunciare cosi' ad una serata che si stava dimostrando travolgente, oppure dargli corda, in questo modo e cosi' senza resistenza che la mia omosessualita' sarebbe stata evidente. Ovviamente prevalse il chissenefrega e cominciai a menare quel cazzo che mi riempiva la mano, prima lentamente e poi, quando lui mi esorto', piu' velocemente. Non avro' dato che una decina di colpi, che Francesco alzo' il bacino avvicinando l’uccello alla mia faccia.
'Sto per sborrare. Continua, aah, aah'

Come inebetito vidi la cappella sputare a mezzo metro, non di meno, il primo schizzo di sborra, cui ne seguirono altri con forza decrescente. Alla fine la sborra ricadeva di lato sulla mia mano.
Francesco dette un grosso sospiro e mi guardo' con la mano ancora avvolta sul suo cazzo e tutta sporca di sperma. Prese un po’ di carta da un grosso rotolo di scottex li' vicino che prima non avevo notato (ma mi parve piuttosto strategico) e me lo porse.
'Tieni. Pulisciti. Grazie per il lavoretto. Ne avevo bisogno.'
Io pulii la mano e l’uccello, cosi' come il pube e la pancia, dove i primi schizzi l’avevano colpito.
'Tanta, eh?' mi chiese.
'Mamma mia, mai vista cosi' tanta prima.'
'Vuoi dire con i precedenti uomini?'
'Si, mai' appena lo dissi mi resi conto che mi aveva teso una trappola in cui ero caduto immediatamente. 'Voglio dire, nei film pornografici'.
'Certo, certo, ci mancherebbe.' Disse lui, sorridendo ironicamente. 'Fammi sentire' e cosi' dicendo, fregandomi definitivamente, mi palpo' la borsa, rilevandone lo stato di erezione del mio uccello. 'Sento da qui che non ti e' piaciuto proprio. Quindi inutile che ti chieda se ti interesserebbe vedere da vicino le mie palle, per esempio? Non se ne parla proprio, vero?'

Sembrava giocare come il gatto con il topo, ma io invece di buttarla in vacca, non so perche' ci tenevo a tenere  galla la mia dignita', cercando di rigettare ogni sua allusione, senza pero' pregiudicare il prosieguo.
E poi, lui se ne stava li' sempre in quella posizione oscena, a gambe larghe, con l’uccello un po’ rammollito ma non del tutto. Come si faceva?
'Facciamo cosi', se fai qualcosa a me, io poi faccio qualcosa a te. Che ne dici?'
'Che cosa?' e' tutto cio' che mi usci' dalle labbra.
'Dammi la mano' io gliela diedi e lui se la pose sulle palle e me la mosse. 'Io ho la passione delle palle, delle mie palle. Mi piacciono perche' sono grosse, molto grosse. Che ne dici? Mi piace che me le palpino, me le stringano, me le bacino, me le mordano, tutto. Le senti?'
'Certo che le sento. Mamma mia sono enormi'
'Uh uh'

Io comincia a perdere ogni freno e cominciai a palpare quelle palle gigantesche con sempre maggiore volutta'.
'Bravo, cosi', stringile ora. Aah, cosi'. Piu' forte!'
Io ubbidii e non potei fare a meno di notare che ad ogni strizzata il cazzo prendeva nerbo, tanto che ora me lo trovavo li', in piena erezione con quelle vene ritorte che quasi si confondevano con il serpente tatuato.
Non ce la feci piu' e senza sentire le sue indicazioni, glielo presi in mano. Mi abbassai con la testa mettendomi comodo fra le sue gambe e glielo presi in bocca.
'Cazzo, si. Cosi' si fa. Bravo.'
'Presi a lavorarmelo per bene, studiando tutte le vene che rendevano l’uccello cosi' ‘vissuto’. Indugiavo un po’ sulla cappella e poi scendevo fino dove potevo. E quando lo facevo, Francesco alzava il bacino perche' andassi piu' a fondo.

