ORSI ITALIANI MAGAZINE


Nella tana degli Orsi bianchi (quarta parte)

Un racconto di Billy Joe

 

Martedi' mattina il paese e' in subbuglio. Alla stazione dei Carabinieri di C., competente per territorio, il Maresciallo Raffaello sta redigendo un verbale periodico che diventa sempre piu' allarmante con il passare dei giorni.

-Ricapitolando quanto e' successo: in data 5 Febbraio sulle rive del Ticino e' stato rinvenuto il cadavere carbonizzato di Piersergio Lanati detto il Rosso. Una telefonata anonima informava della presenza di una baracca distrutta da un incendio e di una vettura a motore acceso che si e' rivelata essere di proprieta' del defunto. In data 6 Febbraio nei pressi di L. un ciclista di passaggio notava nel canale Ripamonti il corpo senza vita del sig. Francesco Pisati, residente a B. Oggi 7 Febbraio la signora Vera che svolge un servizio di pulizia in casa del sig. A. Giacomoni, detto Ciaccio, residente qui a C., segnalava che il proprietario di casa giaceva morto affogato nella vasca da bagno.- Il Maresciallo in dieci anni di carriera non aveva mai redatto un rapporto tanto inquietante. Tre cadaveri nello spazio di poche ore, tre morti violente, per quanto accidentali. Ma lo erano accidentali? C'era qualche rapporto tra i tre uomini?

Il Lanati e' morto bruciato. C'era un forte odore di benzina. Incendio doloso? Suicidio? Omicidio? Errore umano?

Il Pisati e' caduto in acqua. Doveva avere bevuto parecchio, non ha frenato, probabilmente non si e' neppure accorto di morire. Aveva un livido al viso. Aggressione? Puo' essersi ferito cadendo? Puo' avere riportato un trauma del tutto casualmente?

Il Giacomoni e' affogato come il Pisati, ma nella vasca da bagno di casa. Sembra che fosse seduto sul bordo della vasca e che sia caduto all'indietro nell'acqua senza riuscire a riemergere. Era nudo, doveva fare un bagno. Che strano. Non ci sono asciugamani ne' accappatoio. I vestiti sono in cucina. Perche' un uomo che deve fare il bagno si spoglia in cucina, riempie la vasca da bagno di acqua senza bagnoschiuma e senza nemmeno un asciugamano? Aveva lasciato la porta aperta e la chiave era all'esterno, infilata nella toppa. Potrebbe essere entrato qualcuno? Averlo ucciso? Ma non manca nulla in casa, non ci sono segni di colluttazione ne' disordine.

-Appuntato, mi chiami il GIP.-

-Comandi Maresciallo.-

Il Maresciallo riassume tutti i connotati della vicenda e cominciano indagini piu' minuziose, fatte di interrogatori alla gente del posto, riscontri, verbali.

La notizia del ritrovamento del Pisati e' arrivata ai giornali. Il giornalaio di B., dove da qualche giorno vado a comprare il quotidiano locale, sembra quasi fiero della sua intervista rilasciata al cronista e la sbatte sotto al naso dei clienti, tutta o quasi gente del paese.

-Buongiorno signore, ha gia' letto il giornale?-

-Buongiorno. No, sono qui per questo.-

-Vede? Che cosa le dicevo ieri? Il povero Francesco. E gliel'ho detto anche ai Carabinieri che secondo me aveva bevuto troppo.- Il giornalaio mi guarda come se stesse aspettando una reazione.

-Ma e' logico! Quando capitano di questi incidenti vogliono vederci chiaro anche loro.-

-Ma la vuole sapere un'altra cosa strana?- Lo guardo con interesse.

-C'e' un altro morto, me lo hanno chiesto i Carabinieri se lo conoscevo. Questo e' del suo paese, non lo conosce? Si chiama Giacomoni.-

-Mai sentito! E cosa c'entra questa persona con la storia del vecchietto?-

-He, he!! Sara' un caso che quello che e' morto bruciato nella baracca, il Lanati e questo Giacomoni si conoscevano?-

-Dice?- Fingo stupore e curiosita'.

-Dico!! Dico!! Quando si organizzavano in piazza le pesciolate per la Parrocchia, loro tre erano nel gruppo dei pescatori che partecipavano.

-Ma scusi, lei vorrebbe dire ...-

-Ah, io non dico niente, dico solo che questi sono i fatti.-

-E i carabinieri cosa dicono?-

-Ah, loro hanno le bocche cucite.- Entrano altri avventori. Meno male, posso svignarmela, l'atmosfera si fa pesante e credo di cominciare a sudare.

-Buona giornata.-

-A lei!! E ci pensi a quello che le ho detto.- E riprende a servire la clientela.

Mi avvicino all'auto parcheggiata vicino alla chiesa e mi scappa l'occhio sull'albo degli annunci.

Toh! L'annuncio funebre del Rosso, lo hanno appeso anche qui. Certo era persona conosciuta. Vediamo che dice. Bhe, nulla di particolare, l'annuncio e' dato dal figlio ma non ci sono date per il funerale. Vuoi vedere che gli fanno l'autopsia?

Risalgo in auto e mi squilla il telefonino.

