ORSI ITALIANI MAGAZINE



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Taglio di capelli con pompino e resto

Racconto di Mabre


Forse tutti noi abbiamo passato dei momenti nei quali si doveva girare e rigirare le mille lire perche' non bastavano mai, ecco io sono uno di quelli, ma non giravo le mille lire ma bensi' i franchi svizzeri, come nel mio racconto precedente (mi ripeto) da piccolo ero andato a stare con i miei genitori in Svizzera, e qui' inizio' il mio dilemma.

Vivevo spensierato con la nonna, che mi lasciava fare tutto, era troppo buona e la ricordo ancora con il suo sorriso e la mattina la cucina che profumava di caffe' e quel po' di grappa che la fece vivere fino a 85 anni, come diceva lei.

Dunque mia madre rimase incinta da un suo fidanzato, e si' anche a quei tempi si scopava, che poi la lascio'.

Il mio padre biologico non l’ho mai conosciuto, e credo che mai lo conoscero', ora ho 58 anni e ne posso fare benissimo senza.

Mia madre si sposo' con un altro uomo che aveva conosciuto in svizzera dove era andata con suo fratello e sua sorella per lavoro, era l’anno 1964 qunado io mi unii a loro due, anche perche' mia madre era gia' incinta di mio fratello.

All’eta' di 18 anni ero piu' che convinto che mi piacessero gli uomini, ogni volta che vedevo una rivista dove si vedevano uomini in mutande o in costume da bagno mi sentivo eccitato.

Beh comunque sia, il cazzo mi piaceva eccome.

Un giorno un mio amico mi disse che nella nostra citta' vicino a Zurigo c’era un parrucchiere che se ti lasciavi strusciare il cazzo al braccio e ti lasciavi toccare ti tagliava i capelli gratis.

La cosa mi eccitava e dissi al mio amico: -ma dai non ci credo, com’e' possibile!- lui rispose: -sicuro ci sono gia' stato io, ma non e' il mio tipo, ha la barba anche se corta ma a me non piace, e poi e' un po' robusto-

Che scemo sei, pensai tra me e me, giusto giusto sono a corto di soldi e siccome i miei non mi passavano tanto e un amico di mio padre mi tagliava sempre i capelli, ma a modo suo, ed io mi vergognavo ad uscire per due o tre giorni finche' riuscivo a pettinarli come volevo io, mi dissi vai e prova.

Mi diede l’indirizzo ed io il sabato ci andai. Di solito dai parrucchieri il sabato c’e' sempre molta gente, allora decisi di andare presto al mattino, appena aperto.

Ma ahime' mi disse che aveva tanti clienti che venivano e che avrebbe avuto tempo solo dopo la chiusura se volevo andarci.

Ma che me ne frega a me quando, l’importante e' di sapere se veramente mi taglia i capelli con il servizio senza pagare nulla.

Verso le cinque del pomeriggio mi presentai e mi disse: -un attimo, faccio l’ultimo cliente e poi puoi sederti.

Lo guardai mentre manovrava le forbici sulla testa del cliente, niente male come uomo, bello alto cicciotello con barba e una pelatina, proprio come piacevano a me gia' da allora.

Insomma un orsetto dai, aveva le braccia talmente pelose che mi sembrava avesse su un maglione di lana nero, sentivo il mio cazzo gia' pulsare.

Un sorriso come quelli pepsodent, bianchissimo e molto simpatico, pensavo, vuoi vedere che diventera' il mio parruchiere  ?... in effetti!

Mi sedetti sulla sedia, lui nel frattempo chiuse la porta d’entrata e lascio' giu' le tapparelle e disse: -sai non voglio che vedano che faccio gli straordinari, altrimenti tutti i sabati sono qui' fino alle otto di sera!-

lo sentii che era entrato in bagno e si lavava le mani e con un po' di baccano, dopo un paio di minuti arrivo' e inizio' mettendomi la mantellina apposita, mi chiese se stavo comodo e mi struscio' con il gomito sulla patta, come previsto.

Mi disse -oh scusa, non volevo, ma certo che non sei niete male li sotto-, risi e gli chiesi di darmi per favore un giornale.

Nel frattempo lui mi disse: -allora, cosa facciamo  ?- -come cosa facciamo?- -Ma si', come ti devo tagliare i capelli?- -ah scusa che scemo, certo tagliameli corti, mio padre non vuole capelloni in casa-

Inizio' con il suo lavoro ma non mi sembrava tanto eccitato, e per di meno strusciarsi al mio braccio, mah chissa' pensai!

Un attimo dopo sentii il suo cazzo durissimo toccarmi il gomito, mi scostai come se non mi piacesse, lui fece finta di niente, intanto io sotto la mantellina mi toccavo l’uccello che era gonfio come un pallone.

Lui spinse piu' forte ed io piu' mi toccavo l’uccello.