Piano piano sentii entrambe le sue mani sulla testa, che mi guidavano con sempre maggior energia. Il demone stava incominciando a impossessarsi di lui, perche' sentivo che mi schiacciava verso il basso con grande forza, poi mi lasciava un attimo ma subito mi schiacciava di nuovo e io sentivo i conati e tossivo, ma lui non si inteneriva, perche' il colpo successivo era ancora piu' forte e profondo. Mi avviluppo' con le gambe sulla schiena, impedendomi quasi di muovermi. Finalmente mi lascio' un po’ respirare lasciandomi in bocca la sola cappella. Mi teneva ora per i capelli.
'Mordi la cappella, ora. E stringimi le palle. Bravo cosi'. Ora con l’altra mano fammi una sega che ti sborro in bocca.'
Io ubbidii come un automa. Ero un po’ spaventato dalla quantita' d sborra che avevo visto prima, ma lui comunque non mi lasciava scelta. Gli strinsi le palle con forza, quasi a fargli pagare i conati di vomito che mi aveva provocato prima e morsi la cappella. Appena lo feci mi sentii inondare da un getto di sperma leggermente acido. Ingoiavo e con tanto che ne bevevo, altrettanta continuava ad uscirne, mentre Francesco si produceva in versi che non avevano molto di umano.

Infine sentii la sua mano abbandonare la mia testa e finalmente potei dedicarmi con amore a quell’uccello meraviglioso. Francesco mentre glielo slinguavo, si verso' un bicchiere di whisky e ne bevve un paio di sorsi, poi mi tolse la faccia dal cazzo, si alzo' e mi fece sedere. Mi venne davanti, mi tolse i pantaloni e i boxer, scoprendo il mo uccello, che gia' aveva bagnato le mutande.
Poi me lo prese in mano e se lo mise in bocca. Inaudito. Era la prima volta che un uomo mi faceva un pompino! Ero confuso, ma ben presto la bocca di Francesco fu tutto cio' che sentii, la sua bravura. Sentivo al sua lingua sulla cappella, le sue mani delicatamente ad accarezzarmi le palle. Misi io le mani sulla sua testa calva e dopo pochissimo sentii che stavo per venire.
'Aah, Francesco, sto per venire. Adesso. Adesso.'
Lui non smise fino a che cominciai a sborrare. Stavolta fu lui che bevve il mio sperma e con maestria aumento' la delicatezza della sua bocca, non appena ebbi terminato.
Fu fantastico.
Quando Francesco si rialzo', incredibile, ce l’aveva di nuovo duro.
Io pero', avendo appena sborrato, non me la sentivo di prenderglielo di nuovo in bocca. Lui parve rendersene conto da solo, perche' si accese una sigaretta e si sedette di fianco a me, sulla mia sinistra. Con la sinistra fumava mentre con la destra se lo menava.
'Fai con comodo, riprenditi tranquillamente. Io intanto me lo tengo in tiro'
'Cosa posso fare per aiutarti? Vuoi che te lo meni io? Non mi da fastidio.'

Lui per tutta risposta tolse la mano dall’uccello e me la pose dietro le spalle.
'Se proprio non ti dispiace. Eccotelo.'
Io mi girai verso di lui e mentre lui continuava a fumare io lo masturbavo lentamente, come aveva detto lui, solo per tenerlo in tiro.
Mentre lo facevo lui mi sorrise e accarezzo' il volto, sorprendendomi ancora una volta.
'Sai che sei proprio un bel ragazzo. E mi sembri anche una persona a posto.'
'Lo sono infatti'
'Ci avrei giurato. Come sono convinto che sei anche molto piu' porcello di quello che vuoi dimostrare.'
'Certo, in questo momento non sono nella posizione ideale per negare e scandalizzarmi'.