-Pronto Billy?-

-Ciao Sandro, come va?-

-Te lo chiedo io, ma sei malato?-

-Si guarda, ho un po'di febbre, robetta da niente, ma fastidiosa.-

-Non voglio metterti fretta, ma quando rientri? Qui ci sono un po'di casini.-

-Domani o al massimo giovedi'.-

-Ok!! Grazie. Scusa, ma sai che non ti romperei le palle se non fosse indispensabile. Dai, rimando gli appuntamenti cosi' puoi lavorare al nuovo programma per la N.N. Spa.-

-D'accordo, tranquillo.- E tossisco leggermente.

-Ciao Billy.-

-Ciao Sandrino.-

Non posso tirare cosi' in lungo, inoltre i caramba cominciano a fiutare qualcosa. Cazzo!! Ancora il cellulare? Ma chi e'?

-Pronto!!-

-Giuseppe?-

-Si?-

-Ciao, sono Nicola.-

-Oh, ciao scusa ma non mi aspettavo la tua telefonata.-

-Ti disturbo? Se ti rompo ti chiamo piu' tardi.-

-No, no, non disturbi, figurati dimmi.-

-Volevo chiederti se ti andava di uscire a bere qualcosa. Oggi sono a Milano ..-

-Ah! Cavolo!! Io sono ancora a C., rientro a Milano domani sera.-

-Ho capito. Ma adesso sei in giro?-

-Si, sto tornando da B.-

-Fantastico!!! Perche' non ci incontriamo in piazza, qui a C? Dai ti offro un caffe'.-

-Ma non sei a Milano?-

-Vado in citta' nel pomeriggio.-

-Ok! Ma il caffe' potremmo berlo a casa mia, ti va?-

-Ok! Va benissimo. Dove ci becchiamo?-

-Arrivo in piazza.-

-Ok, ti aspetto.-

Accelero senza sapere il perche'. No, il perche' lo so, ma non lo capisco. Ho voglia di vederlo, di parlargli, di sentirmi vicino a lui. E lui deve avere la mia stessa curiosita'.

Eccolo!!

-Ciao Nicola, monta dai!- (Che proposta interessante!!!).

-Ciao Giuseppe, scusami, magari hai mille cose da fare.-

-Scherzi? Fa piacere anche a me. Allora? Come mai non sei sui libri?-

-Il guaio dei libri e' che non ti lascia molto spazio per coltivare le amicizie.-

-Non dirmi che un .(bel) ragazzo come te ha problemi a farsi delle amicizie!!!!-

-Beh, sai, sempre sui libri.-

-Si, capisco, ma gli amici, la palestra?-

-Adesso ci vado meno. Potremmo anche andarci insieme.-

-Io sono iscritto a Milano, ci vado quasi tutti i giorni, tranne il lunedi' ed il giovedi' che ho gli allenamenti di rugby.-

-Ah, ecco da dove ti viene questo fisico -

-Si, cerco di curarmelo con lo sport.-

-Fai bene, io ci vado il lunedi' e il mercoledi', faccio pesi.-

-Vedo! (cazzo se vedo!!) E ci vai da solo?-

-No, con un amico di L., passa prendermi e andiamo qui ad A..-

Stiamo passando davanti al Peperosso e alla casa di Ciaccio.

-Hai saputo del tizio che abitava qui?- Chiede Nicola.

-Chi?-

-Quello che chiamavano Ciaccio, un ciccione che e' affogato nella vasca da bagno ieri. L'hanno trovato stamattina.-

-Ma qui c'e' un servizio di informazione stupefacente. Sono solo le 11 del mattino e lo sa perfino il giornalaio di B.-

-Si, le notizie corrono.-

Eccoci a casa.

-Allora e' qui che sei cresciuto?-

-Si, vieni entra (le proposte sono sempre piu' interessanti!!!)-

-Bello!!! Sembra che non sia cambiato nulla da almeno dieci anni.-

-E' cosi' infatti. Allora il caffe' va bene o preferisci una merendina?-

-Io impazzisco per le merendine ...-

Ci togliamo il giubbotto. Senza quello si delinea meglio il fisico palestrato di Nicola. Il maglione di lana blu a coste che indossa ondeggia su quei pettorali corposi come le onde di un oceano scuro e agitato. L'incavo degli addominali sotto lo sterno ed i fianchi stretti accentuano il gonfiore immediatamente sotto l'ombelico. Il palo e' evidentemente rigido e la cerniera dei jeans sembra faticare un poco a restare chiusa. Il sedere e' coperto a meta' dal maglione, ma e' rotondo e sporgente. Le cosce tirano le cuciture sui fianchi e qualche sbrecciatura sulla gamba e sopra il ginocchio evidenziano arti pelosi e forti come tronchi di quercia. Le sue dita lunghe ed affusolate hanno qualche pelo nero sulle falangi. La pelle e' tirata, leggermente screpolata, le palme delle mani callose, malgrado i guanti che sicuramente indossa durante gli esercizi. Incrocia le braccia sul petto. I bicipiti sono ben delineati. Mi guarda interessato.

