ORSI ITALIANI MAGAZINE


Uno spazzino con una rivista porno

Un racconto di

Jan Vander Laenen (jan.vanderlaenen@skynet.be)

 

'I love a man in uniform!'

('Amo gli uomini in uniforme!')

(titolo di una canzone dei Gang of Four)

In circostanze normali non ho particolari inclinazioni feticiste No. Quando un uomo ha un aspetto dolce, un bel sorriso, e preferibilmente occhi scuri, barba o baffi e due belle natiche - e naturalmente, dimostra interesse nei miei confronti - sono sempre pronto a fare una conoscenza piu' intima, e non mi interessa proprio com'e' vestito. Dopo tutto anche un uomo vestito ha i suoi vantaggi, si puo' sempre spogliarlo con gli occhi Ma anch'io come tutti, e soprattutto come tutti i gay, ho naturalmente le mie preferenze in fatto di abbigliamento. Per esempio non vado affatto pazzo per il cuoio nero, il nero e il verde non trovano posto nel mio guardaroba. Le severe uniformi di poliziotti, piloti o steward non accendono la mia libido, no, tutto quello che puzza di disciplina tende a farmi venire i brividi, e gli uomini in giacca e cravatta mi fanno pensare alle cose meno piacevoli della vita - la politica, il lucro, la burocrazia. Ma insomma, che cosa ti piace, direte voi. Beh, un uomo nudo naturalmente, e se proprio deve coprirsi che lo faccia in modo divertente e provocante, che si vesta di colori accesi, giallo o rosso, o che indossi come indumenti intimi dei jockstrap invece che delle mutande, o delle canottiere un po' troppo corte, che rivelino il pelo intorno all'ombelico, o dei calzoni un po' abbassati, che rivelino la fessura delle natiche. Ah, la fessura delle natiche. Da buon pigomaniaco - e' il termine scientifico per chi ha un'ossessione per le natiche - non posso esimermi dal mettere sulla carta il modo in cui ieri, per due volte, uno spettacolare esemplare mi ha fatto sbrodolare di lussuria e desiderio erotico senza esserci scambiati una parola, lasciamo perdere l'idea di fare qualcosa. Si', era proprio ieri, e siccome ieri era il 14 febbraio, San Valentino, la mia prima tazza di caffe' e' stata naturalmente accompagnata da lugubri pensieri, e da meditazioni sulle mie relazioni fallite, specialmente quella con Giulio da Viareggio. Pensavo che nessuno mi avrebbe telefonato - fiori poi, figurarsi - per farmi gli auguri di San Valentino. E pazienza, il sole era gia' alto in cielo, quasi ad annunciare la primavera, e dato che cerco se posso di essere una persona solare, mi lavai, indossai un paio di vecchi jeans e una maglia rosso acceso a collo alto, e lasciato il mio appartamento mi diressi verso il fioraio della Place Rogier per fare un regalo a me stesso, un bel mazzo di tulipani gialli.

E chi e' stato il primo bell'uomo della giornata? Indovinato, uno spazzino, un netturbino che trascinando pigramente il suo carretto e la sua scopa veniva su verso la Piazza dei Martiri, un gran pezzo d'uomo dalle gambe muscolose, spalle larghe, barba di qualche giorno e con una testa massiccia che mi fece pensare involontariamente al busto dell'imperatore romano Filippo l'Arabo, pur essendo assai meno imperiale e curato con il suo copriabiti giallo sporco fluorescente e un maglione di lana troppo corto. Naturalmente, dopo averlo incrociato con finta indifferenza, mi girai con discrezione qualche passo piu' avanti per vedere se il suo didietro fosse altrettanto eccitante delle sue labbra carnose, del suo naso pronunciato e delle sue sopracciglia folte. O mio Dio - che didietro! Non solo il nostro spazzino era il baldo proprietario di due natiche solide e tornite, ma in piu', come succede sovente a certi operai mentre lavorano, i calzoni gli scivolavano sotto la vita in modo da mettere in bella vista per l'accorto passante i primi cinque o sei centimetri della fessura fra le natiche con il suo triangolo di pelo. Sentii che il sangue mi andava alla testa. Praticamente crollai su una panchina della piazza da dove, dopo essermi acceso una sigaretta, potevo osservare in tutta calma il nostro orso alle prese con le sue mansioni. Dopo aver rastrellato con la scopa un paio di lattine e pacchetti di sigarette vuoti, si chino' - che vista ragazzi! - per raccogliere il resto con la paletta. Quindi svuoto' il contenuto di un cestino della spazzatura nel suo carrello. E infine scopri' una rivista porno fra le bucce di banana e gli altri rifiuti. Dopo essersi dato un'occhiata furtiva intorno, e in quel momento naturalmente evitai il suo sguardo, arrotolo' la rivista e se la ficco' nel tascone del copriabiti con fare indifferente. Dopo tutto, non sono l'unico ad amare la pornografia. Un'oretta dopo mi stavo facendo una bella pugnetta seduto alla scrivania con un vaso di tulipani di Amsterdam davanti agli occhi, riandando con la fantasia alla fessura fra le natiche del mio spazzino. Dopo di che mi misi a meditare sul mio rapporto con la pornografia.

La pornografia! Fin dai miei sedici anni, quando iniziai a procurarmi segretamente i giornaletti sporchi oltre frontiera in Olanda, ho allestito nel mio appartamento da scapolo un vero e proprio archivio, e qualche volta mi verrebbe da urlare slogan pseudorivoluzionari del tipo "la pornografia salvera' il mondo!"