Abbassammo lo sguardo alla mia mano che impugnava il suo cazzo e ridemmo di gusto.
Guardai il suo petto muscoloso e le sue braccia e la sua pancia prominente. Guardai il pelo non abbondante del petto che si faceva una sola striscia mentre scendeva sulla pancia verso il pube. Guardai le gambe tozze e pure muscolose e leggermente pelose. E poi guardai di nuovo quella faccia sofferta. Quel mix era veramente il massimo.
'Passato l’esame?'
'A pieni voti. Hai un fisico fantastico e una faccia da baciare'
'Strano di solito apprezzano in me solo la parte che stai impugnando tu. Anzi spesso faccio ribrezzo e me lo dicono, anche'
'Ti dispiace?'
'Per niente, anzi. Mi viene voglia di fargli cose piu' porche, come sborrargli in faccia, in bocca, pisciargli addosso, ficcarglielo in culo senza lubrificante, fino a farlo sanguinare, schiaffargielo in gola fino a farlo vomitare e dopo che ha vomitato non farlo smettere e sborrargli in bocca…'
'Caspita, quello che si dice un gran brav’uomo…'
'Non me ne sono vantato, se e' questo che intendi dire"
"No, dai scherzavo. Piuttosto, ieri in macchina mi accennavi agli 'orsi'. Mi dicesti che mi avresti spiegato con calma"
"Gia' e' vero. Gli orsi sono una categoria a se' di uomini. Pochi nel mondo cosiddetto 'normale' sanno che esistono. Diciamo che sono gay che non hanno niente del gay"
"Non capisco, scusa"
"Apparentemente, da fuori, questi orsi sono molto mascolini, pelosi, grassocci, barbuti, magari anche rozzi. Eppure, dentro, sono omosessuali. O al massimo bisex"

Il fiato mi manco'.
"Cosa, cosa? Non stai scherzando vero? Tu per esempio, sei un orso?"
"Si lo sono. Come hai avuto modo di sincerartene di persona tu stesso."
"E... ce ne sono altri come te?"
"Certo che ce ne sono altri. Esistono siti internet per chattare fra orsi, e per tenersi aggiornati sulla vita 'ursina' e sugli incontri. Milano e' una piazza piuttosto vasta. Ma il fenomeno degli orsi, o bears, e' un fenomeno di scala mondiale. Nessuno sa che ci sono, ma sono dappertutto"
Mentre parlava tutta la mia vita mi scorreva davanti. La mia repressione coatta, nella convinzione che il mio tipo d'uomo potesse essere solo eterosessuale.
"Sono sorpreso. Piu' che sorpreso, in effetti. Esterrefatto"
"Comunque vedo che le mie parole hanno sortito anche qualcos'altro'
E accenno' col volto al mio uccello che si era di nuovo indurito.
'Direi che puo' definirsi concluso il periodo di rigetto, ti pare? Che ne dici di aumentare il ritmo? Io ci sono di gia', quasi.'
'Sei gia' pronto a sborrare? Ma come fai?'
'Senti mettiti qui in ginocchio fra le mie gambe. Ecco cosi'. Ora prendimelo con tutte e due le mani. Cosi'. Adesso stringilo forte. Piu' forte. Stringilo con tutta la forza che hai. Aah, ecco cosi' mi piace. Vedi come aumenta? E guarda come diventa viola. Guarda la cappella, sembra esplodere. Non smettere, mi piace.'

Ero come ipnotizzato da quell’uccello, quasi sfigurato dalle vene e cianotico. Lo lasciai un attimo e il cazzo rimase con quella forma a fungo. Lo ripresi sempre con forza e presi a menarlo il piu' velocemente che potei. Sembravo quasi impazzito, sembrava volessi strapparglielo.
'Sii, cosi', aah, ancora. Stringilo. Aah'
E come aveva preannunciato Francesco in poco tempo vidi il primo schizzo di sborra partire verso l’alto e atterrare, come gli altri successivi sulla sua pancia. Ancora mi sorpresi di quanta ne veniva fuori.
Io continuai a menare e Francesco se ne stava con la testa riversa all’indietro, al settimo cielo, penso. Poi mi guardo', soddisfatto. "Sei pieno di sorprese, sai? Di belle sorprese.'
E poi visto che stavo guardando la sua pancia tutta cosparsa di sborra mi chiese:
'E di questa sborra, cosa ne facciamo? Vieni qui.' Mi disse prendendomi la faccia con entrambe le mani e tirandomi su.

