ORSI ITALIANI MAGAZINE


La prima volta

Un racconto di Fafy

 

La mia prima volta la ricordo con grandissimo piacere, fisico e mentale; bella novità, penserebbe qualunque cacciatore, ma a quanti è successo di farlo a 16 anni con l'orso dei propri sogni?

Eh sì, già da adolescente adoravo gli uomini grandi e grossi, forse retaggio dell'essere cresciuto a via di films di Bud Spencer. Mio padre decise di farmi frequentare una palestra di arti marziali perché voleva correggere la mia tendenza ad essere poco maschile: lui non lo sa, ma in quel luogo per me magnifico trovai l'amore e la conferma di essere gay!

Ciccio era uno dei veterani della palestra: quasi quarant'anni, poliziotto, baffoni neri, un po' stempiato, aria da peluche, ma soprattutto 115 kg distribuiti su 185 cm. La prima volta che lo vidi fui intimorito dalla sua mole e dal suo sguardo un po' severo, ma quando scoprii che negli spogliatoi ci si toglieva tutto, ma proprio tutto, per indossare le divise, e che ci si faceva la doccia tutti insieme, capii che quello era il luogo per me: avrei potuto sbirciare "panzazza"(questo il suo soprannome) ogni volta che volevo.

Ed in effetti fu fantastico, nei mesi successivi, poter fare la doccia per tre volte a settimana a pochi centimetri dall'uomo che animava i miei sogni ogni notte. Ma era anche una tortura, così a volte diventava difficile resistere ad essere sfacciato, sfiorarlo, appoggiare il sedere sulla sua "fragolina" rosa (che quasi scompariva in mezzo a tanta carne) con la scusa di un gesto distratto. Da lui mai una reazione, né positiva, né negativa; "E' troppo etero"- pensavo -"ha figli ed è pure uno sbirro".

Ma quella sera tutto cambiò: avrebbe potuto farsi avanti prima ma, come poi mi spiegò, la mia giovane età lo induceva ad essere prudente. Eravamo rimasti soli, come tante altre volte, e ci stavamo concedendo il consueto piacere della doccia; ed io, sempre come di consueto, mi appoggiai a lui di schiena, fingendo di avere dello shampoo negli occhi. E lui mi cinse con le sue braccia!

Le nostre erezioni furono immediate e simultanee: non potevamo più fingere. Mi stringeva forte a se, l'acqua calda e la saponata amplificavano il piacere del contatto, ma c'era quel cosone grosso che premeva in mezzo alle mie chiappette glabre e morbide, su un buchino ancora vergine! Fui colto da mille timori, improvvisamente dubitai della mia voglia di farlo, ricordai il dolore che sentivo ogni volta che cercavo di infilarmi dentro un dito."E' la prima volta?"- mi chiese, mentre il solletico dei suoi baffi sul lobo mi fece presto dimenticare ogni dubbio.

Temendo che non volesse prendersene la responsabilità, risposi di no; così spinse forte e lo entrò tutto."Benvenuto nel mondo dei grandi"- pensai in quel momento; il secondo pensiero fu dedicato al fatto che il dolore era stato molto minore alle mie aspettative, e la saponatata svolse un ruolo fondamentale per facilitarmi le cose, anche se mi provocava un fastidioso bruciore "dentro".

Mi scopò proprio bene, con grande soddisfazione di entrambi; ingenuamente constatai che gli uomini adulti venissero proprio come i ragazzi quando se la menano: io chissà che credevo! Andammo nel locale palestra, ormai deserto; grondanti d'acqua, ci sdraiammo sul pavimento imbottito e ci divertimmo per almeno tre quarti d'ora. In quell'occasione imparai a fare i pompini (quanto mi piaceva fare "merenda" con la sua sborra) e sperimentai le varie posizioni in cui si poteva scopare. Solo dopo gli dissi che lui era stato il primo; credo che questo gli diede un pizzico di orgoglio maschio. Da allora andare in palestra fu ancora più piacevole, poiché dopo l'allenamento collettivo c'era quello "a due".

A volte ci capitò di farlo anche dentro la sua macchina, il che non era il massimo del romanticismo, ma pur di stare con lui lo avrei fatto anche in pubblico. Si era instaurato il tipico rapporto tra il primizio ed il suo iniziatore, una sorta di adorazione religiosa che sfociava nella totale dipendenza mentale. Probabilmente fu questo che, dopo quattro mesi circa, lo indusse a darci un taglio, addirittura cambiò palestra, con mio grande sconforto. Ancora oggi, quando ci capita di incontrarci, i nostri sguardi sono inequivocabili, ed io non posso dimenticare il fatto che lui sia stato il primo, nonstante sia passata tanta acqua sotto i ponti (e di uomini nel mio letto!); spero sempre che gli torni la voglia di stare con me, ora che sono cresciuto, sia fuori che dentro, ed ora che lui, avvicinandosi alla cinquantina, mi sembra ancora più bello, più "coccoloso".

Inutile a dirsi, il primo è sempre il primo.


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