Ed e' una collezione piuttosto strutturata, la mia. Una trentina di album con copertine in plastica trasparente in cui ho raccolto pazientemente per circa trent' anni le mie immagini preferite ritagliandole da riviste soft-core con titoli come "Honcho," "Inches," "Black Inches" e "Machismo." Ovviamente si puo' osservare un'evoluzione nel corso degli anni. Negli anni settanta i modelli erano generalmente piu' snelli, ma pur sempre con baffi virili e a volte anche con la barba. Al Parker e' stato inconfutabilmente l'esempio piu' classico di questa era pre-Aids. La mia documentazione sugli anni '80 e' meno sostanziosa, probabilmente perche' il look Rambo, corpi rasati per enfatizzare al massimo l'ipermuscolatura, mi ha sempre lasciato freddino. Ma le cose sono ben diverse per gli anni '90 e i primi anni del nuovo millennio: con mio massimo gaudio, l'industria porno sembra essersi completamente liberata, e anche le cosiddette minoranze, cioe' tutto quello che e' diverso dall'uomo bianco occidentale, hanno avuto la possibilita' di spogliarsi davanti all'obiettivo. E vai con i neri, latinos, turchi. Un altro meraviglioso aspetto del gusto contemporaneo e' costituto dall'affermazione del tipo orso, coccolone e peloso, del tipo kinky tatuato, e ancora dal fatto che i posteriori spalancati sono ormai all'ordine del giorno.

Porno, porno. A volte, sfogliando i miei album in preda a sentimenti religiosi o neoplatonici, immagino che tutti questi uomini nudi non siano che un assaggio dell'uomo ideale, in altre parole di quel partner, di quel Dio che e' l'uomo piu' adorabile e perfetto per te e che ti prendera' fra la braccia dopo la morte per vivere per sempre insieme felici e contenti in eterno orgasmo. Amen.

E che cosa credete, che non abbia anche del porno etero? Ebbene, da ieri sera la mia collezione si e' arricchita di un numero originale di "Paris-Las Vegas," con in particolare un servizio in cui l'attore porno italiano Roberto Malone e' fotografato messo alla pecorina mentre si fa fare un servizietto orale da una biondazza, per cui le sue poderose natiche riempiono quasi tutta la pagina.

E come credete che me la sia procurata questa rivista? Ebbene, ieri sera, mentre mi scolavo le abituali birre al Kafka, un caffe' dalla clientela prevalentemente fiamminga, e stavo meditando su questo scrittore che aveva un colossale complesso d'inferiorita' e si sentiva cosi' alienato nella sua stessa citta', che non aveva trovato meglio che trasformarsi in uno scarafaggio nella Metamorfosi, che stavo meditando anche sui fiamminghi di oggi, cosi' trasandati che appaiono privi di gioia di vivere, quand'ecco che con mio grande stupore entra il mio fusto di spazzino. Facendosi largo fra i presenti, in gran parte esemplari del genere intellettuale insipido, risaltava come un grumo di puro erotismo. Si era evidentemente lavato e cambiato, ma per fortuna non sbarbato, e indossava un impeccabile soprabito marrone. Mi parve di notare tuttavia che fosse un po' nervoso, o meglio, eccitato. Ordinata una birra, ne scolo' mezza rapidamente e, deposto il bicchiere su un cartoncino assorbente, si diresse molto discretamente verso la toilette degli uomini.

Un minuto dopo mi incamminai nella stessa direzione e mi appostai a un urinale. Il mio spazzino si era ritirato nel cubicolo forse per bisogni piu' impellenti, e solo a pensarlo mi veniva duro perche' guardandomi alle spalle, dall'apertura ad altezza di polpaccio della porta della toilette potevo intravedere i suoi mocassini beige e i pantaloni calati fino alle caviglie. E come supplemento audio quelli che sentivo erano senza dubbio i suoni dapprima soffocati e poi sempre piu' intensi di una masturbazione, per arrivare a un rantolo finale che tradiva una grande soddisfazione e sollievo. Dopo di che mi parve di sentire il fruscio della carta igienica e il suono di una fibbia riallacciato. Lo spettacolo era finito. E che cosa ho fatto quando il mio spazzino ha lasciato la toilette? Sono entrato nello stesso cubicolo dove, sulle piastrelle sporche, giaceva la rivista porno che il nostro aveva ripescato dal cestino della spazzatura qualche ora prima. Era aperta al paginone centrale con la foto tutta ricoperta di sperma delle natiche di Roberto Malone e del suo pene che serviva una vagina. Naturalmente mi sono affrettato a raccoglierne un po' con un dito e portarmelo alla bocca, dopo di che ho arrotolato la rivista e me la sono infilata sotto la giacca come souvenir. A che cosa penso quando la guardo? Ma naturalmente al mio robusto spazzino e alla fessura tra le sue natiche, e anche alla sua vita privata: probabilmente sposato, con una moglie che non cede abbastanza spesso al suo fascino ruvido, uno che con altre parole non puo' soddisfare le sue voglie di pornografia con moglie e bambini in casa. E cosi', anche se sono sempre alla ricerca di una relazione stabile e spero di poter un giorno vivere insieme a un altro uomo, devo ammettere che la vita da scapolo qualche volta ha i suoi vantaggi. Per il momento il mio sogno e' di poter incontrare nuovamente il mio spazzino, magari in un sex shop, o in un cinema porno, chi vivra' vedra'.

Jan Vander Laenen


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