Mi fece adagiare in modo che il suo uccello me lo sentivo sul petto e mi pose la faccia proprio sulla sborra, prima su una guancia e poi sull’altra.
'Una cosa che mi piaceva fare era spalmare la faccia del malcapitato con la mia sborra. Alcuni vomitavano dallo schifo, allora io aspettavo e poi la prendevo dal loro volto e gliela facevo ingoiare, cosi'' disse facendo lo stesso con me. 'Nel tuo caso lo faccio perche' ho l’impressione che ti possa piacere'
Io succhiavo il dito tozzo che mi porgeva, grondante della sua sborra. Ero come in trance. Tutto cio' che mi faceva quell’uomo mi eccitava in un modo diverso dagli altri.
Pensai che forse era perche' con lui non avevo usato l’incantesimo, che tutto stava accadendo solo perche' lo volevamo entrambi.
'Vienimi sopra. A cavalcioni.'

Io ubbidii e lui mi prese l’uccello, durissimo, in mano e passo' la cappella sulla sborra che gli era rimasta sulla pancia. Fatto questo lo prese di nuovo in bocca. Io sporsi in avanti il bacino per facilitargli il compito. Lui dopo averlo succhiato ripete' l’operazione raccogliendo la sua sborra con la mia cappella e riprendendolo di nuovo in bocca.
Col mio uccello in bocca mi prese delicatamente le palle in mano, di modo che sentii che stavo di nuovo per venire.
'Aiuto, Francesco, non ce la faccio piu''
Se lo tolse di bocca. 'Non voglio farti venire, perche' se no bisogna aspettare ancora un sacco. Ma voglio vedere una gocciolina di sborra uscire dalla cappella'
Diede un’altra succhiatina fugace, poi ingoio' tutta l’asta, sempre accarezzandomi le palle. Pensai che nonostante le sue aspettative gli avrei sborrato in bocca tanto sentivo il fluido montarmi verso l’uccello.

Invece lui lo fece uscire dalla bocca e attese davanti al mio uccello durissimo. Aveva fatto appena in tempo, da vero maestro. Si era fermato proprio giusto in tempo per trattenere il mio sperma. Riusci' giusto a uscirne un piccolo schizzo, che pero' rimase solitario. Me lo lecco' e poi mi fece alzare in modo che il suo viso mi spari' fra le gambe.
Poco dopo sentii la sua lingua che mi solleticava il buco del culo. Comincio' ad aiutarsi anche con le mani, bagnandosele con la saliva e titillandomi il buchino.
Io mi girai giusto per veder in che stato versava il suo cazzo dopo le tre abbondanti sborrate e sorrisi soddisfatto quando lo vidi di nuovo durissimo. Scappellato, ancora bagnato dalla sborrata precedente, ma gia' durissimo. Ma che uomo era questo qui? Dove ero andato a scovarlo? E le prime sensazioni al basso ventre avute, quando vidi quella faccia sofferente erano giuste. C’era in lui qualcosa di speciale, di enormemente osceno, che me lo rendeva unico.

Mi abbassai e gli strinsi le palle, che erano veramente enormi. L’uccello risorse immediatamente ergendosi di forza propria. Francesco sbuco' da sotto il mio culo.
'Sei pronto per sentirtelo tutto dentro? Ti ho dilatato per benino e lubrificato. Su, scendi. Appoggiati con le mani sulle mie spalle'
E cosi' dicendo con la sinistra mi fece abbassare, mentre con la destra se lo teneva dritto, indirizzandolo al mio buco.
Sentii la punta della cappella sullo sfintere. Francesco mi prese le anche e me le spinse verso il basso, in modo che la cappella entro'. Non sentii molto male, probabilmente per il lavoro preparatorio che aveva fatto in precedenza. Francesco si fermo' in quella posizione. Mi voltai e abbassai per sentire lo stato del cazzo e verificatane la durezza marmorea scesi ad accarezzare le palle. Lui allargo' le gambe per facilitarmi il compito. Mentre palpavo con passione quel meraviglioso e gonfio scroto, Francesco mi diede un’unica spinta, decisiva.
'Ecco, sono dentro tutto'