-Cosi' giochi a rugby.-

-Si, mi piace.-

-E' uno sport per uomini duri.- Mi chiede con tono quasi provocatorio.

-E' uno sport fatto di scontri fisici, di prove di forza, di contatti, di sudore.-

-Per questo bisogna avere un fisico come il tuo? E io potrei giocare?-

-Da quello che vedo direi di si.-

-Guarda meglio.- E si toglie il maglione. Il suo fisico asciutto e pronunciato mi lascia senza parole. E' diverso da quelli massicci e morbidi dei miei compagni di squadra, e' diverso dal mio, piu' tozzo, ursino. Lui e' completamente glabro, abbronzato. Il suo e' un fisico da indossatore, non da sportivo. Ma e' bello. E' decisamente attraente. Ha una muscolatura netta, precisa e delineata nei suoi contorni. E quei pettorali!!!!! Minchia come mi piacerebbe toccarglieli. I capezzoli sono piccolissimi e duri. E' eccitato e credo di esserlo un po'anch,io. Credo di cominciare a sudare.

-Si, guardandoti meglio credo che tu possa giocare benissimo anche se il tuo fisico dovrebbe essere piu' cosi'.- E anche io mi tolgo in una volta sola maglione e camicia. Il freddo della stanza inturgidisce i miei capezzoli ancora segnati dalle sevizie.

-Nel rugby conta molto la stazza, la massa corporea che puoi lanciare sugli avversari e quella che ti puo' aiutare a resistere alle ammucchiate.-

-E tu di stazza ne hai da vendere.-

-E poi ci sono altre due cose che contano.-

-E sarebbero?-

-Sarebbero i coglioni.-

-Credo di essere messo bene anche in questo caso.- E comincia a togliersi le scarpe e slacciarsi i pantaloni. Lo faccio anche io. Siamo in slip entrambi e ci guardiamo negli occhi da parte opposta del tavolo della cucina.

-Allora? Me li fai vedere o no?- Chiedo.

Lui sorride -Certo!! Eccoli.- E abbassa gli slip fino a meta' coscia.

Il suo tarello semirigido rimane a novanta gradi, parallelo al pavimento. E' lungo, molto lungo, piu' di quanto abbia mai visto e grosso, una verga di dimensioni incredibili. Saranno almeno 24 o 25 centimetri, almeno sei centimetri di larghezza e una cappella un po'piu' piccola, semi coperta dal prepuzio. Sotto due palle dalle dimensioni di uova di gallina, il tutto nerissimo di pelo riccio.

Il mio stupore lo fa sorridere, la mia tentazione mi spaventa. Quando strappo via con forza i miei slip, il mio uccello e' incontenibile.

-E io che credevo di avere un cazzone da competizione!!!!!- Balbetto.

-Ce l'hai infatti. E il mio ti piace?- Mi chiede

-Mai visto uno cosi'.-

-E' un complimento.-

Io annuisco mentre continuo a seguire i suoi movimenti ondulatori.

-Non mi va piu' il caffe', vorrei dell'altro.- Nicola si avvicina a me.

-Mi piace il tuo corpo.- Mi palpeggia il petto, mi pizzica i capezzoli.

-No!! Ti prego, mi fanno male.-

-Posso leccarteli?-

-Puoi fare quello che vuoi.-

-Ti prendo in parola.-

Nicola mi agguanta il cazzo e comincia a palpeggiarmelo gustandosi l'espressione incredula e estasiata nei miei occhi. Scende, si sta inginocchiando. Me lo ha preso in bocca, mi sta leccando il batacchio. E' bravo, Dio se e' bravo, lecca e succhia.

-AAHH!- Grido.

-Che c'e' Giuseppe? Ti ho fatto male?-

-Minchia se mi hai fatto male!!!! Mi hai morso la cappella.- Mi allontano da lui osservando la mia cappella lucida e insalivata.

-Scusami Nicola, ma forse non e' il caso che tu ..che noi ..- Lui resta in ginocchio, incredulo e mi segue con gli occhi mentre riprendo i miei vestiti a terra e li appoggio sulla sedia. Sono estremamente turbato, mi sembra di essermi appena svegliato da un sogno, ci sono tante cose che non capisco, desideri che ho paura a manifestare. Mi volto verso il mobile della cucina con la testa bassa, appoggiando le braccia.

-Scusami tu Giuseppe, e' solo che io pensavo che ma non importa ...- E si rialza da terra ancora con il vergone in tiro e gocciolante. Mi viene vicino mettendomi una mano sulla spalla.

-E' tutto ok?-

-No, non lo e'.- Mi appoggio con il sedere al mobile tenendo lo sguardo a terra.

-Dai, e' stato tutto uno scherzo.- E mi scuote delicatamente le spalle.

Forse lo e' stato per lui, ma non per me. No, non lo e' stato nemmeno per lui.

-Che hai fatto sul torace?- E scorre delicatamente la mano sulle ferite.

-Nulla!!! Sai giocando a rugby succede ..-

-Ho capito. Senti io adesso me ne vado. Tu rilassati. Ti va se ci vedessimo questa sera?- E comincia a rivestirsi.

