ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Trasferta di lavoro (parte terza)

Un racconto di ORSO70


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Ormai con Antonio si era creata un intesa perfetta, trascorrevamo il nostro tempo libero insieme alternando visite ai parenti, mare e tanti incontri con i suoi amici, tutti amanti del cazzo e dei suoi odori.

Tutto questo mi spinse ad accettare l’invito a rimanere a casa sua per il resto della mia trasferta.

Un venerdì sera, mentre stavamo cenando, Antonio mi disse che l’indomani mattina sarebbe dovuto partire per lavoro e sarebbe rientrato domenica sera.

Visto che io ero libero in quei giorni, mi propose di accompagnarlo, cosi mi avrebbe fatto sperimentare la vita da camionista.

Il programma era quello di viaggiare fino a Napoli dove avrebbe fatto la consegna, la notte avremmo dormito nel camion in qualche area di servizio e poi saremmo rientrati a casa.

L’idea non mi dispiaceva, anzi non nego che la cosa mi eccitava parecchio.

Il mattino seguente, ci svegliammo presto e ci preparammo per il viaggio. Andammo in macchina fino al deposito, dove recuperammo il nostro camion e partimmo alla volta di Napoli.

Durante il viaggio, Antonio mi raccontava di quanto gli piacesse il suo lavoro e in particolar modo raccontava le varie avventure che gli erano capitate.

Mio cugino era un vero porco e non risparmiava di descrivere nei minimi dettagli le scopate che si era fatto con gente incontrata negli Autogrill e con i suoi colleghi.

Eravamo entrambi eccitati, cosi, di tanto in tanto, toglievamo fuori i nostri piselli e ci masturbavamo.

Per Antonio, che era alla guida era più difficile ma con l’esperienza, aveva sviluppato una tecnica che gli consentiva di guidare in sicurezza giocando contemporaneamente con il suo pisello.

Quando ci fermammo per la traghettata decidemmo di toglierci le mutande e rimanere con i pantaloncini in modo da poter giocare più agevolmente e anche perchè ormai queste erano zuppe di precum, cosi ci sistemammo comodamente e buttammo i nostri slip sul lettino del camion.

Era una bella giornata, e fuori c’era un caldo infernale, ogni tanto, per rinfrescarmi abbassavo i miei pantaloncini, allargavo le cosce e dirigevo il bocchettone dell’aria condizionata verso il mio culo mentre mi sgrillettavo con il dito inumidito di saliva.

La cosa faceva impazzire Antonio che si eccitava da morire a vedermi cosi e mi minacciava dicendomi che se non avessi smesso mi spaccava il culo li in mezzo l’autostrada.

Finalmente arrivammo a destinazione nel pomeriggio, le operazioni di scarico e carico delle merci durò a lungo cosi verso le 18:00 ci rimettemmo in viaggio per il ritorno.

Dopo circa mezzora, incrociammo una pattuglia della polizia che ci fece segno di accostare.

Scendemmo dal camion e notammo che i due poliziotti non erano niente male, uno più alto moro sui quaranta robusto e completamente pelato con un bel paio di baffi l’altro un po più giovane e più basso, fisico da orso capelli rasati e barba folta ben curata entrambi avevano delle belle cosce grosse e delle chiappe sode evidenziate dai pantaloni attillati della divisa.

Mentre uno fece i controlli della documentazione, l’altro perquisì tutto il camion.

Resisi conto che era tutto apposto, cominciarono ad essere più cordiali con noi, facendo qualche battuta, raccomandandoci di proseguire con prudenza e di fermarci per riposare visto che avevamo viaggiato per tutto il giorno.

Noi li rassicurammo dicendogli che non avevamo intenzione di guidare per tutta la notte e che anzi al prossimo Autogrill ci saremmo fermati per cenare e riposare un po’.

Alla fine ci salutarono e riprendemmo il viaggio.

Arrivati all’autogrill vicino Caserta parcheggiammo il camion in un posto tranquillo e ci dirigemmo verso il bar per mangiare qualche cosa.

Con Antonio ci sedemmo ad un tavolino e mentre consumavamo la nostra cena, vedemmo entrare i due poliziotti del posto di blocco. I due diedero un’occhiata in giro come se stessero cercando qualcuno, appena ci videro ci salutarono con un sorriso ammiccante e vennero verso di noi.

Ci chiesero se potevano sedersi al nostro tavolo, avevano finito il loro turno di pattuglia e prima di andare a casa volevano rilassarsi un po’ prendendo un caffè.

Erano entrambi Campani, molto simpatici, entrammo subito in confidenza e ci raccontarono del loro lavoro duro e di quanto gli pesasse stare lontano dalla famiglia (erano entrambi sposati).

Finito di cenare io mi alzai dicendo di scusarmi ma dovevo andare un attimo in bagno, il poliziotto più alto mi dice che anche lui doveva andarci cosi ci dirigemmo verso i w.c.

Entrambi scegliemmo gli orinatoi a muro e il poliziotto si mise accanto a me, non potei fare a meno di vedere il suo bel cazzo pisciare ma notai che anche lui guardava il mio, anzi si stava pure eccitando.

Così finito di pisciare gli feci un po di spettacolo scappellando lentamente il mio cazzo e menandolo davanti ai suoi occhi. Vidi che la sua mazza era diventata bella dura, cosi mi feci coraggio e glie l’afferrai iniziando a masturbarlo lentamente.