Stavolta il male lo sentii, sebbene riconobbi che Francesco avesse aspettato proprio il momento i cui ero piu' rilassato. Ma quel cazzo era veramente molto grosso e me lo sentivo nelle viscere.
'Lo senti?'
'E come no? Mi stai aprendo in due!'
'Vedo che ti ho fatto un po’ male, lo vedo da questo.'
E cosi' dicendo, Francesco mi prese il cazzo in mano, che mi si era un po’ ammosciato per il dolore e mi masturbo' delicatamente.
Io pero' volevo far godere ancora quell’uomo, per cui mi alzai, estraendo l’uccellone e poi ritornai giu', sentendomelo di nuovo tutto dentro.
'Mamma quanto stringe il tuo buco. Mi sa che non ne ha assaggiati molti di cazzi.'
'Pochi, infatti' risposi
'Pero' qualcuno si, eh, porcello? Dai ora cerca di andare un po’ piu' forte. Appoggiati sulle ginocchia. Ecco cosi'.'

Io, aggrappandomi alle sue spalle, cominciai a stantuffare, mentre lui mi guidava con entrambe le mani sulle mie anche.
Di tanto in tanto Francesco mi masturbava, in modo da tenermelo in tiro.
'Sto per venire di nuovo. Adesso se permetti guido io. Aggrappati a me, svelto'
Io ubbidii e lui, con mia sorpresa, da quella posizione seduto, con grande agilita' e soprattutto forza si alzo' in piedi, sollevandomi di peso. Misi le gambe dietro la sua schiena, aggrappandomi, chiedendomi se ce l’avrebbe fatta o se sarebbe crollato di nuovo sul divano.
'Si parte, ora, segui il mio ritmo.'

Mi senti sollevare e poi lasciare e poi di nuovo sollevare. Io aiutandomi con le braccia e con le gambe cercavo di rendere il compito di Francesco meno gravoso, ma ugualmente continuavo a chiedere come facesse e dove trovasse tutta quella forza.
Soprattutto in quella posizione, sentivo il suo cazzone entrarmi con una tale violenza, che l’effetto era devastante. Prima Francesco faceva in modo che quasi tutto l’uccello uscisse prima di calarmi, poi, evidentemente ad un passo dalla sborrata, prese a sbattermi con colpi piu' corti ma molto piu' frequenti. Davanti avevo la sua faccia, rivolta all’indietro, con gli occhi serrati e la bocca aperta, in una smorfia che diceva sforzo e godimento. Infine Francesco urlo' in modo rauco ficco' in avanti il bacino e dentro sentii il suo cazzo sfondarmi il cuore. Rimase cosi' un attimo, prima di buttarmi sul divano e lui su di me. Alzo' il bacino e mi diede una decina di colpi lenti a seguire la sua sborrata, che sentivo copiosa nel culo, facendo seguire i colpi con altrettanti versi di godimento.
Quando si riprese, rimase li' dentro di me e avvicino' il suo volto al mio. Io gli presi la testa rasata fra le mie mani e lui cerco' la mia bocca con la sua. Io lo accolsi subito e sentii la sua lingua saettarmi dentro con passione. Mi bacio' a lungo, sospirando per la fatica appena fatta.