-Posso pensarci?-

-Ok, dai chiamami tu.- E si riallaccia le scarpe. -Senti Giuseppe, io non voglio nasconderti che mi piaci molto. Ma tu evidentemente non sei interessato. Possiamo restare amici?-

Sorrido e lo guardo mentre i suoi occhi si allontanano dai miei. E' andato. Mi sono accorto adesso che sto tremando. Non e' il freddo, ma il cuore mi scoppia e la testa e' nel pallone piu' completo.

Martedi' pomeriggio. Oggi non sono stato in grado di pranzare, ho lo stomaco chiuso e sono di pessimo umore. Nicola mi ha sconvolto o forse ad avermi sconvolto e' stato il fortissimo desiderio di baciarlo, di toccarlo, di farmi spompinare da lui e di spompinarlo. Allo specchio sono sempre io, ma qualcosa dentro di me e' cambiato. Penso ai miei compagni di squadra, a tutte le volte che li ho visti nudi, a tutte le volte che abbiamo giocato sotto la doccia, che abbiamo scherzato, che abbiamo pianto, che abbiamo riso abbracciandoci a vicenda. Sudati, puzzolenti, scivolosi, i nostri corpi si sono toccati e palpati a vicenda mille volte, senza secondi fini, ingenuamente, normalmente .. ..oppure no?!

Forse quella che io ho sempre inteso come normalita' o meglio naturalezza era in realta' un velo sottile di formalismo e di pudore che copriva un desiderio irrivelabile e imbarazzante? Forse c'e' un limite nel rapporto fra uomini al di la del quale un vero uomo non va? No lo so. Torno a pensare agli orsi bianchi, a quello che mi hanno fatto e a quanto fosse incredibilmente normale per loro farlo. Ecco, per loro non ero un frocio da massacrare, non ero la vittima di qualche esaltato teppista di periferia o di qualche estremista politico. Per loro ero un giovane uomo con cui giocare. Loro giocarono con me come un branco di lupi avrebbe potuto giocare con un piccolo agnellino.

Il Lupo tormenta i miei pensieri. Ho sempre una missione da compiere e finche' non l'avro' conclusa non avro' pace.

Ho deciso di affrontarlo. Salgo in auto e mi dirigo verso quel palazzetto alla periferia di I.

Indosso un giaccone di jeans con il collo di pelo bianco e riccio, occhiali scuri e un berretto. La barba rossastra di tre giorni mi camuffera'. Parcheggio all'inizio della strada e con molta discrezione percorro il marciapiede deserto sul lato del palazzo. C'e' la Panda rossa parcheggiata davanti alla casa. Probabilmente su quell'auto avrebbero caricato il mio corpo prima di gettarlo in acqua. Mi avvicino al cancello pedonale, dove ci sono i citofoni. Le etichette con i nomi dei residenti sono sbiadite, non si legge un cazzo. Porca troia!! La serratura del cancelletto e' scattata, qualcuno sta uscendo. Proseguo la mia strada lungo la via senza voltarmi indietro.

-Senta!!! Cerca qualcuno?- La sua voce maschia e cavernosa arriva alle mie orecchie. E' lui!!! Nel cervello mi risuonano i suoi rantoli mentre mi scopava, rivedo il luccichio della sua dentiera mentre sorrideva soddisfatto e mi dilaniava il petto e la schiena di frustate. Ho la tentazione di tornare sui miei passi e di arrivargli di fronte. MI RICONOSCI BASTARDO???!!!! E di affondargli nel pancione la lama rovente di un coltello da macellaio, si, sentire il puzzo della sua carcassa in putrefazione e pisciare su quell'ammasso di carne marcia.

-Ma tu guarda che imbecille!!- Mormora tra se l'animale. Sento sbattere la portiera dell'auto. La Panda si muove e viene verso di me. E adesso che si fa? Se corro sono fottuto, se mi fermo mi raggiunge. Evviva!! Che culo!! Una signora mi viene incontro.

-Mi scusi signora, puo' darmi un'informazione?- E mi tolgo gli occhiali sorridendo.

-Se posso .- Fa lei un po'intimorita. L'auto del Lupo passa e scompare oltre l'incrocio.

-Sa che ore sono?-

-Ehm le tre quasi.-

-Ah, e' vero, grazie.- Rispondo guardando il mio orologio. E torno indietro di corsa verso l'auto.

Devo trovarlo. Faccio retro marcia contro senso e sbuco nella via principale.

-Ok Billy!! Destra o sinistra?- Se fossi in lui dove potrei andare a quest'ora? Cominciamo ad andare verso la provinciale, poi vedremo.

Fuori del paese, verso C, dopo qualche minuto raggiungo la Panda rossa. E' davanti a me, lentissima. Mantengo una distanza di sicurezza, per non farmi notare e questo provoca le ire di qualche camionista che protesta rumorosamente e lampeggia i fari. La Panda si dirige verso C. No, svolta, va a casa di Ciaccio, andra' a trovare il cadavere del pancione. Non disperarti Lupo, presto sarai cadavere anche tu!!!

