ORSI ITALIANI MAGAZINE


Preparativi per le vacanze

Un racconto di Hair Master

 

Luglio, una calura tremenda, fortunatamente in ufficio c'e' l' aria condizionata che ti

lascia respirare, ma appena esci una vampata di calore ti assale e ti toglie il respiro. E

sopporto, non c'é problema, la mia mente e' gia' qualche giorno avanti quando

finalmente potro' sdraiarmi su una bella spiaggia a farmi accarezzare dalla fresca

brezza che arriva dal mare, e se il sole brucia la pelle, l'acqua rinfresca e tonifica il

mio corpo.

Mi risveglio dal mio sogno ad occhi aperti e mi ricordo che devo ancora fare molte

cose prima di partire, comprare magliette, qualche polo, dei nuovi costumi, ritirare

dalla lavanderia gli abiti che portero', e infine il solito controllo all' auto, olio, acqua,

gomme.

Cosi' finito il lavoro mi avvio al centro commerciale, in un negozio di articoli sportivi

compro qualche maglietta, prendo anche un paio di polo dai colori pastello molto

carini, due costumi boxer e un paio tipo slip.

Ritiro i capi dalla lavanderia e torno alla mia macchina colmo di borse.

Torno sui miei passi e mi avvio verso casa, no aspetta, devo passare dal meccanico,

cambio percorso di marcia, eccomi sono arrivato.

Di solito mi rivolgo ad una piccola officina vicino casa, non molto attrezzata, ma fa

dei buoni prezzi, e conosco il meccanico da molti anni.

Un bell' uomo sulla quarantina, capelli corti, una barbetta di un paio di giorni vela il

suo viso, peccato per quella fede nunziale al dito.

Lascio la mia macchina nelle sue mani, e torno a casa con una vettura sostitutiva.

A casa mi metto al lavoro casalingo e comincio a lavare i capi appena acquistati, non

mi piace indossare prodotti nuovi confezionati, hanno sempre un odore fastidioso e il

tessuto sembra carta vetrata sulla pelle.

Ecco fatto, metto tutto a mollo e mi preparo la cena.

In televisione la programmazione estiva e' veramente penosa, spalanco le finestre e mi

butto sul letto. Mi sono sempre ritenuto fortunato a vivere fuori citta', la sera mi

addormento con il suono ritmato e ipnotico dei grilli, la mattina mi sveglio con il

cinguettare dei passeri.

 

Solita mattinata di lavoro, pero' oggi e' l' ultimo giorno, finisco le pratiche, si festeggia

cinque minuti coi colleghi e ciao a tutti, ci si rivede tra un mese.

Che liberazione, finalmente fuori. Mi dirigo subito dal meccanico.

La macchina e' a posto, ma ha dovuto sostituire le gomme, effettivamente erano un po'

lisce, e mi dice che pero' non ha fatto la convergenza e devo portarla in un centro li'

vicino.

Tappa imprevista, non ci voleva, stasera faro' tardi con gli amici.

Arrivo all' altra officina e vedo il paradiso davanti a me.

Un capannone gigantesco e una marea di camion e TIR coi loro rispettivi irsuti

proprietari. Rapito da quella visione pero' cerco di ridestarmi e vado a chiedere

informazioni a qualche meccanico.

 

- Scusi, dovrei controllare la convergenza

- Si, vada all' altro portone, dovrebbe esserci Antonio

Ringrazio e mi dirigo nell' altro reparto.

C'é un forte odore di kerosene, e olio bruciato. Mi hanno sempre affascinato le

officine, soprattutto i meccanici che ci lavorano con le loro belle tute blu e quelle

maliziose cerniere che dal collo scendono all' inguine.

Vedo in lontananza un ragazzo di spalle, visto da dietro promette bene, ben piazzato.

 

-Mi scusi, e' lei Antonio?

-Si', sono io mi risponde senza girarsi con un tono un po brusco - cosa vuole?

-Devo controllare la convergenza

Si gira, sembra un po' spazientito, mi guarda senza dire niente.

-Dov' e' la macchina? mi chiede.

