Le recensioni di Davide Sirignano

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Febbraio 2006


INCONTRI D'AMORE

TRUMAN CAPOTE

IL CAIMANO

TRANSAMERICA

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI


INCONTRI D'AMORE

Regia: Arnaud Larrieu

Interpreti: Sabine Azema, Daniel Auteuil, Amira Casar, Sergi Lopez

Tutto comincia in un bel paesaggio bucolico in cui una pittrice incontra uno strano uomo Poi subito il desiderio di comprare una casa in campagna.

La prima mezzora di film promette bene ed e' molto intrigante nel cominciare a descrivere dei pezzi di vita, ma quando si vuole, a tutti i costi, la provocazione fine a se stessa, allora la trama narrativa comincia a riempirsi di tarme e di buchi.

Le coppie suddette vagano, come in un quadro, senza la benche' minima motivazione, si danno a comportamenti scambisti, cosi', tanto per passare il tempo. Dei personaggi costruiti a tavolino privi di spessore psicologico. Ma non e' neanche questa la tara del film.

Se si puo' salvare la scena del cieco con le lampadine, e' impossibile non ridere, ma per il ridicolo, ridicule direbbero i francesi, per alcune sequenze veramente al di la' del grottesco e del cattivo gusto: grasse risate per il risveglio sulla veranda in legno di noce in cui tutti si sbaciucchiano vicini, vicini, in un contesto che vorrebbe essere provocatorio, ma che non regge affatto perche' improbabile.

Poi il topico finale: una coppia viene a vedere la casa, intenzionata a comprarla, e, dopo un invito a cena, l'irreparabile altro scambio: marito su, moglie giu'. La cosa piu' sconcertante e' la scena in cui l'ospite femminile si siede sul bide', pare per necessita' igieniche, si toglie il lungo vestito rosso, si fa vedere dal bolso Daniel Auteuil e si fa asciugare la vulva: questo e' veramente troppo.

Il povero spettatore, a questo punto tenta di darsi fuoco, ma chi dovrebbe appiccarsi per il rimorso e' solo il regista, anche sceneggiatore purtroppo, che ha costruito una storia piena di banalita', che si muove sulle "occasioni della vita", senza avere la credibilita' di una vicenda morbosa che e' solo supponente.

Davide Sirignano


TRUMAN CAPOTE

Regia: Bennett Miller

Interpreti: Philip Seymour Hoffman, Chris Cooper, Catherine Keener

Questo e' un film che doveva essere fatto perche' molti non sanno che Truman Capote e' stato, ed e', un grande scrittore americano. Amato molto da Almodovar, citato in "Tutto su mia madre", suo e' il celeberrimo romanzo "Colazione da Tiffany" e l'omonimo film che tutti sicuramente avranno sentito nominare.

Siamo di fronte ad una biografia anomala, nel senso che della vita di Truman Capote, viene in fondo detto poco: solo che era omosessuale e conviveva con un altro famoso scrittore ci e' dato di sapere. Si parla soprattutto della pena di morte e questo omicidio legalizzato viene descritto nei dettagli piu' crudi nell'ultimo libro dell'autore, "A sangue freddo", un romanzo documento, innovatore di un genere, basato su un fatto di cronaca sconcertante: il reportage di un lungo processo che ha condotto gli imputati all'impiccagione.

Si puo' apprezzare principalmente l'interpretazione, pressoche' perfetta, del protagonista, Philip Seymour Hoffman, di cui gia' si conosceva la bravura nel sorprendente "Magnolia". Pero' come spesso accade nelle pellicole biografiche, alcune volte si cade un po' nella noia, in delle diluizioni narrative di cui francamente se ne poteva far a meno: dei tagli qua e la' avrebbero giovato alla resa finale del film, che comunque rimane interessante e evidenzia uno spaccato americano poco idilliaco.

Questa sembra l'ennesima opera hollywodiana sulla pena di morte, sempre utile per carita', ma Truman Capote non era solo il suo ultimo libro: la sua vita, la sua infanzia complessa e dolorosa potevano dare ben altri esiti, qui solamente sfiorati in alcuni intensi momenti di profondita'.

Davide Sirignano


IL CAIMANO

Regia: Nanni Moretti

Interpreti: Jasmine Trinca, Cecilia Dazzi, Silvio Orlando, Margherita Buy

Nanni Moretti puo' piacere e non piacere, risultare simpatico o antipatico, ma e' assolutamente da vedere perche' nei suoi ultimi film e' evidente una forte connotazione politica: a cominciare dal bellissimo 'Caro Diario' fino al critico 'Aprile' e, infine, a quest'ultimo 'Il Caimano' in cui si e' raggiunto l'apice.

C'e' da chiedersi se il cinema possa fare politica perche' no: sempre meglio di uno spottone televisivo propartitico.