Attendo pazientemente che esca dalla casa, sono qui davanti al Peperosso, dall'altra parte della strada. Ci sono alcune auto parcheggiate fino sulla strada e davanti al locale. Ciaccio era molto conosciuto. Chissa' se le figliole in lacrime che accompagnano i visitatori all'uscita sanno quello che mi ha fatto? Sicuramente no.

Lupo esce dalla casa. Non mi nota. Certo, come potrebbe? Entra nell'osteria e io aspetto. Ho tempo, ho una vita davanti e voglio dedicarla ad un unico scopo.

Ho un'idea. In auto ho uno scontrino del supermercato. Gli lascero' un biglietto.

Verso le 18 il Lupo esce. Sale in auto. Si accorge che sotto il tergicristallo c'e' un bigliettino. Scende dall'auto, apre il biglietto e legge il contenuto.

'CIAO, SONO DALL'ALTRA PARTE DELLA STRADA, TI RICORDI DI ME?'

Lupo si guarda attorno, mi vede. Mi tolgo gli occhiali e gli sorrido. Evidentemente mi riconosce, sgrana gli occhi, guarda il biglietto, lo rigira nelle mani e guarda ancora verso di me. Io sono sparito, mi sono nascosto dietro gli alberi e spio i suoi movimenti. Lupo appallottola il biglietto e lo butta a terra, sale velocemente in auto e scompare verso I.

Ora Lupo sa della mia esistenza, forse comincia a sospettare che io sia in qualche modo collegato alla fine del Rosso, del Pisati e di Ciaccio. Come godo!! Trema maledetto figlio di puttana!!!

Torno emozionato verso casa. Chi cazzo mi chiama sul cellulare adesso? Cazzo!! E' l'ufficio. Vorranno sapere se domani rientro. Non rispondo. Stasera voglio spiare le mosse del Lupo.

Martedi' sera. Torno ancora a I. sotto casa del Lupo. Non c'e' l'auto. Forse e' gia' uscito. Aspettero'. Verso le 23 un'auto scura si ferma davanti a casa del Lupo. La lucina dell'abitacolo si accende, riconosco l'uomo alla guida: e' il Baffone. Finalmente!! Dall'auto scende il Lupo. Si guarda attorno. Saluta il Baffone ed entra in casa. Il Baffone prosegue nella mia direzione. Io mi abbasso per non essere visto. Quando l'auto svolta verso L. io metto in moto e la seguo.

Mantengo una distanza appropriata. Sembra non avere molta fretta. Non ce l'ho nemmeno io.

Dopo venti minuti abbiamo passato L, abbiamo oltrepassato il Ticino e siamo quasi a M. L'auto svolta in un tratturo che non conosco. Accosto e raggiungo l'incrocio a piedi. In fondo si vedono delle luci, sembra una cascina. Mi incammino in quella direzione. Accidenti fa un freddo cane, ma la voglia di raggiungerlo e' irresistibile, la voglia di presentarmi davanti a lui, adesso che sa della mia esistenza, la voglia di vederlo tremare sotto i miei occhi, di sentirlo implorare mentre lo ammazzo. E' stato lui a dare inizio allo stupro, merita un trattamento particolare. Ricordo tutto della sua cieca violenza e della sua sadica volonta' di usarmi per il suo piacere.

Improvvisamente due fari davanti a me mi accecano. La portiera di un'auto si apre. E' un'imboscata!! Maledetto!! Mi butto nel fosso di lato, nell'acqua fredda che mi arriva alla cintola.

-Fatti un bel bagnetto Billy!!- L'uomo cammina verso di me. Riconosco la sua sagoma enorme e stranamente agile. Ha qualcosa in mano. E' un fucile!! Oddio!! Questo mi ammazza!!!. Mi arrampico sul ciglio del fosso. E' tutto come quella sera, non ci credo!!. Percepisco il 'clik' della carica. Vuole spararmi!!!! Mi getto a terra e una fucilata squarcia l'aria attorno a me. Il Baffone ricarica il fucile.

-Vieni qui tesorino, fatti ammazzare!!!- Io continuo a correre per i campi fangosi, faticosamente. Sembro non allontanarmi mai.

-Corri Corri, che prima o poi ti becco!!!-

A terra!!! E un'altra fucilata mi passa sopra la testa.

-Dai eroe!!! Vieni a prendermi!!! Ah Ah Ah!!!-

Il baffone da lontano ride rumorosamente, risale in auto e prosegue la strada verso quelle luci. Io ritorno sui miei passi. Figlio di puttana!!! Se credi che io mi lasci spaventare da te ..!!

Ritorno verso la stradina. Un bagnetto nel fosso mi serve per togliermi di dosso il fango. Comincio a correre verso l'auto, devo rientrare a casa o mi prendo un accidente. La partita non e' chiusa, ma ho bisogno di una tregua.

Il ritorno verso casa e' rapido, a folle velocita'. Una debole e fastidiosa pioggerella ha cominciato a cadere ed a raggelare l'aria. Stasera sono esausto, non vedo l'ora di rientrare a casa e farmi un bel bagno. Al Baffone ci pensero' domani, so dove abita e non mi sfuggira'.

