Teddy bears a Mestre

di Emilio Campanella

 

Inizio d'anno all'insegna dell'infanzia, infatti se a Mestre negli spazi della Galleria d'Arte CONTEMPORANEO sono esposti giocattoli d'epoca (Pinocchi, Bambole, Balocchi, il catalogo è della Silvana Editoriale), a Venezia, alla Fondazione Quirini Stampalia (C.po Santa Maria Formosa) l'ampia e documentata mostra: "La scoperta dell'infanzia" c'informa sul'esistenza del bambino dal punto di vista sociale e istituzionale dal '700 alla metà del '900, fra quadri, oggetti, documenti, testi e, naturalmente, giocattoli. Al secondo piano dello stesso interessantissimo museo, una piccola preziosa mostra di vetri di Murano dell'800 baracconi in maniera strabiliante !

Ma torniamo a Mestre dove in tre piccole confortevoli sale in cento (P.ta Mons. Olivotti, 5) possiamo meravigliarci ritrovando vecchi giocattoli che abbiamo posseduto: i robot degli anni '60 (chi si ricorda la sigla di un'antichissima TV dei ragazzi ? Ebbene proprio quelli !) Ma anche bellissime bambole Lenci degli anni '20 e '30, e poi un micio a molla prodotto in Italia, massì, certo, è il gatto Felix (Ingap) che nel '35 si chiamava MIO-MAO Ma Felix non è latino ? (BAH !) Fra le chicche un Mike Bongiorno del quale cito per esteso la didascalia: "M.B.Furga, Italia 1960, cm 40 in vinile con testa modellata, lineamenti dipinti e braccia snodabili, riproduce la fisionomia del celebre conduttore televisivo elegantemente vestito in tenuta da sci originale." NO COMMENT!

Naturalmente c'è una bella scelta di Barbie e Ken con famiglia, accessori e quant'altro ah no ! Billy & C. non ci sono: sono ancora troppo giovani! Non mancano, naturalmente: treni, tram, automobili in latta, automi tedeschi di tutti i tipi e di svariate specie animali e tipi umani; un nasutissimo Pinocchio in triciclo (Ingap) ca 1935). Le più strane creature del mondo animale su altrettanto strani veicoli atti a essere trainati dai loro giovanissimi tiranni. E da ultimo , dopo una bella scelta di bambole dalle teste di biscuit dell'inizio del '900, gli orsetti, è vero, non moltissimi: otto in pelouche fra gli anni '20 e '40 di provenienza italiana e tedesca, tre meccanici: il primo si pulisce gli occhiali, il secondo legge e il terzo(a) lavora a maglia; un altro, giapponese, ci perdoni, di rara bruttezza, ma tutti, nessuno escluso, un po' sdruciti, sbertucciati, lisi,; segno del molto amore dei bambini che ci hanno giocato, dormito, sognato assieme.

Trovo che questo sia il destino migliore per un orsacchiotto non trovate ?

Emilio Campanella


INDICE DI STORIE DI ORSI

BEARS' STORIES INDEX

 ORSI ITALIANI MAGAZINE:

INDICE PRINCIPALE

MAIN INDEX