Le recensioni di Davide Sirignano

jeromek_rm@yahoo.it

Aprile 2007


300

LEZIONI DI VOLO

UN PONTE PER TERABITHIA

 


300

Regia: Zack Snyder

Interpreti: Gerard Butler, Vincent Regan, Lena Headey, David Wenham

 

Un Serse vestito da drag queen tutta ingioiellata con la voce da tenore; un Leonida sbalestrato, barbuto, orgogliosamente cretino, eroico fino alla retorica piu' stucchevole; una moglie pronta a sacrificare il suo corpo per salvarlo e poi ad uccidere senza pieta', una caricatura di wonder woman, e, infine, un tripudio di mostriciattoli, deformi, bestie rare uscite dal cappello vuoto del "Signore degli anelli".

Questo e' il valore aggiunto di un fumettone sulla guerra di Sparta che vorrebbe essere epico, ma che invece sfiora solo il ridicolo piu' spinto.

Nessuno pretendeva che il supponente Zack Snider, regista di questa grandiosa messa in scena, facesse uno "Spartacus" alla Kubrick, anche se la narrazione e' tratta da un fumetto, pero' che almeno tenesse presente i grandi film storici del passato si'. Come si fanno a creare dei personaggi con cosi' poco spessore, quasi tutti uguali, senza la benche' minima sfumatura?

Si', per carita', il ritmo clippato, che va tanto di moda c'e', ma solo quello in tutta una storia in cui trionfa, non l'eroismo di questo gruppo di guerrieri nella fossa delle Termopili, ma solo l'improbabilita', sorretta da una noia sotterranea montante: lo spettatore piu' esigente non si accontentera' di questa americanata fabbrica soldi e rimpiangera' persino il Gladiatore e la sua malia.

Della recitazione e' meglio soprassedere: e' veramente al minimo sindacale, soprattutto il protagonista che potrebbe fare la controfigura di una lastra di ghiaccio in un film di superman e per finire, per la gioia degli occhi, tanto sesso patinato.

L'unica cosa carina e' quando soccombono tutti i spartani e sembrano far parte di un ritratto, ma un po' poco no?


LEZIONI DI VOLO

Regia: Francesca Archibugi

Interpreti: Giovanna Mezzogiorno, Anna Galiena

 

Gia' dal titolo fuorviante, si potrebbe capire quanto e' importante prendere il volo in una vita di cui non si conosce bene il perche' delle cose che accadono: due amici bocciati alla maturita' alla ricerca di loro stessi in un India grande e sperduta, ma come in un posto cosi' grande trovarsi?

Francesca Archibugi utilizza uno spunto narrativo plurisfruttato, ma e' capace di dare una buona lettura di una crisi. La cosa piu' innovativa della storia e che fa sorridere piu' volte e', sicuramente, quella del ragazzo indiano adottato da genitori italiani, Kerry, che in India viene considerato straniero: cio' dimostra quanto sia importante lo scambio tra culture agli antipodi per comprendere, ma non giustificare delle usanze barbare agli occhi di noi occidentali.

Alla regista aggradano queste storie di ricerca interiore, basta ricordare l'intenso "Il grande cocomero" da cui estrapola lo stesso personaggio della mamma, "Anna Galiena": una donna fragile che non sa come dimostrare il proprio affetto al figlio sperduto.

La Archibugi cura nel dettaglio psicologie e dialoghi, non perde nessuna sfumatura e incastona le panoramiche indiane nelle lande desolate del cuore. Riflette, cosi', sull'aridita' dell'uomo e sulla infinita ricerca di un perche'.

I due protagonisti sono bravi e spontanei, quasi di riflesso ad una splendida Giovanna Mezzogiorno, da vedere il suo bellissimo "Del perduto amore", che si conferma, ancora una volta, adatta a questi personaggi problematici e conflittuali permeati da una profonda solitudine.

In realta' la vita piatta indiana tanto piatta non e': forse il susseguirsi degli accadimenti, ma non gli avvenimenti stessi.


UN PONTE PER TERABITHIA

Regia: Gabor Csupo

Interpreti: Josh Hutcherson, Lauren Clinton, Zooey Deschanel

 

Come e' possibile accettare un fatto tanto tragico nella propria esistenza?

L'autrice di questo libro, da cui e' tratto il film, ci e' riuscita scrivendo questa storia a meta' tra il fantastico e la realta'. Non proprio a meta' perche' le parti fantasy della narrazione sono poche e funzionali alle difficolta' dei due giovani protagonisti: ma nonostante cio' gustose e coinvolgenti.

Jess e Leslie s'inventano un mondo fantastico, solo loro, oltre un torrente, il mondo di Terabitia dove affrontano e sconfiggono dei mostri, incarnazione fantastica di una realta' scolastica dura da affrontare ogni giorno.

Leslie e' come un lampo di speranza in una vita di soprusi, una di quelle sorprese piene di vita che cambiano la vita: l'unione fa la forza e si puo' sconfiggere il bullismo e i soprusi di una ragazza piu' grande e capire, intelligentemente, le sue motivazioni.

Infatti la storia non si ferma a delineare una retorica della violenza buoni e cattivi, ma va piu' a fondo nelle fragilita' di un tempo cosi' difficile di crescita, l'adolescenza: il periodo di transizione piu' duro.

Ma cosa puo' salvarci se non scoprire il nostro talento piu' nascosto, coltivarlo e magari metterlo a disposizione degli altri: cosi' Leslie con una fervida fantasia e abilita' nello scrivere sposa la passione visiva del disegno di Jess: entrambi costruiscono un mondo, purtroppo non inviolabile perche' l'esistenza ci mette alla prova e cambia repentinamente strada in fatti di inspiegabile tragicita'. In questo il pianto e la disperazione sembrano infiniti, ma utile a migliorarsi.

In uno dei momenti piu' belli della storia Leslie dimostra la sua meravigliosa intuizione agnostica di Dio, durante il viaggio di ritorno dalla funzione domenicale in chiesa: come puo' un Dio che ha creato delle cose cosi' belle per noi mandarci all'inferno, non ha senso.

Leslie il senso lo ha trovato.

A cura di Davide Sirignano


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