Arrivo a casa verso l'una e mezza. Sul cellulare c'e' una chiamata di qualche ora fa. E' Nicola. Che vorra'? Adesso non posso chiamarlo. Domani dovro' anche richiamare Sandro e dirgli che non rientrero'. Sicuramente si incazzera' come una iena. Entro domani devo liberarmi del Lupo e del Baffone.

Mercoledi' mattina. Sandro era terribilmente incazzato anche se non puo' dirmi nulla perche' di fronte alla malattia non posso farci niente nemmeno io.

-Pronto Nicola?-

-Ciao Giuseppe!!! Come stai?-

-Ancora mi chiami Giuseppe? Gli amici mi chiamano Billy.-

-Pensavo che ce l'avessi con me. Ieri non hai risposto alla mia chiamata.-

-Mi dispiace, ero fuori e ho lasciato il telefonino in casa.-

-Sei ancora a C.?-

-Si, ancora per oggi. Stasera torno a Milano.-

-Posso chiederti una cosa?-

-Vuoi che ci incontriamo?-

-Ti andrebbe? Mi farebbe piacere. E vorrei spiegarti per quello che e' successo ieri mattina.-

-Va bene. Sempre da me?-

-Si, preferisco, cosi' se devi insultarmi .-

-Ah! Ah! Ah! D'accordo, vieni verso le tre?-

-Ok! Grazie. Ciao.-

Nel frattempo i carabinieri di C. svolgono le indagini sulle strane morti degli ultimi giorni. Ecco le testimonianze piu' significative.

Il barista del Peperosso.

-Buongiorno, possiamo farle qualche domanda?-

-Buongiorno Maresciallo, prego accomodatevi. Avete gia' fatto colazione?- Il barista del Peperosso e' uno sveglio e aitante giovanotto di ventisette anni, fasciato nel suo grembiule bordo', con pantaloni neri piuttosto aderenti e un bel sedere sporgente. Il collo taurino lo costringe a tenere la camicia candida e fresca di bucato aperta ed a mettere in vista un ciuffo di peli scuri appena sotto il collo. Le maniche avvolte fino a meta' degli avambracci svelano uno strano tatuaggio con la coda, un drago o un mostro del genere che si arrampica sul bicipite muscoloso. Le orecchie leggermente sporgenti su quella bella testa tonda sono decorate da due piccoli brillantini.

-Solo pochi minuti. Lei conosceva il signor Giacomoni?-

-Il Ciaccio? Come no! Sempre ingranato ...poveraccio!!!!-

-Era solito ubriacarsi?-

-Beveva molto quando veniva qui. Non solo qui, bevevo molto dappertutto.-

-Quando e' stata l'ultima volta che e' venuto nel suo locale?-

-Ma guardi .proprio la sera che e' morto. E' entrato abbastanza agitato, mi ha ordinato la solita bottiglia di vino e si e' seduto al suo tavolo, laggiu', vicino ai bagni.-

-Come sarebbe a dire la solita bottiglia?-

-Sarebbe a dire che gliela tengo da parte e quando arriva gliela porto.-

-Cioe' non la finisce. Ne beve un po'e poi ...-

- ..e poi la tengo dietro il bancone quando se ne va via.-

-E l'altra sera quanto ha bevuto? Ne ha avanzato ancora?-

-L'altra sera no, ne ha avanzata pochissimo perche' c'era una persona seduta al tavolo con lui.-

-Chi era?-

-Non lo so, ma non ci ho fatto molto caso perche' c'era molta gente e avevo da fare.-

-Riesce a descriverla?- Il barista alza gli occhi al cielo e si gratta il mento.

-Veramente l'ho visto di spalle. So che era un ragazzo giovane, indossava un giubbotto di jeans e una cuffietta tipo militare. Spalle larghe, robusto.-

-Lo aveva gia' visto? Lo conosce?- Il barista a labbra tese fa segno di no con la testa.

-E quanto tempo si e' fermato?-

-Non mi ricordo, so che sono andati via insieme. Ciaccio mi ha detto qualcosa del tipo 'ci vediamo domani' o qualcosa del genere.-

-E poi non lo ha piu' visto?-

-No, la mattina dopo la donna che viene a fargli le pulizie e' piombata qui dentro sconvolta dicendo che era morto affogato.-

-Grazie. Se avessimo bisogno di altro la disturberemo ancora.-

-Va bene.-

Il giornalaio di B.

-Lei conosceva il signor Pisati?-

-Senta Maresciallo io li conoscevo tutti e tre.-

-Tutti e tre chi?-

-Ma insomma!!! E' evidente. Conoscevo il Lanati, il Pisati e il grassone che chiamavano Ciaccio. Tutti e tre morti in circostanze .dubbie.-

-Dubbie perche'?-

-Maresciallo non sono mica stupido. Vuole farmi credere che sia un caso?-

-Noi non abbiamo elementi per dire il contrario. Ma se lei sa qualcosa ...-

-Io so solo quello che le ho detto. Nel giro di tre giorni sono morte tre persone che conoscevo e che erano appassionati pescatori.-

-Ne conosce altri di pescatori?-

-Tutti quelli che organizzavano le pesciolate in piazza.-

-Qualche nome?-

-Uno di I. che chiamano Lupo e un altro che abita dalle parti di M. con due baffoni e pochi capelli.-

-Ne ha parlato con qualcuno dei suoi sospetti?-

-A parte mia mamma?-

-Si, con qualche cliente o qualcun altro.-

-Si, parlandone in negozio... insomma il giornalaio fa anche questo ...-

-Si ricorda se qualcuno le ha fatto delle domande un po'strane, tipo chiedere informazioni su queste persone?-

-No, nessuno.- Fa con aria abbacchiata.

