ORSI ITALIANI MAGAZINE


Storie di un giovane

Un racconto a puntate di Jb

 

Prima puntata

 

Venerdi', 22 Agosto 2003 ore 15.30, Tupinigi

 

Entro nuovamente nel parco di Tupinigi, nella zona vicino al luogo dove Luky mi ha detto e' stata vista la Madonna, motivo per cui tutti i giorni i fedeli si ritrovano in preghiera per venerare e ringraziare la medesima. Comunque io sono li per tutt'altro motivo. Parcheggio nella zona piu' ombreggiata che possa trovare, vista la solita temperatura africana che ormai persiste da circa un paio di mesi, forse anche piu'.

Con le mie scarpette ginniche i calzettoni in cotone mi sento in grado di percorrere molta strada, malgrado il caldo. Quello che pero' mi da fastidio e' che la maglietta inevitabilmente si segnera' di sudore e mi costringera' a mettermi a petto nudo per consentire che la stessa si possa asciugare.

Entro dal lato sinistro del percorso, nella zona piu' intrigante. Mi sembra quasi di entrare all'interno di un mondo completamente diverso, come quando nei films fanno vedere individui che entrano all'interno di uno specchio accedendo a mondi fantastici, bhe per me e' la stessa cosa, mi verrebbe persino da fare un effetto sonoro quando entro, tipo "sciuppssssss". E' impressionante vedere la miriade di percorsi che si sono creati nel sottobosco, battuto ogni giorno da decine di persone. E pensare che neanche il migliore architetto paesaggista sarebbe stato in grado di progettare o inventare una simile conformazione. Praticamente esiste una prima zona di forma ellittica, percorsa al suo interno da piccole stradine, che consente a chi le frequenta, di girare in tondo all'infinito, puoi cambiare strada in qualsiasi momento nel caso in cui tu incontri un individuo che non ti piace e che quindi vuoi abbandonare, viceversa se hai individuato il tipo giusto puoi imboccare la periferica che si addentra nelle zone appartate, tutto ben studiato ed organizzato. Se il primo ellisse non soddisfa le tue esigenze allora imbocchi la 'promenade', una specie di passeggiata lunga circa cinquecento metri che ti porta in un'altra zona del parco dove esistono due altre zone ellittiche separate da un vialetto centrale. Nella promenade ci sono diversi tipi di approccio, o il classico incontro cioe' uno viene da una parte e l'altro dall'altra, ci si incrocia si ci si allontana, se dopo circa cinque metri ti volti per osservare lo sconosciuto e anche lui fa la stessa cosa, bhe allora il gioco e' fatto, c'e' interesse reciproco, bastera' che uno dei due imbocchi i vari percorsi perpendicolari alla promenade e che portano nel vasto sottobosco con le varie alcove per scambiarsi effusioni e non solo, a quel punto sara' probabilmente seguito. Poi vi sono persone che sulla promenade si fermano e attendono , di solito sono figure fortemente effeminate che poco interesse suscitano nello scrivente.

Comunque se ti fai tutta la promenade arrivi nelle zone ellittiche piu' orientali, dove c'e' l'altro parcheggio per le auto, con chioschi per le bibite, dove il bibitaro quando passi ti osserva, ti squadra e ti fa una sorta di fotografia mentale schedandoti nel suo immaginario elenco di persone che frequentano quei posti. Molto spesso ho visto persone probabilmente omosessuali che parlavano e felicemente gozzoveggiavano con gli esercenti, quindi probabilmente ritengo che i bibitari siano contenti dei gay che girano per ore nel parco e che a un certo punto distrutti e assetati si fermano da loro.

All'interno ho due incontri : uno con Pablo, un ragazzo alto ben messo, occhiali da studente del Politecnico. Ci appartiamo. Lui mi fa tutta una serie di domande, io sono quasi li li per andarmene, odio chi parla troppo prima di un rapporto, anzi l'ideale sarebbe stare zitti. Con Pablo il rapporto e' breve giusto il tempo di sfoderare i nostri cannoni e che io possa introdurgli una serie di dita nello sfintere, che tra l'altro noto essere abbastanza sporco, motivo per cui con una scusa mi allontano.

Insoddisfatto per l'incontro decido di continuare la ricerca di selvaggina fresca e dopo circa un'ora di girula mi imbatto in Matteo o Beppe ( ha due nomi). E' un individuo decisamente robusto, ma con un viso da bravo ragazzo, capelli neri lisci. Ci appartiamo. Lui incomincia subito a farmi una pompa al che' io capisco che mi trovo di fronte a uno che ci sa fare. In quella posizione mi viene congeniale spogliargli la schiena e incominciare a ravanargli il deretano. Bello morbido ed accogliente. A quel punto gli chiedo di farsi inculare. Lui acconsente. Lo cavalco. Dopo alcuni tentativi falliti il gioco riesce. Il suo ano ha una giusta lubrificazione, la dilatazione e' buona, non mi resta che fotterlo sapientemente piu' che posso. Sto venendo, lui mi dice di non sborrargli dentro ma se proprio voglio di farglielo sul viso. Accontentato. All'estrazione del pene noto che l'esterno si e' tinto di beige, cioe' di un colore misto tra feci, saliva e sudore. E' il prezzo che bisogna pagare per godere di un culo bello morbido. Sorprendentemente Luca e attrezzato con salviette umidificate che consentono a me di pulirmi il pene e allo stesso tempo di rimuovergli dal volto la colata di sborra che si era incollata e che difficilmente avrebbe individuato senza una specchio.

Tornando al parcheggio scopro che Matteo-Beppe e' un chiaccherone, e' figlio di un vicequestore e con il padre ha un pessimo rapporto. La madre e morta e la sorella si sta separando. Mi racconta tutto, senza prendere fiato. Alla fine mi lascia il suo telefono, fino al 10 di settembre ha a disposizione un appartamento di un'amica dove innaffia le piante e se voglio possiamo rifarlo. Non sarebbe male, speriamo abbia l'ano piu' sgombero.

Jb