Poi si rialzo'. Il cazzo gli scendeva verso il basso semiduro. Lui noto' che invece il mio era rimasto semiduro e se ne compiacque.
Mi fece distendere sul divano e mi venne sopra.
Mi prese il viso tra le mani e mi bacio appassionatamente, mentre con il pube sfregava il mio. Sentivo il suo uccello stuzzicare il mio. Si alzo' sulle braccia e continuo' l’azione di strusciamento e palpeggiamento fra genitali. La sensazione era bellissima e mi divenne di nuovo durissimo. Lui avanzo' con il bacino, vidi il suo uccello avanzare sul mio petto. Se lo prese e me lo sbatte' sulla faccia, non ancora duro, scappellato. Lo guardai da vicino. Le quattro sborrate nell’ultima ora l’avevano reso piu' gonfio, piu' morbido, come se la pelle fosse piu' abbondante. Avanzo' di nuovo e mi ritrovai davanti le sue fantastiche palle. Me le schiaccio' sul viso con il peso del suo corpo, poi si sollevo' e poi mi si schiaccio' ancora addosso. Poi avanzo' di nuovo e mi trovai il suo buco del culo.
'Leccami il culo' mi ordino'
Io lo feci con piacere, rendendomi conto che era la prima volta che lo facevo in vita mia. Mi diedi da fare, non e' che sapessi esattamente cosa fare, ma quel che feci non dispiacque a Francesco, il quale continuo' a gemere e a muovere il culo accompagnando la mia leccata.
'Cosi', si', bravo, continua'

Mi aiutai anche con le mani per allargare il buco, che ora sembrava piu' rilassato e accogliente. Pur non avendo mai desiderato prima di inculare qualcuno, l’idea mi stuzzico' e mi sentii l’uccello rispondere con una forte erezione.
'Ti daro' qualcosa che ho dato a pochissimi nella mia vita' mi sussurro', con voce rauca dall’eccitazione 'ti daro' il mio culo'
Mi fece distendere per terra sul tappeto. Mi prese in bocca l’uccello lubrificandolo con la sua saliva abbondante. Mi venne poi sopra a cavalcioni poggiandosi sulle ginocchia e si indirizzo' il mio uccello nel buco del culo. All’inizio fatico' un po’, il buco era strettissimo, ma lui non attese e continuo' a spingere il bacino verso il basso fino a che fui tutto dentro di lui. Che bella sensazione di calore sentii! Ma ancora piu' bello era alzare gli occhi e vedere quel magnifico corpo, quel viso sofferto tanto desiderato, sopra di me.

Si comincio' a muovere su e giu' e il godimento comincio' ad essere ancora piu' totalizzante. Sentivo come se ogni cellula stesse seguendo il percorso di sensazioni crescenti che portano all’orgasmo. Dai versi di piacere che emetteva, evidentemente anche Francesco stava provando sensazioni di godimento molto forti. Il suo uccello era durissimo e lui mentre stantuffava il suo culo sul mio uccello, comincio' a menarselo.
'Sto per godere, sto per godere' disse con crescente intensita' e io ne fui sollevato perche' anch’io non ce la facevo piu' a resistere.
'Anch’ioooo' urlai e mentre sentivo il primo schizzo uscire dal mio uccello, incredibilmente uno schizzo potente di sperma usci' dall’uccello di Francesco, colpendomi in pieno volto, mentre anche lui emise un lungo e rauco urlo di piacere. Altri schizzi mi colpirono sul petto e sulla pancia, prima che entrambi riprendessimo il fiato. Ci guardammo, prima ci scambiammo un sorriso affettuoso e poi scoppiammo in una risata liberatoria.
Poi Francesco si sollevo' e mi porse di nuovo lo scottex. Si verso' un bicchiere di whisky, un altro lo verso' per me, si accese una sigaretta e si mise a sedere nudo sul divano.
Quando mi alzai mi porse il bicchiere e mi invito' a sedermi sul divano fra le sue gambe divaricate.
Mi abbraccio' da dietro e mi sussurro' nell’orecchio
'Ho paura che mi piaci proprio, Mr Andrea. Raramente sono stato cosi' bene con un uomo fin d’ora.'