Lui se la stava godendo, tirò fuori dal taschino della divisa un paio di mutande e me le mostrò, mi disse: “sono tue queste?”

Riconobbi le mie mutande che avevo lasciato sul lettino del camion, il bastardo se l’era fregate durante la perquisizione, e cosi gli risposi di si, se li portò al viso e cominciò ad annusarle e leccarle, poi mi sorrise dicendomi “porco non si va in giro senza mutande” gli risposi che era un’ottima esca per acchiappare qualche bel maiale.

Visto che il ghiaccio era rotto, proposi al poliziotto che se voleva potevamo fare una cosa a quattro con il mio amico e il suo collega, lui mi rispose: “ perchè pensi che vi abbiamo seguito fino a qua? Davvero ti sei bevuto la storia del caffè?” Cosi gli dissi di seguirci nel nostro camion, li saremmo stati più tranquilli.

Tornati al tavolo feci segno ad Antonio di assecondarmi, così dissi: “be si è fatto tardi, noi andiamo a riposare un po” salutammo e ci dirigemmo verso il camion.

Durante il tragitto, raccontai ad Antonio quello che era successo in bagno dicendogli che presto i nostri poliziotti ci avrebbero raggiunti.

Mi diede una pacca sulle spalle dicendomi: “e bravo hai rimorchiato due bei manzi, dai che questa sera ci divertiamo”.

Arrivati in cabina ci togliemmo la maglietta, rimanendo in pantaloncini, appena il tempo di sistemarci che vedemmo i due poliziotti fuori dal camion, che facevano segno di seguirli.

Ci portarono in un’aria pic nic attrezzata con tavoli e panche in legno, il posto era ben protetto dalla vista da una fitta vegetazione e a quell’ora della sera non era per niente frequentato così potevamo muoverci in assoluta tranquillità.

Cominciammo a limonare, io con il poliziotto più alto e Antonio con l’orsetto.

I due erano veramente infoiati e cominciarono a leccarci tutto il corpo, il viso e specialmente sotto le ascelle, si vede che anche a loro piaceva il sapore di maschio.

Si spogliarono completamente rimanendo con solo gli stivali d’ordinanza e lo stesso facemmo noi.

Il poliziotto orso si sdraiò sul tavolo mentre l’altro si sedette sulla sua faccia per farsi leccare il culo.

Ci godevamo lo spettacolo, quando l’orsetto alzò le gambe e ci mostrò il suo bel culo spalancato. Io e Antonio ci accucciammo tra le sue cosce e ci mettemmo a leccargli il buco, alternavamo sputi, leccate e dita fino a che non sentimmo il sapore di tutti gli umori che gli colavano fuori.

Antonio cominciò a montarlo mentre io diedi all’altro poliziotto il mio cazzo in bocca.

Ad un certo punto, questo smise di spompinarmi, scese dal tavolo, si mise con una gamba sulla panca leggermente piegato in avanti e con fare autoritario mi disse: “scopami forza” gli diedi una leccata al culo per lubrificarlo meglio e cominciai a scoparlo, aveva un culo molto largo e voglioso, ad ogni affondo mi incitava a scoparlo più forte, si vedeva che gli piaceva molto prenderlo.

Antonio intanto si sedette sulla panca vicino a noi e disse al suo poliziotto di sedersi sul suo cazzo, in questa posizione i due colleghi potevano limonare. I due stavano godendo da matti si ficcavano la lingua in bocca e ogni tanto ci sputavano dentro.

L’orsetto sembrava in trance e mentre si auto impalava cominciò a pisciarsi addosso, ad ogni affondo spruzzava piscio da tutte le parti.

Il poliziotto che stava scopando con me, cominciò a dirigere il gioco, ci disse di scambiarci i ruoli, cosi, io ed Antonio ci mettemmo in ginocchio sulle panche uno difronte all’altro, l’orsetto cominciò a leccarmi il culo e il cazzo e lo stesso faceva il suo collega ad Antonio.

Dopo un po’ cominciarono a scoparci, era bello sentire quei due manzi che ci stantuffavano dentro, chi se la sarebbe aspettata una serata cosi.

Intanto arrivò l’altro ordine, il poliziotto più alto si sdraiò sul tavolo a gambe alzate e ci disse che a turno dovevamo sborrargli dentro. Intanto l’orsetto gli diede il suo cazzo in bocca.

Iniziai per prima io, ero talmente eccitato che mi bastarono pochi colpi per esplodergli dentro, appena tolsi il mio cazzo Antonio cominciò la sua monta, dopo un paio di minuti di su e giù, anche lui gli diede la sua dose di sborra, ora era il turno dell’orsetto che cominciò a stantuffare l’amico con forza mentre l’altro l’incitava a spaccargli il culo.

Alla fine anche quest’ultimo, con un grugnito liberatorio, riversò tutta la sua sborra nel culo del collega.

Finalmente i due si staccarono, il collega ordinò all’orsetto di stendersi sul tavolo così lui si sedette sulla sua bocca e mentre gli riversava tutta la sborra che aveva in culo io ed Antonio cominciammo a spompinarlo fino a farlo venire nelle nostre bocche.

Ci ritrovammo tutti e quattro a baciarci e scambiarci la sborra…. Cazzo che serata, ora potevamo andare a dormire soddisfatti.


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