-Va bene, grazie comunque.-

-Sempre a disposizione, Maresciallo.-

Il Maresciallo Raffaello e l'appuntato Piaggi escono dal negozio, stanno per salire in auto quando il giornalaio li richiama.

-Scusate. C'e' stato un ragazzone nei giorni scorsi che non ho mai visto da queste parti che e' venuto a prendere il giornale un paio di volte.-

-Riesce a descrivercelo?-

-Certo!! Un bel ragazzone, 1,75, biondino, ben piazzato. Aveva la faccia un po'gonfia.-

-Si ricorda cosa indossava?-

-Si, me lo ricordo. Aveva un paio di pantaloni di velluto scuri, un giubbotto di jeans e una specie di papalina in testa.-

-Poteva essere un berretto tipo militare?-

-Era verdastro. Si, poteva esserlo.-

-Che cosa l'ha colpita di lui?-

-Mah!!! Mi ha detto che i suoi genitori erano di C. e che lui si tratteneva qui qualche giorno.-

-Non le ha detto il nome?-

-Figuriamoci!!! No!!! Non gliel'ho chiesto. Pero' mi e' parso strano che acquistasse il giornale qui a B. quando il giornalaio c'e' anche a C.-

-Grazie. Se avessimo bisogno la verremo a disturbare ancora.-

Mercoledi' pomeriggio. E' arrivato Nicola.

-Ciao Billy.-

-Ciao Nicola, entra.-

-Scusami ancora, ma non potevo non spiegarti.-

-Posso offrirti un caffe'?- Arriviamo in cucina.

-Billy, quello che e' successo ieri per me e' difficile da spiegare.-

-Non e' difficile da spiegare, ho capito.-

-Hai capito? Beh, a pensarci bene non e' difficile da capire.-

-No, infatti -

-Ma tu -

-Io io ...sono nei casini. Nicola mi piaci, ecco perche' ieri e' successo quello che e' successo ...-

-Non dirmi che ti vergogni.-

-Io ho scopato sempre con le donne.- (sempre volontariamente, a parte gli orsi bianchi)

-Eppure giurerei che lo hai gia' fatto con gli uomini ...- Arrossisco.

-E da cosa lo capisci?-

-Sensazione, solo sensazione mia.- In quel momento dalla finestra vedo arrivare i Carabinieri. Oddio!!!! Ci siamo!!!.

-Scusa Nicola, ci sono i Carabinieri. Ma che vorranno?-

Alla porta si presentano il Maresciallo e l'Appuntato.

-Scusi lei e' il signor P. Giuseppe?-

-Si, sono io. Volete entrare?-

-Possiamo?-

-Ci mancherebbe altro!! Mio padre era Maresciallo Maggiore dei Carabinieri.- L'appuntato indica il giubbotto di jeans appeso all'ingresso e la berrettina militare che spunta dalla tasca insieme ai guanti.

-Prego accomodatevi, posso offrirvi un caffe'?-

-Billy scusa devo andarmene?-

-Ma figurati!!! Se per il Maresciallo non ci sono problemi -

-E' una questione un po'delicata. Ma se per lei non e' un problema, il signore puo' restare.

-Mi dica Maresciallo.-

-Lei e' residente a Milano, vero?- Annuisco. -E' sua questa casa?-

-Si, era dei miei genitori.-

-Ci viene spesso?-

-Solo in estate e qualche rara volta in inverno. Feste di compleanno, Capodanno, cose cosi'.-

-E posso chiederle cosa e' venuto a festeggiare adesso?-

-Sono venuto a riposarmi e basta.-

-Quando e' arrivato in paese?-

-Sabato 4, nel pomeriggio.-

-Non ha molto da fare, ritengo ...-

-Ritiene male, questa e' la casa delle mia infanzia e della mia famiglia da piu' di duecento anni. Per riposarsi e' l'ideale. Si sfogliano gli album di foto, si fruga nella soffitta ...-

-Lei conosce questi signori?- Mi mostra le fotografie del Rosso, del Pisati e di Ciaccio.

-Dovrei?-

-Per cortesia risponda si o no.-

-No, non li conosco. Chi sono?-

-Chi erano! Sono deceduti tutti e tre.-

-Mi dispiace per loro, ma io che c'entro?-

-Questo e' bruciato vivo nella sua baracca sabato notte. Questo e' affogato nel canale Domenica ed e' stato ripescato Lunedi' e quest'altro e' affogato nella sua vasca da bagno Lunedi' sera ed e' stato trovato ieri mattina.-

-Torno a chiedere che c'entro io?-

-Abbiamo alcune testimonianze secondo le quali lei sarebbe stato visto negli stessi luoghi di questi signori e nel caso di questa persona l'hanno vista in sua compagnia al Peperosso.-

-E quando?-

-Lunedi' sera.-

-Ma scusa Billy, scusi Maresciallo, ma Lunedi' sera siamo stati al cinema al centro commerciale.-

-Come dice?-

-E' cosi' Maresciallo, siamo andati a vedere il film sui due cow boy -

Il Maresciallo mi guarda.