-e' qui fuori

-La porti davanti al portone in retromarcia

 

Vado a recuperare l' auto, ma penso al meccanico, e alla peluria nera dei grossi

avambracci, la tuta aperta quel tanto che basta per vedere un bel torace villoso,

capelli rasati per un' evidente stempiatura, insomma un cacciatore da favola, peccato

sia cosi' scorbutico.

 

Faccio manovra, lui e' davanti al portone e guarda il retro della macchina in uno

strano modo, alza un sopracciglio e fa un mezzo sorriso.

Scendo e mi avvio verso l' officina.

-Ci vorra' un po' di tempo - mi dice - ho altre macchine prima della sua

Rispondo con un sorriso - OK non c'é problema - ne approfittero' per guardarmi bene

quell' esemplare di maschio.

 

Accidenti sono gia' passate un paio di ore, meglio che chiami gli amici e rimandi

l' appuntamento, non riuscirei a sbrigarmi per la serata. L' officina si e' quasi svuotata,

i camionisti se ne sono andati e cosi' anche i meccanici, rimaniamo solo io e Antonio,

che sta sistemando l' ultima auto. Non capisco perche' non mi abbia fatto passare

prima visto che le altre auto non e' venuto nessuno a ritirarle, probabilmente i

proprietari verranno a prenderle domani.

Eccolo, sta uscendo con l' ultima auto, va a fare un giro di prova per controllare

l' assetto delle gomme, torna dopo un paio di minuti, come del resto ha fatto tutto il

tempo che ho aspettato.

 

Parcheggia l' auto e viene verso di me.

-Bene, ora sistemiamo la sua

Infila una protezione di plastica sul sedile per non sporcarlo con la tuta e porta l' auto

sul ponte. Sistema le ganasce di controllo e con l' aiuto di un computer e di una chiave

regola alcuni bulloni in prossimita' delle ruote.

Si pulisce le mani con uno straccio e abbassa il ponte, sale in macchina si avvia per il

giro di controllo, ma mi si ferma vicino.

-Dai sali - rimango un poí stupito dall' invito, ma salgo.

-Ora vediamo se tiene la traiettoria - mi dice, io annuisco e si avvia sulla strada.

Silenzioso si dirige verso una strada deserta in aperta campagna. Ad un certo punto

mi rendo conto che e' passato piu' tempo di quanto ne abbia messo per gli altri giri.

Si ferma in una strada isolata a fondo chiuso e con la coda dell' occhio vedo che si

gira a guardarmi.

Sono preso da imbarazzo - Tutto a posto? - dico per rompere il silenzio.

-Si, quasi... - e mi appoggia una mano sulla coscia.

-Ma... Cosa sta facendo? Domando.

-Smettila di darmi del lei, e di recitare. Ho visto gli adesivi arcobaleno sul portello

posteriore, e mi sono sentito il tuo sguardo addosso per tutto il tempo. Non credi che

avrei potuto sistemare la tua macchina prima delle altre e mandarti via parecchio

tempo fa? - e mi sorride.

Sbotto in una risata liberatoria e lo guardo ridere, che bel viso, gli si formano due

fossette sulle guance, si avvicina e mi bacia, si appoggia con una mano sul mio fianco

e io accarezzo i suoi avambracci taurini dal pelo morbido e liscio come seta.

Ma la mia auto e' un poí piccola e scomoda.

-Andiamo in un posto piu' comodo - mi dice, sembra avermi letto nel pensiero.

 

Torniamo all' officina, non si vede piu' nessuno.

Scendiamo e mi salta letteralmente addosso, io un po' teso continuo a guardarmi

attorno.

-Non ti preoccupare non c'é nessuno, ogni tanto mi fermo piu' del solito e ho le

chiavi per chiudere

Mi tranquillizzo e comincio a baciarlo, le mie mani cominciano ad intrufolarsi nella

tuta e sono subito accolte da una peluria calda e soffice che si infila tra le dita.

Le sposto sulla schiena per sentire com' e' messo a peli, ma non ne trovo granche',

scendo e trovo due belle chiappe sode e pelose, indossa un sospensorio e posso

muovermi liberamente nel solco delle chiappe.

Antonio mi sbottona la camicia e mi bacia il torso e il ventre, apre la patta dei calzoni

e me lo libera, lo guarda come se stesse studiando da che parte sferrare l' attacco.