Ad un tratto mi tiro' via la mantellina ed esclamo' -e bravo, ti vuoi fare una sega? dai tiralo fuori, a me non dispiace- -ma no dai, qui' in negozio?- -si', dai non fa niente, sai quanti lo fanno, per questo ti ho detto di venire piu' tardi-

Non avevo il coraggio di tiralo fuori, ma lo fece lui mi tiro' giu' la zip… eeee zap che spunta il mio bastone tutto diritto e scappucciato, bello bagnato dalle goccie della libidine.

Lui fece solo un mmmmmmh… si chino' e prese a masturbarmi poi quando me lo prese in bocca, mugolai come un gattino, -dai lasciati andare, che bel cazzo che hai, mi piace, ha un buon sapore, sapore di sborra, sapore di giovane eccitato, mi fai girare la testa- io risposi -cazzo, come spomini bene, dai prendilo tutto, dai-

Gli presi la testa, lui in ginocchio tra il seggiolone ed il lavandino, sentivo gli slap e slurp che emetteva e mi arrapavo ancora di piu', -dai tirati giu' i pantaloni, che ti voglio leccare anche le palle e anche il tuo buco se vuoi  - non me lo feci dire due volte.

Piu' mi spomipinava e mi leccava, piu' ero in tiro, lui si era tolta la camicia e vidi un orso pelosissimo, stavo per svenire, ma un pelo che sembrava avesse una maglietta e dove c’era il collo ben rasato in modo che i peli non spuntassero dalla camicia. -Cazzo che bell' uomo che sei, chissa' tua moglie quando scopi come gode- -no caro non e' cosi', io e mia molgia siamo insieme per convenienza, lei e' lesbica ed io sono gay, percio' lei lo sa quello che faccio ma viviamo bene cosi'.

A me piacciono i cazzi come il tuo, di ragazzi giovani- stavo per sborrargli in bocca, quando lui smise e disse -no dai non ancora abbiamo tempo- -no voglio sborrarti tutto in bocca o almeno sul tuo pelo, non c’e' la faccio piu', e continuai a menarmelo, ero nudo nel negozio e lui senza camicia.

Vidi che si apriva la cintura per abbassarsi i pantaloni, non aveva mutande quel porco… -si' le ho tolte prima in bagno- disse -fatto bene cosi' si fa piu' veloce- ed io ancora a smanettarmelo, perche' vidi una scena da urlo, mi sentii mancare, un cazzo grosso quanto una lattina di birra ma di quele grosse di mezzo litro.

-Cazzooooooooo- esclamai e rovesciai tutto il moi godimento sul suo pube peloso e bellissimo.

Non so quanto sborrai, ma disse -mo che faccio  ? qui' non ho la doccia, per questo ti ho detto di aspettare- -ma dai, cosi' come sei eccitante per me, sicuro riesco a sborrare una seconda e sicuro una terza volta- -ai ai ai- disse e mi prese l’uccelo in bocca ancora tutto bagnato di sborra e duro.

Come una cagna in calore mi girai e dissi -dai, prova a mettermelo dentro- -ma sei matto, ti sfondo con questio calibro  - disse Bruno, -  ti ho detto prova, risposi…

Giro' ed inizio' a leccarmi per bene il mio buco del culo, gia' stavo per sborrare, ma mi trattenni, dopo qualche minuto che mi lecco' per bene la mia fica del culo, mi giro' sulla schiena sdraiato sulla sedia e inizio' lentamente a ficcarmi il bastone nel buco in calore, entro' piano piano, sentii un po' di dolore ma ne valse la pena, con un cazzo cosi' per le mani.

Subito il suo pompare si fece piu' veloce, -scopami, chiavami, rompimi lo sfintere, ficcalo tutto dentro, non ne posso piu', sborrami nelle viscere, porco maiale-.

Sentendo queste parole, mi disse di smettere perche' lo eccitavo ancora di piu'… ed io continuai a dirgli che era un porco maiale, che era un chiavatore con un cazzo cosi' grosso da fargli un monumento, in effetti era bellissimo!

Venne e mi sborro' tutto dentro, io venni nello stesso tempo e gli sborrai quasi in faccia, cosi' forte era la mia pressione.

Esausti, lui rimase sopra di me ancora qualche minuto con il cazzo dentro di me che pulsava.

Ci lavammo e mi chiese -cosa fai ora? esci con i tuoi amici?- -no vado a casa sono esausto e ho un po' di fame- risposi.

Ando' dietro la scrivania, prese il telefono e disse -c’e' Bacco per favore?  - sentii che parlava al telefono, attacco' e mi disse -OK, allora vieni con me in Pizzeria da Bacco, ti invito a mangiare una pizza, ci laviamo un po' e andiamo-

Detto fatto, dopo esserci lavati alla meglio andammo da Bacco...

Continua...

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