-Giusto. Come vede chi mi ha visto si e' sbagliato di grosso.-

-Ho capito. Allora se il suo amico ci conferma questo importantissimo particolare ...non la disturberemo oltre.- I due militari si alzano e salutano.

-Buongiorno signor P. Si riposi, le giovera' anche alla memoria.-

-Non dubiti Maresciallo, e grazie della visita.-

Ritorno in cucina come se mi fossi risvegliato da un incubo.

-Perche' lo hai fatto?-

-Perche' avevi bisogno di un alibi.-

-Un alibi? E per quale crimine?-

-Omicidio?-

-Sei pazzo!-

-No, non sono pazzo, sono solo molto amico del Luca Lanati, andiamo in palestra insieme. Conoscevo molto bene suo padre e i suoi amici.-

Comincio a sentire caldo. Credo di essere diventato del colore del fuoco. Scosto una sedia e mi ci siedo appoggiando le braccia allo schienale.

-Ti ascolto.-

-Domenica pomeriggio il Luca mi ha detto che il sabato sera suo padre era molto nervoso. Era tornato dalla baracca ubriaco e gli aveva detto che non voleva nessuno sulla coscienza. Luca aveva cercato di capire qualcosa e suo padre gli aveva accennato ad un ragazzo che doveva aiutare perche' era in pericolo. Luca gli aveva offerto il suo aiuto, ma il padre aveva risposto che doveva restarne fuori. Poi era ritornato indietro e da quel momento non lo aveva piu' visto. Ieri mattina quando ti sei spogliato ho visto il tuo corpo ferito e ho immaginato che quel ragazzo in pericolo fossi tu. Allora ho capito che tu non eri qui a C. per caso. Ho collegato tutte quelle morti a te.-

-Hai molta fantasia. Ma non avresti dovuto mentire, ti sei messo nei guai.-

-Vuoi ammazzare anche me?-

-Io non ho ammazzato nessuno.-

-Ok, si vede che ho sbagliato ancora.-

-Infatti. Devo chiederti di andare adesso.-

-Prima posso darti un consiglio? Qualunque cosa tu abbia in mente, torna a Milano. Tornaci subito e lascia perdere sia Lupo che Baffo. Li conosco. Li ho conosciuti anche io fin da quando ero un ragazzo insomma ..lascia perdere.-

-Ti accompagno alla porta.- Prima di farlo uscire appoggio la mano sulla sua spalla destra e non so cosa mi e' preso. Lo tiro a me e lo abbraccio forte, come se stessi per sradicare una quercia. Anche Nicola mi stringe e io lo bacio calorosamente sulla guancia e sul collo.

Nicola chiude la porta, ci si appoggia contro con la schiena e mi toglie il maglione. Lo sto a guardare mentre mi palpeggia i pettorali, solletica i miei capezzoli gia' turgidi. Non sento piu' il dolore, ma un delizioso turgore negli slip. Ci baciamo lungamente. Con le braccia puntello la porta e lui mi passa ripetutamente le dita sulle braccia e sulle spalle. Poi esplora il mio torace, la mia pancetta pelosa e adiposa e mi slaccia i pantaloni. Le sue mani si infilano sotto le mutande e mi afferrano le natiche. Le nostre bocche sono come saldate insieme e le lingue si attorcigliano ripetutamente. Ha un buon sapore. Quando le sue mani mi afferrano il manico io sto gia' volando con la mente. Si abbassa, mi lecca il collo, immerge in naso nella peluria del mio petto, arriva all'ombelico e con la lingua me lo solletica, poi scende ancora e sento la cappella inumidirsi e riscaldarsi. Me l'ha presa in bocca e con la lingua mi fa provare sensazioni straordinarie. Ha una forza diversa da quella delle ragazze che mi hanno spompinato fino ad oggi, sa dove andare a sollecitare le mucose del randello. Comincio a rantolare mentre il mio pisello entra ed esce dalla sua bocca ripetutamente, duro come roccia, mentre le sue bellissime mani solleticano il mio culo.

-Oddioooo!!!!! Sei bravissimo!!!!-

E' davvero bravissimo, sto pompando da quasi un quarto D'ora e ho sempre piu' voglia di venire ma non riesco. Ho un brivido alla schiena, la pelle D'oca .ci sono quasi.

-Nicola .ti sto ..venendo in bocca ...- Lui non smette, continua a spompinarmi. Ci sono.

-MMMHHH!!!! Aaahhhh!!!!- Ancora qualche colpo, ancora uno ancora... uno.

Nicola ha ingoiato il mio seme e adesso con la bocca impiastricciata si solleva. Voglio baciarlo e dalla sua lingua asporto un po'del mio sperma.

-Ti prego, vai adesso.- Nicola esce dalla porta e io resto nudo, in ginocchio e piango. Per la prima volta piango.



Continua...


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