Mi da una leccata partendo dalle palle finendo sulla cappella e pian piano se lo infila

tutto in bocca. Sempre piu' velocemente continua la sua corsa, ogni tanto si ferma e se

lo sfila dalla bocca lasciando dei filamenti di saliva tra la cappella e le sue labbra.

Mi metto in liberta' e lascio cadere i pantaloni e gli slip. Sto per venire ma lo fermo.

 

Antonio si alza e io comincio a baciargli il collo, sento che mugola di piacere, le sue

mani si muovono continuamente sulla mia pelle e le sue braccia mi avvolgono in un

caldo abbraccio. Salgo alle orecchie, che belle orecchie, morbide, vellutate, mordo un

lobo e gioco con l' orecchino ad anello, le sue mani rallentano, gli piace, continuo la

missione e infilo la lingua nel padiglione auricolare, giu', cercando quasi di

raggiungere il timpano. E' una sensazione stupenda e mi piace farla conoscere anche

ad altri. Le sue mani si sono fermate, quasi tremano. Era completamente rapito.

 

Scendo passando la lingua sulle ascelle, sui pettorali, scendendo continuo a sfilargli

la tuta senza mai staccare la lingua dal suo corpo, quel pelo sul mio viso mi inebria, ci

gioco con la lingua lo tiro con le labbra. Sento Antonio fremere, scendo sempre di piu'

e gli sfilo il sospensorio con la bocca, il cazzo mi rimbalza sul volto, sento il suo

calore e la sua voglia. Gioco con le sue palle, me le lavoro con la lingua poi risalgo

l' asta e seguo il contorno della cappella. Antonio continua a gemere. Prendo in bocca

solo la cappella e la massaggio con la lingua, Antonio e' li in piedi con la testa gettata

all' indietro e ansima, continuo la mia corsa e faccio arrivare la cappella fino alle

tonsille, e continuo a spompinarlo.

Mi ferma e mi spinge verso un banco, con una manata sposta gli attrezzi, mi prende

sotto le cosce e mi solleva facendomi sedere sul banco. Il freddo acciaio sulla pelle

mi fa rabbrividire, se ne accorge, si sfila la tuta dalle caviglie e me la stende sotto il

culo e la schiena. Mi toglie le scarpe e pantaloni rimasti anche loro alle caviglie. Si

abbassa e appoggia i miei piedi sulle sue spalle, la lingua si insinua tra le mie chiappe

e da' dei colpi ben assestati, infila tutta la faccia, e' piacevole sentire naso, guance,

bocca e mento che sfregano sul mio buco, con la lingua mi lecca fino alle palle.

Con le dita mi massaggia il buco fino a quando si rilassa completamente.

Si rialza e sistema le gambe sulle spalle, si avvicina con la cappella al buco e

comincia a premere per entrare. Mi apro piano lui entra dolcemente, mi guarda per

vedere se dal mio volto traspare qualche espressione di dolore, ma io lo incito ad

entrare.

Finalmente e' tutto dentro e comincia a fottermi, che bello, le sue espressioni di

godimento mi fanno impazzire, impugna il mio calzo lo inumidisce con della saliva e

mi masturba a ritmo della scopata. La ritmica dei colpi aumenta velocemente e il mio

buco e' sempre piu' morbido ad ogni suo passaggio.

Sta per venire, lo capisco dalla velocita' della sua mano.

-Vienimi addosso

Antonio si sfila e si masturba, anch' io sto per venire ma lui e' piu' veloce di me e mi

schizza addosso un' abbondante dose di sperma io lo raggiungo e mi riempio il petto e

il ventre. Antonio mi guarda con un sorriso da bambinone e si accascia ansimante su

di me, lo stringo con le gambe e con le braccia mentre sento il suo cazzo ancora

pulsante sulle mie chiappe.

 

Che serata fantastica, chi l' avrebbe mai detto che sarebbe finita cosi'?

Ed ora chi ha piu' voglia di partire per le vacanze con uno stallone del genere a portata

di mano?

Quell' anno ho mandato all' aria i preparativi per il viaggio!

E' stata una delle estati piu' calde della mia vita, in tutti i sensi.

 

Hair Master


 


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