Con la sua consueta ironia graffiante, Nanni Moretti crea un'abile storia nella storia, come il teatro nel teatro, in cui un produttore disperato vuole far girare un film ad una giovane regista esordiente, Jasmine Trinca, ma non trova i fondi per farlo, anche perche' in Italia i fondi per la cultura sono ridotti all'osso. Se poi il copione parla, anzi sparla, e si pone degli interrogativi, fino all'inquietante finale, sull'uomo piu' importante della destra

Il Caimano e' questo: una critica feroce e senza peli sulla lingua, una sorta di sfogo, e vederlo, per alcuni, e' un godimento estremo tanto da indurre il pubblico in sala ad applausi liberatori e a qualche isolato dissenso: raro in una proiezione.

Sono divertenti i cammei di amici morettiani, in particolare quello del regista Carlo Mazzacurati, di cui si sono perse un po' le tracce, in un esilarante ruolo di cuoco assassino-vendicatore di un critico culinario: Nanni Moretti detesta i critici e non lo nasconde.

Godibile e' una grande sorpresa narrativa a dispetto di quelle solite frasi Casiniane: 'Noi dobbiamo salvaguardare l'integrita' della famiglia!!!'; un altro 'gaio' colpo nello stomaco che fa amare ancora di piu' non solo una storia, ma un filtrato di sporcizie caratteristiche degli ultimi anni di storia italiana.

Davide Sirignano


TRANSAMERICA

Regia: Duncan Tucker

Interpreti: Felicity Huffman, Kevin Zegers

In un insolito viaggio on the road, una donna particolare va a cercare un figlio mai conosciuto. Questa donna in realta' e' molto speciale perche' ha quel qualcosa in piu' che fa la differenza, ma che desidera tanto perdere.

Ci sono pochi film che descrivono cosi' bene e in modo cosi' profondo e interessante il percorso di un essere umano, in questo caso una trans che desidera diventare una donna a tutti gli effetti. Trans significa, infatti, migrare da un sesso ad un altro, ma il passaggio riguarda soprattutto il percorso emotivo-affettivo di una donna: piu' donna di altre donne, senza cuore, come la propria madre che non l'accetta.

Il pregio principale di questa interessante storia, oltre alla recitazione magistrale della protagonista, e' l'aspetto psicologico molto approfondito: forse non si riflette mai su quanto sia necessario trovare, veramente, se stessi/e e farsi accettare dalle persone che si amano, in primo luogo, e poi dalla societa' civile, cosi' detta.

Il pretesto di un figlio avuto nel passato "da uomo" e' una geniale trovata narrativa che da' i suoi frutti; in particolare la scena in cui Bree ritorna dai suoi genitori, con cadenze tragicomiche, descrive benissimo l'ostracismo di una societa' conformista in cui pochi riescono a mettersi nei panni del prossimo.

E' necessario evidenziare la sensibilita' estrema del film: si sfiora piu' volte la commozione, senza cadere nel facile melodramma, a cui la storia si prestava. Da vedere piu' volte, soprattutto per quelle persone che gettano invettive gratuite su argomenti che non conoscono.

Davide Sirignano


NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

Regia: Fausto Brizzi

Interpreti: Giorgio Faletti, Nicolas Vaporidis,

Partiamo dai lati positivi di questa storia: i personaggi, le situazioni e le battute simpatiche in cui e' possibile identificarsi, storie vissute in che fa piacere rivivere con ironia.

Tuttavia sono palesi i limiti di una pellicola molto furba nei suoi intenti: i personaggi non vanno al di la' di una visione stereotipata: c'e' quello bello che deve 'sfangare', il bulletto nullafacente, il secchione antipatico, la bella, la brava bis, l'amica che vorrebbe.

Non c'e' il minimo sforzo per dare sfumature diverse ai personaggi, totalmente monocorde, tranne quello dell'amica bocciata. L'evoluzione della storia e' abbastanza scontata, poi e' fastidioso evidenziare una finta alta borghesia, alla Beverly Hills, talvolta persino fastidiosa, di cui non se ne sentiva il bisogno.

E' comprensibile come non si voglia toccare il tema gay, ma vedere come ancora, nel terzo millennio, un film, visto da tanti giovani, liquidi l'argomento in modo cosi' superficiale, per non dire offensivo si commenta da solo: a volte sarebbe meglio non dire.

'La scuola' di Luchetti non ha fatto scuola, in questo caso. Quei bei personaggi, con le loro fragilita', alla ricerca di una dimensione qui, invece, si passa un'ora e mezza di svago, ma se si cerca un contenuto rivolgersi altrove!

Infine vedere lo scrittore piu' venduto degli ultimi tempi, Giorgio Faletti, recitare la parte del professore fa piacere, anche se avrebbe potuto dare di piu', soprattutto nella scena del funerale.

Un altro pregio e' il finale: volutamente non si vedono i voti dei protagonisti a significare che un numero non e' cosi' fondamentale per il successo di una persona nella vita.

Davide Sirignano


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