ORSI ITALIANI MAGAZINE




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Questa pagina contiene immagini di nudo maschile e testo a contenuto omoerotico: e' pertanto riservata a persone maggiorenni

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Venerdì sera

Un racconto di Roger Moore


I racconti pubblicati possono contenere descrizioni di sesso non sicuro: ricordate, sono opera di fantasia! Nella vita reale praticate sempre il Sesso Sicuro usando il preservativo.

The stories published in this section may contain descriptions of unsafe sex: remember, it's fiction! In real life always practice Safe Sex by using condoms.


Quella che segue è una storia vera, uno dei tanti fine settimana passati assieme a Riccardo; è lui l’ex rugbista dalle braccia enormi e accoglienti di cui parlo, e ha letto la storia a cazzo duro. Immagino fosse un modo per farmi capire che gli è piaciuta...

Arriva direttamente dall’azienda di famiglia, con tanta fretta addosso da non essersi nemmeno cambiato.

È anche uscito prima.

D’altronde è venerdì: il fine settimana è tutto per loro; il lavoro non gli regala molto tempo libero. Sale le scale di corsa.

Si accorge di non aver bisogno di suonare il campanello né di dover frugare nelle tasche in cerca delle chiavi: trova già aperto.

- Aspetta, fammi chiudere la porta!

- È una settimana che aspetto.

- Lascia almeno che mi faccia una doccia, sono tutto sudato...

Non gli risponde, è già in ginocchio davanti a lui e gli abbassa la cerniera dei pantaloni fino in fondo.

Gli slip bianchi sono leggermente umidi di sudore e ci affonda la faccia per sentire il cazzo diventare sempre più duro.

Libera il cazzo che rimane dritto in aria, con la cappella scura che punta verso l’alto e lo prende in bocca.

È salato.

È un cazzo largo, di diametro notevole, ma riesce a prenderlo tutto anche se un po’ a fatica.

Lo assaggia piano, con quella finta timidezza che lo fa impazzire, e poi comincia a succhiare.

I peli gli fanno il solletico e hanno l’odore della giornata trascorsa.

Gli piace quando è sudato: ha scoperto che l’odore del suo sudore gli fa dilatare il buco del culo.

Gli prende una mano e se la mette dietro la testa per fargli capire che gliela deve tenere bloccata e scoparlo in bocca.

Ansima e grugnisce come un animale; gli piace sentirlo godere.

Gli piace succhiarglielo e gustarne gli umori come fosse un premio per la settimana passata ad aspettarlo.

Gli piace che sia il solo cazzo che prende ed essere la sola bocca, il solo culo che scopa.

La mano è ferma ma delicata al contempo; lo scopa in bocca aumentando gradualmente il ritmo.

Più va a fondo e più intensi sono i grugniti.

Un conato e sputa fuori il cazzo fradicio di saliva, guarda per qualche secondo la vena che lo percorre e la cappella sempre più scura e lucida, e se lo rimette subito in bocca, di nuovo fino in fondo.

Sa di succhiare da dio, glielo hanno detto in tanti. Quando glielo confessò anche lui, gli parve avesse più valore. Le cose dette da lui valgono di più.

Nel frattempo lui si è appoggiato alla porta; le gambe cominciano a cedere; adesso gli tiene la testa con entrambe le mani enormi e calde ma lo lascia libero di succhiare e leccare l’asta, la cappella, i coglioni grossi e gonfi.

Lo lascia libero di esplorare il suo cazzo, di gustarne ogni parte.

Forse sta quasi per esplodere, non riesce a trattenersi.

Lo intuisce dai versi sempre più concitati.

Ritrae il cazzo e viene.

Lo schizzo è abbondante come sempre.

Uno schizzo colpisce la guancia ma lui riprende il cazzo e se lo rimette subito in bocca per non sprecarne neanche una goccia.

E lo succhia, lo munge, ingoia tutto con avidità. Gli restituisce un cazzo pulito e scivoloso che rimane semi duro.

Con due dita lui raccoglie lo sperma dalla guancia e gli offre anche quello, infilandogli tutte le dita dentro.

Lo fa alzare tenendogli le dita in bocca. Inizia a limonarlo con una certa forza.

Gli piace il sapore del suo sperma.

E gli piace il sapore del suo sperma in una bocca che ha appena riempito.