Io allungai una mano all’indietro per abbracciarlo. Mi sembrava cosi' bello sentire delle parole cosi' tenere da un uomo cosi' mascolino, e soprattutto non sotto l’influsso di qualche incantesimo. Ero molto emozionato.
'Tu mi piaci da sempre, da quando sei venuto ad abitare a Sassuolo. Possibile che non te ne sia mai accorto?'
'Devo dire che hai uno strano modo per far capire che una persona ti piace. Ogni volta che ti guardavo tu abbassavi lo sguardo. Certo non avevo idea di piacerti. Cosi' quando l’altro giorno hai attaccato discorso e soprattutto mi hai proposto di fare il viaggio insieme, mi hai colto veramente di sorpresa.'
'Hai ragione. E’ piu' forte di me. Anni e anni di repressione fanno si' che quando un uomo mi piace, non riesca in nessun modo a farglielo capire, poiche' abbasso subito lo sguardo, pieno di vergogna.'
'Mi farebbe piacere se tu restassi a dormire con me, questa notte. Che ne dici?'
Mi girai e lo guardai in volto, sorpreso da quella proposta, molto intima e confidenziale.
'Ne sarei felice, perche' no? Siamo adulti e lontano da casa: chi ce lo impedisce?'
'Ma tu lo desideri? Desideri dividere il letto con questo orso sgraziato?'
Questa volta mi girai e gli presi la faccia sofferta tra le mani 'Certo che lo desidero. In questo momento non c’e' cosa che desideri di piu'.' E lo baciai appassionatamente.
'Allora ci facciamo una doccia e poi a nanna, ok?'
'Perfetto'

Fortunatamente il box doccia era molto spazioso e sufficiente per contenersi entrambi. Ci abbracciammo sotto il getto della doccia. Ci insaponammo con amore e volutta', togliendo dai nostri corpi i residui dei nostri liquidi seminali e della stanchezza. Inevitabilmente il palpeggiamento continuato e amorevole fece si' che entrambi ci trovammo con una potente erezione, che nessuno dei due poteva ignorare.
Francesco spense l’acqua e mi fece distendere sulla schiena sul fondo della vasca, poi si distese sopra di me girato in senso opposto, in modo da mettermi i suoi genitali sulla faccia e da avere la sua faccia sopra il mio uccello: insomma il piu' classico dei 69.
Francesco menava la danza, in effetti mi stava scopando in  bocca, muovendosi con il bacino, mentre le sue magnifiche palle mi sbattevano sugli occhi. Intanto mi spompinava con vigore accarezzandomi le palle con delicatezza. Troppe sensazioni: l’uccellone che mi sfondava la bocca, le palle che mi sbattevano sugli occhi, morbide, la sua bocca implacabile sul mio uccello. Incredibilmente per i miei standard venni per la terza volta e non appena Francesco senti' la mia sborra in bocca diede un colpo decisivo col suo cazzo e li si fermo'. Inondandomi la bocca di sperma.

Estremamente soddisfatti ci asciugammo e andammo sotto le coperte, nudi come mamma ci aveva fatto. Ci addormentammo abbracciati. Francesco russava leggermente, niente che non fosse assolutamente sopportabile. Io ero in una situazione strana. Dovevo avere stampato nel volto un sorriso come inebetito. Mi resi conto che Francesco mi aveva fatto dimenticare tutti i miei altri uomini, anche Fabio. Quello era amore rubato, non spontaneo! Fu prima di addormentarmi che presi la decisione: avrei fatto il controincantesimo a tutti i miei uomini e avrei vissuto la mia storia solo con Francesco.
Cosi' feci, effettivamente. Uno alla volta, Baldovin, Rondon, Fabio, Dall'Aglio ritornarono a trovarmi insignificante e non mi degnarono piu' di una sola occhiata.
Io pero' avevo il mio Francesco, che mi bastava e avanzava. La nostra soluzione era ideale: entrambi sposati, nessuno aveva voglia di lasciare moglie e figli, nei weekend abitavamo a 50 metri di distanza e coglievamo ogni minima occasione per stare insieme. Durante la settimana abitavamo entrambi a Milano e un giorno a casa dell’uno e un giorno a casa dell’altro, praticamente dormivamo sempre insieme. Il sesso era sempre estremamente soddisfacente. Francesco aveva sempre nuove idee e io non mi tiravo certo indietro.

continua...


ORSI ITALIANI