Le recensioni di Davide Sirignano

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Ottobre 2006


CINA: DALLA DINASTIA HAN ALLA DINASTIA ZHOU (ROMA)


Dalla dinastia Han Occidentale alla dinastia Zhou, un percorso di oltre duemila anni che e' possibile ammirare nelle Scuderie del Quirinale.

Sara' che gli espositori volevano riproporci gli ambienti funerari così com'erano, ma la visione delle opere rimane asettica, imprigionata in delle fitte reti elastiche di tulle nero che dopo un po' infastidiscono l'occhio voyeur dello spettatore.

La fattura delle statuette esposte indica un'accuratezza ipnotica nel definire tratti umani e animali da cui ne spiccano 4 di colore nero raffiguranti degli orientali prestanti. Permeata dal desiderio di prolungare una vita troppo breve nel lusso e nella brevita' dell'impero, ecco apparire, nella stanza successiva, una schiera di statue funerarie di terracotta, piu' di 40 cavalieri e 25 fanti con dettagli del volto dipinti e, proprio lì accanto, un piccolo contenitore ferino con in cima 3 uccelli coronanti il coperchio e, come zampe sostenitrici, 3 caratteristici orsi.

Tuttavia il sensazionale deve ancora affiorare nelle teche successive contenenti la veste di giada: 4000 tessere composte da 12 parti distinte, bordate originariamente con un tessuto di seta rossa e fili d'oro della salma, di un re di Chu. Poco piu' avanti si trova il famoso esercito di terracotta, testimonianza della potenza militare cinese, rinvenuto in un mausoleo, raffigurante fanti, arcieri e aurighi. Si termina il piano con uomini da corpi atletici e gonnellino colorato.

La disgregazione dell'impero porto' una nuova espressione artistica in cui padroneggiava l'astratto e la fluidita' dei tratti: ne e' testimonianza il raffinatissimo e serpentiforme braciere per sostanze aromatiche e il meraviglioso uccello ibrido di bronzo, intarsiato di pietre semi preziose dell'eccentrico Marchese Yi Zeng e, per finire, la maschera bestiale taotie che richiama un animale fantastico.

Alla fine di questa mostra si dovrebbe avere una visione maestosa della Cina, tuttavia si esce con un senso di sufficienza, dovuto probabilmente ad un'esposizione fredda e poco coinvolgente e ad un'accozzaglia di reperti che non danno una vera idea di grandiosita'.

 

A cura di Davide Sirignano

 


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