Gli piace tenerlo stretto a sé, è un cucciolo che ha bisogno di protezione, un cucciolo a cui piace rannicchiarsi contro la pancia massiccia di un ex rugbista e farsi stritolare da braccia enormi e accoglienti.

A solleticargli il naso ora non sono più i peli del cazzo ma quelli della folta barba castano scuro esibita con virilità bestiale a corredo di una ormai prossima pelata altrettanto maschile.

Gioca un po’ con la folta peluria che gli ricopre il petto, stuzzica il capezzolo sinistro, quello con il piercing, torna a rifugiarsi nella sua barba.

Limonano ancora, e ancora avvinghiati, come uno strano quadrupede che sta imparando a camminare, con movimenti impacciati vanno verso la camera, spogliandosi lungo il percorso.

Piccole risate scappano a entrambi, per come si muovono.

Ora che è rimasto a torso nudo, il richiamo è troppo forte: gli solleva un braccio e sprofonda con il viso nella sua ascella.

La annusa, sente i peli bagnati di sudore sulla faccia, li lecca ancora e ancora.

Gli infila una mano negli slip blu con piccole foglie disegnate, cerca il buco del culo e ci gioca con la punta del dito, delle dita.

È ben aperto, rilassato, non fa resistenza. Il solco tra le natiche ha una bella peluria scura e invitante: così dev’essere un culo per eccitarlo.

Non ha smesso di limonarlo.

Gli abbassa gli slip per scoprire il cazzo duro e bagnato che rimbalza fuori; lo spinge sul letto e gli è subito sopra; il cazzo è già di nuovo duro.

Gli sputa dritto nel buco del culo – ha una mira fenomenale, quando vuole – e senza cerimonie glielo sbatte dentro.

Che bravo, il suo cucciolo, che riesce a prendere tutto il suo grosso cazzo fino in fondo e senza guaire.

Lo incula con colpi profondi e decisi e a ogni colpo rimane fermo per qualche secondo per fargli sentire quant’è grosso e duro.

Gli prende le mani, gliele tiene ben ferme dietro la schiena e aumenta il ritmo dei colpi.

Sa che gli piace farsi montare senza tregua. A ogni colpo gli offre il culo, come a dire che ne vuole ancora, che ne vuole di più; non è intimorito da quella nerchia come altri prima di lui.

Il tempo di farlo girare sulla schiena ed è di nuovo dentro.

Che bravo, il suo cucciolo, sempre a cazzo duro quando lo incula, sempre bagnato.

Glielo prende in mano, scopre del tutto la cappella, strizza l’asta, lo sega fino a farlo venire.

Sente che il buco del culo si è aperto ancora di più.

Gli schizzi arrivano al mento, centrano in pieno un capezzolo, colano sulla sua mano, che gli fa pulire con la lingua; si abbassa su di lui per limonare ancora senza smettere di fotterlo.

Viene di nuovo affondando il cazzo più che può a ogni schizzo.

Estrae il cazzo con l’intenzione di fare quello che ancora non ha mai fatto; ci ha pensato per tutta la settimana, per tutto il tragitto fino a lì.

Infila nel culo due dita.

Nel tirarle fuori coperte di sperma, un fiotto cola fuori.

Lo guarda. Non dice niente.

Gli avvicina le dita alla bocca.

Senza pensarci, le succhia di gusto.

Senza pensarci, si alza sui gomiti, avvicinandosi alla sua bocca.

Limonano.

- Ne voglio ancora.

Sorpreso ma contento della richiesta (che fosse un porco come lui l’aveva capito, ma mai avrebbe immaginato a quei livelli), lo soddisfa: di nuovo due dita in culo, questa volta più a fondo.

Leccano quelle dita, si guardano, si sorridono, si baciano.

Si distende accanto a lui, appoggia la testa sul suo petto, si fa stringere dal suo braccio, respira al suo ritmo.

Niente lo fa sentire più al sicuro di un suo abbraccio.

Lo bacia, fa scivolare la mano verso il basso e gioca coi peli del cazzo.

- Il solito venerdì sera? Pizza, film e divano?

- Ovviamente. E magari anche un bis...

- Tutti i bis che vuoi, cucciolo. Ma prima, una doccia.

- Non ancora. Non voglio muovermi, sto troppo bene così.